L'Unità - anno IX - n.24-25 - 10-17 giugno 1920

. l " 100 ia~ti;1111u<·ue· u.. ili ~i l'cdcl'ino iu organiz.• ;,.azioni ~upe1·irwL don! e riuando no sen– t~no la nct(•s:-sità, ~enza prete.udcl'e di i.tupo1·1·c Llal ceuu·o con :schèwi precon– cetti le nuo,·e f<n·me e i nuori confini del. le regioni. ~'a11ceJio Francesco. Le bu1'0crazìe co– mun;ili sono tnJYolt._1, peggior~ delliL bu– rocrazia CCllt1·alc. t;nai 1·i.nascita.. -potrà yeuire solo daJla, rinascita delle attività siudaca.li ~ oca.li. MutTi. .Kou si devono oonsolidatc Je attuali lH'O,·i.ucie, sancendo il 1-eai:o com, mes.oo aJ.lorchè fur~no ci·e.nte. De Viti. ltitiene clle &'Ìà opportuuo riu. Yiare questa, discussione pa.rticolu,re agli srntli ulterio11. Ca,lamanù1·ci. Ussed:. clle il problema oci !il.Ll<.lac.atiuou è stu,to sh;lewaticame..u– to chiarito. La 1·clazione. Corbino merita uua.. l11scu8.':iiu11c, cù.e no11 e stata, faLta. Hitieue, perciò, p1·cU1a.Lura,qualuuque vo. taz.ìouc. al l'iguarUo. 'l 1 01Tata,. 2'on crede si possa rinviare og.ui delilJemiione sul· p1·oblema. dei sin– daca ti. ~on è. Jccilo cs::.é.l·cagnostici .su una. CJUC$l..ioue cosi importante. Sulle au– tonomie rngionali è d'accordo con Muni. 11.uui, Salrcwini e Coma.nùiui prcsen– tauo il $<:gllem,e; Ol'dinc: .del giorno, che è appro\ato aJla uua..u.imità,: 11 Jl Louvegno preso· atto oeUe re!uz1oni e èegli 01dmi Uel giorno presentati sulla ri– .1onna deU u1nmi111st.tazio11e, ::;ul J'lConosci– mt11to g1urict1co dei sinducau, sullo stato eome ge~lOJ'd <lej pubblici servizi: ...-11 after:rua che il malgo\·erno, dal cruale è afflitta l'ltalia e che rnonifica e tlisorganiz– za sempre p1u pericolosamente le ouergie spontanee ud pll.ese, dipende innanzi t.utt.o ùalla viziosa costit.uzione oello ::3t. .a.to che, negant.Jo sbtcmat.icamente tutte le riforme ol'gu111chee spontanee dL ttutogoverno, !}a uccumulato 11elpotei-e centra.le , burocrazia e parJarnemo,'" w1a somma di at.trjbu.ziom che essi non possono compiere ~ compiono w~e; 1 • 11 dichiara che -solorllnedio radicale può essere la ricostituzione dello Stato sulla ba.se della spontanea organizzazione emergente dalla ,omogeneità e solidadetà degli int.e- 1essi professiÙnUJ.le loco.li , riservando al po– t.ere cent.rale la gestione de.gli interessi ve." ramente nazionali e il coOrdinamenlo delle alt.ività e delle funzioni nella unità no.zio– nalej <1 ma riconoscendo che i principi enunçia– t.i débbono essere realizzati mediante studi concreti, chf>.sottraggano il vit.aie proble– ma alla generalizzaz.ione e alle improvvisa– zioni de.gli incompetenti, invita gli aderenti a concentrare nei prossimi mesi, in maniera speciale, la propria attenzione s.u questo sogetto, perche sia possibilelllettere al più· pt'est,o in• circolazione un pro,grh.mma di ri· forme amministrative capace di orientare in ogni evenienza il peil.6iero e la volontà del paese; 1< e dà mandato o.ila Commissione di convoca.re , non appena gli studi siano suffi– cientemente progrediti, un convegno nazio– nale col solo programma della riforma d.el– la pubblica amminislrazi9ne li. " Ne.Ila seduta pomericlian:. del 4 giugno, il problema viene ripreso iu esrune. E .aono votati all'unanimità i seguenti or– dini del giorno : u 11.' Convegnc,, mentre: conferma l'ordine del giorno di massima già approva'to, con– Wnto che sia opport.uno indicare 'alcune più precise direttive perchè le ulteriori deter– minazioni e i successivi studi riesca.no mag– giormente efficaci: · a) ritiene che una soluzione del proble– ma burocq1tico non possa venire dalla stes– sa burocrazia centrale, pér quanto lodevoli e degni di ogni possibile incoraggiamento siano gli sforzi che in tal senso compie la parte sana e cosciente dei pubblici impiega– ti; oppone dunque, al concetto di decentra– mento d·a11'alt,q,la conquista dal basso del– le auton-omie e l'azione federativa degli enti e delle associazioni locali; e dichiara di con– seguenza che il più efficace intervento del Parlamento 1:entrale nel riordinamento del– la pubblica amministrazione consiste nel ri– durre risolutamente e Iortemenle le funzio– ni e 18 spese .per il ~unzionamento degli uf– fici statali comunque PJ,etorìc3.o superflui, ricoposcendo la incomì,elenza del potere centrale nelle materie che non sono d'im– portanza vitale per lo Stato nazionale. (co– dici, esercito, politica estera e rapporll in– terna~t..ionali,linee generali ,degli ordino.men~ ti scolastici, leggi elettorali, ccc.), o negh enti locali il diritto di associarsi libero.men– te in federanioni regionali con vasto potere regolamentare e facoltà. legislativa por tutte Je materie non attinenti al potere centrale-; o L'UNITA b) concepisce pertanto. il necessario ri– sorgere della regione, entità storica e cul– turale connatl1rata alla. tradizione e alla storia delle popolaZiioni ilali,ane, non come una creazione giuridica imposk'l. dall'alto e dal centro, ma come una forma spontanea di fedemzione degli enli locali oggi esisten– ti, che corregga tra l'n.ltro, col suo libero giuoco, le ,ingiuste detenninazioni conven– zionali dei confini di alcune, regioni (p. e. il l!rinli compreso nel Veneto, la Romagna nelf!Emilia, il ~1Qlise nell'Abrnzzo, ~ovnra nel Piemqntc ecc.); e) nilevnndo il completo fallimento della gestione statale delle grandi aziende atti– nenti ai pubblici servizi {ferrovie, telefoni, · poste, no.vigazionl! ccc.), sd dichiara con,..i.n– to della opportunità di studiare i ffiodi e le forme pià adeguate per .affidare nei casi ,in cui sia possibile, e almeno in v~a cli esperi· mento, ai sindy.caii dei funzionari iOteres– sali l'esercizio di qualche azienda, salva comunque da parte dello Stato una parteci– pazione aziona.da correlativa. all'apporti) dei capitali contribuiti e un adeguato controllo; d) mentre ravvisa nei libe1i sindacati di produttori utili formo associative, che assu– mono funzioni s.empre più vaste, ed impor– tanti nel campo sociale e nel campo della. produzione, si oppone ad ogni forma di _r,j. conoscimento giuridico, che aumenti <llret– tamenlew> indirettamente nelle minoranze di operai organizzalii facoltà, diritti e privilegi a danno delle grandi masse tuttora di.sorga... nizzate; ma propugna il riconosciment;o giu– riclico delle categorie economiche-, dando a queste facoltà t.U eleggere consigli tecnici supetiori (consigliò del lavoro, deH'istJ;uzio– ne, dell'agrico\tura, degli enti locali ecc.), ai quali siano riconosciute funzioni legislative 11ellematerie loro attinenti, sah·o il contro! lo, la coordinazione e l'approvazione della Co.mera dei deputati, 1i.manendo cosl ai li– beri sindacati l'ufficio della propaganda, della orga11i7..zazione, delle iniziative produt– trici e cooperatrici in seno o. ciascwm cate~ . goria economica n. Il problema delle nuove provincie• Si appl'ova alla unaniruitù.-dopo scbia– rimen ti dei relatori, il seguente ordine del giorno: ic Il Convegno, mentre niti.ene.1ndisÌ,ensa· bile ohe i problemi delle provincie redente, non che discussi e risoluti arbitrariamente da funzionari irresponsabili per mezzo dJ. docreti reali o ministeriali, siano SOttoposti ad ampia discussione innanzi al Parlamento .e a11a pubblica opinione, ~ esaminati con gli opportu?'i provved'imenU ispettivi che valgano a rèndere ragione d.ella loY:oreale importanza; Ja voti che siano rispettate, e, dove sem. bri ullle ed opportuno, accresciute le· auto– nomie amministrative di quelle provincie, alle quali sarebbe iniquo applicare senz'al– tro, per un burorratico senso di rigid.ismo livellatore, il complesso delle leggi italiane, anche se alcune di queste siano, più che le . •corrispon·ctenti leggi austriache, centralisti– che ed arretrate; si augura che le autonomie conservate alte nuove provincie segn.ino per la nazione italiana il primo passo verso la conquista di amplissime autonomie locali che siano ret. mora all'ingerenza prepotente e soffocante dei poteri centrali; • ritenendo conforme a giustizia 11n or– ilinamento amministrativo basato sulla co– stituzione delle due provincie autonome del Trentino e dell'Alto Adige, e, nella Venez:ia Giulia, sulla formazione di circoscrfaioni nmministrative il più possibile omogenee dal punlo d vista nat..ionale, in cui trovino rispetto e tutela nel costume, nena lingua, _negli ordinamenti ammiJUstrntivi e scola– stici, le popolazioni allogene comprese enJ tro il nuovo confino d'Italia; esprime il feMiH5Convincimento che sol– ta.nto con uno. politica di libertà cui soccor– ra, oltre l'ordinamento degli istituti, ]'ani• mo ispiralo da pnincipi conTormi alle più alte tradizioni nazionali, pcitrà raggiufl8er· si una· leale ed armonica convivenza nello Sti:ilo itnliano <li popolazioni divise da lotte t· ,1:1l)dii tradizionali: e addita in una politica estera di paci– fica coopera1.lionee di accordi permanenti in materia d ;o.gana.le, portuaJ.e e ferrovlada. con le nazioni finitime e con quelle i cui traffici trovano nei port.i italiani il loro naturale sbocco economico, la via certa ad un rapido rifiorire della. prosperità de1!e nuove terren Il problema finanziario e tributario La seduta, pomeridian:. del 3 giogno è presieduta da Azimonti. Dc Viti-de Mn,rco, invita,to dai conve– ·outi ad esporre le proprie opinioni sulla, relazioue Porri, clichia.i·:. che parlerà col proposito cli p1-esent.'LrCal conveguo quel- 1an o li l:he a, lui sembrano i ptrnti centrali del problema finanzfario {' tributario, in mo– do che il co1ffeguo pus.-;a, più facilmente orientare le dis<:ussitftli e i ,·oti. Il problema. ,·itale, il più gra,Te e ur– gente, oggi, !:>Cl' iJ nòstro paese, è quello de] pare~gio f.innnziario. Il p:.ueggio non può e non de\'C ottene1·si col solo :wmen– to delle entrate. La 1·iduzioue delle spe– se de,·e concorre.t·,·i. Il nostro bilan– cio è gra,Tato da- spese enormi, che ·solo •in parte sono giusqficale. Prendendo, per esempfo. Je spese per ht burocrazia, noi spendinmo più di -1- milial'di nll'anno, mentre prima. della, guena spende,·amo 060 milioni. Già allora ci lamentavamo di spenàere troppo. ~la nuche teneudo in piedi fa, ·vecchia amministrazione senza , ridurla, e tenuto conto della uecessitclt di aumcntru·c gli stipendi per ~o ~,·ilimento della moneta, ]a spe~a 1ton don·cbbe esse– re supei-io1·e :ii due miliardi e mez1,0. Do. vrcbbc essere possibile, dunque. fare un milhu'Clo e mez1,0, magari un solo mili,u– do cli economie, abolendo la burocrazia nata dall:. guel'ra, la cosi detta bardato• radi guerra. Qg'esto esempio dimostr:L la possibilità di ridurre le spese in m-,lti campi. Le spese militari rappresentano un'aJ.. tra voragine. Sk'UDo ancora oggi su1 pie– de- di guerra. Invece è nece$88il'io non so– lo smobilitare, ma anche fare economie' sul bilancio ordinario. Un'altra fonte (ii disaNanzo è il prezzo politico del grano, che, secolldo quanto afferma. il governo, assorbe 400 o 500 milioni al mese. Fino dal principio della gue.rra-, io sostenni il doppio p1-ez1.o: il prez1,0 di mercato per gli abbienti, e un pr-ezw politico per le classi meno fortuna te. Se fosse stata, fino dai allora. accctta,ta queSta idea., il disavan1,0 sarebbe oggi meno spaven– toso; e il sistema sarebbe gfr.. entrato nel– le a'bitudini. Introdurlo oggi è assai più difficile. E se ne· vide la prova, quando l'on. ~itti annunziò alla, (;;amerai la pro– posta del doppio prezw. I social_isti, aJ. lom, proposero un ordine del giorno per esigere che il prez;,,0 politico rimanes– sé imDlutato per tutti i lavoratori: e fra i Ja,,oratori ce ne sono che guadagnano salai-i altissimi ! Il problema ,·a risoluto escludendo fran– camente, dal "antaggio del prezzo poli– tico tlltte le famiglie, che abbiano un ·red– aito annuo supcrio1·e a una dnta misura., senza. distinguere fra ùworatori e non lavoratori. 'rutti siflmo lavoratori.· La necessitù, delle economie va pre– clica ta, senza. 1 t~-egua fra i contribuenti. · Ma non ba;;ta. Il Couvegno deve decidere una, gl·ave questione cli· carattere politi– co. Questa: la- riduzione delle spese deve essere nel nostro pensiero una mera pro– WMJ::.,;'l, Jog'icar delle nuo,:e imposte, - o deve esserne la. cond;izione necess<wiat Per parte mia, credo sia- giunto il mo– mento critico, in' cui i contribuenti deb– bono riflutn ,r.si a, qualunque nuovo sa– crificio, se non hanno la sicurezro,, che il Governo farà tutto quel che potrà per ridurre le spese. Pagare nuove impo• ate senz,a, ottenei-e tutte le possibili OOO· nom.ie, è incoraggiare il parassitismo e gli sperperi burocr-a.tici. Quanto alle entrate e a.Ile nuove im– poste, basta, fermare aJcuni punti essen– ziali. Anzitutto le nuove imposte debbo– no gravare su tutti i contribuenti, sen1.,a, privilegi di classi. Il mero trattamento' di eguaglianza, rende anche più produtti– ve le impo~e. Nulla, più offende il con– tl·iùuente quanto Ù r·onfrouto col suo d– dno che goda di un pri,·ilegio. Qunndo non c'è eguaglianza, tributaria-, ognuno cerca, di l>agal· meno pc.rchè il suo vicino pag:} meno di lui E cosi diminuisce il reddito delle imposte. Un primo principio di privilegio tro– ~·asi_già nella. iml)Osta. complementare sul 1·edditò, che esenta,gl'impiegati pubblici e prh,ati. Il pl'ivilcgio cresce con l'imposta, straordin,Hia sul patrimonio: la quale in realtà è una nuora, imposta, sul reddito, ma, esclude i redditi che non sono acco1npa· gu:.ti da possessi patrimoniaJi. Un pie• colo proprietario, che raggiunge le 50 mila lire cli pat.t-imouio, cade sotto la, imposta; un a,Tocato principe, che J·ea.– lizza guadagni f,n·olosi, uno se,1rica,tore del porto di Gcno,·a, eh(' guadagna 40 lire al giol'llo, un dil'ettorc generale che tra stipendio, indennità. gettoni di presenza., mette in~iemc 30 mila lire all':11100, non pnghcl'auno un sold<>t,di quest:i uuO\ra, ta.ssa ::;ui loro rcdiliti. 1x>ichè i;;.i dice che questi 11011, dc1'i1;0,110 da u:n vatrimonio! ... ~on cost si discute dell"impost11 su.I pa– trimonio in Fraucia e in Inghilterra, clo– "e si è poco ftn ·orcvo.li ad essa,, 8J)punto l"''' l:t diffiroltà di tro,·a1·e il modo e la formula di assog-gettani i redditi perso– nali. D,1 noi, invece, si è s\1bito accetta– ta la imposta sul pall·imonio 1 voluta d.illn iinorante clemoC1•azia sociaJista e -:lall:"I intcrJssat:a demagogia borgJ1ese, a,l solo ~topo di ;11Tivarc ;11co1·01lario. me– ramcnh• forw:1lc giuridko, di C'Fìcludere i ros~c:-::.iori di l"edòiti personnli, anche quirndo la Jp\·a ~nl c·apitnle è stata cli fai to tr,1sformat,1 in in1r>0sta, annua.le sul l'Oddito. In conclusi~ne, J'impo~ta sul patrimo– nio. esentando i professionisti, i burocra. ti e gli operai, ~LDchese h,1nno reddi~ al– tissimi, si risobe in un aggravio esclu– si,•<\ ai danni della, proprietà fondiaria, ru:icbe di modestissima entità. Oosi si è a.rrirnti in Italia " questo risnltato politico : che le clas•si le qua– Ji hanno in mano il governo - e sono appunto i profess"ionisti i burQcrati e gli Operai -- si sono assicw·ata Ja esenzione delle imposte. 'Cn simile privilegio - in senso inverso - esiste,·a prima, della, ri– voluzione ,fra.nçese. Oggi la mentalit:,), delle classi politiche. italiane è rivolta - coi calmieri e con le imposte - contro la proprietà fonda– ria, e l'industrfo agricola. Un'ultima osserya.z.ione si.ùl 'imposta. straordina,ria s11l patrimonio. Nella, rela• zionc. ministeriale è detto che essa. servi– l'à ad alleggerire l'onere del debito pub• blico. Ohe cosa, vuol dire? Parrebbe che l'imposta dovesse ammortiz.zare, in una volta. o in 30 o 20 anni, una, parte alme– no del debito di guerra! Ma. ciò di fatto non è vero, perehè l'impost:a non è c.-olle– ga.ta con un piano di •ammortamento. Si vuol far credere quel che nou ò. L'impo– sta. ~t·viri\, dunque soltanto come mezzo per contiuuare nello sperpero, nella. dila– pi1clazione della. ricchez7,._'lpubblica e pri– ,·ata. Vero è che una buona fonte di entra,. ta dm·eva essere data da( patrimoni di gl1ena. Ma, l'annuncio della nuova- im– posta li ha, fatti emigrare. Questa emigrazione di capitali riescirà da-nnosa al paese. Meglio se fossero ri– masti in ItaJia senza. tassa, che averli fatti emigrare, per paura-de.Ila tMsa,. Que– sto 1ie1icolo è implicito anche nell:. no– minativit,, dei titoli. Cbi avrà capitali . da i1Ùpjegare, acquisterà titoli· esteri an– zi che titoli italiani. Invece i titoli si possono colpire alla fonte, nelle man.i del. Je società, senza bisogno· di renderli no– minativi. Si. cercano nuove forme di imposte, e· si ti'ascur:. di perfezionare le imposte esistenti, oorreggendone le sperequa-zioni "'e gli aecertameuti, ed a,umentandole in proporzione dello svilimento ,dell:. mone– ta. Si possono raddoppia.rè , tr!plicaré le imposte dirette esistenti; e non aspetta,, re chi s..1, quanto per vedere in funzione i sistemi nuovi. Non shdebbono esclude.' re questi nuovi sistemi; ma lai loro ela.– borazioue non deve ritardare lo sfrutta– mcnt.o dei sistemi tradizionali. Quando si sia fotto tutto il pos$ihile per ott.enere Je massime economie e il maggior gettito delle entrate, si può ri– nunziare con coscien1..a. sicura, aUa, illu– sione di arriva,re immediaitamente aJ pa,. reggio. Questa, pretesa, spingendo a, mi– sm-e fiscali bl'llt.,.Ji immedia.te , Inaridisce la 1>roduzione, clissest.-. tutta la vita eco• nomica, impedisce l'aumento della, ric– chezza. Occorre, invece, che tutto l'indi– rizzo economico dello St. 'l.to fecondi l'a.u• mento del reddito. Vi:; via, che questo c1'CScer,,, creseerà il gettito delle impo• ste e diminuirà il deficit del bilan– ci-O. Frattanto bisogna, adattarsi a Ull8' •

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