L'Unità - anno IX - n.10 - 6 marzo 1920

.J 38 M ,..,u., aouole dcUo Sto;to (ogni 8COOla 08J>li<:a, il suo còmpito ideaJe, con un La,. vot'O o,·ooto, diretto e trasform<>to via via da colMo ohe oosUtll!Ì$cono il ..,.., stabile collegio iMeg, iam.tc) ; / 2) come auta,io1"ia di i,..,,;.,t;.,,,, (ogni gi,1ppo di cittadini, iote1-ess&to a, fonda.r9 una scuola, indipendente '<laJ.le scuole dello Sta.to, ha, il solo obbligo di non te– nere insegnanti non rioonoaciuti idonei daUo Stato, e di non far passare gli a.lnn– ni dll un grado scolastico oJl'altro, se non qmu1do superino gti etessi esa.ini. cui sono oòbligi>ti gli a,lunni deUe scuole dello Sta.– _to, sostenendoli prE!l!SO queste scuole che sono ,incica sede di csam.). « rcl' noi. sono n.cccss-ità pcnna,,..entt an,bcd11e questo libc,·tà, ta,nto l'auto,io– ,nia didatt,ica interna nclle scuole dello Stato. che l'aut0110mia di iniziaUva. « Queste due nece,cajtà non sono soddi– sfatte nella scuola, od•ierna, del nostro StMo, che ci dà: 1) grigia, unifomùtà bul'Ocratica, nel– le scuole ufficiali, e quindi mente auto- nomia,, didattica.; · 2) anarchica autonomia delle scuole non-ufficiali, cui concede, troppo facil– mente, pareggia-menti e aedi di esami con effetti legali. (< E' u.ocisa l'autonomia. delle iniz.ia.ti– ,e, a,nr.i è tolta la possibilità stessa di serie scuole non uftlcia.li clifferenziatrici del metodo, perchè la burocra 1 1,ia, impe– rante ba trasformato le scuole in sempli– ci dispensatrici di diplomi, di conquista. tacile a tntti; oosiochè le iniziative giu– ste sono oggi quasi sempre volga,ri e me– schine concorrenti delle aeuoi.dello Sta.– to, che rieecono a, l'ivet-e, solo in qua.nt.o gareggiano nel so,i,igliare a qu<Jste per 1>11Uità i<Uale. E' uccisa. l'autonomia. di– da ttic.1, interna (che sarebbe i,elezionatri– ce degli alunni), in qua.nto il ca.otico mol– tiplicarsi delle cla.slJi ed avvicendarsi de– gli insegnanti e lo sch!Joso sfruttamento che lo Sta.to fa, dell'opera, di queeti (inse– gnamenti eterogenei affida.ti ali!' ~ pm·sona,, troppe ore a.l giorno di lozione, troppt .acolari e troppe cla.ssi allo stesso inseguante) ha, reso impoesibile alcun la– voro organico e progressivo; e il sistema dei con troUi estri naeci ( progra.mmi e istruzioni dettagliate ed e90rcito di ispet– tori, per .La, concezione materialistica, ed enciclopedica della, cuitru,,,, doaalnle, do– aata e verificabile ogni giorno come un quaJsinai <, prodotto ») h,. dlss11nguato l'ifJt.ruzioDI). « lti~ertli dunque. Tatti d'a.ocordo »· Ma, la, libertà, quale la intendiamo noi, non ba niente da vedere con h1 libertà, che è "1>auditrat.- dal P. P. I. ccLa. nbstra, libert.._'\- i;;piega il nostro amico - si realizza nella scuola, in quan– to la 9<'uola, è funzione ,di una società, ciot! <li uno Sta,to. « & doneflf!imo abolire la. scuola d!\llo stuto, perchè da noi, oggi. è in generale cattirn scuola (e chi potrebbe poi decre– tarla cpJesta.abolizione se non lo stato stesso? e come s"i può concepire J"abdica– zio.ne deJlo stato?1 in realtà non avrem– mo scuole libc1·c, perebè lib<!re posoooo eeeere oolo le scuole aotitoposte a, pubbli– co cont;rollo, tenute da insegnanti che godano di uno stato giuri.dico e di a,uto– nomia, didattic.1., guidate da cr.ri di isti– tt,to ('be non si cWuda,no io unar paS'ltlva. a-Oeettazioue di regole. Cessando lo ,stato, (che è la libertà stessa,, quel tanto di li– bertà che J'iusciamo a, realizza.i-e) di a,·ere le &w, scuole, tutte le scuole dipendereb– bero dall'arbitrio degli iniziatori; tutti gli insegnanti (in M'tratto si intende, ma la,rgamente anche in co1lc1·eto) s..1.rebbeJ•o gli eseoutori d'una volontà, educativa, non ]OJ'O, ma, dì quella, co1·po1·nzione, o chiesa., o setta, o p:utito, o imp1'èsa - pa;,·ole tutte quante sin-01,ime, iu questo caso !..... cui foR...'-ero chiamati a i-iervirc. Servi vo– lont.arii, ma, senri. Ser,·i di una. rerità premessa. Catechisti., « Il pl'ogresso scolastico, Peducazione, in cui Ja, libertà si celebra, è atto del– l'umanità org:rniz,.at.1. (Stato), non deUa umanità pal'ziale e seisaa, che sono i sin– goli gruppi uma,ni, i quali hanno la loro ,•crità solo nel loro limit.e, e solo nel li– mite adempiouo anche essi a, una fun• 1_jone di valore univcrs.-1le. E il Limite non è dato da gruppo a, gruppo, ma dallo st.1- lo a tutti i gruppi. « Da questo deriva che lo Stato deoo avere' 11 ma[J.'1io1· numero po88ibiler di &ouo-, le. Ciò che. obùiam4l ke•mpre so&1.t•11ut:o, come f!a0110 beni!-:~imo co1oi·o i <1u:ùi ci accusano di c-omballc1·e le lj('Uole dello slalo, falsiffrv.mdo il noxtto J)(losi<'t'O. ,e ~lai a,ppnnto il mnggior nmnc-ro di • SCl'OLE ». \"aie " di1·0 che: lo Stato 11-011, drve tcnct•f> :'(C\N('IlJjl UNA S('GOf-o\ DI Pio· di quelle che, in quel dato momentq, può tenere COL MASAJl1() OCT'ORO r calla L'UNITÀ 111Q,81/ima possibilità, d,i prograa11aspiri– tuale, por coloro olle le scguonco e por oo– ÙJt'O ohe vi insegnano». " Se il nostro paese oggi può tener be– ne i.,tte le scuole, le teng&. )la, il mono– polio completo ed assoluto non può eser– citarlo, se non quello Stato che sia nella ~ Blia ideale nu,turità, e prospe– ntà. Coteste è... lo smto ideale. Uno sta.lo storico, volendole tenere assoluta,. mente tutte. le tiene tutte maJe e le fa dlvenù-e fa.lse scuole! Un certo margine, perciò, alla. irtlziativri, autonoma dei pri– va.ti deve rimanere; quindi questa, deve 088Cre voluta, tale che non oolo non nuoc– cia-, ma giovi alle stesse scuole dello sta.lo. " Ri<wzione » disse a. l'i.s<•il Codignola.. E ,olev&Ilo linciarlo, perchè temeva-no che intendC$8e ... far maJ1dare a casa. due t<;rzi degli insegnanti e chiudere adtret– twte scuole. « Rid""'ÌOM delle souole aJ. le •·eal-i possibilitli sto,•iehe del ,iostro S~to», Un po' plil di laçe Se dovessi dire che nello scritto del– l'antico Lombardo-Radice tutto mi rie– sce chim·o, direi una, bugia,. E colpa een– ,... dubbio della mia innata cecità fil080- tìca, di cui i miei runici si burla.no conti– nuameu te e di cui io ricouoSCO modesta– mente la, a.seoluta inguMibiliu\: La. « uni– tà epiI'i_tuale dello Stato», le sue « fun– zioni etièhe », Jo Stato « che è la, liber– tà eteaea. n, l'educazione « nit.a. dell'uma– nità organizzata» e molte altre coo,e CO· me queste, le ho soppt'eSSe nel ria88Unto, pei-ch<l mi facevano troppo male alla te– sta, - tutte queste cose non riesco a ca,. pir bene che cosa sieno. Ilo un certo Ion– taJJ.O11ospetto, ed ho dovuto Javomre per arril'arci !, che lo« Staro» dell'amico mio ca,risrrimo aia. lo « Stato ideale n su cui l'amministrazione è formata dai cittadi– ni più intelligenti e pitl puri, iniziatori e guide per tutto il popolo, in ogni pro– gresso morale, intellettuale, materiale: Io St.ato, in.eomma, di Mazzini, in cui Dio !"Pira. il popolo nelle vie del bene, e il popolo, per mezw d~l flltl?ra-gio unlversa.– Je, sceglie i suoi l"" '.glior·i Jl01'Chr e.onere• tino e realizzino l:1, iRJJir·,1z.ion~ di..-:ln:1 v,– nclla. pratica, quaJo !o vedo io, oggi, in Italia.. lo Stato è fa burocrazia.: cioè la più moatruosa forza. di male, che Jl<>8S3 :1dug~ia1·e la, ,·ita. del nostr'O paese. Mo– tfro J)c--t· cui starei per negar-e allo Stato itnli:lno d'oggi, non allo Stn.to ideale d\ Ma.zziiti e di Lombardo-Rndicc, ogni in– ge1-en1,a, anche ù1 fatto di scuole. E1>1rnl'eio sono d'accordo con Lomba.r– do-!!adice. E poiché è prob11bile che mol– ti alt1i amici de.li ' Un:ità sieno incapaci COH.1e me di ~omprepdere ed accettare il ragionamento filosofico, att.ran?rso cui il Lombardo gitrnge-alle stesse concl;,sioni concrete, a cui giungo io, coet non sarà Corse male che io s:pieghi la. via, empiri– ca., tenn terra, modcsti...qgimn,per cui io pel' cont.o mio arrivo alJo irue conclusio– ni. Forse, sen,.a volerlo e senza, saperlo, , io tradur)'Ò in linguaggio politico le idee filosofiche <iel Lombardo-Radice. L.1, Chiesa. ca-ttolica - ùico io - e i partiti politici. che come il P. P. I. ne Jll'Opui::nano il programma, scolastico non J)OOSOno ammettere la « libertà della scuo. l:J )> 11el ~eoso. in ct1i la intendiamo noi. Secondo la, dottrina, cattolica, la, rive– lav.ione dP11a assoluta verità è state., con- ~ ~,:,a, da Dio nl solo clero' apo!'tolieo-- ro– mano, e con la, rivP}azione Lèllll>verità la, miSS"ione di edt1care " ili istruire le genti. Pe,-ciò in uno Stato bene ordinato, cioè dii-etto dai Jl,tincipi Jet cattolici6mo, la ft1111..ione scolastica non può essere che monor.><>lio ·esclush-o del clero cattolico; e lo S_t.atouè deve ingerirsi nell'opera del– la. Chie&i, nè consenliro la, esistenia di scuole indipendenti dalla gerarchfo, ec– e]e,;iast.ica. Purtroppo v'idamo ,in tempi tristi. E la. Chie&'l è costrett..-. a. tolJerare molte storture e molti mali per evitare danni ma:,rgforL ,, La. C11ie.~a - ha drtto Leo– "'' XIII - con ~ntdligenz:i di m<><11-e ~uarJn al peso deJl'unwna fral{"z1.a, e uon i~no1•,'l. il COl'SO dc·~li nuimi e Gelle (.'Of,;(', ond'è travagliata l'et:) nostra. rcr <tU<'~fo ra,zioni, ar,iza, attribuire diritU fuorrhè al vero e alt'onrst'o, e.11:J, non vie.– b, che, JX'r evitare un nM{c più gramd-0e ~no o&n,crl)(l;rC un pi.li gran be1u,, il pubblico potere tolleri qualche cosa none con/onne a verit,à, a fliustizia. E se accade, che per le condizioni stJ"aoròinarie, dei t.ell):pi, la, Chiesa tollei·i certe libertà moderne, non perchè rer S<l stesse le prediliga, mri, per– chè giudicu, spediente il permetterle: - dato e/te i tc1npi 1nigl·i.01'ffl(), cs8a si var– robbc della libertà sua, e persuadendo, esortando, prega udo si studierebbe adem– pire, come deve, l'officio a.ssegna.tole da. Dio che è di prov,·edere nll'estrema sa– lute degli uomini. Una çosa, tatta,via. re• sta sempt-e vera, che codesta libertà co,i. CCB8a indist11titam1'ente a. tutti eà a t-Utto 1io,, è per sè desiderobile, ripugnando a.1- llt ragione che gli stessi diritti della, ve– ritù abbia, l'errore ,i. I. - Nei paesi iu cui il ca.ttolicismo non oolo il legalmente religione di Sta.to, ma a,1cbe è di fatto predomina,nte nella vita pubbli .. , la Chiesa, esige il monopo– lio dell'istruzione, e si serve della, sua. fo1-za. politica per assicura.re rule sue scuo– le il manten~ento _a spese dello Stato, e per 'ostacolare e magari v'ictnre lega,1- mente la e.'li$tenza, delle altre scuole. II. - Nei paesi, in cui il cattolicismo si trova nd essere, di fatto, predominan– te nelle pubhl.iche a.mministra7.Joni dopo un periodo di p1-evalenza, liberale e di fronte oll'esisten,.a, di una, vecchia, scuo– la. di Sta,to, i clericali esigono per le lo– ro scuole scpm'nte la liberul di insegna.– mento e sllssidi senza nes.sun controllo o con controUi illuoori; e neUo 8Wl!lO teml)O cercano di fa.re andare di male in peggioJe veeehi,i scuole di Stato, in mo– do che 11, un dato momento restino in pil!ai le sole scuole private clericali, e si formi a, poco· a poco un monopoli~ fatto. •uscettibile di essere o prima o poi tra.sformato in monopolio di diritto. III. - Nei paesi, in cui i clericali so– no politicamente in minoron,..a, si limi• tano a chiedere la, oola libertà d'insegna– mento, e tutto quel cbe è via, via otteni– bile di in~eu,.a, nella Scuola di Sta.to, in ntteAA, tl1e sin po.«<ibile passare da f!11Mlfa terza, ta""e <lì azione aJln, seconda, e dalla l'e<·onda alla prima. A,·rirarc al monopolio attraverso la U– be,·tà: Questa è ornnque la. formulA. che l'insshm<' la tattk~L el<"riralc. :\fa il t·iconoscimcnto c·ompleto e iucon– diziouato della lil>erbì d'in~grrn111euto non si JJUÒ a,ve1·cfinchè m::inchi""hl.~anzio– ne finale d, que~ta, liherLl: cioè In Ji. 'bertà <lci::li esami. Che rnncbbc. nl1a OhieM, educare li-. herameute i auoi alunni, se quest..'1, edu– cazione 110n potesse e&~re certiffoata, le– galmente dalla stes-sa, gera.rcbfa ecclesia– stic,-. la c1uale ha, presieduto agli studi, e se gli alunni foggiati. attraverso il mee– caJli~o educativo della cbie.~a ca,ttolica, non oot:essero trasforma.re sen1-'alh'o in valori economici i loro studi, ma, doves– sero pn~re attraverso un controllo fina– le indiJ"'nclente dilla gerarchia ecclesia– stica.? rer risoh·ei·e questo probleina, - che è il vero centrd strategico deUa botùti;lia - i clericaJi rfrendicano la più assoluta liberh\ dei privati e delle loro nflSOCiar.io– ni di rihisciare diplomi di studi.o aventi vo,lol'c mo1·alc; per la conressiono di rut• tesmti cli capacità aventi v;,.iore legale, esi::,ono che essa. sia nfflcla.ta rumeno a, conwniB8ioni m.i,te, formate di insegnan– ti delle acuolt'" privat.e e di fun1-ionari dello Stato. Queste commissioni miste possono fun– zion~u-e sia come oomnùss:ioni di esame alla, fine di ciascuna, souola, ed essere com])Oste cli insegnanti pubblici e di in– SCl,'Ttnuti privati della scuola parallela,; sin. all'ingresso dei pubbliei ufficii come commissioni di concorso, e constare cli inscg11anli privati e di delegati dello Stato. Il risultato di questo sistema, quando ~i pnò 1-ea.lizz..'l~. è ehe 'Cùttr"3n:~roo le rommif:sioni miste, gl'inseg-nnnti cler"ica· li subiS<·ono oensl il <'Ontj:l)llo degli in– S('gna.nli rmhhlici, ma Lo C:111110 nnche su– hire allo, loro volta. E Un!-ita. c•br l'in~– g:nan~ pubblico fiia a.iu ·b't.~~ <;)ericale, o N"in 0110 ~ccttic·o, o un ,-il<', o un ciuco - e c·i p('nS<'rHn.no ~mpre le for1,e di re- ., troocena., di cui è ricco il Partito, a in– fluire sulle ;;celte! - perelfè non reati in piedi a fun,Jonai-e sul serio altro che il controUo dell'ineegnante privato a. tutto ,·antaggio della, Aeuola privata. Allorché, dunque, i clericali invocano oggi, in Italia, la « libertà della. scuola•• bi!lOgna tenere ben presente che eesi aspi– rano a.Ili• libertà d'insegnamento non per tutti, ma per sè soli; elte il loro ideale non è libertà di tutte le scuole, ma·La, ll– beru\ delle sole scuole• proprie, La. Ji. bertà d'insçgnamento, cho la CWC!I& ri– vendica per sè, do,·rebb'esS<àl'Clogicamen– te complet1ta. col divieto all!lOluto di qllll,• lwH1ue altt'a, scuola non soggetta, a.I con– tt'Ollo eeclesiastico e perciò esposta a traligna.re nell'erl'Ore. Se la CMe,a, ,wn aflaooia oggi questa p,·eto,,,., oiò dipende solo dal fatto che i te,111» '"°" glielo oonc- senton.o. ~ RivClldicru-e generica.mente la « libertà d'insegnamento»: significa. rendere poa– sibile aJ partito elericaJ.e di utili.zz &re In proprio aiuto, - non tanto quei pochis– si.mi liberisti intransingentemente anti– lJ!atisti, i quali ne·gano allo Stato di di– ritto di ingerirsi nella. educazione dei citrtadini e vorreboero a.bbnndonare del tutto la scuola,, a, oomiglianza. di molte altre attività, alla, inizia,tiva, privata - qua,nto quei moltissimi liberali conserva– tori opportunit,ti, i quali si troverebbero imbara,aati ossa.i nelle elezion't se do~– sero dichiarare esplicitamente di voler a,bbandonare a I clero l'istruzione, e tro– vano a.f!sai pitl comodo atteggiarsi. &n· ch'essl à'-1.iberali intransigenti aluta.ndo i clei1cali a. oosti.tuire le scuole preprle a.Ue scuole di Stato sotto la, bandiera. equivoca, della, « libertà d'lmegnamento •· Che, soppresse le scuole dello Sta.lo e proclamata. la libera concorrenza. delle scuole pt·ivate, 'la vittoria, debba toccare \. alle sole scuole clericali grazie alle en– periorilà, eoonomiea e fl-01' didattioa dl queste, nefOmDmoderato (liberista tran• sigente ... in queeto oolo C.'l.mpo) è obblf– ga-to a, saperlo. I conservatori a,intera,nno i cleriooJi a conquista.t:e le condizloui gJn. / ridicbe. in CLL~ cosloro t1p.,,rlUlo ,u !Ml&l~ cura,.re la, prenùenza. alle loro scuole; in com;penso i elecicali voteranno per i con– ~rYatori. f'on QU<"J;to il C'ontrntto ,mrà, C$:lUrito. 'l'oc1·herù dn .:-11lo1·a in poi ai <·ll'1·h:ali approfitta1'C <folle nuow• condi– ;doni ,·ouqtìist.1tl" <·on l"ainto ,lei mode– ,,.,ti sotto la hnnclier\b dello libertà, 1ier an.irnre con le 101:0 fol'7..e, come meglfo e quanto primn potr3.Jl_no, a qu(l-l mono– polio <li fatto <·he è nelle loro spe,-,,n,.ç. Que~to es.qendo il programma. quC'sta, es.-eudo In t»tti<'a eleri<'alc. quafe pro– gra mm:.1dobbiamo avere. quale tattica rlobhinmo· ~guire noi. che non \'Ogliamo la~iar"" ~fruttare il no~tt'O de,;iderio di lihe11·ù ila, l'lii f.li J)l'Of)OlH~, non SlpJ)('ll3' gli sia, 1>0fifiil>jl(' 1 di soffo<·nre la nostra. lil,.,,-t,l? Se l'Italia (oi;.se un µaese l'ice.o e colto e moralment" raffinato - nel quale ('ioé le clas.-.i supe1;ori ca1~issero . il va,. Jdrp della. ~uola e av,.ssero i mezzi per m~rntencrla. " la ,,otontà .di mnutenet'la, liOCranwnte a loTo f,"I)eSC senzu chieder nnlla. nl goveruo - se fossimo in paes1. come ~i St.&ti Uniti e l'Ingh.ilte11-a, in _C'ui j pri\'ati considerano com,e dovere ed on01-e donare milioni alle scuole priva.te , r in rtl.i molte confessioni r:e.Hgiose di fo1-:r.e guali si disputano il favore po– polare. - noi st.aremmo senz'altro per l'abolizione di tutte le scuole di Stato - <licia.mo cli questo Stato pelandrone, non dello Rtato «ideale» che. non è quello d'oggi; - e non ci preoccuperemmo del– lo intenzioni lontane dei clericali, che sa 1-cbhcro destina te a falli re. Ma l'Italia è Haifa: paese in cuj è ra--~ ro trovare un 1·icco, il qua!e sia rlir,.,1)0- sto a, 1-egalare dic•i li1-e a.d alti-i che aUa. pr-oprin amante:· in cui è necessario co– stringe1·e coi carabinieri i padri cli far. miglia n m.a11dare i loro Cigli n impnrru.-e L'nbercd1Hio: in cui il sentimento dei do– ve1-.i~·iaH ù Intente, e la, scuola è con– siderata come una dogana o mu\. ga.lera da tro1>pn ~ente: in cu~ la Chiesa catto– lka è 1 Ia sola soci<"U\prh·ata e religiosa,, ehe l!i 1>0s&111,...umere lo. e1'Cdit.ì delle •

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