L'Unità - anno IX - n.10 - 6 marzo 1920

, problemi della' vita italiana Direttore: OAE'rANO SALVEMINJ ~ Direzione e Ammi11istrazione-: Roma (6), Triqità tlei Mo,ifi, 18 ,~ Abhoname11to rdinr- 1<1<> '"<Ife""~ Annuo per l'estero L. 15 * Soste11itoreannuo l. 30, semestrale L. 15 ,,e Un 1111mero sepor,1/0ce11t. 20. ~ Amm. Sue. 1,c 11" '"'· • --- no\,uc,:'-' . il Regno; .... ,... C. C. cnn la posta Anno IX .;1, N. 10 .,,. 6 Marzo 1920 SO~tMAR10: Il proble IH\ politit·o della scuoio, G. Sulvemit1i. _ Oue vittorie del P. P. I. - La solidariet:t dcgll ullri. - ~iccit:\ e mula rin, R. Ciasa1. -- Socialismo e JlrotCzionismo, L'Unità. - Per il conuuerclo di Trieste. - 1).:i :'1l11rx 11 Lenin, Ale.rsand:-o Ltvi. ,Il problema-politico della scuola Il "Fascio di educazione nazionale,. J•cr iniziatint di .\ .. -\:-.ILE - V. CEN'ro - E. CODIOSlll..,\ P. l?\SCKJ.,LO - G. l-'Elllll~CT1 - o. ÙJ;;:0-Tll.~ - r. Goqm"l'l - u. Loxrn.\1u>0-HA1J1cE> - G. :\r Ancs1 -- F. .\[o.,1wLu:-.o - G. l'1mu·,oux1 - M. YAL– GD..llt;LJ - "· \",\IUfl-C.'O, i--i è ~ostituito. lW 1< F.1:,"tio di educniione n11.zion:lle n- ◄< l,'a:-:p1'ft prÒn1 della gucna - clichia– r·:.wo i pro111otod in 1111 notevole Appello, tH cui rip1•o<1uch1mo i passi più caratte– rib--tici - ha, messo s1 nudo gravi lneune 11elln. compagine spi1·ituale della, nazione, specialmente. in quelle classi che dagli :-tt.udi avi-ebbero dovuto attinge,·e il sen– timento religioso della, legge e della su– uordinnzione indiridnnle ai supl'enù inte– ressi collettivi, Ja fC4'1c ope.i'O...~, l'allena– mento mornJe, Jn visione ren,Jistica, delle ,·Olje e il senso della concrerez,.'L. La ,-;t. torin non ci deve far dimentica.re le de• ficienzc owertire nei gionii delhl, sventu– ra. 1 popoli S8.lli non si cnUono nelJe il– ltLSioni e nell'auto-es,a,Itazione. - Oggi più che maJ dobbiamo ascoltare il monito del de Sanctis: « Ciò che unpedisce a, un JlOpolQdi esser grnnde è il c1,edersi gran– de ». Dn, tl'Ol)Pi 1umi ormai, la, 1 nostra .""11e\u non remprn. ma dif!integra piut– H-,-tlto W- t•ùscic1'ir,é e4-r i c:ù-auerr. non <: plt) fonte di fede, mn, di seetticismo. Noi non educhimmo e non possiamo più edo– ea,re i giovani, perchè h1 scuola s'è mec– (•omiz1..ritn vnotnndosi d'ogbi aJto interes- 8<"n10rnle ec1 nmnno e dfrenta,ndo fucina ◄li diplomi, dalla, quale sono soompani il rac<"Oglimento e il fervore. nè più vi ~f.O injz:in. alla conqnistn, di sè nell'àdempi– mento dell'umile do,·ere quotidiano ». Le cause clell'attuole sfacelo .scolastico MDO vigol'08amentc diagnomcate: «l'er unanime consenso dei migliori tStucliotd di prohlemi didnttlci, i più gra– vi difetti del presente regime risa,lgono nll'11cce.ntramento go\"ernath·o. a.1 prote- 1.ionismo JilOnopoliAtieo; alla, sopra ,vva.IU– tazione dei diplomi, nnico mez1.-0 di "C· teAA.Onlln lll:tggior pal'te degli impieghi pubbliei e privnti., nlln gn,,,-e deficien1..a di iat.itutj d'irtruzione profet.Sionnle da. un lato. nll'hnprepartu-.ione cli maestri e profe=ri clnll'all-ro. L'accentramento ba tolto all'inscgnnnte e alle nntorH,\ scola– mche ogni n.utonomin e ogni spirito cn inizintivn,. ha Lurocrati1.1 ,a.to la, funzione dio meno soffre impacci esterni. A1 re– J?ime protezionistico ris.'lJe in gran par– te l'attuale mo.otru06o nlfollarnento del– le scuole ,9U\.tali, che iattr~ggono a. sè troppi inetti e fannulloni col miraggfo del diploma e dell'impiego conseguibile c-ol minimo sfor1,0_ Al1o steaso regi.me ri– J.algono io grsrn pnrte lo sc.n:rso ~nso òi 1-espon~nbilìb) e l'inerte 8<'ettic.'\, indiffe– ren1..n, C'hC si deplora.no in molti in~– J?na.nti ». Dalle cou~ dei m~11i :-i al'r'lra logica,.. me.ute a fissai-e fa Ji11e:1 generaJe dei rimedi: e< 11 primo còmpUo di chiunque voglia o~gi riformare pe.r dn,rve1·0 la scuola è di 1·.iporla ju grado di J)()te.r fu.nziona,re nonnalwente. sfollandoh• di tutti gli inet– ti. inscg-rwnti e alunui. e libet<l11Clola, di tutti gli impncci che 1:1 sotYoC'ano e L'l, m<X'cmlti1.1,:1no. Il secondo :Con~· te DJe1 rin11ovnmc.nto di tutti gli istituti chè J)r(l-pamno gli insegnn_nti. Solo risalendo in tai modo alle radici dei mali presenti, potremo libe"ux,ene J>er da.,·vcro. Le in– nò,·nzioni parziali di progra.Jnnù. cli me– todi. cli regolamenti 1100 possono gio– vnre o nulla fino a che permangono ÌID· mutate le llttonli condizioni delJa scuola. e degli in egnanti ». l"ornc ottcu('Je i) primo ~opo, .sfoll:ne 1.! :-.\'.Unl:1 di tutti gli inetti, iesegnrutti ed ;1luD1Ji. 4_) 1il>e1·nrl;1 di tutti gli i1up:1<:ci che l11~fiocru10 e la, rnecca':1.izq,Hno? (111 /' 1 asdo JJ1·opug11t.H'i\ mtn politica di nJnpio eri etfotLiro dccenL1111nento scol:t– :-:tico. <'he ponga, . .,N(Tii istituto in gr:1do 4-li 11~~nme1•è una i,.•pic·,t.:nt.n, fi~nomia, iudi– \'iduale. C'OIICC'<len,lo a,rga nut-011omia, sin dal lnto :n11miui~tl•i1t:i\'O che dida,ttico, a,J eousiglio ·dei proff':::f::01-i. ron la coope1·a– zione <li un ispcttornto tecnico scelto con ogni e-il u tela, e ocu la.tezzn1. frn i migliori uomi.ni di S<'nol::1 e di scienza ed a~~Jnta,– mente indipendente cla qnnlsiasi tureia ed ingerenu1, burocratica. (<Ali' :nnm..il1istn1zione centrale. ne.Ila. qnaJe le (unzioni almen.9 più eJev1tte ilo– nehbero esoorc affidate a competenti di g-rande volorc e non a impiegati di car– riera, hi80gna. sottrarre qunhiasi forma, di controiJo prevcnth·o. Da, questo ron– trollo è sempre clerivnta. grn"' parte clei disordini clie si lnmentnno nel regime Yigcnte. Essa de,·e pu1·mnente atteudere n,lla scrnpolo•a osscn·an1,a, cleUa legge da, parte de; suoi djpendenti. « Ali' i.ttunle nrtificioso a.ffollrunento della r,cnola di Stn.to. cleUe "Cuole medie :i:nperiori in pnrtir:olnr modo, hi:10,:tna, r•imNlinl"C' ro11nnn J)Oliticn Sf'-Olaqtl('~ dia ntetr.:~1)llJentPoppostn. n (lHC'lln ~,..~p•t-A fl norn,. L'h::trnzionc in tutti i ~uoi J?r:-tdi è Curn,,ione cs.-.e.nzifdc cli Rtnto. il qmùe. non potl'ebbe sottral"8'i n, qneato suo do– ,-erc ~nzn rinuneinre al proprio cara,tte– re etico. )In scuola uwr.io.nnle o delJo Sta.– to non ai,:!l)ifiril seuoln, iro,·ernntivn. T/nt– tnn le i;:-rnoln, ,roverna.tiw1 è intimamente n.ntinnzionnle. perc.hè dir-:or~nizzri e di– r-:inte~ fo personnlità anr.ichè formarla, e non prepnrn ne1l'n,lunno il cittndino J>T'Obo e disciplinato. Lo Stn,to deve esi– ~<'reche in tutte le srnole, i;;uce non sue, ~'impnrti~ra 11i irim·nni una, cultura, ~erio, e o)1?Unira ; d('"f"CriehiNler<' dngli inse– gnnnti pt·<>pnrnzione 11de~unt11 e spec• c·hintn moralitù. clrre tcnr,· ff"nno al cli– ,-;tto rl·i abi1ita1·0 CSRo, ed es.~osolo. alle 71i1i·importa,11,l'if1mzioni della vita, so<na– /r. X<in Ll<>Y(I confondere fa i,nn altissima. rnn1.ione ednr,ntivn rol monopolio che im– pone nl pubhllf'o cmrio nn onere insop– portn,bne. "Opprime 01,';lli Jihern, e sana inizintiva privntn. ritToJln mostruosnmen– te gli istitnti pubhlid. senb.ondo co,:i le hM<l me-<le~imeòcll'edura1;ione. <e Ln s<'uoln di Staio potr,) rirorgere n DO\'ella ,~ta, <1uando escluder,\ dal ,suo seno gli inetti o gli immeritevoli e si tra– fifon.11er:ì cl:l fucinai di diplomi in tempio dcl s.1,pere. A questo fine dobbiamo pro– pngnnre l':1holizionc dell'attuaJe regime di (a\'ore per alunni e insegnanti stataJj e la sosfilllzionc aglti csa·nti. di promozio- 11{' e di Licenza, o,-a, ;,,, 1,---igorc, di, esanlti!. di ammi.'fBionc a t,uUi gU onli11i di,scuola. Bi.sogna as1to9gcttara tuU1'. gli alt11111i, da quals-ic1si scuola prot·cn9a11,-0, alle medesi– me prol'e cd ai medesimi doveri, se si n1olc fnvorire l'esplicazione di ogni libe- 1':l. e ~111:1, ini1jnth-n, nella ~uola, pubbli– ca. e pri\'nbt. ponendole in grnclo di ga– reggiare frn di loro con reciproco benc.fi– cio. fie si ruoJe allonta.nn ;re dn,llai scuoln. puhhliea C'hi ,·i 1l<'torrc per rn~ioni bas– samente utilitnde e ricfare agli insegnan– ti quel sentio dell:1 propria respon~bilib.\ f' quello stimolo n far brne e a progredire <·h<'è ,·errnto ormni a mancare a troppi di es~t. « Tn questo regime di liberti\ è altresl i<t aoluzione cli un problemn clte l'Itnlia, dono\, iosto atrrontare. se vuole intcn~fi– care Jn, produzione e liher:1rs-i cln.l vnsMl– lnggio slraui<'ro: il prohlema dcll'istru– z.foue profes: ~ionft.le . « Ancl1e in questo enso il diretto e uni– forme intern!'nto sfatale e l'aecentl'amen– to burocratico riu~irebbero esiziali_ Lo ino B·ianco Stato dt:ve aiutare e fu,,·orire le iniziatiYe pi-iYnte 1 110n sostituil"$i ad e~ dove 1>0s– sc,1:0 Jio1·fre sponUt,nec. e deve a,ffidare c1u<'~o ('OJTipitodi i11co111ggi:unentoa or– g:rni t0<·11ici, tratli cùùle indust1-ie, dalle ofti.clne, dnll'agricoltura, non ,fai soliti ,-i\·;ti cli :1,·,·otn!i e cli poli.til·autt ». Pt•J· qunnto rizu:u-dn lni prcpnrnzione e l:1 c,purazione del <'orpo inscgiHwte .l' Ap– puUo clichin,ra,: ((11 b'a8<.:io dil'C'mle1·ù lo ~tnto giuridico e il l>enessere economico degli in.segnanti di o~ni g-rnclo. 1·omc condizioni fonchlmen– rn1l_i dj' un reale dndgorimento dell'istru– zione pulJhlicn. )In combn tter,\ teua.ce – mentc ogni fol'm:1 4.li protezione lega,le degli inetti e dei di:-;onesti e propu_gne– r,) l.1 ue<:e~tù di una, iwrin e lnrga epu- 1·a1.ìone llell":1tt11nlc personnlc in~gth1nte. « Ri.sogna otteue1-e iuo)t.l'(' che nou sia pi,) nmmes~ in ruolo nessun in.segnante nè prima rio nè seconcln rio sen1_.ft concor– si per cscuni. All'attuale regime cli pro– mozioni automatiche per anzìa.1.dti) non <'ongiunt:n, n dcmbrHo occorre sostituire un :-:ibiema, cl i promozione che. tc.nga, conto ~op1;1, Ob'lli. :1ltrn co.~, del merito, e sn– s<·it:u~ e .-ilimentnre lo spirito di inizia– ti va ,<-on promo1.ioni eccezionali (' accele– n1zioni cli f'fll'l'iE"J'O. per gli insegnanti mi– i~lì<1J·i Hi-1rt1J;r11n in~t~1111·nt•fl- (hrnJ.me.nten"ùo ..... , ii•lt, 1' 0 1,•mn 11i r(~pJnsnbiUtù, dello , ~i,.11, • 11, 11 •otlt~rnto ve1·.so i 1-moi ~1- onlori J.,'ntl'('hiri. mn nltr-e~ ,·e.rso il pub– hlico. << Fi.onln1e11tc biso~n., 1 •idn.re un'anima ,1ll:1, S<'uolt1. ridtLrle insegnnllti colti, ilJu– minmti. integri. E' qui il vero segreto di quel.l'interiore rinnovamento della, nostra ish·nzione, che pnò rinnovnre la coscicn7.a. nn.zionale. « La, <'ri~ delln nostra scuola, è soprn,. h1tto e-risi <li menti e cli coscien1.e. Non hastn ri.porln in ~melo di f1mziona.re nor– mahnente, bi~OJ!na, provredere :1 un'nòe– ~uata, fornrnzione cli questè- menti c. di queste <·oeC'ien1,e, e iniziare: l'opera di ri• c-o.~trn1.ionr iln,:rli istituti che prepara,no gl'insegnant:i. e in pnrtkòln1· modo da, quei clne vivni cli pi::ittnc.ismo, di leJ?ge– re1.z:1 gpiri.t.trnle. di defo1'Tl1:1zionc menta.– le che 90no oro, la, f,:CUOln. 11ormnle C' i ma– gi~teri snprriori femmjnili. t Qn11li so– pr·a tutti ~i,::01_10 pronto~ irnmedinta ra– dicale riforma,. u So:Jtnnto iton 9iffa,tto '1"innova,mento della, f::(•110111, nonnnlo cominceremo n, M– S()]verc io "modo $:(>rio <' orgflllioo l'o~– lnute -prohlema, dell'istruzione popola.l"(I. L:1 1·ifon11n dello, roltnrn mngi&1.rnle è uno dei più alti Jll'Oblcmi politici delJa nuova. Italfa, giacché nella, scuola primnrin, si ~'('ttano le basi dcllai granitica unih) nn,– ziom1le e dPlla grande-,,za. dC'lln, patria. o i ~rmi della, di~c·oNlin. del settarismo, dell:1 dis:sol11zione ~inie. TI non a't'erlo m::d ,·olnto intencleJ'C ò fo~ uno dei più gr:1d f.:<'gni<lell'inf-tipienzfl e <le1Pimmatu– rit,\ politi<·n dell,i, nostra ,·las-.e òirigen– te. T'<'r 1n E-alute Rl>irihrnle <1el nostro popolo Lti~gnn. r·cdimere i nostri mneirtri. <hllla polimnzia, clnllo ~pirito ie.tt: nio, ,1,,1 rullo ,lelln suJ)('rfic·ialih\ e della. rnc– lcns-a;rgi 11<'. C( Pf'r raJ?ioni analoghe n quelle addotte J)<'r In Sf•uola 11ormnle. il f,;f'~mto del ri– fiorire della uo~1Tn sruoln mc-dia è nellni trns-formn1.ione cfoi mH,:?h:tf'ri e clell<' Ca– c-oltù unin,1-s.itnl'ie. (< T ma~i~teri SUpPl'iori fcmmini.U deh– bouo eSS<'re .:1holiti. insieme con gli at– tnnli di11lomi di linf.."lh? moderne. n.lh ·a cn– giQDe <li al,ha~snm<'nto del li,•ello culh1- rale dc-Ila ~noia mNlia. e. ~<' abolire non i::i po~ono. ur~e 'tra~'fo,,unrli in or~:inici corsi di eultnrn supe1iore. a.prendoU an– che :i i mneç,;tri. <e Cif('-a la rilormn de,::li studi ~IJ)eriori propugneremo la riduzione <folle nniver– ~it.à. o. per lo meno, la riduzione dcUe f'attedre nelle noivenrità minori. Le qua- li <lon-cbhero 1imita.1'Sin imp111·tire la cul– tura -as.~ut.ameote indi~T1C11.sab.ile alla, pi-cp~ì. razione 1)1'ofessio1u1le. Le unh-e1,si– t:ì maggiori inYe<·e don-ebbero CS...f.1.Cl•e f01·• nitc ,:i 1,wn4.\l"0!!-i t- r:1leuti in:Y'gu:mti e 1..li l;11-ghit-tlSl'<idi di fitudio e SJ)C(:ii1U1.M1-s.i ,-ia~<·unn in qua.lc· hr p:11-tic-olnr(' 1'flmo de). la. :-:<:ien1.n. Ne trnrreJll><!'J'O g1·i1n<lc in<'re– menlo a.d nn tempo In dta !--rienti{ien.del p~1es..• <' 1':11rn prepn 1·aziot1<'p1·ofe~ion:1 le. .-\.nc·he nl metof1o <lidnttieo si <lehhouo ap– portm-e profonde nrntazioni. AlPnt·tuale lezione cattcclr:ile e 111n1111nli$ticn, bi$10- gun sostit.nii·(I un intinu,, diuturno c·on– tatto diretto ft-n, mnestro fl nhrnno. c·he tosu·ingn il 1wimo od ininter·1'Qtta ,ttti: vit;), e consuetudine C'Oli gli studi, il ~– c·ondo nd una <HligC'ntfl freque111Al.. Ili~– gnri insomma tr11,sf.onuarc le nttuttJi no– stre rattecife. del tutto inuttli io molte 1111i,·C'1·Nitù. in 01>erosi ~emin:n.i s<'ienti– fici »- I punti sugli i Pelln costituzione di qucf;.to ~"'<Moio han– no p;u-lato c·on nria cli trionfo i giol'n ... 'llj clericali. quasi che rsso mppresenta.,c;se nna <'OllS8J.:rn,r.ione. per opera, di uomini come Gin&'<'PPe Lomhnrdo-R11dice, Piero Gobctti. Giu~eppc 1?rcz1.olini. ¼tanara. ValgimigH. Gio\'nnni )fnrchi. Felice 1fo– mi~lia110. della, cc libertl\ clelln RCuola )), quale In, i11tende il l'nt·t-ito ro1,olare Ita– linno. E il fotto r·he il primo firnrnt111·io clell' Ap1}'Jllo sia, 1>er ru~ioni 11..lfnhcti<-he,. l'(.>11. Anil<', doputnto <lei P. T•. l .. hn fn(:i– litato. 1wl1n ~pll·ilo di 1Holt~ 114>.J·~ne. l'i - quivoco. Ma i-ii Lrn.tt11 nè pii) nò meno cli<' di un eQui"oco. E uua lettern. cU Gin~Pl'le Lombnrdo-Hodice alJn, l'h•istn, /J(_1, nost,.a, 8<'/l.Ola di Firenze, dirf'tt11 dn Giornuni Mn,1-chi. mette <·on chh1rer,1,n 1~ c-0~e n.. posto. t( La libe1-tù, ù'iui::cg1uunento - scrive il nostro- an1ioo - uOu dc.ve significn.re minaccia, all'uuit,\ •pi1·ìtuaJ.e dello Stato o nega1..ioue delle sue funzioni etiche. E ques.to è il rmnlo c.:l1c ,·oglinmo chinrire e reder l'hL1rito; 1>c1-ch4.\ tutti gli aderen– t.i no.,stl'i, t·omprc~ l'unico nppnrf!ule [1N– n•r:-::11·io(1:k1·d1èelet.~o 1.,-olle fon.e del P. J'. 1.) l'oJL. Anile, f.;()DO in qner,;to concor– di. L'on. J\nile uon rius<·i1·1) 1>erò nrni a, far 1ir111an• eia, clou Stur1.-0 ( cl.te è il ~-egre– La,,·io1>0litico, oo il d<:tts cm 111oclvi11a del I'. l'. L) <1ue$l.a Mqn clichi11r..izio11e: cc No,,, <e è ·nostro alcuni, propos·U,o am.Ustalal.c. f,o (( St<ito C01t861'Vi. t,i1,tt"ele 8011.0lO, ma I.e << faccia, viivcrc.,· csoroil-i i s11oi r011ll'olbi •f sotto q11als;ia-sl specie, ma e-ie1w co11l'1·0L– (1 li_, 11011, J 1w-htpiriat11,ro;tc11,ya, 7nu•f' !Jli C· tt sumi •• 111asic-110esami; domini l:1 cul-· (( tur·i1. ma nel solo modo in cui è pos.'\i. cc bile dominarla, consiclcrnndoln cioè CO· e< me il pattimonio pii) su,ero della nR.zio– cc ne, il fuoco nc:lle <'ui fifl.Dunc ogni J)a1·– t< tito don-ebbe gettare quanto ha, di ,·ol~ "gnre e di fazio~o )) (La 11osl,-a, scuola,, uumcro 1). e< Qu.csta, 11011, è la, scuola Ubcra del P _ P. 1. E un tale ntt<'ggfomento cle1l'Anilc spiegn dli:11·m11ente come egJi pos.'ffl. irta.– re ìn$.iemc ron noi. nel Fascio d1" odu.ca – zio1w 1w::io11alc. E fìnch~ l' Anile seguirà questa diretri,·11 1 finremo huoni compagni cli ln,·oro: uè J>CIL'-inmoC'h 1 C'gli non possa, !'.,"Cguil'ln. conll·o i p1·01)0siti uJtimi cli quello <'he [,;:i chiama 'P. P. T. ed è sem– pre. in !-K>St. "1111.fl , i l pnrtito cattolico o cJerir•a.Je, il quale ~i giova dc.lJ'Anile, co– me !--i (·0111pin(·edi certe eonstnta~ioni e ili certi f)J·o1)()Hiti uosti-i, pel' suoi fini di proragunda. s11er•nndo. non gi.\ òi ntti– ra,:rei (perchè sa bene c1mrnto s-iamo lon• ta.ui ), ma di iugencraJ'C nell'opinione pub– blica l'equivoco. pn.rn, liz1 .. 'l1·ci e gabe11arci pe1· gente che cc nccettn il ~mo program– ma». « Qui biM~na) dunque mettere i punti img1i i, primn di prorcdere oltre. « La libertà della, scuola, $e è ~unlche rosa. è da intendersi in doppio modo• 1) come t1,u.t01unn1,1 didalli<'a intcr-

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