L'Unità - anno IX - n.5-6 - 29 gennaio-5 febbraio.1920

L'UNITA Maggioranza parlamentare e .Proporzionale Le recenti votazioni alla Camera, in cui a volta a volta si sono uniti in connubio clericali e democratici contro i socialisti, op– pure socialisti e clericali contro democratici, socialisti e democratici contro clericali, ecc. - queste prime votazioni della Camera eletta col sistema della prop.orzionale hanno solle– vato in molti giornali un coro di lamentele contro la situazione caotica 1 contro l'ibridi– smo politico della Camera, con finali sugge– rimenti patetici a formare una maggioranza solida, fida al Ministero, che altrimenti non p')trebbe governare. Ma I' U11itri ha già osservato 'che il siste;na stesso della proporzionale si oppone al costi– tuirsi di maggioranze miaistcdali pletoriche, come eravamo avvezzi ad averne nelle passate legislature. Quello, che si oppone radicalmente al co– stituirsi delle maggioranze enormi, è lo spirito stesso della proporzionale. Col vecchio sistema elettoràle l:t lotta si svolgeva piuttosto intorno agli individui i la elezione era una dtsignalio ,ul perso,,am, come ha rilevato G. Ansaldo nell' Unità, N. 48. E l'eletto ad personami una volta a Monteci– torio, si ~enti,a troppo spesso libero di svol– gere dalla capace sua anima la politica che più gli faceva comodo. E, sia per avere più frtcile adito agli onori e ai portafogli, sia per meglio appagare quelli che gli avevantl dato il voto e nello stesso tempo quelli che pote– vano darglielo alla prossima elezione, trovava per solito che il posto più conveniente era nelle file min'steriali o... non lungi di là. E perciò stesso l'opposizione, quando non era tenace opposizione di individui, si riduceva a una burla: perocchè il deputato, interpretando il mandato elettorak come un diritto inerente alla propria persona, sceglieva il posto più co– modo per la propria persona, il quale era nella maggioranza o nella opposizione per burla. Siffatta pratica ha avuto un colpo mortale da quello che è lo spirito della proporziona!c. Con questo sistema la lotta Ai imperni<\. so– pratutto sul valore di certe idee i gli eletti si smloJJo inve:::.titi~dall'obbligo di rappresentare, più che nuclei di elettori locali, alcune deter– minate tendenze politiche. E nello svolgimento dell'azione parlamentare il deputato si smle sorvegliato da tutti gli elettori della sua ten– denza, anche fuori del suo collegio : si sml~ minacciato continuamente della rivolta c.legli elettori. Come lu ossen·ato l'Ansaldo, in fondo alla proporzionale c·è il diritto di revoca: e un tl!ntath-o di applica1.ione si è già avuto a Fi– renze nel caso recente dell'on. Rosadi. L'eletto della tendenza, attorniato da sif– fatti vincoli morali, tanto più stretti quanto più vivo e vigile è il partito 1 non s'azzÙd.t facilmente ai compromessi, ai baratti, alle in– tese, a tuttoci0 insomma che costituisce la prima trama delle pletoriche maggioranze go– vernati\·e. Tanto di guadagnato per la sincerità e chiarezza politica! l\la - obbiettano i nostalgici degli antichi « panachages » parlamentari - il Ministero non può governare senza disporre di una maggioranza compatta e fida. Certo è innegabile che il Governo ha bi– sogno cli una maggioranza per far approvare leggi e i bilanci. Ma è proprio necessario che la maggioranza sia data sempre dagli stessi individui, cioè sia quella maggioranza fida. compatta, pecorile, che una volta si diceva spregevolmente composta di ascari_:. Dato che col sbtema della proporzionale la Camera diventa uno scacchiere di diverse tendenze in continuo movimento e contrasto, bisogna che il Governo si adatti ad accapar– rarsi volta per \·oha, nel vario gioco dei gruppi, una fiducia n"1liva ora dell'uno ora de:l'altro gruppo, secondo il provvedimento o il proble– ma che è in discussione. Precisamente quello che è intravvenuto il 22 dicembre al i\linistero Nitti, il qllale non è caduto per, miracolo: ma se invece di chie- dere la fiducia assoluta per tutta la politica del ministero, avesset chiesto la fiducia sola– mente per essere autorizzato ad andare a Pa– rigi per trattare della questione :idriatica, avrebbe avulo una maggioranza rela11?.1a più larga. . Certo governare in siffatte contingenze non è opera facile. Ma non per nulla l'arte di go– vernare fu sempre paragonata all'arte di na– vigare inler scopula. Quello spirito della proporzionale, che non permette più al deputato di ritener la Camera come un dormitorio, dove aggregandosi a una maggioram-..astragrande, debba soltanto rispon~ dere sl, o no, secondo i cenni dall'alto, quel medesimo spirito impedisce al Governo di farsi nella Camera un Califfato. È un altro dei benefici effetti della pro– porzionale: mentre eccita il sentimento poli– tico negli elettQri, tende a fare scomparire le dittature. U. B. POSTILLA Dalla impossibilità di averr, in regime di rappresentanza proporzionale, una maggiora,,::a stabile, si deve dedurre forse una conseguenza ancora più radicale di quelle accennate dal nostro collaboratorc : conseguenza che non riuscirà inaspettata a chi ha letto l'opera del– \1 Ostrogocski su La dn11°'·,·atit ti lts partis poli- · tiques (Paris, Calman-Lévy, 1912). Bisogna cioè Intorno alla In un opuscolo intitolato La nuova /eggç e/ellor,ilt:' alla prova, l' on. Bonoini, dopo avere riconosciuto i benefici arrecati dal metodo pro– porzionale col portar~ all2. Camera una p:ù adeguata rappresentanza delle minoranze, pren– de nuovamente io esame la legge 25 agosto 1919 1 nell'ipotesi di una prossima revisione, che tenga conto dei resultati della recente e– spe'riem:a. Le sue critiche d'indole tecnica si rivolgono particolarmente a quattro punti : 11 modo di espressione del voto; La vincolata libertà dell'elettore nella scelta deì nomi da votare i I voti preferenziali; I voti aggiunti. Sul modo di espressiqne del voto, egli giu– stamente pone in rilievo i cattivi effetti deri– vanti dalla disposizione, per cui' i partiti de– vono fornire e distribuire le schede agli elet– tori, e dalla disposizione per cui i voti prefe– renziali e aggiuntivi possono essere scritti da altri sulla scheda dell'elettore. Per la prima si è enormemente accresciuta la influenza dei grandi partiti organizzati, che possono fare arrivare le schecle nei punti an– che più lontani delle vaste circoscrizioni elet– torali i mentre molti cittadini, che voterebbero la scheda di comitati meno potenti, non pos– sono votare, perchè il loro comitato non ha i mezzi per diffondere con sufficiente lar– ghezza la propria sche~a, specialmente in quei paesi dove l'intolleranza dei partiti più forti contrasta la distribuzione. Per la seconda disposizione ~i è avuta una evidente diminu– zione della libertà cieli' elettore, poichè in molti collegi sono state distribuite in determi– nate plaghe le sole schede preparate con de– terminati nomi i e sono state possibili le in– tese nascoste fra i vari comitati che, con i voti aggiunti già scritti sulle schede date agli elettori, si sono reciprocamente aumentati i voti di lista. Siamo perciò anche noi del pareré dell'on. Bonomi, il quale propone l'adozione della sche– da di tipo belga, con la stampa di tutte le liste Jluna presso l'altra, e con la possibilità di indicare la lista ed eventualmente i candidati preferiti mediante il semplice annerimento del quadratello corrispondente. Questa scheda 1di– s1ribuita direttamente dal seggio, pem1etterebbe la liberta i>iù piena anche all'elettore analfa– beta. . .. Anche la criticai che l' on. Bonomi muove al voto aggiunto, è assai giusta, in quanto fa farla finita alla Camera cvn i voti di fiducia generici per tutto un ministero; e bisogna moltiplicare le votazioni smza si'gnificalo di fiducia sui singoli provvedimenti o problemi ; ~ottoposti alla discussione del~a Camera, e le votazioni di sjùluàa geuerica verso delenmimti minist,·i senza che la caduta di un mioistro porti come conseguenza la t aduta di tutto un ministero. Un deputato può trovare accettabile la politica del ministro degli esteri e pessima quella del ministro dcli' istruzione i può voler mandar via il ministro dei trasporti e non aver mai neanche sentito nominare il ministro della marina j può trovare inaccettabile una legge presentata dal ministro degl' inierni e non per questo vçler cambiare il ministro degl' interni e insieme con lui quello delle poste o delle finanze. Bisogna farla finita con la fisima della so– lidarietà ministeriale, e considerare ciascun ministro come resI)Onsabile del solo andamento d, Ila propria amministrazione. E bisogna che ciasçun ministro diventi più.... modesto: con– senta cioè alla Camera di discutere, modificare, bocciargli magari una legge, sen1.a per questo prendere cappello come un padreterno offeso, salvo che la Camera gli indichi essa la via dell'uscio, votando contro il bilancìo del suo ministero. Queste idee oggi sembreranno ·balzane. l\la forse fra qual che· anno, se la rappresentanza proporzionale consoliderà le os!;a - e dob– biamo tutti farle il cane di guardia, perchè si consolidi - fra qua!che anno saranno consi- de-rate come luoghi .::omuni. g. s. proporzionale risaltare l'assurdità, già dal!' U11ilà fin dall'ap– parire della legge rilevata, per cui in certi çasi l'elettore può dare qualcosa di più del proprio voto. L'on. Bonomi riporta a modo d'e!'empio questo caso ipotetico che, pur esagerando assai le possibilità reali, serve a mettere in luce le caratteristiche del votn aggiunto: (( l·n u11, collegio di 1-1depnlaU. fre liste abbicmo ,·accolti questi voli: lista, A voti 32.514. lisi« B voi-i 30.162, 1-ist" C voti 29.205. È evidente che /a, lista A clovrehbe cH·e,·epiù, mcmcloti, perchè /,a, oltent~lo il 1uaar1io·r numero cli voti di lista .. l\fa se fra, le liste ... B e C, non com.plelei cotTc 1m accordo, pe1· c11,i votanti della. lista. B scri– t·ono clne ,voli (1,fJ{/Ùllll,f i clel/c1, list(I, e, e i ,rotcmti della C ( i.ne 11owi della B, allo,·a, ,, per le disposizioni della noMlru le[]fJC, ·i voti di lista dicenterno i seane11li: A = 94.514. B - 30.162 + 2,'11><29.206 = 35.472. e = 29.205 + 2 11><30.1a2,,;,,34.689. al/ore,, conf.ro ic, volontà 1n-ecisc,degli elet– tori, la listc, A lm fre eletti e le dnc Uste B e C Item.no ciascu.11.ci, q uattro eletti ». A questa assurdit:\ sarebbe facile rimediare, stabilendo che l 1 elettore toglierebbe alla pro– pria lista tante frazioni d·i voto quante ne da– rebbe a quella avver~ria col voto aggiunto. Nel caso precedente il voto di ogni elettore sarebbe composto di 11/ 11, di modo che un elettore, che regalasse due voti aggiunti ad una lista avversaria, darebbe alla propria solo 9 1 I 1 di voto. Noi però.non riteniamo com•eniente questo migliornmento, perchè crediamo che sarebbe assai meglio abolire senz'altro il voto aggiunto. l\lentre !'on. Bonomi pensa che il voto aggiunto è una forma di « pa.nachagc », che ha dato catth 1 i frutti i:soloper la sua limitazione in cosi minimi termi:1i, e si ripromette re– resultati magnifici dalla libertà completa che fosse data ad ogni elettore di formarsi una propria lista, scegliendo i nomi da tutte le liste presentate dai partiti, noi invece credia– mo che il « panachage » sia contrario ai prin– cipi stessi, per i quali abbiamo sostenuto la rappresentanza proporziona le. « Col « pcm<tcllClfJC "', dice l'on. Bonomi, le, 7n-eferenzc1, è date, dei,tutto il corpo elet– to1·ale che, essendo libe1·0 di trasce9liere fra, le l'<trie liste i 1l.omi che pi-efedsce, ùicz.icc,esso, senza alci,,11, ·vincolo, ·i più n,p– presentativi e -i tJiÙ ile9ni. Bel essenclo i roti cli liste, lc1,s0J1t.madei roti raccolti da, i9 cioscn11,candidato, si dotwcì riconoscere che solo così fe liste votranno essere comvilate coi nomi dei 1wigl-iori1wm,iui, tutti 1tg11al- 111enfei1tferessat-i e, 1·acco9liere qnm1ti 7Jih voti -individuali è vossibile, perchè tutti sof-idal,ne!ife iuteressat-i a auaclagnare com- 7Jlessivamente -il mc,r1aior n1unero di voti alla Uste,. » E facile invece prevedere chi! il « pana– chage » sotto l'apparenza di voler valorizzare gli individui, ristabilirebbe i sistemi camorri– stici del collegio uninominale. ì\Iolti candidati tornerebbero a fare la campagna elettorale per conto proprio solo in quella a parte del collegio in cui potrebbero far rivivere i vecchi metodi di corruzione, di intrighi e di favoritismi, i,;crivendosi in una lista solo per la speran1.a, nel caso di non riuscire ad arrivare al quò– ziente, di aggiungere ai propri i voti avanzati ai compagni di lista. Uno dei meriti principali della rappresen– 'tanza proporzionale è per noi quello di avere trasp ,rtato la lotta dagli uQmini alle idee. Cosi noi abbiamo voluto rendere più morali le com– pagne elettorali, e più liberi i deputati dai mille legami che prima li tene\•ano personal– mente obbligati ai loro collegi; abbiamo vo– luto che la Camera fosse il portavoce dei grandi interessi nazionali e non più dei sin– goli interessi degli elettori ·più influenti; e in– fine, abbiamo anche voluto costringere la mas– sa elettorale a disciplinarsi nei partitii in modo che fosse possibile una politica piu chiara e più sicura. Se questi scopi non sono stati com– pletamente raggiunti, bisogna pensare che sia– mo al pr!mo esperimento della rappresentanza proporzionalei improvvisato, senza sufficiente preparazione, in un .ambiente che non poteva non risentire l'influenza- elci metodi del col– legio uninominale. Le mutate condi1.ioni di vita porteranno ad una modificazione degli organi, nel. senso di una maggiore unità e- di una maggiore disci– plina dei partiti: per cui nelle altre elezioni il nuovo metodo elettorale potrà funzionare in un ambiente pih corrispondente alle proprie caratteristict.e. Già infatti si può notare un lavoro di riorganizzazione, specialmente in quei partiti medi, che hanno a loro spese ricono– sciuto l'errore commesso col presentarsi nelle passate elezioni senza un programma ben de– finito ed uniti da alleanze personali del\' ul– tima ora. Il nostro pensiero è quindi che non biso– gna tendere alla realizzazione del «panachage"' nella sua forma più completa, ma all'abollz:one anche del voto aggiunto; il quale ci ha fatto già gustare in piccolo quelle che sarebbero le irnu:oralità del « panachage >> in grande; rende più complicate le operazioni di spoglio; dà resultati miserevoli rispetto alla quantità e non convenienti rispetto alla qualità, perchè fornisce agli elettori il mezzo di sabotare le liste avversarie, e consente ai candidati più incolori o meno scrupolosi di tradire i colleghi di lista. . .. Pur essendo contrari alla completa libertà del!' elettore nella scelta dei nomi da votare, non arriviamo ali' estremo oppos\o di voler negare ali' elettore anche i voti preferenziali. Per l'abolizione del voto di preferenza è stata presentata alla Camera una interroga– zione da parte socialbta. Occorre, si dice, to– gliere lo. 1agione delle lotte veramente inde– corose fra i candidati della stessa lista, che sono avvenute nell'ultima campagna elettorale. Il comitato presentatore della lista, assumendosi completa la responsabilità della graduazione , ei candidati, starà bene attento di non com– mettere ingiustizie per non disgustare il corpo elettorale; e i candidati-riempitivi, potendo su– bito calcolare la difficoltà di riuscirei col ve– dersi segnati agli ultimi posti, più difficilmente si presteranno al gioco dei candidati princi– pali1 che se li vorranno associare per aggiun– gersi qualche diecina di voti. Questo sistema non danne2gerebbe i par– titi più popolari, in cui ben poco sviluppò il senso critico e più consueta la disciplina cieca. Ma aumenterebbe infinitamente le astensioni degli elettori dei partiti medi. La .lotta per b conquista dei seggi è bene che si basi sul valore delle idee, e non su quello degli uomini; ma l'ab01izione del voto preferenziale renderebbe

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