L'Unità - anno VIII - n.50 - 11 dicembre 1919

struita in modo tendenziosamente protezioni– sta, anche come struttura tecnica, ritiene che debba essere semplificata, per quanto possano certo accettarsi quelle suddivisioni assoluta– m•mtc richieste dal perfezionamento tecnico ddl' industria: riscontrato che la tariffa è tutta intesa ad a<;-.icurare un monopolistico trattamento di pri– Yilegio alle industic siderurgiche e similari, il quale riuscirebbe d'immenso danno per tutte le altre, e soprattutto per l'industria agricola, co'nsideratc queste, sia come produttrici, che come consumatrici di prodotti e di beni; preoccupata della sicura conseguenza che con una simile tariffa si aggraverebbero le con– di::ior.i de11a \·ita economica interna, e si esa- Il problema .\Tel 11IIme1·0 2 di q11es/"m1,110. pubbli~ ccw1,11w 1ma. lettera. /frmata c1a, un 1,·euti– <lHruue. ::\tiles sluclcn~, in cu.i si chieder<t il permesso cli esporre nel nostro giornale le su.e idee sul « problem.c1, base» clelfeclu– C'tzioue ,wziouale. Xoi 9li risponcleuuno cli<' sa.l'ebbe stato il benrenu.to fra, 11,oi.illa 1Jer firca 1111 mwo 11011 aMiamo saputo più 111,l/(1, cli lni. 099i il i\lilcs sludens, 1/0?1 più.. t•eutid11enu". 1·ilornc1, a noi: e ci sc,·it•e tre lettere, elle abbicimo /etio con commozione, con ris1Jetlo. con consenso quasi com.1Jleto.Pubblichiau,o 09!]i la l)l'i– ma. co,i le nostre ossct·t.'azioni. Pnl,bliche~ remo, nei prossimi ,,uw1eri, le altre dne. a~1Jmpc,9nmulole sempre con le uosfre .. .. Mrle. E speriwuo che cilla discussione. così · CH'1 1 i<ita. parlecipe1·mmo molti fra -i noslJ'i mu;cit specùtlmeute i gio'l'<tni.che abbicmo da dfre cose serie e pensate. come quelle elci )lilet- sludens. A 1.·oi, gio1:a111·., I. i - X. 19. Cara (/mìà, ~el programma. elettorale della « Lega democratica per il rinnovamento della vita italiana » pubblicato nel numero 2 ottobre 1q19, a proposito del problema scolastico, leggo che la Lega ~i impegna « a resistere a qua• « lun41tuetentati\'O clericale di ingerenza nella « -.cuoia pubblica, lasciando libertà di s,•iluppo « alla scuola privata; conservando il rigido · « monopolio degli esami alla scuola dello «Stato». Permettimi di Care due critiche: 1." Fra le più belle qualità dell'Unzì<i v'è quella di essere un giornale spregiudicato. )Ii hanno qui!ldi sorpreso le parole« qualunque tcntati"o clericale ». La Lega o l'Unità tolle– rerebbero dunque un « tentati\·o massonico»? Avrei preferito leggere: « qualunque tentativo settario». Perchè la scuola, se dev'essere in– tollerante di ogni ingerenza settaria in seno a sè ~tes~a, deve anche insegnare la tolleranza, anzi il rispetto, della fede altrui. 2.° Ciò che più mi stupisce, è la insuf• ficiente formulazione, che nel programma è fatta delle nostre preoccupazioni educati\'e: « resistere, lasciare, conservare it sono ,·erbi... ,conservatori: danno un senso di passività, quasi di negativa. È necessaria, im·ece, in questo campo, più che in ogni altro, un'azione attiva e ,·igorosa, che affronti il problema della scuola, non da un semplice tecnico punto di vista peda– g0gico, ma come grande problema politico e sociale. Coltura per tutti. Perchè un paese pos-;a veramente chiamarsi democratico, deve riconoscere e curare la più rigida applicazione pratica 1 nei limiti della possibilità, di questo duplice principio fonda– mentale: 1° ogni individuo de\'' essere posto in grado di ricevere tutta la cultura, generale e professionale, di cui il suo cen·ello è capace; 2° DA TALE CULTU~\ DEV'ESSERE ASSO– LUT.o\.ME:STE ESCLUSO A:s'CHE IL PRIMOGENITO DI UN CRESO, NRL CASO CHE JL SUO CER\'EU.O XON ~E SIA DEGNO. Una riforma, che portasse ad un sistema scolastico basato su questo principio, avrebbe l'effetto: 1° di agevolare la giusta selezione di una -classe degnàmente dirigente; L'UNITA cerbcrcbbe quello squilibrio della bilancia com– merciale che potrà essere corretto soltanto da un forte impulso nella esportazione dei prodotti agricoli ed industriali nazionali: preoccupata anche dei dannosi effetti che ne deriverebbero sicuramente al Mezzogiorno. per il suo carattere prevalentemente agricolo: e"iprime parere completamente m·verso al– i' accettazione di una simile tariffa: chiede che essa veng.i rifiutata e che si mantenga quella attuale del 188i, o,·e non sia possibile migliorarla. Il Cousiglio dcllt1C<w1eJ'Ci d Commercio di Bari approrò 1111Cu1ime l'ordiue del 9io1·- 110 1n·oposfo. dei problemi 2° di sfollare il marci~piede davanti al caffè Aragno di quanti, dopo venti anni im– piegati a scaldare i banchi di scuola, non tro– vano nulla di meglio da fare che riempire <letto marciapiede coi loro piedi e l'atmosfera circostante coi loro superficiali e parolai ap– prezzamenti pseudo•politici ; 3° di alleviare - e, togliendogli il fonda– mento, far gradatamente scomparire - quel senso d'ingiustizia, che pesa oggi sugli animi delle classi proletarie, fomentato d:ille frasi fatte e dai ragionamenti superficiali della demagogia, e rafforzato dallo spettacolo dell'ozio vanitoso di una parte e della prepotente cupidigia di un'altra parte della borghesia. La democrazia sincera ha il dovere di con• trapporre questa politica scolastica alle fa!se promesse dei demagoghi, e di servirsene come arma aggressiva e punitiva contro la fannul– laggine e l'ingordigia borghese. Non sarà, forse, troppo ardito dire che in questa riforma sta una chia\'e per correggere l'attuale stato di malcontento delle masse. Educazione del carattere. Oltre alla formazione di una mente colta, e prima ancora, l'educazione deve tendere alla formazione del carattere. Ci si meraviglia tal• volta nel trovare fievole la coscienza morale, assente e per\'ertito il senso del dovere, scarsa l'idea della responsabilità, il concetto di libertà confuso con quello di disordine ed insufficien• temente accoppiato a quello di disciplina, il rispetto della· ,•erità ignorato o perfino di– sprezzato. l\Ia in quale scuola in Italia s 1 insegnano giornalmente - vitalmente - queste cose? Forse in qualche arido e sonnolento corso di filosofia? Io mi meraviglio che qualcosa. di questi concetti esista tuttora, pur essendo essi malintesi: mi meraviglio, dato l'attuale sistema di educazione, che non siano addirittura nulli. E se di :;:uei concetti qualcosa tuttora rimane, ciò dimostra che il nostro popolo sarebbe ben capace di comprenderli a fondo, se vi fosse una scuOla che ne curasse 1 1 insegnamento. I lo sentito uno straniero dire che gl' italiani « sono simpatici, ma mancano di carattere ». Non è vero. Carattere ne hanno. litfauca so!o un sistema di educazione, che ne curi lo ·s,,i– luppo. Basta che i nostri studenti stiano mode• ralamente attenti (?) durante le ore di lezione e che non trascurino troppo i loro « compiti »; che imparino /niì o menopappagallescammle dei calaloglti di fatti, (che altro non sono i nostri libri di testo?) tanto da <i: passare» (e non il 20 °/ 0 ma il 99 ¼ « p3ssa », e prende licenze e lauree, grazie alla iniqua tolleranza della mediocrità, inerente al si!i-tema):e la scuola è accontentata. Quello che lo studente fa di sè, del suo cervei101 della sua anima, del suo corpo, nelle ore « fuori scuola~; cpn che ideali, con quali cognizioni pratiche e vitali - in breve: con quanta « coscienza :; - prenderà poi il suo posto e assumerà le responsabilità della vita reale, tutto questo non importa. Quel che ci vuole. La scuola si disinteressa di tutto ciò. Bisogna 1 invece, organizzare delle sane at– tività - ginnastica per il corpo, e ginnastica per la mente - nelle ore del fuori scucrta 1 che non sono meno, e forse sono (,iù importanti delle altre. E nelle ore di lezione, bisogna in– segnare ad affrontare con logica e buon senso i problemi inerenti a tutte le materie, storiche, letterarie, e scientifiche, che si pretende d 1 in• segnare. Si faccia lavorare il cervello ragio– nando, in\'ecc di stancarlo inutilmente accon– tentandosi di assurdi sforzi di memoria. Ed · allora, forse, il figlio di quel forestiere, venendo in Jtalia, sarà costretto a rimangiarsi le parole paterne. . •• Quanto al ,;istema da sostituire all'attuale, ne ho una visione nebulosa nell'utopia della mia immaginazione. Prima di destriverla aspet• ter(I che la nebbia svapori. Ma tra i tuoi col– laboratori, 011ilà, v 1 è più d 1 uno con autorità cd esperienza Fer affrontare questo principe dei « Problemi della \'ita italiana ». È vana la speranza che pili d'uno lo affronti, nelle tue righe t Chiedo perdono se ho detto cose vecchie. l\la vi sono delle cose vecchie che non sono per questo cose meno "ere. ' M!LES sn:n1:x~. POSTILLA. li programma elettorale della « Lega ,.. si preoccupò di determinare l'atteggiamento della 1--egadi fronte all'agitazione politica clericale, diretta a creare il monopolio scolastic.i>cleri– cale, attraverso la formula equivoca e insincera della « scuola libera »: volle, insomma, accen– nare la soluzione del problema « politico >> estano della scuola, e non quella del problema « educativo • interno. E questo spiega perchè vi si parla di difendere la scuola pubblica contro l'ingerenza clericale. e non si accenna alle ingerenze massoniche: il nuovo problema polilieo immediato è quello del clericalismo; la dife.sa della scuola contro le corruzioni mas– soniche, che esistono e sono causa non ultima del nostro sfacelo scolastico, è un problema momle. che è sempre esistito. A parte queste spiegazioni, diciamo cosi, storiche, delle formule adoperate nel programma della «Lega», noi conveniamo pienamente nelle idee <lel .lfilu sludms: un atteggiamento di di– fesa contro i soli i clericali della scuola attuale non basterebbe a risolvere questo problema terribile: è necessaria, oltre alla difesa della scuola pubblica contro tutte le ingerenze settarie, un'opera positiva per la riorganizzazione della scuola medesima, che - ripetiamo - è in pieno sfacelo. L'UNITÀ. L'Ispettorato Scolastico Provinciale Con la legge del 1911 la vigilanza gover– nati,•a sulle scuole elementari e popolari e sui giardini ed asili d'infanzia, era affidata ai di• rettori didattici, ai vice•i~ttori di circolo 1 agli ispettori di circoscrizione (~utta questa brava gente faceva capo al Proweditore agli Studi della Provincia), e agi' ispettori centrali per l'indirizzo e la coordinazione del servizio (come se il Provveditore ci ste::.se per fare tutt'altro o Popposto): un migliaio e mezzo o poco più di brave persone, tutte intente a urtarsi, a pi• giarsi, a darsi noia e fastidio, e a procurarne ai maestri, che, fra tanta ressa di recitatori del verbo ispezionare, finiva.no per non raccapez– zarcisi pili. Era 1'i. conseguenza della famosa riforma credariana, sbandierata con grande fracasso ai quattro venti come lo specifico per risolvere in quattro e quattr'otto il problema dcli' analfabetismo, ma creata in realtà per distruggere quel poco di buono che ancora sopravviveva degli antichi ordinamenti del- 1' istruzi,me elementare: per i-:.trappare cioè le scuole ai Comuni col pretesto fraudolento che in mezzo secolo non avevano saputo far nulla di buono, e $0Stituire in loro vece quella mac• china goffa, pesante e ingombrante, che è l'Am– ministrazione scolastica proyinciale ; non per creare altre scuole, di cui si sentiva e si sente urgente necessità, ma per collocare lo sciame di diplomali dalle diverse scuole pedagogiche :l'Italia. Le cose andarono innanzi alla maledetta per qualche anno, tra il coro assordante dei Vice, che non saoevano e:. non \'Olevano acconciarsi ad essere· umili /ra:ièmi, mentre potevano essere interi per la stessa facile via per la quale i più erano a quel posto perve– nuti; tra il malcontento degP Ispettori, privati di ogni vantaggio di carriera; e tra la forzata disocc'upazione dell'ispettorato centrale, che messo tra cielo e terra, come i passerotti a mezz'aria, non ,•ede ancora segnata la sua via e la sua utile occupazione. E maturò così la riforma bereniniana: in• degno compromesso, che per dare il contentino agi' ispettori vice e agi' ispettori interi, \'iene a dare l'ultimo colpo d'ascia alla sconquassata baracca: destino di tutte le pretese riforme che mirano non a risolvere con criteri obbiettivi problemi di pubblico interesse, ma ad accon– tentare ingordigie di gruppi o di persone. La riforma dell'on. Berenini ripristina su larga scala. la direzione didattica, riconosciuta d'indispensabile necessità: e fin qui pienamente d'accordo: - sopprime i vice-ispettori di cir- 243 colo, promovcndoli 1 con un colpo di bacchetta magica, tutti i~pettori, meno quelli che han preferito 1 per non mUO\'ersi dal loro paese, di rimanere direttori didattici, e aumenta per con– seguenza il numero degl' ispettori: e qui non siamo più d'accorcio, perchè la funzione ispet– tiva è funzione di controllo, e non de,·e sosti– tuire la funzione continuati\'a della direzione; - crea tra r i!:>pettorato di circoscrir.ione e quello centrale una nuova ruota, l'ispettorato pro, inciale: e neanche qui d'accordo, perchè o l'uno o l'altro è superfluo, visto e conside– rato che c'è poi il R. Provveditore, che non sappiamo < he cosa resti a fare, se non deve accentrare nelle sue mani i servizi ispetti,·i della provincia : - Mabilisi:e infine nuove norme pc! reclutamento del personale: e qui è i I peggiore mareio. Prendendo. ad· e-M!mpio, i posti di ispettore pro\'inciale, questi dovrebbero es~re conferiti per merito, ::L scelta, agl'ispettori di circoscri– zione, senza riguardo al grado e alla classe, purchè arnnti i anni di sen·izio e non più di 6o anni di et~t. E chi deve giudicare di questo merito, è il Consiglio d'amministrar.ione: un'ac– colta cioè di egregie e, ammettiamo pure, in– sospettabili persone, ma un'accolta di sedentari romani, burocratici per natura e·per mestiere, incompetenti assolutamente a giudicare delle attitudini richieste in.,un ufficio didattico. Si han da nominare ispettori scolastici, e si stabilisce il concor.-;0 per titoli e per esami; si han da nominare ispettori centrali, e si stabi· lisce il concorso per titoli e per esami; tra poco si dovrà procedere alla nomina di duemila di– rettori didattici. e già si parla di concorso per titoli e per esami. nonostante che gli aspiranti siano già forniti del relativo titolo conseguito per esame. Ma quando si tratta, per la prima \'Olta, di pron·edere alla scelta di ()9 ispettori pro,·inciah, la burocrazia minen•ina,giudice non competente, arroga a sè il diritto della scelta r Il fat o è cosi stra"agante. che si stenta a cre– dervi. E anebbe conseguenze, che si ripercuo– terebbero per un ,·entennio almeno sul governo deìle scuole! E tutto quesfo si fa per mezzo di un de– creto legge! Perchè prima di procedere alle nomine non si a,;petta la s::tnzione del Parla– mento? perchè tanta fretta? Si è voluto, eviden– temente, mettere il Parlamento dinanzi a un fatto compiuto. )..!oi ci facciamo debito di riconoscere che tra i prescelti non mancano elementi ottimi :,atto tl!tti i rapporti, e sono per lo più an– ziani; ma.non esitiamo a dichiarare con altret• tanta francbezz.a che non può dirsi lo stesso di molti altri. - E "ero o no che ispettori boe· ciati agli esami di primo ispettore sono stati promossi ispettori provinciali? E 1 vero o no che ispettori, che si beneficiarono dell'art. 86 della legge 4 giugno 191 r, cioè che furono nominati ispettori pur non essendo riusciti vincitori in concorso, ,sono stati promossi ispettori provin. ciali? - E Vero o no che ispettori a\'enti ap– pena tre o quattro anni di sen•izio ed altret– tanti d 1 imboscamento negli uffici militari, sono stati promossi ispettori pro, inciali? - E le do• mande potrebbero continuare per un pezzo. La burocrazia a,•e,·a il mestolo io mano, e rimestò come volle; il la,·oro, preparato dalla Di\'isione ca~i detta competente, fu approvato, a tamburo battente, in una breve seduta du– rata appena due ore. Quanti di coloro che sono ora promossi ispettori provinciali, avrebbero osato presentarsi al concorso? Quanti ne sarebbero usciti \'itto• riosi? Ma il concorso non si volle. Si dice anzi che ad impedire che si facesse, abbia lavorato e sudato la così detta Associazione fra gl' ispet– tori scolastici. unJ di quelle associazioni che esistono di nome e non di fatto, e ciò non ostante, si dan l'aria di esprimere voti e cal• deggiare proposte a nome dcli' intera classe. quando invece non rispecchiano che le opinioni di chi le manovra' per tornaconto personale. 1 dimenticati, i proscritti, i silurati, gl' in– giustamente e comunque colpiti, che sono i moltissimi, non hanno che parole di fiera pro– testa contro questo nuovo atto di camorra minervina: e si associano alla protesta dell'ono• revole Pescetti, che ha invitato il ministro Baccelli a « soprass dere alla nomina defìniti\'a degl' ispettori pro,•inciali, finchè i cnìeri della scelta abbia"itoequa e regolare sansiom legisla– lh!a ». Che cosa farà ora l'on. Baci::elli? Si ostinerà ad attuare un Decreto non suo, preparato alla macchia, gradito ai soli che ne dovrebbero beneficiare? UN ISPE'lTORE. Le licenze agli studenti Con circolare del Ministero della guerra emanata ai primi di dicembre sono stati presi dei provvedimenti di favore per gli studenti universitari del ramo scienze, ai quali viene accordata, a datare dal r 0 dicembre 1919 a tutto il marzo 19:?0, una licenza di mesi quat– tro perchè possano frequentare le lezioni. Nulla da ridire. Esso però crea degli scon– tenti, perchè fa,·orisce solo una categoria di studenti universitari - quelli di scienze - ed esclude gli studenti di legge, di lettere, di fi– losofia1 quelli degli istituti superiori di com– mercio. Evidentemente, c'era qualche studente di scienze che si voleva favorire; si è presa una disposizione generale per favorirlo; e così si è esasperato lo scontento di tutti gli altri. Ed è cosi che si arriva al precipizio.

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