L'Unità - anno VIII - n.50 - 11 dicembre 1919

242 sovernata a furia di decreti-legge, preparali in segreto dalla burocrazia e dalle grosse ca. morrc capitalistiche, e lanciati nel paese senz1 nessuna previa discussione parlamentare. li paese ha sempre creduto che le leggi le fa. cesscro i deputati: viceversa, i deputati non hanno fatto mai nessuna legge. E la Camera ha funzionato solo per far baccano, e per as– sumere davanti al paese la responsabilità. delle leggi, che erano fatte dalla burocrazia e dalle camorre ad essa alleate. Questa commedia deve finire. E sarebbe bene che finisse sul problema doganale. Chi si contenta gode. - li Giomal, d'Italia commenta come segue la costituzione L'UNITA del Gruppo parlamentare d: dnno,·amento: « Dobbiamo constatare con piacere che la « presenza di un Salvemini, e la confusione « di idee che finora sembravano aver regnato « in proposito ne!le organizzazioni dei com– ~ battenti, non hanno impedito che sulle que– « stioni adriatiche il gruppo prendesse un « atteggiamento essenzialmente e decisamen– « te « anti-rinunciatario ». Le riserve conte– « nule in un comma del programma relativo « alla Dalmazia e che evidentemente sono « state suggerite dal desiderio di non allonta– << nare dal gruppo clementi troppo compromessi .e in un certo senso da atteggiamenti precedenti, « ci mostrano come a uomini di sicura fede « nazionale e di ferma \'Olontà di esaminare +:- realisticamente le situazioni, il patto di « Londra si sia necessariamente imposto come « la base positiva e salda della politica ita– « liana nell'Adriatico, allo stesso modo che la « soluzione del problema di fiume è apparsa « unica e inderogabile: ci mostrano anche co– « mc un uomo d'ingegno, anche se affetto da « inguaribile: criticismo organico, sappia trovare « di fronte ai massimi problemi della sua na– « zione l'agilità e il coraggio necessari per ab– « bandonare - in sostanr.a, se non interamente • nella forma - l'infelice atteggiamento as– « sunto per effetto di impulsività ccrebule ,._ Come è buffa la gente ser:a ! Contro lo ·.strozzamento protezionista Il Govcn,p ha tutlo. p,·cpm·ato 1Jer al· I uan con elcc,.eto-legye le, tariffa dogcnude cosi elette,pt·ovvisorie,, che -viceve,·sa i si• rlenwnici e loro adepti s1Je1·anodiventi definitiva. Vedremo se allei Camerci i de– putati delle ,·e9;oni agricole, e 8JJccictlmente i me1·iclio11ali; si lasceranno nr.ctte,·c·i 11ie,– di sul collo scuzci prote.stm·c, trndendo fil' iute,·essi elci loro rap1n·esentanti. ]11, at-' fesa, ptibblichiamo lei relazione p1·esentota, allei Camen, d·i commercio di Bad dal Presidente de 'l'u.Uio nella, seclutc, del 26 -11oi 1 cmlwe 1919. Egregi Colleghi, 1) Voi ben ricordate l'annosa storia dei preparativi e degli studi per la riforma della tariffa doganale e per i futuri trattati di com– mercio. Dopo una famosa circolare dcli' ono• revole Luu:atti, allora Ministro d' Agricol– tura Industria e Commercio, si eboo' la crea. zione di quella Reale Commissione che ela– burù, non solo una notevole serie di studii sul!~ industrie e sull'agricoltura nazionale, ma un progetto di tariffa il quale rimase segreto. Quasi contemporaneamente l'Associazione delle società per azioni compilò studi analo– ghi, preparando un contributo suo proprio sul regime della tariffa doganale. Come ben si comprende tutto l'indirizzo a cui si inspirava, e per il quale lavorava l'Associar.ione, era protezionista, nè essa ne faceva mistero: ad onta invece del segreto si può ben dire, ed è ciel resto notorio, che al• trettanto protezionista era la tendenza della Commissione Reale, come apparve dal pro– getto di tariffa: e contro di questo indirizzo non vi fu che una voce isolata, quella del vo– stro presidente. Questo per la storia del movimento, ag– giungendo che mentre 11 Unione della Camera di Commercio non si risolveva a mettere voce in argomento, la Fedèrazione delle. Camere di Commercio meridionali, riassumeva in un noto ordine del giorno le aspirazioci antiprotezio– nhtc del Mezzogiorno. .2) J..a fine della guerra ci colse ancora impreparati. rt Governo corse ai ripari con una Commissione parlamentare che non ebbe modo di <lar tangibili risultati: e poichè era immi– nente la ripresa degli scambi internazionali, e.:..iO credeva di dover formulare ed applicare ~t~riffa p.nr.n.,isorissù11a (come fu chiamata); la quale"1nvC-<;.e '!Vani.Ora però deve decidersi; e non a,·endc, nè modo, nè tempo di provve– dere meglio e più matura mente, ha fatto com– pilare da alcuni suoi funzionarii una tariffa che !si dice pr<n,visoria, Solo cedendo alle insistenti proteste delle Camere di Commercio e di altri istituti, il Go~ vemo ha acconsentito a presentarla all'esame delle Camere di Commercio stesse, e di alt;e istituzioni, però sotto il vincolo dél segreto. Noi abbiamo dunque il compito di espri– mere il nostro parere su questo progetto di tariffa doganale provvisoria co111 impegno di mantenere il più assoluto riserbo, giacchè il Governo mostra di, preoccuparsi del fatto che i p.1esi e gli Stati stranieri con i quali dovre– mo stipulare dei trattati di commercio, possa– no avere pre\·cntiva cor:osccnza della nostra tariffa e quindi giovarsene. . . 3) Non posso dilungarmi troppo, ma richiamo la vostra acuta attenzione sulla de– lJOlezza di tutti questi elementi: a) La tariffa si annuncia come prowiso- ria. Ora come mai si può concepire la prov– visorietà in materi~ di regime doganale, dato che esso non può non costituire la premessa e il programma di tutta quella ricostruzione economica alla quale dobbiamo metter mano e che dovrebbe anzi già essere per lo meno iniziata? Nulla si costruisce di saldo su basi provvisorie: le industrie e ogni qualsiasi atti– ~it.\ economica rappresentano degli interessi • permanenti e non possono quindi iniziare la loro esistenza S\t basi provvisorie. In ogni modo poi, se questo provvisorio sar~l - come di certo - dannoso e pericoloso, ricordiamoci che la storia insegna come nulla abbia mai durato in Italia tanto, quanto i cosiddetti re– gimi provvisorii. b) Perchè il mistero, il segreto? Da ogni punto di vista si deve respingere questo as– surdo regime dei preparativi segreti in materie che interessano la vita della nazione. E dob– biamo respingerlo, a più fo1te ragione noi stessi che, sotto il pretesto della nostra tecnicità, siamo stati prescelti a compiere questo esame segreto. Dobbiamo, cioè, reclamare noi più di ogni altro, la liber:i, ampia discussione della tariffa, in quanto troppo facile sarebbe l'accusa contro di noi, che la nostra è la voce degli Interessati: e quindi non noi dobbiamo giu– dicare, ma il paese, a mezzo del parlamento. e) Non ha infrne alcw1 valore la pretesa di mantenere il segreto nei riguardi degli stra– nieri, giacchè tutti i trattati di commercio fu. rono sempre stipula.ti , avendo a base una ta– riffa gener~le pubblica, conosciuta da tutti. . .. 4) Queste premesse sono importanti e si de\·e tenerne conto, ma naturalmente non sono decisive: ciò che è decisivo è l'esame intrin– seco. Non posso fare una lunga dimostrazione comparata dalP asprezr.a, anzi dall'enormità dei dar.ii proposti in confronto a quelli della tariffa del 188i, oggi tuttora vigente. Posso dare soltanto alcuni esempi, significativi, dai quali si ricava come la tariffa costituirebbe una seria minaccia, un fortissimo d""nno non solo per i paesi agricoli 1 o meglio per l' agri– coltura nazionale, ma anche per una moltitu– dine di quelle lrrdustrie che hanno analogo carattere nazionale, considerandoli da due aspetti, come produttori, e come consumatori. Eccovi alcuni dati che si riferiscono alle differenze dei dazii sul macchinario agricolo: Per le mietitrici e falciatrici il dazio pree– sistente era di lire 4 al quintale; ora salirebbe da lire 16 a lire 20. Per le macchine agricole in genere, prima lire 9, ora da lire li a 22. Per i piccoli utensili (che tanto ioteressano la piccola borghesia rurale e gli stessi la\·ora• tori}, prima lire 15 1 50, ora lire 30. Utensili fini, prima lire 17 1 50, ora da L. 40 a L. 9"· fllo di' ferro, prima lire 12, ora da lire 48 a lire 50. Concimi chimici, che prima erano esenti, ora saranno colpiti da lire 0,50 a lire 2. I sali potassici e nitrato ammoniaco, pure esenti prima, da lire 1 1 50 a lire 10. . .. 5) Bisogna poi tener conto di un'"altro aspclto. Noi riscontriamo infatti che - non si sa bene a quale scopo - alcuni dazi sui prodotti agricoli sono stati anche fortemente elevati. Eccone alcuni esempi: Tariffa a:tualc ~f'Mtale Vino in botti (fusti) per et. L. 20,- L. 30,- 0li di olh·a (per q.lc) . » 15,- • .20,– Uva fresca (per q.le) .. » 12.- • 20,– Ca va lii ( indispensabili cioè per l'agricoltura e l'industria dei traspor– ti) ciascuno Muli (idem) . . Bovi (Idem) . Vacche (Idem) . » 15,– )) 3S,1- » 1.2,- » 44,– » 16,- Per quali motivi questi dazii? L'agricoltura non li ha chiesti: ass.1i non sono neccss..1ri:e se devono rappresentare quel tanto di com– penso che si vuol darle in cambio dei dazi industriali, essa ·de\·e fieramente rifiutarle. Anzi nel suo reale interesse li deve rifiutare, indi– pendentemente da ogni ~or.siderazione. O) \'i sono poi i dazi che colpiscono l'agricoltura e le altre industie, (quella mec– canica e tutte quelle che h;i,nno bisogno di macchine, di utensili, ecc.) come attività produttive, e sono quelli sopra esemplificati, nonchè moltissimi altri .. Vi sono infine i dazi che precipuamente concorrerebbero a mantenere elevato il costo della vita, e quì non ho soltanto qualclle e– sempio eia dare, ma tutta la tariffa è un CO• losi1ale esempio, giacchè essa è tutta costruita · su questo sistema: i dazi salgono mano, mano che dal prodotto grezzo - lana per esempio, che è eseòte: o cotone, che continuerebbe a pa– gare lire 3; o minerali, pure esenti, ccc.: - si va ai prodotti lavorati, con una scala ve– locemente progressiva, in rapporto al lavoro consolidato nei prodotti stessi. E allora, mentre p. es.: 1) le Ca/re tagliate e foggiate di Li"no, men– tre pagano attualmente da lire 195 a lire 245 il quintale, verrebbero colpite di un dazio da lire 225 a 500; quelle di colom che pagano ora dazi da lire 210 a lire 250 il quintale, andrebbero gravate da lire 210 a 450; e in– fine quelle di Lmm, che ora pagano da L. 220 a .380, andrebbero da L. 380 a 550. 2) i CluOd,~ che oggi pagano da L. 10 a L. 16.50 il quintale, andrebbero da lire 18 a lire 65; 3) gli Aghi e gli Spilli, oggi griwati di lire 100 il quintale, arriverebbero per gli Agli da cucire anchç a lire 275 1 e per gli Sp11/i a lire 130. 4) Sth. 1 alet1i - per uomo e per donna - che oggi pagano lire 200 il centinaio, sali– rebhero a 300. 5) g:i orologi d' argmlo - il modesto oro-– logie ormai comune alle classi più po-.;ere - ,che oggi pagano L. o,6o l'uno, salirebbero a lire 1.50. E non occorre diffonderci su altri elementi del costo della vita. . .. 6) Cade qui però logico un :!V\'ertimento. Noi abbiamo oggi di fronte un compito su– premo, di ridurre appunto il costo della vita; di raccogliere tutte ~ forze, tutti gli elementi capaci di inlluire su questa riduzione dell'al– tissimo costo della \'ita presente. Ora come non rimanere stupefatti che si pos:,a pensare di elaborare una tariffa doganale la quale si dimostra come lo !ltnnnento più certo per esa– cerbarla? · . .. 7) Si dice che con ciò si mira a proteg– gere le maestranze, a impedire che gli operai restino senza la,·oro. La \·erit:i è che conscia– mente, o iccosciamente, queste falangi di ope• rai delle industrie fa\·orite. alle quali si \'uol assicurare una vita artllìdalc con sacrifizio della nazione, sono gli alleati di quel capita– lismo contro del quale mostrano di comb;;u. tere. Esse vogliono alti !ialari, e le industrie artificiali glielo promettono con le alte tariffe daziarie. 8) Ma I' indirir.zo è completamente fah,o e dannoso. La politica di produzione aspira a dare al pae~e appunto quel massimo di beni che deve riuscire e ridurre ali' interno il costo della \'ita, e de\·e concorrere ad aumentare al massimo la esportar.ione ali' estero. Ora di ate tiviti1 economiche nazionali capaci di contri• buire efficacemente ali' e3portazione e quindi a ristabillre l'equilibrio nella cosidetta bilancia commerciale, non vi sono che l' agricoltur.. e le industrie veramente nazionali. Quell' iadustria, - la siderurgica, - la quale è la maggiore interessata in questa complicata ed elevata tariffa, non ha nessuna proba– bilità, anzi nessuna possibilità di poter pre– sentarsi coi suoi prodotti sui mercati straaieri i essa, cioè, non può contribuire a ristabilire I' equilibr·o nella bilancia comme:ciale: essa sarà solo capace di saturare monopolisticamente il mercato interno, nel mentre eserciterà un'ae zione dannosa sulle altre produzioni nazio– nali. La politica doganale di cui questa tariffa è l'espressione si mostra in perfetta contradie zione con ·quella politica di produzione. alla quale tutti tendiamo e t;he lo stesso Go\'erno caldamente e giustamente raccomanda. È que– sto un argomento decisivo sul quale il Governo ed il _parlamento \·orranno certamente riJlet– tere. 9) L'industria siderurgica, che avrebbe assicurate le proprie sorti con questa tariffa 1 non può assolutamente pretendere di trasfor– mare in definitivo 9uell' assetto ecceiionale che è riu~cito a darsi durante il periodo della guerra. Se il Governo crede di dover mantenere in vita e di continuare a far 1•rosperare, a spese della nazione, l'industria siderurgica, deve scegliere altra strada. Noi possiamo, per il momento, ed in questa sede, non discutere questo aspetto della questione; soltanto avver– tiremo che lo strumento della tariffa doganale non è adatto allo scopo. Nè vale il solito spauracchio della disoccupazione degli operai, che si riducono a poche migliaia, e che in ogni modo potrebbero anche tro\·ar posto nelle industrie trasformate. 10) Per iniziativa della benemerita A:,– sociazione agraria. di Bologna e con la .coope• razione della Società degli agric_oltoriitaliani, nonchè del Segretario agricolo nazionale di Roma, fu costituita una Commissione nazio– nale per il regime doganale per i prodotti agricoli, la quale ha tenuto giorni' or sono un importante convegno in Roma, e ha elabornta una breve, ma molto efficace relazione, e un notevole ordine del"giorno. Riconoscendo Pim– portanza ed il valore dell'argomentazione, dei dati, e della conclusione di quella Commis• sione, alla di cui opera f<1cciamoplauso, ci associamo ad essa; ma per parte nostra con– cludiamo col seguente ordine del gic..rno,che sottopongo ora all'a;)provazione del Consiglio : « La Camera di Commercio di Bari, in se– guito ali' invito rivolto da S. E. il Ministro per l'industria il Commercio e il Lavoro, h.P preso in esame il Progetto di tariffa doganale generale provvisoria i e sentita la e,auriente relazione del proprio presidente; esprime, in primo luogo, il parere che sia inammissibile una tariffa doganale provvisorifl in quanto gli interessi permanenti dell'agricol• tura e de\11 industria nazionale, non possono conciliarsi con un regime daziario di incerta durata; ritiene ancora che il giudiz:o clefinitivo e competente sull'introduzione di una nuova ta– rilla di dazii, non possa essere pronuncia.lo , dopo ampia, esamiente discussione,che dal Par– lamento, il quale è l'unico e vero rappresoo– tante degli interessi generali del paese. Rilevando poi dalla tariffa c?1e essa è co-

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