L'Unità - anno VIII - n.43-44 - 30 ottobre 1919

testa: ioni saranno cessate, l! quelle terre defi– nitivamente ann~e all'Italia. Vi è motivo di credere che allora le cose potrnnno procede!'e assai più spedite, pur con– tenendosi nei modi che ho rile\'ato più sopra. Indizio eloquente per questa pre,·isione é il notC\'Olb,simo miglioramento dei rapporti con gli sla"i nei distretti di Sesana e di Tolrnino, che pi:rc erano tra i pill restii, non appena circolò :a \'OCC che quei territori erano stati scn1. 1 altro riconosciuti all'Italia. li giorno -an– nu.lic dello Statu\0 1 in una Cesta tenutasi a Ses,1oa, gli slavi fece o oneste dichiarazioni clic mi ~mb: ano giustificative. Dis~ero francamente che avevar.o sperato nella unione con la Jugoslavia; che pertanto non pos~ono iesteggiar lo Statuto con lo stesso animo C.:egliitaliani. Ma e- nsiàerano nel loro giu3tO -.·olore le ragioni del!' anne!Sione all'I– talia, e poichè interes:si concreti e motivi sen– timentali li spingono in~ieme a de.siderare che ll:1.lia e Jugosla\'ia non siano per r a\'Yenire nemiche, desiderano non esser loro una causa di questa deprecata discordia, e ac<.etlano per– tanto leahnente l' appartenenza rill'lt. t:a. <:iò ha piil valore che una qualsiasi entu– sia~tica dichiarazione di patriottismo italiano, la qua!e non potrebl,' es ere sincera. Insomma, per la propaganda tra sla\i l'I– tal'a nc,n ha e.la far cose nuo .. ,e: ha da rispet– tare :,oltanto le sue tradizioni di libertà nei riguardi delle minoranze. Si tratta qui di farne pii1 \'a:,ta applica·donc. Se si terrà conto, come finora relativamente alle circo:,tanze, e pur tra le \.lifficoit:, e le inevitabili oscillazioni si è sufficientemente tenuto, della necessità di ga• rantire :,cuole e ri:,petto di costumi ai croati del!' Isaia e agli sloveni del Fr:uli, della Ca• rintia e del Cari,;o; se si attribuirà la dovuta importanza al grande spirito a:,gociativo che car..ittcrizz;a.~pecialmente quesi ultimi e li clas• sifica. tra i cooperatori più fervidi (ha grande importanza per es:si l'assistenza agricola); se si pen:,er.i alla grande influenza <'.cl clero, l'opera non potrà fallire: s'.oveni e cr~ati s.1- ranno lealmente cittadini d'Italia, eguali tra gli uguali e non inferiori nel senso di dO\·ere civico hC non saranno tenuti inferiori nel ri• cono:,cimento dei loro diritti. Qualsiasi diretti\'a disforme non terrebbe abbastanza conto di questo fatto, stortcamentc innegabile e nazionalmente sup::rbo~ che la civiltà, la i.:oltuia, la superiorità delle espe• rienzc 3turiche itali;1ne i sono affermati sol– tanto per loro intrinseca virtù contro ostacoli oggimai insistenti, guadagnando alla pii\ fer– vida italianità genti di diversa stirpe trasferi– tesi a TricMe al tempo dell'emporio tere::.iano e in ogni epoca. L'italianità di Trieste ha una base naturale, etoica.mente originaria, innega– bile: ma è aJchc una conqui:>ta svirituale com• piutasi in tempi awersi, a malgrado di tutto_ Questa conquista. <levecontinuare: ad essa ~ sufficiente condizi~nc di libertà. Si compie per sua prupria sostanza. È diminuire quc::.ta sostanza pensare che s, debba chiedere ausilio ac.l una politica oppressi\'a i-,cr farla trionfare Bisogna ricordarsi che çugliehno Obcrdan -è figlio di un tedesco e di una slav:t. 'Contro il protezionismo doganale li Co•11,·ru10dtll'llnio11t llc1/iano dtl lm.'OrO nel suo congre, o di F'orli del 20 ottobre ha -votato n!l'unnminità Il se1t1.1enteordine del giorno: « premcs<,o rhe l:t ncccss'lria protezione di « dife,a \'Crso l'evcnlUalc verificarsi di egoismi ,. internazionali, o quella di tulela iniziale ~ alle industrie che -..orgone in rispondenza « delle coi.dizioni economiche ambientali, non « pos1:onoconfondersi con il protezionismo do– • gannle sistematico; « ronsiclerando che il protezionismo doga– « nate è fonte continua e malefica di contrasti ,. economici e di rivalità politiche fra le na• « zioni a tutto profitto degli industriali di guerra • e dei militari di professione; • conqidcrando che attr:werso il protezio-– « nlsmo doganale la classe capitalistica eleva « i pre.z.ii di tutta la vita per la classe pro-– « letarla, aumentando a spese di questa paras– -« sitariamcnte i propri profitti; « considerandll che in Italia la con.!:ierva– -« zione del protezionismo doganale è .. -oluta L, U!\IT i\ '. "c'a una associazione criminosa tra i gruppi « peggiori dcli,, cla::.se capitalistica e i roliti– « canti di vario colore, che invano dissimulano « il loro fondamentale accordo con la borghe• • sia protezionista; « considernndo che questa alleanza paras– « sitaria - (all'ombra della quale vive la mag– « gior parte degli organi della pubblica opi– « nionc, che i beneficiari del protezionismo « finanziano direttamente o indirettamente, con « cinica corruttrice indifferem.a verso !I colore «. e l'indirizzo politico) - tra i gruppi inte• ,j( ressati meno scrupolosi costituisce un osta– « colo al progresso economico e politico del « Paese, spezza la dassc proletaria t a una ,j( minoranza complice della borghesia e la mag– f: gioranza !!fruttata che p..1.3a le :;f,CSe di questo « acevrdo, inasprisce i contrasti tra il Nord « industriale e il Sud agricolo, cioè disorga• « nizza moralmente la classe proletaria e la • nazi, 1 ne 1 mentre tic1.e <lesto il fomite delle • lotte intemazionalt; e impegna i prol~t ,ri organi1.zati dcli' Unio– ,j( ne Italiana del La\'Oro •al una lotta siste– « matica contro il protezionismo doganale e « specialmente contro il prvtezionismo dei pe– << sd.;;mi siderurgici; <.< allo :,coro cli reclamare l'immediata na– <t zionalizzazione dcli' industria e la gestione « diretta di essa da parte degli operai side– << rurgici uniti in consorzi cooperativi, che at– « tueranno la limitazione rapida della prete– << zioue e la trasformazione graduale dell' in– « dustria ste~a ». Nel mistero doganale La situazione dog-.male dcll' Italia nel mo– mento, in cui dovrebbe es::.ere ristabilita la li– bera attività degli scambi con tutti gli Stati Alleati, neutrali ed ex-nemici, è un insieme d' incognite e di incertezze, fra cui non è fa– cile l'orientarsi nemmeno,, chi non ~iadel lllltO digiuno in tale materia. Per quel che riguarda l'assetto definitivo del nostro futuro regime doganale t! ben noto ai lettori cieli' U11il,l che, in dsta della scaden– za, <'ntro il 31 dicembre 1917, di tutti i trat– t,1ti di commercio, era statn nominata nel 1913 una Commissione Reale per la preparazione delle linee direttive di una nuova tariffa ge– nerale, che sostituisse quella de\ 1887 e ser– visse di base nella negoziazione dei nuo.. ·i trattati. La Commissione Reale ultimò i suoi 1:wori nella pritna\'cra del 1917, accogliendo la tesi protezionista del sistema de!la doppia tariffa, per cui i futuri negoziatori si sarebbero trovati con le mani legate e non avrebbero potuto concedere alle potenze contraenti alcun favore doganale che oltrcpa!:isasse il limite della tariffa minima. Ma le conclusioni della Commissione Reale non poterono essere senz'altro convertite in legge, pcrchè in Parlamento si sollevarono al– cune \'Ori di opposizione e si riuscì ad otte– nere C'he l'intero problema fosse sottop0sto ali' e1:ame cli una Commissione Parlamentare, nominata nel 1917 1 sotto la presidenza di Luigi Luuatti. La nuova commissione però non potè nemmeno iniziare i propri lavori, perchè, soprav,·cnuta la crisi gravissima dei p· ezzi, si senti la necessità di aggiornare le tariffe proposte dalla Commissione Reale, met– tendo'e in rapporto coi nuovi valori; e questo l:woro &ubì poi tanti e tali ritardi che ancora oggi non si sa a quale punto esso si trovi. Sorprc3o intanto dall'armistizio e dalla ne• cessità di prov, edere in vista della prossima ripresa del traffico intcrnazionnle, il Ministero Orlando si decise ad affidnre a tre fun1.ionari l'incarico di preparare una tariffa provvisoria destinnta a so~tituirc la tariffa del 1887, fin– chè il Parlamento non avess"' deliberato intor• no al nuovo regime doganale definitivo. Anche il lavoro dei tre funzionari, condotto nel piì:1 geloso segreto, per ragioni ancora sconosciute procedette con grande lentezza; cosicchè, men– tre si decideva finalmente di sottoporre le loro conclu:,ioni all'approvazione della Commissione Parlamentare, visto che intanto non era più possibile mantenere ali' infinito tutte k impor· taiioni sotto la rigida clisc1plina di guerra. si provvide col famoso <.h:creto 24 luglio a la– sciare, almeno ufficialmente. piena libertà d'im– portazione per tutte quelle voci che non fos– sero comprese nell'elenco delle merci proibite. Restavano quindi in vigore nei rapporti con gli stati al!Qlfti e neutrali i \'ecchi trattati di commercio, i quali, scaduti nel 1917 1 erano stati prorogati fino al (30 settembre sco:-sn, con la clausola che alla ~adenza sarebbero facilmente rinnovati per un nitro anno, se non fossero stati denunciati con un preav-.·iso di tre mesi. Con la mag-"•for pute degli Stati mondiali vige quindi sempre la tariffa del 188i, attenuata per un grandissimo numero di voci dalla tariffa convenzionale. Con gli Stati cx.nemici, essendo invece de– caduta ogni com·cnzione commerciale, do..-rcb-- l be vigere alla ripresa dei traffici la sola tariffa ~ generale del 1887 1 la quale per l'aumento dei· neo pre1.zi e wpr.1. tutto per l'enorme svaluta,.ione del marco e della corona non rappresenta più una diresa efficace. Perciò nel!' imminenza del riattivarsi degli scambi coi nostri vicini d'ol– tralpe, nel momento anzi in cui questi scambi dovevano esser già stati riattivati, si sottopose d'urgenza, ai primi di settembre, alla Com– missione Parlamcnt'are presieduta dall'on. Lu1.– zatti, uno schema di decreto contenente tutta 1~1aserie di au1'nentl sui dazi del 18S7 per quelle merci che più comunemente s'importa– vano dalla Germania e dall'Austria; una ta– riffa cioè che si è detta tdlraprotvisorio, da applicarsi solt:-into alle provenienze degli Stati ex-nemici o che avessero modificato in nostro danno il loro regime doganale, fino a quando non Cntrasse in vigore per tutti la nuova ta• riffa generale pronisoria. Ma nonostante la sua urgenza, anche il nuovo provvedimento ultraprowisorio non era de:,tinato ad andare in vigore; dopo aver su• bito numerosi rinvii nella sua preparazione, presentato finalmente ai primi di settembre alla Commissione Parlamentare per una appro– vazione sommaria, ei.;so, per l'opposizio,ae di molti interessati, era ripetutamente rimbalzato fra Commissione e l\lini:,tero, dichiarando la prima di non poter rigettare un provvedimenlO che si afferma\',\ lmprorogab1lc, ma di non po– ter neppure as~umcre alcuna responsabilità, dato che non le si dava nè il tempo, nè i mezzi di discuterlo e di emendarlo; e rifiu. tando:-.i nello stesso tempo il i\tinistero di as.su– mersi da o:.olola rc.-..ponsabilità cli un prov,•e– dunento, che solle,•a,•a tante opposizioni. Mentre dura .. ·ano queMe tergiver<.i,uioni e mentre ìl solo pro.. ,vedimcnto positivo er:t quel– lo di prorogare di mese In mese i trattati vl– !?enti, lo scioglimento improvviso della Cc:mera dei deputati, facendo decadere tutte le Com• missioni parlam<.ntari, lasciava. insoluta la que– stione, in modo che or:i al Ministero non resta altra alternativa che di assumere Intera la respon– sabilità della tariffa ultraprovvisoria, atlu:m– dola subito per Decreto Reale, o di attendere dopo il I Dicembre, l'apertura della nuova Camera e la nomina delle nuove rommlsssioni. 1 a situazione si presenterebbe quindi, a primo aspetto, assai fa•orevo!e per le industrie straniere, rhe vol~~ero riconquista.re il mercato italiano cd estremamente gra ... e per tutte quelle industrie <.'he son vissute finora in grazia !IOl– t'.lnto della protezione doganale o del regime proihitivo cli guerra. Contro un:\ tale situazione, che apparireb– be <"ffctti\'atnente rovino!-laper I quattro quinti clell'indu:ttria italia• a, si <1"nlcv:\tc \'ivi<;simc le proteste della Confederazione Generale dcl– i' Indu!-.tria, la quale chiede, in un SIIQ recen– tissimo memoriale, che la tariffa ultraprovvi– soria sia r~sa d' urgen1,a c~ecuti..,a per Decreto Reale, ma non prima di :l\'Cr subito tntti quei fortissimi aumenti che g!i industriali ritengono nece<1sari. Ora è qui precisamente il punto debole del– l'atlltale snlle\'ntione degli interessi industriali. La causa principale <lei ritardo nella compi– lazione e nell'appro .. ·a,:i.,ne della tariffa prov• ,·isoria ed ultra prov..-lsoria deve appunto attri– buirsi alla loro opposizione per l'assurda pre– tesa < he in regime di prowisorietà, fosse su– bito attuato il sisteav. della doppia tariffa e che nella stessa tariffa minima fo:ssero com• pre~i aumenti di dazi di carattere decijamente 219 proibitivo. Del ritardo che subiva intanto la •sistemazione del regime doganale; essi non si preoccuparono gran che, poichè sapevano di tro,·are tempre una difesa efficace nel regime delle proibizioni e ddle licenze, nell' ostruzio– nismo doganale, nelle difficoltà, nel!' alto costo e nella poca siturezza dei trasporti. Oggi invece> s :olta ta Commissione Par– lamentare e risorta la speranza di poter otte– nere per decreto reali! l'attuazione di gran parte dei propti postulati, la Confederazione dcli' I 1dustria sente a un tratto l'urgenza im– prorogabile c'ella tarirra ultraprovvlsoria. e ne chiede I' immediata appro\·azione; ma .... con tutti gli emendamenti da essa propugnati, ccl in particolare « c<.,n una re\'isione del coeffi– ciente cli maggiorazione per per tutte le voci nella misura più rispondente .tlle neces,ità della produzione del paese ». Ma chi legga nei n.i 220 1 224 e 225 del ... 'wle la tabella degli aumenti proposti dalla Commissione ministcriJlc, non ne ritrae affatto l' im1,,ressione di completa insufficienza su cui tanto insiste la Confodeu1z:one <lell'Industria. Per alcune \'0Ci - è vero - l'aumento è lievissimo; ad esempio per tutti i filati e tes– suti d'ogni genere esso è in media d'una metà della t~riffa del t887, mn in questo caso il punto di partenza era altissimo e si era rive• lato superiore ai bisogni dell'industria, la quale prima della guerra avea dovuto bensì superare un periodo estremamente critico, non per effetto della concorrenza estera, ma per l'ecces·m della produzione e per la concor• renza interna, e dmante la guerra si è tanto rafforzata che subito dopo l'armistizio ha po– tuto riprendere su ,•asta :-iCal:-t l'esportazione nei paesi balcanici e danubiani 1 senza essere in alcun modo danneggiate dai concorrenti inglc-.i cd americani, che esistono soltanto nella fanta•cia dei nostri nazionalisti. In tali condizioni un ulteriore aumento di protezione dovrebbe valere soltanto :i permettere alle in· dustrie tessili di csercit:ue il dumping sulle spalle dei contribuenti nazionali. Nè possono ritenersi insuflklcnti ! dazi quintuplicati per alcune qunlit;\. cli pelli, quelli raddoppiati, o quasi, per le lamiere stagnale, i dazi triplicati per le mietitrici e falci:itrici e per la maggior parte elci prodotti chimici; come devono sembrare enormi agli stessi In– dustriali i nuovi dazi propo~ti per i colori de– rivati <lai catrame, nella mlsur,1 di 250 lire al quintale (per un prodotto che prima della guerra !ii vencle\'n in media a poco 1h) di 400 lire al quintale e si importava in frar• chig=a). Più giustificati po~ono apparire i lamenti dei metallurgici e dei meccanici, i quali - tolte le lamiere stagnate, le mietitrici, le fal– ciatrici e pochi ..siml ahri pmdotti - otten– gono aumenti che si :,ggirano fra la metà ed i 7/10 det clnzio antko. l\fa questi industriali più che con la commhs one ministeriale do– vrelJbcro I rendersela lOi siderurgici, che an– cora una \'Olta si R0n 'atti la parte elci Icone ottenendo che il da:do sulla ghisa in pani ~ia elevato da Jq a 30 lire la tonnellata, sul ferro greggio in masselli e sull'acdaio in pani da 27,50 a 55 i contribuendo così ad lnaspri=-e e ad eternare la mas:,ima causa d'Inferiorità delle industrie metallurgiche e meccaniche che d riva dall'alto costo della materia prima. Ma ammcs~ pure che gli aumenti di ta– riffa progelt .ti chi Mipistcro non siano pro• porzionati agli aumenti a/1110/i dei prezzi ; non è questa la ragione vera per cui si agita In queste, momento la Confederazione dcli' Jndu– stria. Se in realt;\ la sua preo. cupazione fosse quella di proporzionare i dazi secondo le con– tir.ue osdllazioni dei pre1.1.i,essa avrebbe do– .. ·uto chiedere che si estendesse ali' ltalia Il sistema adottato in Francia, di aggiungere cioè al dazio della vecchia tariffa un dazio complemcnta"'e od valorem, variabile quindi col variarr. dei pre1.zi . l\Ia In rcalt:\ gli industri di si preoccupano molto limitatamente del pericolo immediato dcli' invasione dei manufatti tedeschi; essi ne par1 :i.no perchè è un buon argomento per i loro fini, ma sanno benissimo che, tolte po– chissime eccezioni, l'industria tedesca non è affatto in condizione, né per disponibilità di manufatti o di materie prime, nè per ll\'ello dei costi, di pcn,are alla riconquista imme• diata del suoi \Cechi mercati. In realtà lata.

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