L'Unità - anno VIII - n.43-44 - 30 ottobre 1919

220 riffa ultraprovviloria interessa ora alle industrie protette, pcrchè sanno che essa è la prepara ... donc della tariffa provvisoria generale, come questa sarà il ponte di passaggio alla tariffa definitiva. Conquistare quindi oggi 1 alla cheti– chella con un semplice decreto reale, un sen– sibile inasprimento di dazi significa per essi aver partita vinta quando il regime doganale, fra uno o due anni, verrà alla luce del dibat– tito parlamentare; poichè gli interessi che per effetto di quella tariffa si saranno consolidati, i cap:tali e le maestranze, che vivranno della nuova protezione, costituiranno un'arma po– tente per rappresentare ogni mutamento in senso opposto come un disastro nazionale. - L'UNITA Contro le nno\'e richieste della Cor,fede– razione si è le\·ata finora la sola voce dcli' In– dustria Serka, che ha parlato io nome di tutte le industrie esportatrici, interessate ad una politica di libertà. - Che fanno intanto gli agrari? Pensino che, mentre essi indugiano, la Confederazione del- 1'Industria, ha creato un apposita commissione che siede a Roma in permanenza cd ha il preciso incarico di mantenersi in quotidiano contatto con gli uffici competenti e di assi– stere la Commissione ministeriale nella elabo– razione o rielaborazione della nuova tariffa ! G. L. Sulla smobilitazione aeronautica bastato che avessero portato subito dal Tren– tino superiore gli immensi materiali in legname che ora sono distrutti, e costruite baracche, ed accumulati Vi\'eri e chiamati gli antichi abitatori all'opera di ricostruzione. Sotto la guida di questi, dopo un rapido Yastrella– mcnto dei proiettili, avrebbero dovuto rilavo– rare la terra le migliaia di prigionieri che, vero gregge umano, ,•edevo spidocchiarsi ozio– samente al sole, fingendo d'occup:irsi a su– perflui lavori stradali. Quella zona era invece interamente deserta. Nessuna traccia di rico• struzionc. Soltanto una volta vidi due poveri vecchi lavorai e penosamente un piccolo campo, presso una casetta diroccata. E quello spetta• colo d'attaccamento ostinato alla terra e di laboriosità disperata di chi, per colpa e per negligenza dei dirigenti, era abbandonato da tutti, mi riempì di dolore. La rapidibsima disfatta austriaca colse di ~rprcsa anr.he i capi dell'Aeronautica militare. )folla di strano. Ma era lecito aspettarsi che, dopo l'inevitabile confusione dei primi giorni, qualche mente organica di dirigente, presa una rapida visione delt' immenso materiale abban– donato dagli austriaci, adottasse i rapidi prov– vedimenti necessari a tutelado e ad utilir.zarlo. A dire il vero, avrebbe detto che c'era qualcuno il quale pensava ad una tale opera chi avesse giudicato dal numero degli auto– veicoli d'aeronautica che, al principio di no– vembre 1918, quando le nostre truppe erano appena entrate in Trento, ed erano ap, ena riattivate le interruzioni stradali, correvano in tutli i sensi le brutte strade della Val Laga– rina, portando ufficiali d'ogni grado e d 1 ogni qualità. Il comando aeronautica 1 Annata s'era trasferito in gran fretta da Verona a Trento, stabilendosi quasi di faccia ~Ila st~zione, nel suberbo ll6tel che si era chiamato dell'Impe– ratore. Ai comandi di gruppo e di squadriglie dislocati al di qua delle vecchie lince, veniva cl'ora in ora raccomandato di tenersi pronti a partire ptr i nuovi campi. Ma su tutte le grandi rotabili del Trentino era pas·mta, per giorni e notti, una turba di fuggiaschi, affamati ed esasperati, che avevano iniziata l'opera di saccheggio e di distruzione. Dietro, vennero le nostre truppe, ed infine (non so se male minore) ...... i nostri coman• danti in automobile! E pazieoi.'\ se, saziate tutte le cupidigie, si fosse provveduto subito a mettere i11 salvo il resto. ln\'ece (come se la guerra non fosse fi– nita!), mentre si face\rano progetti, sempre nuo\•i e sempre più assurdi, cli trasferimenti di gruppi e di squadriglie ~ui nuovi campi, que– sti \'enivano lasciati quasi in abbandono per più di due mesi ! Inspiegabilmente, quando proprio avrebbe dovuto cominciare il vero la• voro, il Comando aeron,~utila I Armata ritor– nava da Trento a Veron:t. 'E soltanto nel gen– naio c. a. la 31• Squadriglia si trasferì sul campo di San Giacomo di Bolzano, con il ·compito difficili3~imo e strano di fotografare tutta la nuova linea di confine. Sul campo di Cardalo (Trento) in un primo tempo fo portata una sezione S. V. A., e per essa, essendo s<midistrutti gli /Ja11gars austriaci, :;i fecero venire ch:e /1a11gars Bcsonneau dal– !' interno. Poco dopo, la Sezione fu trasferita a Bob:1no, ed ~nche i nostri ha11gars 1 abban– dona'.i in~ieme al campo, andarono ir. rovina. Ad una trentina di chilometri da Trento, a nord della stretta di Salorno, il campo di Egna, dove erano ancora ammassati materiali d'enorme valore, restò aflidato unicame1tte alla guardia di alcuni soldati di fanteria. Tali cose constatai personalmente quando, nel febbraio u. s, fui mandato dalla mia Squa– ùriglia a prendere in consegna il campo di Gardolo. Malinconia di ciò che vidi! Non una delle trenta e più baracche austriache era in– tatta. A~zi 1 le stesse costosissù11eriparazioni e ricostrm.1011ii" usa~ le/li~ pavùne11/i erJ ùnpianli e/ellrici da 11oi~,guilt~ romi11cia1Ja110 at! essere dislrullt. La guardia era fotta da pochi sol– dati, su di un vastissimo camr,o: e di ciò ap– profittavano i borghesi per rubare ogni notte ferramenta e legname. Pochi giorni dopo, un violento temporale scoperchiò e danneggiò gra\·emente un ha11gar Besonnc,m (italiano), che avevo trovato man– cante d'un telone. Ma il bel !o si fu quando ricevetti ordine del comandante del 3° Gruppo aeroplani di far approntare il campo per la imminente venuta del Gruppo stesso. Una ormai lunga esperien.i.a m' insegnava quanta stabilità avessero i progetti mililari. Comunque, chiamai l'impresario del Genio militare di Trento per conoscere il preventivo dei lavori, e seppi da lui ~he, per rimettere un poco in assetto il campo, occorrevano un centinaio di m. 1 di vetro, non ricordo quante dèciac di porte e dì finestre, e quante centinaia di ta– vole! L' impresmio era dispo~to a cominciare anche subito - è naturale! - ma io volH scrivere al mio comandante, pregandolo d'ac– certarsi, prima d'iniziare lavori cosi costosi, se il Cruppo sarebbe realmente venuto a Gar– dolo. Non ne ebbi risposta. Ed allora, di mia iniziativa, di mia responsabilità, non ne feci nulla. li Gruppo non si trasfcri mai sul campo di Gardolo! Lo stesso Comando di Gruppo mi ordinò anche, per lettera, di ritirare con un camion dal campo di Eg11auna deci11adi cas~ette austriache per ferri meccanici, vuote, ma ancora utilizzatiili. Andai. E mi si offrì ancora uno degli spetta– coli più tristi della nostra incuria colpevole: il campo, amplissimo e recinto da gran numero di magnifiche baracche, era in gran parte in– vaso dall'acqua. Cataste enormi di materiali d'ogni genere e specialmente di grossi murali e tavole di larici e d'abete, erano sparse un po' dovunque, affondate negli stagni. Un ca– porale faceva la guardia con alcuni uomini. Un ufficiale del Comando di Tap1~a,cui espressi il mio dolore e la mia indignazione, mi rispose tristemente che c'era di più: una enorme quan– tità di cuoiami giace\'a da tempo nei pressi della stazione, e si deteriorava per la muffa, senza che le autorità pensassero a rimuo\'erla di là. Era assolutamente proibito toccare, e basta! Trovai a fatica le cassette in una ba• racca: sconquassate, con le cerniere e le ser– rature divelte e gli scomparti spezzati. Assolu• tamente inservibili. Chi a\·eva avuta la lumi– nosa idea di far percorrere 50 km. ad un camion per rimuoverle di là? Sul eampo di Gardolo, fin dai primi giorni erano a mia disrosizione una ottantina dj pri– gionieri unghere:..i, t hc non sape,·o come uti– lizzare perchè, anche a voler riattare le ba– racche, mi mancavano materiali ed utensili. Di mia iniziativa, e perch6 mi faceva male al cuore il pensare che tanti uomini vigorosi e buoni lavQratori, che mangiavano il n stro p::me, rimanessero inoperosi, li mi::.i a riattare le strade ed a raccogliere il materiale di latta e di ferro sparso 0\'unque. Ho narrali questi piccoli episodi pcrchè i profani si facciano u:ia idea dei metodi us.i-ti da chi aveva dalla nazione potere illimitato e mezzi enormi, quali nessuna autorità civile possederà mai. Posso concludere c.he, se buona parte del materiale aeronautico del Trentino fu distrutto o Tubato nei primi giorni di novembre 1918, quasi tutto il resto fu lasciato andare vergO– gnosamente io dbsoluzione nei mesi che se• guirono. Non mi meraviglierei se mi si dicesse che, a tutt'oggi, i rottami rimasti non sono ancora stati rimossi. •** Più tardi, ncWaprile, passando in treno tra Serravalle, ~-I.irco e )fori, per quella tragica regione che conservava ancora tutte le im– pronte della guerra, pensavo quanto una bu– rocrazia intelligçnte, attiva ed onesta avrebbe potuto fare per quei miseri paesi. Sarebbe . .. Nè meglio si procedette nell'interno del paese. Soltanto nel luglio u. s. si seppe quali erano i campi d'Aviazione della I Armata de– stinati a restare, e quali do,·e,·ano scomparire. Ma neppure allora si procedette alla rapida liquidazione di questi ultimi. Due mesi fa, io stesso vidi che sul campo di Ponte S. Marco, ormai abbandonato, restavano vari har,gars. · Tuttora - a quasi un anno dall'armistizio e con– clusa la pace coli'Amtria l - sono sul campo di Montichiari (Brescia) - uno di quelli de• :stinati a scomparire - sci o sette ha11gars, ed una ventina di baracche. Ed in quali condi– zioni ! Nel settembre scorso, un furioso tem• porale scoperchiò e danneggiò gravemente gli uni e gli altri. Ed ogni giorno che passa segna la progressiva distruzione di quei materiali che costarono molti milioni allo Stato, che, utiliz– zati a tempo, aHebbcro potuto rendere ancora moltissimo; e che, tra poco, nulla varranno più. Vengono preJ}Osti alla vendita ufficiali che pos– sono avere tutte le migliori qualità, tranne la c,;mpctenza per trattare con i compratori. Qualche mese fa, domandai ad uno perchè si tardasse tanto a vendere: ed egli mi rispose che si attendeva l'autorizzazione a ciò dalla pubblica.i.ione del Decreto rdati\'O sulla Gaz– zella Ufficiale! Anche qualche mese fa ml fu detto che, sciolta l'Aeronautica I Armata, tutto il personale di essa - un colonnello,. un maggiore, un capitano e vari altri uffi– ciali - erano restati sul campo di Tombetta (Verona) .... per scioglierlo. Ed intanto, devono essere mantenuti sui vari campi piccoli reparti che, distàccati c0me sono, si servono necessariamente di mezzi automobilistici per il prelevameoÌo viveri e per altri bisogni, e che costano perciò enor– memente allo stato. D.i ultimo: alla fine luglio u. s. venne dal Comando Aeronautica I Armata ordine im– provviso alla 59• Squadriglia S. V. A. sul Campo di ~Iontichiar! di partire entro ve11ti– qunttro ore per Taranto, donde si sarebbe im– barcata per l'Asia 1\•Iinore.Nessuna dilazione fu amm';:SSa: una parte del materiale fu cari– cata, dio sa come, su carri ferroviari, il resto fu lasciato in gran disordine sul campo. La Squadriglia giunse a Taranto, e non trovò nè ordini presso 1 1 Intendenza A. M.. nè un piro– scafo per imbarcarsi. Si mise in comunica.i.ione con il Generale Bonglo\'anni 1 allora Coman– dante del Corpo di spedizione dell'Asia Mi– nore, Il quale dichiarò, non solo di non avere domandata la Squadriglia, e di non averne bi• sogno, ma di non tenere neppure un campo per riceverla, \ In tali condizioni, la Sqlladriglia stessa rimase per quasi due mesi a Taranto - men– tre i soldati e gli ufficiali, male alloggiati, am– malavano quasi tutti di malaria -, finchè, J alla fine di settembre, venne oPMinedi ritor• nare nel\' Italia Settentrionale, al campo della Comina (Pordenone), dove attualmente la Squadriglia si trova. Chi può dire q ,·anto sia costato quel trasferimento? E ciò, mentre di– fettano i mezzi ferroviari per i trasporti più urgenti alla nazione! Di tale enormità i dirigenti si palleggiano ora allegramente la responsabilità. Se criteri simili prevalgano ovunque, mal– grado gli enormi materiali recuperati o recu• perabi'i, un anno di smobilitazione costerà aWItalia non meno d'un anno di guerra. FERDINANDO BERNlNJ. Perchè manca l'olio Debbo consegnare ali' Ente autonomo dei, consumi di Roma circa trecentocinquanta quin– tali di olio a saldo di un contratto regolar– mente autorizzato dal Commissario dei con• sumi, ma mentre mi accinge\'O a spedire detta merce, la Commissione di requisizione di Bari, mi ha precettato l'olio presso il mio corri• spondenle di Bisceglie, sig. Nicola Papagnl. Sono due settimane che mi agito e faccio 1a spoletta tra il Commissariato e l'Ente au!<> nomo e dopo infinite discussioni e, mentre !torna manca assolutamente di olio, ho a\'uta questa incredibile risposta: L#olio ,equùilo non si pu3 derequi'sù·eI (dogma), sia pure se era assegnato ali' Ente autonomo di Roma! La ditta Alicandri Ciufelli può finanziare presso questo Ministero trecentocinquanta quintali di olio, più il relativo fuslamc a lire lrm/'1 ptr 1uinlale# e questo Ministero procured di asse– gnarle proprio l'olio che la ditta ha presso il sig. Papagni per farlo inoltrare all 1 Ente auto• nomo di Roma. • Dunque io dovrei versare al l\'[inistero circa centosessantamila lire, perchè il l\lini .. stero le inviasse regolarmente, con le debite pratiche burocratiche, a Bari alla Commissione· di requisizione, che poi dovrebbe puntualmente ripagarle al mio incaricato di Bisceglie che, naturalmente, le rimetterebbe di nuo,·o a me stesso. In altri termini, io, a mezzo del Mini– stero, della Banca d'Italia, della Commissione di requisizione, ecc., dovrei pagare a me stesso l'olio per avere il permesso di spedirlo all'Ente autonomo dei consumi di Roma ! ! ! Nè questo basta I lo dovrei acquistare dal Ministero il fustame a lire trenta al quin– tale, mentre ho grande abbondanza di rusti miei, che sarei ben lieto di cedere a venti lire, vale a dire dovrei acquistare del \'Uoti che non mi occorrono e per di più pagar.li un prezzo superiore a quello che oggi essi. valgono sul mercato. ALJCA~URI CIUFELLI, (dal 11/essngge,:o del 13 ottobre). L'aiuto degli amici Un. gruppo di amici di Bari ha inviato• agli abbonati dcli' Om1à una circolare per rac– cogliere fonr\i per Ja lotta elettorale, in cui Gaetano Sa!vemini è impegnato in provincia di Bari, portato neJla I sta dei combattenti,. insieme ad altri due soci della Lega demo-. cratica pel rinnovamento nazionale: Eugenio Azimonti e Vincenzo Orlandi. Ecco la nota dei primi sottoscrittori, che. tiene conto di ricevuta. Per le elezioni di Bari e di Catania Prof. L. N. L. 10,ov Avv. Levi Momigliano . . . » 10 1 00 Prof. Francesco Satullo. . . » 10,00 Avv. Sil\•io Saracco. . . . »- 10,00 Dott. Gino Lombroso Ferrero. »- 20 1 00 Prof. Aldo Casciani lngoni » 20 1 00 Sig. Roward Teofilo Gay • » 10,00 Dott. Luigi Emc-rv . » 109 OP Prof. V mcenzo Craici . . » 5 1 00 Sig. Filippo Magrone. . . » 20,00 Pror. E.tore Rota. » 50,00 Sig. Ruggero Ruggerini. . . • 5,00 Prof. Dott. Carlo M. Patrono. » 5 1 00 Sig. Benedetto ì\lainaldi . • » 5,00 Dott. Ignazio Abbate . . • » 5 1 00 Un gruppo di giovani da Fran- cavilla Fontana. . . . Dolt. Adolfo De Gaetani . Prof. Salvatore Alberobelto Sig. Carlo Della Seta . . Sig. Carlo Umelli Gadola . Prof. Pietro Oreste . . . Pror. Giuseppe Chiarini . Prof. Ernesto Lugaro . . Prof. Emilio Ralieny Dott. Francesco Nicolano . Dott. Ausonio Zuliani Sig. Carlo Barale. . Sig, Angiolina Dotti. s;g. Ponente Guido . Prof. Ida Ghisalbcrti. Sig. Giovanni Bianchi Prof. Cerone Antonio Sig. Piero Pieri . . . Prof. Piero Calamandrei Avv. Augusto Foà . . » 100,00 » 15,00 » J0,00 » 10,00 » I0,00 » 20,00 » I0,00 » 10,00 » 10,00 > J0.00 » 10,00 . » 5,00 » 25:00 » 10,00 » 12,00 » 15.00 • 20,00 » 25100 E01STO CASA.GLI Gtrenlt ruj>otuaòil.t Tipogrnfia Galilciaon, Via S. Zanobi n, 64

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