L'Unità - anno VIII - n.39 - 25 settembre 1919

Lo Stato Che cos'è lo S. M. ? È un corpo di ufficiali che teoricamente dovrebbe essere esperto in tutte le branche dell'arte militare, sì da essere in grado di ri– solvere prontamente e nel miglior modo ogni questione relativa :.dia strategia, alla tattica, alla logistica, all'organica ecc. ecc. sia in pace sia in guerra. In allri termini, dovrebb' essere un gruppo d'ufficiali scelti e distinti « per in– telligenza, per condotta, per costante scrupo– losa O'-SCrvanza dei propri doveri, per amore allo studio ed al servizio, per qualità militari sia morali che fisiche» (D. M. G. 22 - VI - 191I, § 5), che tratti per concorso dalle armi di fanteria. cavalleria, artiglieria e genio, dcpo aver frequentato una specie d'uni\•ersità mili– t~ :i.re per tre anni nell'apposita Scuola di Guerra, siano dichiarati idonei a coadiuvare il Coman– dante d'una Grande Unità in guerra ed in pace nelle sue normali attribuzioni. Nella pratica l'ufficiale di S. :M. è prepa– rato soltanto per la guerra, giacchè i periodi che una nazione trascorre in pace sono con– siderati, militarmente parlando, come periodi di preparazione alla guerra, e perchè il fun– zionamento di un comando in tempo di pace non esige, in verità, elementi fomiti di spe– ciale cultura. Un embrione di scniizio di S. M. s'inCDn• tra fin nell'organizzaztone dei più antichi e– serciti : intorno al comandante di un esercito, infatti. troviamo sempre un nucleo di consi– glieri e fiduciari, i quali però non rappresen– tavano una specie di casta privilegiata - co– me è invece da noi - ma erano quelli, che a scelta e giudizio del condottiero, danno maggiore affidamento per cultura, per carat– tere e per devozione. Lo S. M., inteso come gruppo di ufficiali scelti e preparati tecnicamente, è un' istitu– zione dei tempi moderni (il nome risale ap– pena al regno di Luigi XlV). Il creatore del corpo di S. M. moderno ru Federico II di Prussia, il quale fondò la prima Scuola mi– Htare di S. 1\1., sostituita poi nel .1816 dalla Scuola generale di guerra, alla quale erano ammessi i migliori ufficiali inferiori prussiani con condizioni su per giù eguali a quelle che più innanzi vedremo adottate dal Governo italiano. GU « aquilolli ,., però, della Prussia non furono molto fortunati con Napoleone, il quale rivoluzionò le teorie militari della scuola fondata da Federico U, dove erano in fiore molte viete tradizioni feudali sull'arte di far la guerra. 11 feld-maresciallo Moltke, che perfezionò 1o S. l\l. prussiano, la pensava così circa le attribuzioni degli ufficiali di S. M.: il coman– d:;.nte deve rappresentare la mente diretth'a, l'ente coordinatore ed il creatore della mano– vra ; intorno a lui vi devono essere degli uf– ficiali scelli e di fiducia che lo consiglino e ragguaglino esattamente sulle situazioni, prov. vedano all'attuazione delle sue diretfo,e, alla compilazio..ne degli ordini ccc. ecc., non solo, ma diano anche un affidamento tale da poter loro permettere qualsiasi iniziativa e libertà d'azione sul campo di battaglia. Napoleone, al contrario, per il suo spic– cato .: egocentrismo » non volle mai conce– dere ai suoi consiglieri alcuna libertà d' ini– ziativa: i suoi coadiutori dovevano solamente e redelmente eseguire gli ordini da lui emanati, perchè unicamente cosi - egli ragionava - la vittoria poteva sempre arridere alle armi fran– cesi. Non sempre, veramente, perchè la storia ci ricorda come il maresciallo Berthier, capo di S. M. di Napoleone ed incaricato da que– sto di fare I:\ radunata per la campagna del 1809 1 nella manovra di Ratisbona sarebe stato sconfitto dall'arciduca Carlo se non fosse pron• tamente accorso da Parigi l1imperatore in per– sona, il quale aveva pur mandato delle diret• th-e, riuscite però poco chiare al Berthier. . Dal che si deduce che il concetto napo– leonico di non permettere alcuna iniziativa agli ufficiali di S. l\I. nell'interpretare cd ese• guire gli ordini superiori può esser causa di sconfitta, e che il sistema moltkiano, im·ece, risponde di più a.Ile fluttuanti esigenze e con– tingenze della guerra. Questo fatto, consa– crato da molte esperienze registrate nella sto– ria militare, ha dato ragione ai Tedeschi per L'UNITA Maggiore quanto ha tratto alla preparazione culturale e morale del corpo di S. i\[. ; e perciò il me• toJo di preparazione prussiano 1 opportuna– mente temperato nel limitare :jolo a casi ec– cezionali la libertà d'iniziativa degli ufiiciali di S. M., ed anche convenientemente adattato all'indole dei diversi popoli che vollero se• guirlo, fu riconosciuto il migliore fino all'inizio della grande guerra europea. In Francia, nell'a11cic11 ,.lgù11c e durante la rivoluzione e l'impero, gli ufficiali di S. M. ve– nivano reclutati a scelta dei generali. Nel 1818, per opera del ministro della guerra GoU\·ion-Saint-Cyr, fu CO!llituito un co1po di S. 1\1., che si radunava e preparava a Saint-Cyr. Dal 1880 questo corpo chiuso venne sostituito da un sei vizio reso accessibile a tutti: fu isti– tuita perciò una Scuola superiore di Guerra al posto della soppressa Scuola speciale di S. M., dove potevano essere ammessi gli uffi– ciali di tutte le armi che aspirarnno a conse– guire il brevetto di S. M. I ritenuti idonei fra questi, durante la loro carriera, alternavano il ser"izio presso i comandi con il servizio presso le truppe della propria e delle altre armi. In Austria-Ungheria, il coq>0 di S. M. era -,,otlutato con leggi e 1cgo!e derivate da quelle analoghe in vigore .nella Germania. Lo S. M. in Italia prima della guerra. Il sistema tedesco fu seguito anche in Italia. Come si reclutavano e come si prepa– ravano i nostri ufficiali di S. l\I. prima della guerra, vedremo subito rileggendo il Dee. l\Hn. Guerra 22-Vl•1911. che contiene le« Pnscn._ :io11ie programmi per I' a11tmissione alla Scuola di Guer,·a >. I capitani ed i tenenti di fanteria e caval– leria che si fossero distinti per qualità morali e militari durante quattr'anni e quelli di ar– tiglieria e genio durante tre anni di effettivo servizio nei propri reggimenti, si da apparire mctitevoli di concorrere ali' avanzamento a scelta, potevano partecipare agli esami per l'ammissione ai corsi della Scuola di g-uerra, la quale in ciascun anno disponeva di cento posti per nuovi allievi. Norme severissime do– vcrnno garantire l'assoluta onestà e sincerità degli esami. li giudizio definitivo sull'ammissibilità de– gli aspiranti alla Scuola di Guerra, oltre che sul risultato degli esami, do,·eva inspirarsi al criterio che i candidati avessero complessiva– mente dato prova non soltanto di possedere la coltura generale e le cognizioni necessarie per seguire col maggior profitto il corso di studi della Scuola di guerra, ma altresi d' in• telligenza e raziocinio tali che apparissero su– scettibili di ulteriore efficace sviluppo. Certamente, se le disposizioni del De– creto 1911 avessero potuto applicarsi in tutto il rigore della lettera di esse, i nostri ufficiali di S. M. sarebbero stati veramente dei tecnici scelti per moralità militare e sociale non che per intelligenza e cultura professionale e ge– nerale. Ad onor ciel vero è do,·eroso dire che, durante questa guerra, qualche ufficiale di S. M. del tipo ideale si è potuto rivelare i chi scrive ha av~to la fortuna di conoscerne ed avvicinarne. Ma al disopra, al di sot•o ed a fianco di questi « rari aves ~ quanta miseria morale, quale « mare magnu"' » di mediocrità, nel più esteso significato che si suol dare a questa parola! Questa deficienza quasi generale - per rispetto alla qualità - del nostro corpo di S. M. si spiega benissimo quando si pensi che molti ufficiali riuscivano ad entrare nella Scuo– la di guerra. - cd anche ad uscirne con esito favorevole - non per meriti propri, di cui erano scarsamente od affatto sforniti; ma solo per losche inframmettenze di autorità militari o di personalità politiche. Quando l'ufficiale concorrente era stato dichiarato ammissibile, nell'anno stesso in cui aveva fatto gli es:1mi 1 veniva comandato alla Scuola di guerra in qualità d'allievo. Le ma– terie insegnate nella Scuola erano: tattica, logistica, organica, armi e tiro, storia militare e politica, lingue, geografia, topografia, rego• lamenti, scienze giuridiche, politiche e sociali ecc. ecc., e si facevano contemporaneamente molte esercitazioni pratiche di tattica, logi– stica, topografia ecc. ecc. Kon :,i può dire che i programmi d'inse• gnamento non fossero bene studiati ed opportu– namente ripartiti ; ma, viceversa, erano gli inse– gnanti - ad eccezione di qualcuno ,·eramente Hlustre e di pochi altri buoni - impari al loro alto compito. Parecchi professori pote– vano a stento dominare la marea dei 11iot– teggi1 delle satire e persino dcgl! scherni pro– venienti dagli allie\'i intelligenti e colti e quindi rimanere nell' olimpico consesso sol– tanto usando l'espediente di mettersi in au– torità e di far valere in mancanza d'altro, iì proprio grado militare. Il regime del terrore morale e militare poi era in vigore per quei pochissimi allic\l che, giunti per proprio valore alla Scuola, senz'al– tro appog~fo che quello derivante dai meriti personali, si sentivano ad ogni momento mi– nacciare il rinvio ai corpi di provenienza ! Alla fine dei corsi l'ufficiale, che aveva sui,crato felicemente tutte le pro,·c prescritte, veniva mandato in « e-'pcrimento » per un anno presso un comando ; dopo il qual pe• riodo, e risultando ancora idoneo, egli veniva nominato ufficjale di S. l\I. Come tale era ammesso a godere di una certa aliquota di vantaggio, rispetto ai colleghi di pari grado, negli a\'anzamenti fino alla nomina a tenente coionnello. Ad ogni promozione però l'ufficiale di S. l\I. cessava di appartenere al corpo di S. M. e tornava al comando di truppe della propria e di altre armi, secondo che il suo nuovo grado comportava. Due anni doveva trascor– rere nel servizio presso le truppe, e poi ve– •niva richiamato in un comando con la quali– fica di « ufficiale in servizio di S. M. »; in• fine rientrava nell'organico del vero S. M., quando, per vacanze aHenute nei quadri, questo .::orpo poteva consentirne il passaggio. La disposizione per cui l'ufficiale di S. :M. ad ogni nuova promozione doveva ritornare al comando di truppe, anche non della pro– pria arma, era ispirata ad una grande sag– gezza, basata sul criterio che l'ufiiciale di S. M. non doveva cunsiderarsi come un padreterno vivente nelle nubi, ma, come tutti gli altri, ch'erano inquadrati con i soldati, doveva es– sere buon conoscitore dell'animo e dei bisogni delle truppe delle varie armi in ogni contin• genza, con in più quel corredo di cognizioni superiori che era necessario ad un ufficiale che poteva esser chiamato a disimpegnare le funzioni di un addetto ad un comando. Ma quanti ufficiali di S. M. prima della guerra non eluscro le prescrizioni di questa saga.ce legge ? Quanti ufficiali di S. l\I. pote– ' ano al principio della guerra con sincera co– scienz .l affermare di essere pcnetrnti nell'a– nimo del soldato fino al punto di saperne mo– della.re e guidare la parte interiore più sana e più eletta si da renderla pronta e capace anche del supremo sacrificio per la Patria? In realtà, toltine pochissimi rejetti, l' uffi– ciale uscito dalla Scuola di Guerra ed entrato nel Corpo dì S. M., era sempre ufficiale di S. M.• e faceva tutta la sua carriera negli ur– fici, tenendosi monasticamente lontano da ogni contatto con gli ufficiali e con la truppa di arma combattente. Ammissione nello S. M. di ufficiali delle cat. in congedo durante la guerra. I difetti, sopra deplorati, nella scelta. e nella preparazione morale e tecnica dei nostri ufficiali di S. M., le aument,1te richieste di questi ufficiali per l'accresciuto numer('I delle Grandi Unità costituitesi per la Guerra, il « ricupero » e l'utiliZZJzione - per far fronte a queste richieste - di elemcQti che o erano stati d:chiarati non idonei al servizio di S. M. dalla Scuota di guerra o di questa non ave– rnno ultimato i corsi regolari, infine ragioni derivanti da incompatibilità di caratteri - cosa questa di gran. momento nel funzionamento dell0 S. M. - produssero una seria crisi nei comandi al principio della guerra. Si cercò di riparare in qualche modo a queste difficoltà con l'istituire dei corsi pratici di campagna su questo servizio, ai quali, dopo lunghe incertezze e discussioni, nella fine del 1917 furono ammessi anche gli ufficiali delle categorie in congedo che avessero una certa età, una laurea, un determinato periodo di servizio in zona di guerra, spiccate qualità morali, militari, intellettuali, fisiche e prece- 199 denti civili illibati. Questi nuoYi ufficiali di S. M., fatti per la guerra, di cui precedente– mente avevano vbsuto i pericoli, le pe!10,:;:e ansie cd i grandi disagi fra i soldati, in trin– cea o comunque sulla linea del fuoco; questi borghesi militarizzati, già avvocati, ingegneri. professcri, giornalisti, studiosi ecc., che por– tavano nello S. ì\l.. oltre ad un'ampia espe– rienza diretta della vera guerra, una nuova mentalità nutrita di larghi studi sociali e so– pratutto un'anima monda d'ogni scntime□to d'invidia, cl' egoismo e d 1 arrivismo - quasi sentinelle avanzate del Paese in mezzo al « grande • S. l\'f.,sempre gelosi.ssimodelle sue prerogative a bello studio esagerate e circon– fuse da un vcl > di nebbia misteriou - ; que– sti borghesi militarizzati produssero effetti, la cui benefica influenza fu subito sentita dopo Caporetto. Riforma dello S. M. nel dopo guerra. Dopo le doloro:,,e esperienze fatte in que– sta guerra, il nostro S. M. così com'è ora. non ha più ragione d'esistere. Esso deve finire. Si sa che la direzione dcli' ultimo corso pratico di S. M., svoltosi nella Scuola di guerra a Torino dal settembre al dicembre dell'anno scorso, ebbe l'incarico ufficioso dal Governo d'allora di studiare il progetto di un nuovo ordinamento degli studi superiori mili– tari italiani. L'incarico fu accolto con ntu– siasmo ed a Torino si dette subito mano a compulsare programmi e regolamenti delle nostre Università, di scuole superiori mi– litari e d'istituti scientifici civili esteri e spe– cialmente francesi. Pare che il progetto fosse studiato e poi compilato dopo lunghe di· scussioni tra GO\·erno, Comando della Scuola, autorità politiche e militari. L'attuale ninistro della guerra sembra che ora abbia già tutto pronto per la trasrom1a1.ione del Corpo di S. M. e la conseguente istituzione d'un' uni– versità di studi militari sul modello francese. « Pare ».... « sembra ».... quanti misteri se si tratta di riformare il nostro Olimpo militare! Ma, insomma, ci vuole un'altra gm.:rra per convincere il l'acse che il nostro S. M. è Il corpo che meno brilla per preclare virtù ? Che il metodo migliore da seguire è quello adottato per le istituzioni civili congeneri, do– ve i giovani laureati più distinti, per ingegno e per volontà, possono aspirare allo S. M, - dirò cosi - borghese ? Si istituisca una libera università militare, vi si mandi ad insegnare delle personalità che abbian dato prova di poter tenere con onore una cattedra di scuola superiore, si ammet– tano ai suoi corsi per turno, tutti gli ufficiali, sia di S. A. P. che di complemento, che siano veramente « suscettibili d'ulteriore efficace svi– luppo » ed abbiano dimostrato sicure attitu– dini alla carriera delle armi. Gli ufficiali am– messi, durante l'università siano dispensati dal "estlrc l'uniforme; si mandino all'estero gli ottimi tra i laureati; sia data aria e luce al misterioso palazzo di Corso Vinzaglio, ren– dendo il servizio di S. 1\1. aperto a tutti, tra– sformandolo cioè da un rorpo chiuso, com'esso è attualmente, in un servizio, a cui di volta in volta possano essere chiamati tutti quegli uf– ficiali che hanno le attitudini e la prepara– zione per esercitarlo, ma che, per questi in– carichi temporanei, non devono cessare dal far p<ljte dei corpi combattenti e non dovono godere di alcun pri\·ilegio di carriera. li nostro esercito non ha bisogno di pochi ufficiali scelti, costituiti in una casta chiusa, a cui siano riservate quasi per diritto divino le qualità e la competenza speciali necessarie per il servizio di S. M.; ma ha bisogno di avere il massimo numero di ufficiali forniti di una istruzione superiore e una preparazione particolare perchè <.livolta in volta, secondo i bisogni urgenti del momento essi possano es3er chiamati a coadiuvare gli uffici direttivi e gli alti Comandi. Solo con questo sistema sarà possibile avere ufficiali di S. M. in gran numero e di tutte le armi, senza l'aquila per fregio ma con il cer\'ello temprato a studi severi e con l'animo non più guastato da invidie e gelosie di casta; solo cosi sarà possibile far rifiorire e volgarizzare i nostri studi militari superiori, sopprimere la causa massima di dissensi e malumori fra gli ufficiali ed attuare una eco– nomia molto sensibile nelle spese militari. A. F.

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