L'Unità - anno VIII - n.39 - 25 settembre 1919

200 Mancano gli aratri! Jn seguito ali' interrogazione svolta alla Ca– mera dei deputati dal nostro amico on. Giretti, sappi:imo che sono giunte al Comitato con– sultivo presso il Ministero delle finanze nume– rose domande di importazione di macchine agricole. È bene che sappiano i lettori come la ces– sata Giunta Tecnica Interministeriale per gli approvvigionamenti, presieduta clalJIineffabile comm. prof. Giuffrida, ad ogni domanda di lmportazionc per macchine agricole altro non faceva che chiedere il parere del « competente Ministero >>. Ed il :Ministero competente, che era qnel!o dell'agricoltura, che non avrebbe dovuto almeno per çonto suo preoccuparsi di proteggere il gruppo bancario-politicante side– rurgico-meccanico, ma solo di tutelare l'inte– resse generale dell'agricoltura italiana, rispon– deva regolarmente clando un parere contrario. Cosi da tempo, con ;rave danno dell'agri– coltura, non si erano più ammesse, salvochè in via eccezionale ed a titolo di favore per– sonale, Je importazioni delle macchine agri– cole, e neppn~c quelle delle loro parti stac– cat(QC dei pezzi di ricambio per le macchine già in uso. A questo riguardo ecco quanto ci scrive un nostro corrispondente, che conosce a fondo la questione. « Ci sono in Italia attualmente da 400 a « 500 mila aratri importati. Di questi, due ter"'zi « sono inutilizzati per mancanza di pezzi di << ricambio, ed un terzo lavora ancora con ri– « pieghi inadeguati e costosi. Se noi avessimo « potuto procurarci alla fonte di produzione i « pezzi di ricambio, di cui esiste uoa richiesta « enorme, avremmo potuto mettere in servi– « zio, con una spesa limitatissim2, tutti gli « aratri inoperosi ; e gli agricoltori non si sa– « rebbcro !rovati nell'angosciosa situazione at– « tuale, anche senza che venissero importati « nuovi aratri. l\Ia il Ministero per l'agricol– « tura non consentì 1 1 importazione, dicendo « che si era provvisto a rare venire i pezzi di « ricambio .... dall'America! Chi avrebbe fatto « venire i pezzi, e quali pez;d, naturalmente, « non si diceva: credo che qualche scrivano « del Ministero abbia confuto gli aratri colle << mietitrici.·E cosi per l'incoscienza (o peggio?) « di impiegati governativi, che pretendono di « dirigere il mondo restando nel loro ufficio, « siamo arrivati ad una situazione intollera– « bile, che si poteva esattamente prevedere « e ru segnalata a chi di dovere fin dal marzo « scorso. E ne risulterà che, per non mandare « all'estero un po' di moneta per acquistare « macchine, dovremo mandctrne cento volte di « pil1 per acquistare il grano, che ci difetterà • « tanto più, quanto meno intensamente sarà « spinta la coltivazione! È possibile che il Go– « verno non intenda queste verità elementari? « E se Jlon le vuole intendere, è possibile non « pensare che si lasci influenzare da pochi in– « teressati, a detrimento della grandissima mag– « gioranza ? >> Ed Edoardo Giretti pubblica nella Gaz::~tla dr/ Popolo dell'S agosto la lettera di un com– merciante di macchine agricole, che spiega come siamo ~rrivati alla carestia degli aratri. Il 31 marzo u. s. fu tenuta al Ministero per l'agricoltura una riunione di industriali, che aveva lo scopo di illuminare il ministro sulla capacità della nostra indu~tria a soddi– sfare gli urgentissimi bisogni dei nostri agri– col tori in fatto di macchine agricole. In se– guito a quella riunione, il 1Iinistero ru assicu– rato che per l'estate i nostri agricoltori avreb– bero· trovatO presso la nostra industria tutti gli attrezzi di cui avevano bisogno. l'Ifa erano tutte parole, che i protetti del Ministro Dante Ferraris sapevano di non poter mantenere. « Che cosa hanno fatto gl' industriali? - « domanda il commerciante amico del Giretti. - « Nulla 1 Che cosa trovano i nostri agricoltori « presso l'industria naz.ionale, in fatto di ma.e– << chine agricole? - Nulla, assolutamente nul– << la, disperatamente nulla! « Io, che prima della guerra importavo « aratri dalla Germania, perchè solo là tro– « vavo attrezzi costruiti Lene, con materiale << di primo ordine, a prezzi ksc;issimi, ho L'UNITA « sperato, nella scorsa primavera, che la no– « stra industria avrebbe potuto fare qualche « cosa di buor.o. Ho avuto trattative con i « nostri maggiori industriali; ma ho trovato << una tale incompetenza, una tale leggerezza, « e una tale altezza di prezzi che mi sono « convinto •che qL:elle industrie facevano as• • sai meglio a dedicarsi ad altri prodotti. « Tutti ritenevano che la macchina agri– << cola fosse la grande panacea alla crisi che « travagliava 11 industria; e si sono messi a << fare dello .... sport, copiando male e sce– « gliendo peggio i tipi da copiare, senza avere e la più lontana idea di quello che occorreva « agli agricoltori, che essi non conoscevano « amttto, nè si curavano di conoscere. « È avvenuto quello che dovev.i avvenire: « che al momento del bisogno (e siamo ap– « punto a quel momento), gli agricoltori non « sanno <love battere la testa per trovare 1111 « aratro clu ari, e r.on hanno i mezzi per pre• « parare il terrCno alle prossime semine ». Su la buona strada L'esercito dei burocrati è sterminato, anche in Francia. E, mentre anche là come in Italia (oh! le sorelle latine!), una Commissione inter– ministeriale studia le riduzioni degli organici, si bandiscono d'altra parte nuovi concorsi, un po' di tutte le specie. Orbene, la Fcder;izione Nazionale delle As– sociazioni profossionali degli impiegati dello Stato, ritenendo che sc.opo principalissimo di sif– fatti concorsi sia quello di mettere la commis• sione in presenza di organici con effettivi com– pleti, e dì rendere così ineseguibili le dise– gnate riforme, ha votato un ordine del giorno col quale dichiara di « elevare la sua protesta contro i concorsi d'ogni genere aperti attual– meute nelle pubbliche amministrazioni >>. Uno dei membri della Direr.ione della Fe– der.1zione, intervistato dal Pdit Parisien, spiega le _ragioni di questa intelligente protesta. Sono gli alti papaveri della Amministrazione, che considerano l'importanza delle proprie fun– zioni in rngione del numero degli impiegati che hanno sotto di sè. Si sa, è preferibile es– sere colonnello anzichè maggiore, maggiore an– zichè capitano, capitano anzichè tenente, IX:– nente anzichè ser.•ente .... E così noi siamo un esercito, anzi molti eserciti. E più 1111111erosi si'amo,più s1'amo i11go111bra11ti e me110 lavon'amo. Ora noi vogliamo lavorare·: non vogliamo essere dei ro11des-de-cuir addormentati ed inutili. An– deremo in uflìcio, e quanto meno 1mmu·osi sare– mo, tanto più agevole ci sarà ti lavoro: giacchè capite bene che noi lo semplificheremo. Noi non ci lasceremo schiacciare sotto la valanga delle scartoffie inutili i sgombreremo I' amministrazio,u poidtè l' ammùu"stm:;ùme si ricusa a questo b1~ogno. Faremo da noi . . Voi ci avremo il 11ostro to11w– co11to,capite. E il pubblicoci troverà ,1 suo,· non è vero.:,:.. Vino cooperativo ! Il Ministro <lelle Finanze ha così risposto all'interrogazione dell'on. Giretti per conoscere i nomi delle ditte e dei privati cittadini, a cui sono stati accordati nell'anno in corso permessi di importazione per vini, in deroga ai vigenti divieti :~ ' « Nelle statistiche commerciali, dal 1° gen– naio al 31 luglio del corrente anno, è regi– strata un'import:izione di 1038 ettolitri di vini comuni. 1\Ia di questa cifra bisogna detrarne quasi la metà, 458 ettolitri, r~ppresentanti merce 11a::i011alt: d,' , itonto. Inoltre per 51 etto• litri di vini fr.ancesi non occorreva permesso, potendo essi essere liberamente introdotti in base all'accordo di reciprocità sottoscritto a Torino nel maggio 1917. Parimenti per 20 ettolitri di. vini portoghesi, formati da merce giunta in Italia e giacente in deposito doga– nale da una data anteriore nl dh•ieto. « Rimane un'importazione di 309 ettolitri dalla Spagna, la quale ·per la massima parte è dipendente da un permesso dato dalla di– sciolta Giunta Tecnica Interministeralc in data del 18 giugno u. s. a favore di una società cooperativa di consumo fra minaturi di Sar– degna, la quale ~i impegnava a rivendere il genere ai consoci a prezzo cli acquisto. La restante piccola quantità di eletta importazio– ne è costituita da autorizzazioni date dalla stessa giunta, per pochi litri ciascuna, di vini destinati a uso personale 1 per la quantità com• p'essiva di circa ettolitri J IJ2, e di vini ri– chiesti da laboratori farmaceutici riconosciuti, per la fabbricazione di preparati medicinali. Dopo si sooo re:;pinte costantemente tutte le domande, an::he per piccole quantità ». Resta, dunque, dimostrato che senza nes– suna ragione di pubblica necessità. si possono ottenere eccezioni ai divieti di importazione solo che si abbia modo di arrivare al cuore o a qualcosa di peggio dei padreterni romani, che concedono le deroghe. Ora sarebbe inte– ressante sapere : 1 ° chi ha raccomandato la cooperativa dei minatori, che ha avuto, lei sola e beata lei, il diritto di bere vino a buon mercato; 20 se il vino cooperativo sia stato veramente venduto ai consoci a prezzo di costo i 3° chi furono i fortunati mortali, che potettero introclu~re, essi soli, centocinquanta litri di vino spagnuolo per uso personale: gli usi personali sono forse fra i motivi di alta politica o di interesse generale, che possono consigliare deroghe ? A scanso di equivoci, ci teniamo a chia– rire che noi vogliamo che il vino spagnuolo o turco o ottentotto possa entrare in Italia senza ostacoli. Non protestiamo, dunque, con· tro le deroghe in parola per ragioni protezio– niste. Protestiamo contro il metodo dei pri)-i,-1 · legi e dei favoritismi, che aggrava la immo– ralità e il camorrismo del sistema protezionista. Protestiamo contro un sistema di governo, in cui non esistono più per i cittadini diritti e doveri ben definiti, ma tutto dipende dal beneplacito dei signori di Roma: anche la facoltà di importare 150 litri di vino per uso personale. È una schiavitù obbrobriosa questa, contro cui tutti gli uomini liberi debbono lot– tare finchè non sia infranta. li paese degli Enti vecchi ed incorreggibili analfabeti della Minerva haono voluto benificare (lella propria attenzione gli analfabeti del resto d'Italia. I professionali in aiuto dei.. .. laici! E che cosa poteva venir fuori, con questo proposito, se non .... un Ente autonomo? Si alza [dunque il sipario su questa nuo– va commedia. Atto I. « E' costituito un Ente Nazionale per l'istruzione degli adulti anal– fabeti. L'Ente ha personalità giuridica, gestio– ne autonoma e risiede in Roma ». Atto II. « Sorge una -nuova Direzione Generale alla Mi– nerva, varii Delegati regionali, un Consiglio cl' Amministrazione co gettoni di presenza,» Personaggi che non parlano (JX1rdon l - che non scrivbno i ma, nel mondo delle scartoffie~ fa lo stesso), glz' analfabeti, che pagheranno le tasse di questo nuovo parassitismo romano e rin1an-anno sempre analfabeti. Il prezzo dei libri I benemeriti della coltura popolare hanno segnalato il grave danno, che deriva al moto di ascensione morale del proletariato dall'ec– cessivo costo dei libri e dei periodici, specie in Italia dove c'è tanto analfabetismo della coltura! L'istituto per la diffusione della coltura per mezzo del libro e la Federazione Italiana delle Biblioteche popolari si sono preoccupate del fatto, ma io non ho modo di sapere se e come possano intervenire. Io osservo che i prezzi dei libri particolar– mente destinati al popolo e quelli delle riviste di volgarizzazione non dovrebbero essere au– mentati come si pratica con i libri che sono di lusso, cli capriccio, di speculazione per le Case editrici. Chi può fare ora degli acquisti? lo non voglio negare che il costo delle materie prime e della mano d'opera siano enormi: mi sem– bra però che tale cÒsto non dovrebbe troppo gravare sulle pubblicazioni per il popolo, ma su quelle che non sono cli volgarizzazione, e perciò destinate a chi può spendere. Gli editori fanno aumenti, che proprio non sono talvolta giustificativi. Una Casa, che pri– ma della guerra pubbli ava « .Il f, .,Jlfattia Pasc!al.» del Pirandello in una collezione da una lira, ad edizione esaurita, ha ristampato il volume in una collezione da quattro lire. Durante la guerra, tutti gli editori hanno smer– ciato anche i fondi di magazzino: si cambia– rono semplicemente le copertine e si applica- rono i talloncini con l'aumento de] cento per cento! E potrei continuare con altri eseJnpi. Forse il vagheggiato Consorzio delle Case editrici di libri e periodici propugnato al Con– gres'.o del Libro di :a)lilanopotrebbe dare qual– che buon risultato. Forse la Federazione delle Biblioteche popolari avrebbe bisogno di una propria az-ienda editoriale senza scopo di lucro per lanciare in Italia pubblicazioni al massimo buon mercato, forse bisognerebbe premere in questo senso sulle case editriLi .... Non che io abbia la pretesa di voler sciogliere la questio– ne; mi limito ad esprimere un 1 idea che, tra l'altro, può anche essere esclusivamente per– sonale ed errata. L'importante è che, in qual– che modo, si ~ddivenga ad una solu#ione. Il libro è la colonna, su cui poggierà la civrtà futura. Speriamo che i competenti agitino la questione e dal dibattito sorga qualche cosa di concreto. ALFONSO CIVBNl. La Marca de è una garanzia per il lettore QUADERNI DELLA VOCE 28. E. l..OLJNI: La nforma delùz b11,.o- cras1fl . . . . . . . . . L. 5.- 29. l\f. Pucc1~1: Come ho visto il .fli·iuli » 5.- 30. C. LIN~\TI: Sulle orme di Re11so ., "' 2.- 31. G. PREZZOJ...LNI: Caporet10· . . . » 2.50 32. C. STUPARICH: Case e ombre di 11110 » 5.- 33· P. l\L\.RC0NJ: Io udti" il comanda- mento . . » 3.50 34. G. SALVEMINI : Il ministro della . mala vita. . "' 3.- I Q. d. V. sono una pubblicazione quin– dicinale i ma invece di contenere vari scritti ogni fascicolo contiene un'opera èompleta ~ d'arte, di letteratura, di politica, di letteratura amena. Conviene abbonarsi ai Q. d. V. perchè: 1) Vengono a costare circa la metà (50 lire invece di So). 1) La prima edizione non sarà più ri~ stampata tale e qualej ogni volume diventera, come quelli esciti negli anni precedenti, una rmilà biblio;;mjico. Per i prossimi Q. d. V. ci siamo assicurati la raccolta degli scritti sulla politica es/era del– !' Italia di GAETANO SALVEMINI iniziandola con La Politica Eslem di FRANCESCO CRISPI - un opuscolo di GJUSEPPE PREZZOJ.INI su Vt'llorio Vmeto che completa il ricercatissimo Caporel/-0 · - Dopo la Villo, ,a di GIOVANNJ GENTIL& - la esumazione d'un romanzo ignoto alla maggior parte dei lettori italiani: Il lib,.o dei 1110,·ti di A.u·REDO PANZINI- ed altre novità o ristampe come Le passeggiate di Bardalone di Drno PRO– VEN"l...AL - due volumi di scritti di GIOVANNI BmNE - un finissimo volume RogOzzo di PI:&• R0 ]AHJER. L'abbonamento di lire 50 è facilitato dal pagamento rateale di lire 10 mensili. Appena ricevuta la prima rata noi spediamo tre \'Olumi e cosi di seguito; se la rata è di lire 20 i primi seL Scrivere e derigere vaglia a La Voce, Tri• nità dei :a)fonti, 18. Roma. AL TRE RECENTI EDIZIONI RENATO Fuc1~1 (Neri Tanfucio): Na– /J(Jli a oc hio nudo, con prefazione del sen. Giustino Fortunato (Col– lezione <( La questione meridio- nale» n. 1). . . . . . . L. 5.- Il Problema burocr,ztico: (Opuscoli del– l'UNlTA) Il. 3. . . · . . . » 0.70 A. DE VITI DE MARCO: I problemi del dopo guerra (Opuscoli dell'U- :-;n,\) n. 4 . . . . . . . . » 0.50 LuCIAKO FOLGORE: Cillà Veloce, edi- zione di 550 esemplari numerati "' 5.– RENATO SERRA: Seri/li crtìici (Pascoli, Beltramelli, Carducci e Croce) . » 3.- Si spediscono senza aumento cli spesa, rac• comandati 1 in tutta Italia a chi invia vaglia a La Voce, Trinità dei r-.fonti, 18. Roma. l signori librai sono pregati di rivolgere le loro richieste alla SOCIETÀ GENERALE DELLE MESSAGGERIE ITALIANE, BOLOGNA. EGISTO CASAGLI Gereut~ re.rponsaòik Tipogr3tia G.:i.lilei:ina, Via S. Zanobi n. 64

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