L'Unità - anno VIII - n.39 - 25 settembre 1919

198 Il dovere d'oggi L'UXITA Marina nazionale I..\YSIS, 15 Sett. ·19. Caro S,,/v11nint, o cantieri nazionali? l\Ii giungono sol, ora, con i giornali ri– tardati, le prime notizie sulla spedizione dei volontari a Fiume, e mi affretto a scri\·erti poichè desidererei e'. e, come i.pcsso nel pas– sato su :illri avvenimenti, cosi concorde fosse ogsi il nostro giudizio su quest'atlo, che avrà certo una ripcrcussiene in tutto il nostro paese. t Facile è rigcuarnc la resf>emsabilità poli– tica come ha fatto il Prcoidente del Consiglio su chi all1infaio della guerra compromise l'a,·– venire di Fiume abbandonandola agli sta,·! sc1lza neppur difenderne il carattere italiano, su chi ritenne intangibile Il Patto Ji Londra, e a Parigi sacrificò quella città per non eh,-. na,si a giuste transazioni: facile, ma non equo. Pc.ichè respon1abili bOD.l pure tutti quei mem– bri del Parlamento, tutti quel dirigenti l'opi– nione pubblica del Paese - corupre:$0 Ga– briele D'Annunzio - che si sono sempre op– posti ad ogni discussione sull'operato dell'on. Sonnino e sulla revisione del suo Patto, abdi– cando nelle sue mani ogni libertà di critica. Nelle storie non vi è esem[)io in cui queste abdicazioni non vengano amaramente scon– tate. Ma oggi le recriminazioni non servono che ad offuscare, sopratutto all'estero, la portata di quell'atto, che - se pure \'i abbiano con– tribuito elementi di militarismo impuro - re :i.ta s.cmprecome protesta c!ella coscien.,a nazionale contro l'ingiusto procedimento dell'Intesa con– tro Fiume, e di traverso Fiume contro di noi, tutte le colpe del nostro Governo non sen·ono a giuatificare l'a611SO di potere commesso contro una città, che ha, durante tutta la sua storia, d,feso con pa:i.sione e orgoglio le proprie li– bertà comunali, e che oggi si è sentita im– porre - come nel peg~for periodo della do– minazione magiara - lo scioglimento del proprio consiglio nazionale. La campagna in favore di una grande in– dustria nazionale delle costruzioni navali va interuificandosi di g;omo in giorno : dopo le note dlchiarazionf dell'on. De Vito alla Ca– rr.era dei Deputati, dopo le convocazioni fatte dallo stesso Ministro dei Trasporti elci rappre– sentanti dei costruttori, degli armatori e dei siderurgici, .slamo già alla campagna giOmali– stica e agli ordini del giorno ed ai manifesti delle associazioni. Fra le altre la « Lega Ka– vale Italiana • pubblica un manifeste, ripro– dotto da tutti i quotidiani, in cui, constatate le trihti condizioni attuali del na\·ig:lio mercan– tile italiano, si afferma che « è a_-,solutamente nece:,5ario as-;icurare ali' Italia, nel più bren: tempo, un tt,nncllag_;lo di almeno due millòr.;... e mezzo di portata 1>erl p1irni indispeosabili Lisogr.: (1111 roslru:IQ11i 11at,1li di 11avi da tanCO t dfl fds1tggen~ sia ptr dimit111irtl'tso:io di da– nar,1 dal/' flali'a, sia perchè !t 11a;•i ,uq11is/tllea/– l'ultro cvslth11i·ebluro ti, gemre lo sc,1ro delle allrt 11a:io11i pur paga11dnlo a pri-::o t!tvfllo ». Anche senza scomodàre, come fa la Lega Navale, le memorie marinare di Venezia, di Genova, di Napoli (? I} e di Amalfi, ed anche senza fare il richiamo d'obbligo alle nece:,Sità degli ~cambi con l'altra .s1>0nd,dell'Adriatico, che non richiederannrJ clawero un grande au– mento di tonnellaggio, è indubbiamente fuori di discussione che è interes,e &uprcmo cl' Ita– lia, fon;e il piil urgente di tutti i suoi inte– ressi, quello di costituir:ioi al più pre:i.to una marina mercantile sufficiente per la ncccs!oità dei suol trasporti marittimi e di av\·iarsi en– tro un periodo non troppo lungo a poter eS<:rcitare I' indu-.tria del tra!\porti per conto di altri Stati meno favoriti dalla natura. Ma se su questo punto il consenso de\'·e,;:.. ~re unanime, il dissidio comincia quando si vuole identificare la necessiti dello s\'iluppo marinaro con la necessità. cli una grande in• La spedizione dannunziana è un atto im- dustria delle costruzioni nav:di, quando si politico, è vero; pone l'Italia in una situa- vuol affermare che soltanto dal lavoro dei zlone peno.sa di fronte ai suoi alleati, veris- cantieri nazionali si pub attendersi la rinno• simo. ~'la 1don è fggi il caso di giudicaa,rrer-10,lèwcclbù.; __ _.., ,., =icsou=ca:tm:J~n~ e..."T - mnir-01 un~- _ __ .;___----,c"",-.,-acon ottt n questa via senza uscita, nè mnrina nazionale. chi si è assunto la responsabilità d'un' inizia- Con questa identificazione di interessi e di ti\'a sì gra,e. Dovere di tutti è oggi di far programmi s1 \·uole ad arte ingenerare un equi- risaltare la forza ideale, la volontà di respin- voco, che è estremamenle pericoloso per le gere un'ingiustizia, che ha indotti questi sol- sorti della nostra economia. ~on solo gli in- dati, questi ufficiali ad affrontare serenamente, tercssi dell.L marina mercantile e quelli dei gioiosamente la .scverlt3. del codice militare. cantieri navali non sono concordanti, ma i11 Il resto a poi. questo 1110111mlo essi .sono nettamente contrad- E questo dO\·erc incombe sopratutto a noi, <littori. Infatti il fabbisogno immediato della che fin dalla prima ora ponemmp in guardia il nostra marina è stato calcolato lo z milioni popolo italiano contro le conseguenze d'una di tonnellate (joo,ooo tonn. per rimettere le politica fatale, e quindi non possiamo esser perdite di guerra, e r,300,000 per sostitu:re le tacciati di esaltazione nationalista, e che nulla navi troppo vecchie e logore e per togliere tralasciammo per arri,•are ad un accordo con alla bandiera straniera almeno una parte del i nostri futuri confinanti dell'altra sponda, af- commercio dei nostri porti); e si tratta di un finché sulla soluzione adriatica non s' intro- bisogno urgente perchè, se non vi si provvede mettessero i più temibili, i popoli no11 adriatici. al più presto, non solo si dovrà seguita.re a Purtroppo le formule conciliative sono naufra- pagare all'estero centinaia di milioni ogni gate, e la responsabilità non SpP.tta solo al anno a titolo di noli, ma si do,•rà anche su- govemo italiano, ma altresi io diversa misura bordinare ogni acquisto di viveri e di materie ai iugoslavi e agli alleati. prime al beneplacito degli annatori o dei go- Ma il passato è passato. Oggi il presente vemi stranieri, che ~eguiteranoo ad esercitare ci mostra uni'\ città per fatti antichi e recenti il controllo dei trasporti manttimi. a tal punto esasperata da rendere impossibile Di fronte all'entità ed all'urgenza di un un assetto pacifico e duraturo dcli' Adriatico tale fabbisogno, che aiuto possono darci i senza il suo passaggio - .si'a pure senza re- cantieri nazionali? trotcrra - sotto la :;0vranltà italiana. Se osserviamo le cifre della loro rrorlu- Per quegli stessi ideali, per cui durante zlone negli anni di guerra, le conclusioni non tutta la guerra combattemmo, alziamo la no- sono dawcro incoraggianti. Esse infatti sono stra voce per chiedere - forti del nostro pas• state : s.·uo - alle democrazie alleate il rispetto della nel 1915 piroscafi 3 8 8 tonn. 15 1 230 ,. 31,090 .t 2J,ì20 » 38,361 volontà di quel piccolo lembo di terra italiana » 1916 che, sacrificata, rappresenterebbe certo domani : ;i:~ Il germe di nuo"i conflitti e di nuovi lutti per l'Europa. UMBERTO 2AN0Trl BIANCO. C~SAR SocietàEd;trlce Llbrar;a ASCOLIPICENO A.i>blamo 1>tti>blfc((to: EMIDIO CESA Rl t'OS' t P. COJIE f'UNZIOXEl:Ì IX IHLIA .. Loscrutinio dilista con la Rappresentanza proporzionale :: Uera.nto "o!u:notto la 16con !ac:simili 1 esempi. applicuioai d.lla. auou lepc, elettorale - L. 0.40 Per commissioniscrivere: C..f:SAR -Ascoli Piceno 13 In tutto dunque, in 4 anni di gu~rra, no– nostante l'allettamento dei noli di un'altezza im•erosimile, i cantieri nazionali sono riusciti a darci 32 piroscafi per un tonnellaggio com• plessivo di 108 mila tonnellate, con una me:' dia annuale di appena 27 mila tonnellate. Voglio concedere ai nostri costmttori che I1esiguità. di que~ta cifra .sia in massima parte do\'uta alle difficoltà d1 guerra, che sia effet– tiva la produzione di 100,000 tonnellate da e3sa affcnnata per il 1919, e che fra un anno o due, col 1.:'0mpletamento del nuo\'i cantieri in costruzione e coo la riprcs.'\ atti,·ità dei cantieri triestini, que-ta cifra possa raddop– piar:;i. Ma anche in questa, che è l'ipotesi più favorevole, noi dovremo attendere almeno t 2 anni per veder soddisfatto il nostro fabbi– sogno attuale, e, quel che è piil gr:wc, do– vremo restare con una marina del umo in– sufficiente proprio in questi anni in cui la necessità ne barebbe maggiore, quando la maggior parte dei porti italiani ancia al riat– tivan,i dei traffici, quando la smobilitazione restitui.;ce in grande numero gli equipaggi alla marina mercantile, quando i capitali \·I accor• rono in abbondanza attirati dal livell~) altis– simo dei noli, quando soltanto da una pronta ripresa dei commerci con l'estero si può spe– rare un r;tpido ritorno all'equilibrio economico ed a condizioni di vita meno anormali. ?\Ia dal ministro e da tutti gli altri pro– pagandisti delle costruzioni navali si muove un obiezione, che obbligherebbe a chinare la testa cd a riconoscere che è quella purtroppo l'unica \·ia cli salvezza. Dall'estero, si dice, non è pos:;ibilc oggi, e non sarà possibile per molti anni, compernre alcuna nave che non sia un ferrovecchio oc! uno scarto. i\Ia è vera quest'obiezione, o non è com– pletamente smentita dai fatti? Gi:\ lo ste-,so on. De Vitl"I,nella riunione com·ocata In Roma nell'ultima settimana di agosto, ha do\'uto sensibilmente attenuare le sue precedenti affermazioni e, di fronte alle insistenti domande concrete degli armatori, ha dovuto ammettere che si possono cd anzi si dc\'ono fare all'estero acquisti di na\'i già pronte o prossime ad essese pronte per tenere il mare. Nè si tratta soltanto di n,\\iglio in– vecchiato o logoro, ma, in molti casi, di navi nuO\'issime, cedute, già in questo momento, a prezzi notc\'Olmcnte inferiori a quelli che, per loro stessa confessione, potranno essere richie– sti dai costruttori nazionali. E proprio in que– sti giorni un:.\ rivista di co~e marinare :.mnun– cia che, oltre alle 312,000 ·tonnellate preceden– temente comperate, sono ~tate ora acquistali ,n -fngh11ten"ft dn-nnnatori italiani -:,ltff-ro piroscafi eia carico, di 10,500 tonnellate l'uno, nuovissimi (qualcuno anzi ancora in costm– zione), al prezzo di 290,000 sterline (27 ster– line la tonnellata). Basterebbero que:ioticlementi di fatto per dimostrare che l'obiezione non è affatto insu– perabile e che si possono acquistare non solo na~i vecchie (e sarebbero utili anche queste), ma navi nuo,,issime ad un prezzo che, SCb– benc altis,;imo, non è affatto sproporzionato all'altezza dei noli. Ma contro quell'obiezione possiamo rica– vare argomenti anche più validi da un ottimo articolo del Giomaledegli&o11omisll'(luglio 1919), in cui Eplcarmo Corlino replica ad un suo con• traddittore, che nel fascicolo precedente della stessa ri\'ista, avea sostenuta la tesi che si debba contare soltanto sulla produzione dei cantieri nazionali. Il clott. Guidi, nel suo articolo polemico, avea sostenuto cJle per ottenere al più pre– sto, con acquisti dall'estero, il fabbisogno ita– liano calcolato in 2 milioni di tonnellate, bi• sognerebbe impegnare per 2 anni l'intera produzione di tutti i cantieri inglesi. ll Cor– bino invece gli obietta che la produzione in• glese salirà, in tempo di pace, a 2,750,000 tonnellate; l'americana a 2,500,000; la giap– pone::.e :i 500,000. In tutto, comprese le mi– nori potenze costruttrici, si avranno almeno 6 milioni all'anno di nuo\·e costruzioni. L'arredamento dei cantieri di tutto il mondo è ormai tale che la prospettiva di non sapere da chi for costruire è pretta– mente sostituita dal timore che molti cantieri non sapranno più per chi costruire. I costruttori americani .si sono impegnati a consegnare alla Francia, entro 18 mesi, 2 milioni di tannellate di navi da carico, e at– tendono febbrilmente il decreto che restituisca loro la libertà di assumere ordinazioni per conto di stranieri. 1 coslluttori britannici alla loro volta sono tanto convinti che debbal\o scendere i costi di costruzione ed il valore delle navi, ch'essi non vogliono ~aperne di rescindere contratti già stipulati al prezzo di 22 sterline la ton- nellata. (Ed infatti a due mes: di distanza dal giorno in cui il Corbino scrh·e\•a. le notizie sul mercato delle navi inglesi d;',nno come prezzi correnti quelli di 20 a z 1 :,terline la tonnel– lata per i pirO!-C36di acciaio nuo\'i, e di ro a 12 sterline per i piroscafi \·cechi\. Anche più pe~imistiche son.:>le pre\•isioni dei costruttl,ri giappon~i, al punto che, dei 350 cantieri che vi la\'ora,·ano alla data dell'armi– stizio, qua~i un terzo sospe:.e 1 lavori pochi g-ionti dopo. Non solo dunque non è affatto vera l'as– !:ierzione che bisogna affrett:1rsi a costmire perchè non si può acquistare dall'estero, ma è perfettamente vero il conuario che con gli acquisti dall'estero si potrebbe in due o tre anni al massimo prO\'\•edere, a prezzi relati· \'amcote buoni, all'intero fabbisogno della no– stra marina mercantile, ed aniare cosi l'Italia al suo naturale destino c:i grande potenza m:>.– rinara. :\fa, si obietta. ancora, c'è l' inco1t\·enicnte del cambio; ehi òlmc11tica o si finge di dimenticare che delle !;Ommeingenti dobbiamo pagare in In– ghilterra e in.\mericn per il carbone, il ferro e tut– te le materie prime, oltre clic per i , 1 h•eri, uua parte rile\'antissima {In molti casi più della metà) è da imputarsi al pagamento dei noli, e che, fino a quando durino le condizioni attuali, basta una dicclna di viaggi a catlco completo da Londra a Genova per rimborsare il prezzo d'acquisto di una na\'C. ln queste condizioni il dar qualche aiuto ai vecchi cantieri, in ispecie della Liguria e della \'enczia Giulia, che son gi,\ completa– mente attrezzati, con maestranze esperimen– tate, con spese d'impianto in grao parte am– mortizzate, può essere opera di politica oppor– tuna e previdente, sopratutto se &i indurranno quei cantieri a specializzar.si nei tipi di navi che I iù difficilmente .si potrebbero ottenere dall'estero. Ma incoraggiare, col diretto intcr– \'ento dello Stato, I' impianto di nuovi can– tieri, che soltanto fra due o tre anni, dopo spese ingentissime, potranno impostare il pri– mo scafo, quando il mercato mondiale sad. saturo di navi, significa volersi portare In casa un nuovo parassita, che ostacoli lo sviluppo _clclie nc>.U• -encttgie mllrinaro • ne'lo 1tM&O succhi ogni anno parecchie decine di milioni all'erario sotto forma di premi, che già fin d'ora si annunzia non poter essere inferiori al zo per cento del co:i:todi costruzione di una nl\'C. Ma purtroppo è anche quC'lto un regalo che l' imperante dominio siderurgico non ri– sparmierà. alla fortuna d'Italia. Proprio oggi leggiamo nel Lavora/ore di Trieste un articolo forse ecce:ssivamente ottimistico, .sulla poten– zialità e sull'av\·cnire dei cantieri della \"ene• zia Giulia, i qual i, secondo il giornale, por– taodo iooo a 20,000 il numero degli operai, potrebbt:ro darci in tre anni un mlllvne di tonnellate. La cifra è certamente esagerata; ma ciò che importa è la dichiarazione se• guente: ~ L nostri cantieri non domandano protezioni speciali, clomandano che sia loro assegnato il materiale. Domandano di meno, anzi: che sia data loro libertà <li procurarsi il materiale dove vogliono. I nostri cantieri possono a\·ere materiale dalla Boemia. Si de\·e lasciare libertà ai nostri cantieri di procurarsi in Boemia il materiale. Potrebbe es.sere di gran pregiudizio a tutta l' industria navale, particolarmente ali' industri.t na\'ale nelle no– stre terre, una politica di gretto protezionismo a favore delle acciaierie italiane .... Perchè la– sciare la no,tra industria navale languire, a1i1>et– tando la bu1..,nagrazia dell' Ih·a ?... • Ma è appuoto qui tutto il \'Cleno della que– stione: il grande programma navale dcli' Ita– lia, tutta la propaganda per le nuo\'e costm– zioni, fondata sulla favola dcli' impossibilità di far acquisti <lall'cstcro, è opera esclusiva del gruppo siderurgico, il quale \'UOI creare ai danni del\' Italia un nuovo parassitismo, per connestare e rafforzare il p:>.rassitismo prece– dente: non :'Cr nulla l'lh-a sta impiantando due grandi cantieri navali a Piombino ed ai Bagnoli! Il go\·erno intanto li aiuta, e cont:nua im– perterrito nella sua opera inintelligente e ro– vinosa d'incoraggiare, coi più gravi sacrifici dell'erario, le forme più assurde di produzione industriale, destinate a vivacchiare di favori e ad ostacolare ogni sano S\'iluppo dell'economia nationale. Gt~o Luzuno.

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