L'Unità - anno VIII - n.29 - 17 luglio 1919

s'era vantato di averla conquistata. Un impie– gato comunale dice che in città non vi ::;ono più donne oneste: opinione, che prova 1 se non altro, la buona volontà degli ammi,1L:itra– tori. E il deputato e il sottoprefetto e il regio commissario ignoravano ogni cosa. E veniamo alle rcg3lie e al danaro. «-Quanti regali - mi spiega uno de tanti - ho dovuto portare per a\'er la farina! Biso– gnava fare un regalo al Jtiorno •. Il capo– guardia ri~evcva la roba all'entrata della pro– propria cam.era, acnza far entrare, senza rin– graziare. come un paqcià: era un 'tributo dm·e– roso. Un biglietto p· r avere la farina, un gal– letto; un secondo biglietto, un secondo galletto. Di guardie e impiegati, a cui occorreva pagare per tutto, si fanno nomi, si raccontano dati pre– cisi.C'è uno, che avrebbe ricevuto un maiale intero, per un esonero. Un impiegato fa otte– nere il sussidio ad una donn l, e ne prende per sè quasi le metà. Poi c' era la catena dei sol– lecita tori, che guadagn,wano l.t loro parte. Il prerlO degli incartamenti per l'esonero non aveva limiti: 50 1 100 1 150, 18o lire. Il ca– Jx>guardia attesta\·a al regio commissario ... he uno aveva o no diritto all'e:;onero agricolo. Il Comitato comunale di a,sistenza civile lia assegnato ai bambini, I cui padri muoiono in guerra, una cartella di rendita ciel prestito nazionale. La figlia di Vulpio, vedova di morto in guerra, dc\·e ricevere una cartella pel fi– gliuoletto. Intanto muore anche il bimbo. La poveretta va sul comune a ritirare la cartella, come è suo diritto. L' lmpk·gato rifiuta: • Hai perduto un fiore, e vai cercando i soldi! » La donna si rivolge al deputato, pcrchè per ogni faccenduola bisogna pa--sar sotto al deputato. E l'on. Caso la manda via dicendole: "Sì, quei soldi se li son b... vuti, se li :Wnmang;ati >. Nel maggio 1915, dichiarata la guerra, l'on. Ca:,0 1 che aveva fatto parte sempre della ma– snada neutralista, ebbe una luminos..lidea: fare un monumento ai caduti, Per procurare i fondi lanciò una lotteria, a doni, dei quali doni è pubblicato il seconJo elenco. Ebbene le donne, che andavano a riscuotere il sussidio dei ri– chiamati, hanno dovuto acquistare anch'esse i biglietti nell'atto di riscuotere il s ssidio! La gestione comunale. Del modo come il municipio è stato ammi• nistrato, poco o nulla oramai si può vedere, per la buona ragione che i documenti sono stati bruciati il 27 aprile. I nostri contadini - e non essi soltanto - han subito detto che autori dell'incendio furono qudli. cui l'incendio è giovato. Ma anche senza l'incendio, sarebbe stato difficile veder chiaro: perchè, come ha ri– conosciuto dal regio ('ommlssario succeduto a quello del 27 aprile, gli ordini per gli acquisti annonari erano sempre orali, e di nessuna cosa si prendeva deliberazione scritta. L'inchiesta Gallicano del 191i, gravissima per le risultanze contro l'amministrazione Caso, fu sepolta dall'on. Orlando. Risulta da essa, per es., che l'on. Caso, capo esponente dell'aro• ministra.1.ione comunale, ha percepito I.. 4000 dalle entrate per la festa di Santa Irene, senza renderne conto; come membro della Giunta delibcr;u-a, e come avvocato del Comune esi– ge,·a mandati elevati'iSimi, anzi prende\·a an– tlcip\ dimenticati poi nel conteggio. Il regio commlssarioCucchiarclli,mandato ad Altamura. dopo questa inchiesta, e il sottoprefetto erano strumenti del deputato. Il Comune, presi nelle ~ue mani i sef\'izi annonari, li aveva affidati a due fiduciari. Nel luglio '1 7 questi a.s:,un,ero il ~rvigio di appro,•– vigionamento della farina, poi delle fave, della pasta, del riso, del petrolio, in breve di tutto Uno dei fiduciari era imbo,cato pro– prio pcrchè a.ssumcs<Jeil servizio annonario. Lui e suo fratello furono multati per r 5 mila lire per un vagone <li farina di contrabbando inviato a Lecce: della ruult:l.non ~ene fctenulla. Anche tre vagoni di gr,1110 di contrabbando spe– dirono da Manduria a Torre Annunziata; la mc.ce fu sequestrata a Franca,•illa: risultato, l'allont.1namento delcapo:,tazione. Uno dei con• tabili ai servizi annonari fu anch'esso imboscato nel luglio '18, dopo una lotta epica contro il distretto di Bari e contro la Commissione Eso• neri in persona del capitano Fumo; il Mini– stero della Guerra concesse successive licenze di 15giorni, che si protrassero ~inoall'aprile '19. La merce, che i due fiduciari face\·ano ve- L'UNITA via il deputato, che da diciannove anni stringe nelle mani tutta la vita del comune e della citt:'t; che nei giorni delle elezioni ci è stato imposto dalla violenza giolittiana; che a,·eodo con sè « il go,·erno », comanda alla prefottura, alla magistra:ura, all'esercito, a tutti. L'uomo incute un terrore folle: le co11cienzesi piegano imprecando in silenzio. Tutta questa gente - guardie, impiegati, sollecita tori - vecchi agenti 153 elettorali - è legata a lui. Ma parecchi sa· rebbero lieti di disfarsene, di poter parlare, anche per scolparsi. Non osano. Riusciremo noi a demolire queseuomo? Cercare di riuscire è un dovere. Jn nome dei nostri mori, facciamo appello a quanti - e son più che non s: creda - hanno rettitudine e bontà. Ci aiutino nel nostro lavoro. Tm,1MASO FIORE. nire, zucchero, petrolio. pasta, form.iggio, solo in minima parte era me."lsain vendita al pub– blico; la maggiore era « requisita » dagli amici. La quantit;:ì dei generi \"Cnduti è aS3olutamente sproporzionata alla quantità at:quistata. li po– polino ha avuto il petrolio 1111 paio di volle in 1111 an,10/ Il carbone acquistato per l'officina elettrica non era risparmiato: ne prendevano anche il sottoprefetto, il regio commissario, per gli usi domestici; invano il capo officina recla– mava che le macchine non andavano innanzi con la polvere fradicia. L'on. Ca:;o acquistava in abbondanza come tutti gli altri. li formaggio requisito dal Comune pochi giorni prima dcl– i' incendio (una trentina cL forme) non è stato mai messo in vendita. La roba si poteva com– prar~ con biglietti di fa\orc rilasciati dall'ufficio annona, o dallo stesso regio conuni:,sario; O\·– vero pre:;SOi fiiJuciari, gli amici e le amiche, a pre1.1.iladri. La burocrazia e il paese e Se sapeste - mi conrt•ssa,·a lo btesso regio commiss..uioCucchiarelli - &esapeste che cosa ha fatto la camorra qui, in questi anni! »; e mi spiega\·a che alla camorra non c'era. asso– lutamente rimedio, e che i commissari di vigi– lanza dell'annona erano più disonesti degli ad– detti all'annona. Parc\'a mi dicesse: - « Lei è un ingenuo, a volerci rimediare; non sa che son tutti d'accordo? che la rete non si può speuarc? » - Con questa convinzione si ar– ran0iava anche lui, e abbandonava la \·cndita ... ai commissari di vigilanza! Quando poi avvenne lo scoppio improvviso, lo stupore lo annichilì. La gestione annonaria hc1.fruWltO al Co• mune bi e no sctt mila lire, in un anno e mezzo circa, mentre i fiduciari s1 trovano ad aver migliorato di molto la loro posizione eco– nomie.i. I fiduciari dovevano versare al Comune una percentuale sugli irnroiti della venditJ, sotto forma di utili. Ma la perccutuale era ver– sata solamente sulle merd t:edute agli spacci pubblici, non già su quelle che andavano dì straforo agli amici. Per es. la :,0la percentuale del formaggio - L. 40 :.,1quintale, con un consumo di 20 quintali al mese, per più di un anno - avrebbe.dovuto dare almeno C)OOO lire, cioè superare le 7000 lire incassate realmente dal Comune. E poi c'era Il petrolio, la farina, lo zucchero, l'olio, ecc. ccc. Ma queste percentuali come venivano sta• bilite? in base a quali dc!ibcrazioni? si con• serva,,ano fi,se, o va.riavano da mese a mese, secondo il buon cuore degli amministratori verso i fiduciari? Sono altrettanti misteri. Le ordinazioni erano fatte a voce. Le percentuali venivano stabilite a voce. E di tanto in tanto i fiduciari accampavano perdite, di cui non era In colpa il 0-.mune, ma che il Comune gentil– mente rimborsava. Nel Natale scorso - per dirne una sola - i fiduciari misero in \'Cndita una partita di ..ardme salate.. e di acciughe sott'olio, cioè di sole sardine. chè le acciughe sparirono. Ebbene, sulle acciughe l'azienda ac- • cu.sa una pere.litacli pili che 2000 l1re. Chi pa~ gherà? Sulla pasta i lìduciari rirmtarono Ji pagare l'anno :,,corso la perccntu,tle dì L. 3 a quin– tale. Sulla fornitura di carbone all'officina elet– trica del Comune si doveva per legge tratte– nere la 1assa di guerra del 2 per cento. Ov\'e è andata a finire que~ta somma? Nel giugno 1918 il fiduciar;o Pelleirini rifiuto di pagarla; la Commissione anuninbtratnle dcli' officina elettrica protestò; il regio commhsario dette r,1gione al Pellegrini. Dcgl' imbo:-eamenti non è il caso di parlare. Il ph) lumino:,0 esempio la cittadinanza 1'ha an1to nel figlio del deputato. EJ ecco perchè il 2; aprile 1919 fu brn• ciato il municipio di Altamura da una folla immensa di uomini, donne e ra~:lzzi. Il problema sociale e mNale e politico. che que:;t' incidente rivela, è un problema terribile: è il problema cli tutta !'Itali I ac_:rkola,del Sud, del Centro e del Nord, d'Italia. Chè di Alta• mure:ce n'è molte, d, vunquc, anche nel X ,r<l: e rhiunque è '"t t la<t-.ù, in qu~ti anni di guerra, ne può dire qt13lc0i.1. Tutt'al più la differenta fra noi e voi, amici delle altre parti d'Italia, ~ che le nostre donne piangono e bruciano Il municipio, mentre altrove lasciano fare. È un problema terribile. )fa è necessario affrontarlo. Ognuno nel ~uo p·ccolo ambiente deve fare il suo picco!o dovere. In Altamura, il primo dovere è di spazzar Uomo pubblico e uomo privato. È cosa pacitica che il difotto più grave dei nostri organi,;:mi burocr:H:ci è quello della lcnte1.za: difotto tanto più es1sperante quanto più creice per noi neUa vita moderna il valore dell'elemento tempo. Orbene, lt ciascuno di voi sarà. successo, almeno una volta in vita sua, un casette di di questo genere. Mentre stavate un giorno scalpitanti e smanianti dinanzi alla sfinge bu– rocratica, disperando di mai più riuscire a commuoverne I'incrgia, d'impro\'ViSO,per ca~o, scoprite. sotto le spoglie d1 uno dei sacerdoti dell'impass1b1le Molocche, un vostro amico, un conoscente, un paesano; è la vostra sal– vezza; un sorriso, una stretta di mano e ogni cos t muta aspetto: il l\folocche si desta, la macchina entra in pressione, e silenziosamen– te, agilis~imamentc, la vostra pratita entra scorre, si eleva, si incanala, gira, ritorna, riesce, bella e sbrigata, perretta definitiva; avevate fatto un preventivo di sette mesi, son bastati s tte giorni, e il vostro affare è stato fatto. In ahri un caso simile avrà suscitato chissà quali impeti di ribellione e risvegliato chissà quali pensieri di « maffia > e di « camorra •; in m • ha fatto anzitutto questo ste.iSOeffetto, e poi mi ha suggerito alcune più tranquillanti considcra1.ioni, di cui non voglio defraudare i lettori dcli' U11ild. Intanto notiamo che, :,e nella fatti.specie la pratica si è potuta sbrigare con tanta· sol• lecitudlne, ciò significa che la tanto lamentata lentezza non è la neces3aria conseguenza di un difotto organico dei congegni burocratici, ma è piuttosto da ascriversi volta per volta a difetto di buona volontà in qualcuno dei preposti alla manovra del cong ·gno. Nel caso particolare il congegno ha subito runzionato bene, pcrchè s1 è potuto una \'Olta tanto pro– durre questa corrente di buona volontà. Difatti voi, con una pratica di esorcismo consistente anche solo nella breve paroletta sussurrata in dialetto, avete trasmutato iJ h, nzo della « Dea delle pratiche» nel sig. Tal dt:i Tali; avete tra!'imutato il segretario di 1.• o di 2.• nell'antico ·compagno di..,scuola; voi avete insomma operato il miracolo di sostituire al– i'« uomo pubblico italiano» I'« uomo privato italiano». Per cui, concludendo su Questo episodio, io mi sono spesse volte domandato u la mag– gior pnrle dti g11ai de/11111oslm vita pubblica in guurale, della 11oslra bur«rada ù1 partièolare, 11011 dipendasero ptr a1rtN11lumda ,ma 11oslrai'n– gmila mellilui,'ne a vivtre /11 noslm t•ilt1pubblica com" 11?i vi·,imn, la no1tra ;11iJ priv :la. I "fessi n• • Tutti qui ~ono i vostri soldati, gener3\<:? - No, maes•à: questi sono i ressi; i soldati sonv andati a casa». La p!lkologh, che dettò in 1110 tempore al generale cli Re Franc~chiello l'immortale ri– sposta, domina ancora larghis,imamente pur– troppo nella vita pubbli, a italiana. E ancora troppo comune fra noi quel curio<M> inverti– mento di valori morali, per cui le più belle qualità, rome lili.laboriosità, la !<erictà, l'alJSti-- 11mti'a, ccc. diventano, quando si paqsa dalla vita prh•ata alla vifa pubblica, non più virtù, ma difotti, o, pc lo meno, debolez1.e, motivi di inrerioritl e fonte di incomodi per chi ne e dotato. Colui che, munito di tali ,·irtù, non ,;:ene sbaraz1a appena ponia piede sulla .sogliadella vita pubb ka, e si ostina a m• tter queste sue burne qualità a sef\·izio della comune, non è già un laborioso nè un scrio nè un obsliruns, nè han poco ma benemerito delh cosa pub-– blica, ma è semplicemente « un fosso-., cioè un ingenuo, un illuso, un'idealista, che della sua « fossagginc » ,eguiterà a portar la pena, finchè non si induca a mutar suo ~tato o sua natura. Primo comandamento del perfott • servo della comunità in Italia è: • non lasciarti far fes:,o »: (cioè evita, fmch,:; puoi, ogni fatica, ogni riscl,io, ogni responsabilità): &econdoco– mandamtfnto: « cerca di far fosso un altro• (cioè scarica su di un altro, finchè puoi, ogni fatica, ogni rischio, ogni responsabilità). Chè se poi a trl avesse curiosità di ricer– care come mai, nei momenti più gravi della nostra vita nazionale, le nostre ammini.,trnzionl finiscano se1npre con far fronte o bene o male ai bisogni più urgenti del paese, troverebbe che il segreto sta scm1,re nella presenza in ogni uflìcio di un • fesso» o di un gruppo di « fes.,i •• che con la loro diligenza, con la loro abnegazione, riscattano e compensano l 1 in:iufficienza di tutti gli altri « forbi • ; e riescon sempre, pagando di persona, a tenere pari alle esigenze del momento la loro ammi– nistrazione. Per cui tante volte vien fatto di augurare alle 11oslre ommi11ùlra:io11i,a solu~ione dei più ardui pro/J/enu~m"e11/e altro the la ,no/tiplica.:ione del numero dei « frni • e la loro assu11Dione ai più a/li u/jid dire/I~,: La paura della responsabilità. Ecco un'altra citpjla «dentro tutta piombo», sotto il cui incarco vediamo gir intorno lentis– simi i nostri bravi disbrigatori dt pratiche: la paura della rcspon:,abilità. Premettiamo che parecchie volte questo della « responsabilità » non è altro che un modo di dire, per naSt;onderc l'indolenza fi– sica o mentale di questo o quel runzionario. La fra,c sacramentale: « non mi posso assu– mere la responsabilità », bene spesso, tradotta in lingua povera, slgnif.ca: e mi son seccato, non ho voglia di scervellarmi per \'0l 1 andate a fan i impiccare da un altro •. Più spesso però la • paura della responsa– bilità • esiste verJmente, ed esiste come un morbo, che si contrae spesso e volentieri, quando si esce dalla zona dell'attività priv3ta per avventurar--i in quella dell'attività pub– blica: ed è un vero e proprio renomcno di vigliaccheria morale, per cui i motivi al nostro agire, anzichè cercarli entro di noi, nel nostro buon senso, nella nostra coscienza, nel nostro normale ap1>rez1.amcntodella realtà delta vita e dello spirito della legge, li andiamo a cer– care fuori cli noi, nella lettera d'un articolo di regolamento, in un « precedente », in una e pezza d' ap1>0ggio », sa1vo a rinunziare .t qualsia:,i a1.ione, quando, pur avendo mfiniti stimoli interni per agire, ci manchi la possibi– lità di rircrirci ad uno almeno deJ:h accidenti esterni sopra accennati. Si ag'tlungano, ,l ,;piegare l'esistenza di questo cunoso ~ntirnento, al re pre0<..cupazioni di mdo e puramente o prevalentemente t.-conò– mica, quali I,, p.1.uradella multa, dell'addebito, del trasferimento, del ritardo nell'avan1.amcnto e .simili: 1 ·rcoccupazioni a cui, certo per colpa non sua, è particolarmente soggettu il nostro impiegato, e che In lui j1revalgono sulle pre– occupazioni più disinteressate della offesa agli interessi del pubblico, della iniquità che si commette o che si la:,eia commettere, della .sfiducia e di~istima che si crea nel pubblico verso l'organbmo !Statale. Il pubblico. Ma c'è un altro dato del problema: il pubblico. Se è vero che l'impiegato italiano ha i diretti che ha, è altrettanto vero che è diffi– cile immaginare un pubblico più impossibile di quello italiano. li pubblico nostro, quando

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