L'Unità - anno VIII - n.29 - 17 luglio 1919

I 156 avranno meno di cinque deputati. cioè 16 pro– vincie. Ma poichè queste provincie potranno solan1ente in alcuni casi fondeni fra loro (pet esempio Massa Carrara e Lucca, Grosseto e Siena, Rovigo e Ferrara, Forlì e Ravenna, Macerata e Ascoli), e in altri la provincia, avente meno di cinque deputati, dovrà unirsi con una provincia che ne ha cinque o più (Porto Maurizio 3 cOn Genova 14; Belluno 3, con TreviS<, 7; Sondrio 2, con Como 9; Li– vorno 2: con Pis'l 5 (?); Piacenza 4, con Par– ma .5; Arezzo 4 1 con Perugia 10; Pesaro 4 con Ancona 5; Benevento 4, con Campobasso 7); ne consegue che tC nuove circoscrizioni si di– stribuiranno su per giù nelle proporzioni seguenti: 21 circoscrizioni eleggeranno 10 o più de- putati, cioè : Milano, Torino, Napoli, Roma, Genova-Portomaurizio, Firenze, A– lessandria, Caserta, Cuneo, Bari, Novara, Palermo, Catania, Lecce, Perugia-Arezzo, Potenza, Salerno, Como-Sondrio, Belluno– Treviso, Benevento-Campobasso. 3 circoscrizfoni eleggeranno 9 deputati, cioè: Udine, Piacenza-Parma, Pesaro-Ancona. 10 circoscrizioni eleggeranno 8 deputati, cioè: Bologna, Brescia, Catanzaro, Cosenza, Mes– sina, Pavia, Lucca-Massa Carrara, Rovigo– Ferrara, Forlì-Ravenna, Ascoli-Macerata. . 10 circoscrizioni eleggeranno 7 deputati,, ioè: Aquila, Avellino, Bergamo, Cagliari, Pa– dova, Reggio Calabria, Veron.i, Vicenza, Grosseto-Siena, Livorno-Pisa. 5 circoscrizioni eleggeranno 6 deputati, cioè: Chieti, Foggia, Girgenti, Siracusa, Venezia. 9 circoscrizioJ1i eleggeranno 5 deputati, e cioè: Caltanisetta, Crem~na, ?iifantova,Modena, Reggio Emilia, Sassari, Teramo, Trapani. li peggioramento è, senza dubbio, assai grave. Ed è curioso e strano che proprio le provincie, in cui la organizzazione operaia è più salda e in cui la rappresentanza propor– zionale potrebbe per ciò più facilmente aprire la via alla rappresentanza professionale, pro– prio quelle sono impedite di associarsi : per es. Bologna, Rovigo, Ferrara; Modena e Reg– gio Emilia; Cremona e Mantova ! È necessario, pertanto, che nella discus– sione parlamentare i proporzionalisti sinceri cerchino di fare sparife almeno le circoscri– zioni di 5 e 6 deputati. Quando queste 14 circoscrizioni fossero condotte a fondersi colle altre o fra loro. il numero delle circoscrizioni a dieci o più deputati crescerebb~ di almeno 8 : e non ci sarebbero collegi con meno di 7 deputati. Almeno, occorrerebbe chiarire esplici– tamente che il numero di cinque deputati è un minimo da adottarsi in quei soli casi, in cui, per ragiMi eccen"onali, non è possibile fare altrimenti. In altre parole. una provincia di 5 deputati deve, come regola, aggregarsi ad una provincia limitrofa di cinque o più, salvo che ciò non sia materialmente impo-sibile. Dove ci sono due provincie limitrofe di tre o quat• tro deputati riascuna, e le due confinano ri– spettivamente con altre due di 8 o IO depu– tati, la legge non deve essere intesa nel !ienso che le prime due provincie debbono essere unite fra loro per fare la circoscrizione più pictola che sia l'o.ssibile: ma ciascuna' di esse deve unirsi con la confinante maggiore, per creare due circoscrizioni larghe a preferenza di tre piccole. Ad ogni modo, anche così com'è, cioè con la possibilità di circoscrizioni di 5 soli depu– tati, il progetto concordato potrebbe essere ac– cettato, come un meno peggio, pur di rompere la fogna del collegio uninominale. Le legge, che si discuterà nelle prossime settimane, avrà una funzione più che altro di esperimento: e dal modo come si comporteranno nelle pros– sime elezioni le circoscrizioni di estensione di– versa, sarà agevole ricavare induzioni preziose per la sistemazione definitiva di questa ma– teria. Molto per una buona o cattiva inter– pretazione di questa p1rte della legge potrà fare la Commissione dei quattordici dcput ti • eletti dalla Carnera per compi lare la tabella delle nuove circoscrizioni. Ora è strano che l'art. 14 del tt!Sto concordato stabilisca, che nella elezione di questa Commissione « cia– scun deputato potrà votare per dieci nomi ~: cioè la Cammissione, che dovrà preparare l'at• tuazione della rappresentanza proporzionale, L'UNITA sarà eletta .... senza rappresentanza proporzio– nale, ma col sistema det voto limitato! La maggioranza della Camera, cioè la oligarchia giolittiana, conquisterà 10 posti; la minoranza più forte {il fascio? i socialisti ufficiali?) af– ferrerà gli altri 4 posti : e gli altri gruppi non potranno controllare in nessun modo l'opera della Commissione. Bisogna che la Commis– sione sia eletta col metodo della proporzio– nale. Sarà, fra l'altro, un primo esperimento del nuovo sistema. Il • panachage •. Quella che non deve passare è la proposta del « caro Peano ». Secondo questa proposta, l'elettore non vota per la lista, indicando se crede, in questa il candidato preferito, ma vcta per tanti candi– dati quanti sono i deputati da eleggere, sce– gliendoli, se crede, fra tutte le liste. I seggi vengono assegnati a ciascuna lista in proporzione della somma dei voti raccolti da ciascun candid_ato. In ciascuna lista sono eletti quei candidati, che hanno riportato più voti. È il metodo della << contaminazione », o come dicono i francesi, del panachage. Cioè non è possibile nè la scheda ufficialestam– pata a spese dello Stato e consegnata dal seg– gio elettorale, .nè la scheda pt.oposta nel pro– getto concordato, la quale garentisce anch'essa egregiamento il segreto del voto. Il metodo Peano rende possibili le liste anche mano– scritte, o parte scritte e parte stampate: cioè amml/a il segreto dd volo: perchè dando un ordi– ne diverso ai candidati in varie schede ma– noscritte, disponendo diversamente i cognomi nomi e titoli, ecc. ecc., i comitati riescirebbero facilmente a riconoscere dietro a moltissime schede in ciascuna sezione i nomi dei votanti. Ma c'è di peggio. Supponiamo una circo– scrizione ·H cinque deputati, una cioè di quelle piccole circoscrizioni cosi care ai cuori giolii:– tiani. Sono in concorrenza tre gruppi politici, A, B, C, di cui A sa di avere la maggioranza. Il gruppo A, nel sistema peaniano. sarà cer– tamente tentato di fare il seguente giochetto: presentare una lista di tre soli nomi, perchè è sicuro di non potere riportare più dei 3'5 dei voti, e consigliare ai propri seguaci di votare per un nome ciascuna delle due liste av– versarie. In questo modo, la maggioranza non solamente conquista i nomi della propria lista, ma designa i vincitori delle liste di minoranza! Il colmo della mistincazione. In niolti casi que– sto diritto dell1elettore a ficcare il naso nelle liste di tutti i partiti, sarà utilizzato da cia– scun partito per sabotare le liste degli altri: si darà il vuto al candidato avversario più deficiente per escludere Il più.... pericoloso. Nella migliore delle ipotesi sarà il trionfo dei candidati pipistrelli: di quelli che non urtano mai nessuno, e trovano sempre modo di an– dare d'accordo con tutti : il trionfo in tutte le liste delle mediocrità, su cui si aderge l'edi– ficio cle!la oligarchia giolittiana. li metodo sembra escogitato in vista delle prossime elezioni. Col collegio uninominale, molti candidati si presentavano senza colore de– finito: erano gli amici degli elettori e del go– verno, e tanto bastava; anche chi sventolava la bandiera di un partito. era avversario del solo caadidato locale, non dei candidati dei collegi vicini, anche se questi erano del partito del suo avversario locale; tutti i deputati di tutti i partiti formavano una fratellanza cordiale.– una cooperativa, dice l'on. De Beliis - a patto che l'uno non si occupasse di ciò che avve– niva nel collegio del\' altro. La proporzionale minaccia ora cli sfasciare la cooperativ.t: i can– didati debbono classificarsi in liste concorrenti, socialisti con socialisti, clericali con clericali, repubblicani con repubblicani, ecc.-Come rico– stituire la cooperativa ?-Col metodo Peilll0.- 1 deputat~ uscenti ..pur dividendosi in liste con– correnti, p\-ocureranno che ciascuna lista sia incompleta; e gE elettori dell'una, dopo avere votato i candidati della propria lista, utilizze– ranno i voti sopeannumerari, regolandoli ai candidati amici dei propri condidati, che sono portati nelle altre liste: per es. il clericale-gio• littiano, dopo avere votato i suoi tre candi– dati, darà un vvto al socialista-giolittiano, e un voto al radicale-giolittiano. Così la coope– rativa dei deputati uscenti potrà continuare perfettamf te a funzionare. Orbene, deve rimanere bene inteso che I_ noi la riforma elettorale la vogliamo proprio per fracassare la cooperativa. E delle cento possibili forme di proporzionale intendiamo scegliere quella, che pill ci avvicina al nostro s...:opo, e res~ingere quelle, che cc ne allon– tanano. Il sistema Pcano cc ne allontana : e perciò non lo vogliamo a nessun patto. Una concessione alla onorata società giolittiana è stata fatta: la riduzione delle circoscrizioni elettorali da un minimo di dieci a un minimo di cinque deputati. E anche troppo. Deve bastare. L' UNIT.\. Il voto alle donne L'espediente escogitato dai deputati socia– listi di proporre che sia fino da ora esteso alle donne il diritto elettorale, salvo ad ap– plicare la legge, non nelle prossime elezioni - chè occorrerebbero parecchi mesi a prepa– rare le liste - ma nelle successive, ci sembra ottimo sotto tutti i punti di vista. Chi vuol negare il voto alle donne, non potrà, quindi, trincerarsi dietro la mancanza di tempo per la preparazione delle liste. La questione di principio bisognerà affrontarla francamente e risolverla. Noi non abbiamo nessun bisogno di spie– gare in quale direzione desideriamo che sia risolta: siamo per la estensione incondizionata dell'elettorato alle donne. Solamente, occorrerà stare in guardia con– tro qualche tentativo, che possa essere fatto, per dare il voto, non a tutte le donne, ma solamente alle proprietarie, o a quelle che sieno fe,rnitc di speciali titoli di studio. Sarebbe una forma di voto plurimo concesso alle classi borghesi. O il suffragio universale, o niente: o tutte senza distiuzione di classe, o nessuna. Per la libertà elettorale Il Consiglio direttivo della Sezione Romana dell'Associazione Nazionale dei combattenti, alla vigilia del Congresso naziona,e dell'Asso– ciazione, ha votato, su proposta del no~tro amico Bennici, un ordine del giorno, in cui si chiede: 1. che il Parlamento non sia sciolto o ag• giornate prima dell'approvazione della riforma elettorale invocata; 2. le dimi:)sioui del Gabinetto al potere e la formazione di uu Gabinetto per quanto è possìbile di uomini apoliJici, avente per fun– zione precipua di applicare la nuova legge eléttorale e di attuare le elezioni; 3. l'impegno d'ono1e da parte di questo Gabinetto tna11sitor1"o di dimettersi ad elezioni attuate, e da parte di ciascuno èei compo– nenti il Gabinetto stesso di non assumere partecipazione alcuna al Gabinetto che harà designato dal Parlamento sorto dalle ele– zioni: e ciò specialmente nell'intento di evi– tare che i prefetti abbiano <t subire durante il periodo di preparazione elettorale il perni– cioS<\ turbamento, dal quale furono sempre esasperati nelle elezioni passate e vergogno– samente 1..ostretti ad eseguire le torbide istru– zioni del Gabinetto al potere; 4. la comunicazione pubblica e controlla– bile, che parte dal Gabinetto transitorio, della entità dd fondi segreti al momento dell'as– sunzione del potere, e pubblico controllo, ad elezioni compiute, della integrità di eletti fondi; 5. il divido della elargizione, per.tutta la durata in carica del Gabinetto, di qualsiasi onorificenza ; 6. la diffida inequivoca recisa, rigidissima, in confronto della uui\•ersalità dei cittadini, che n6n sarà tollerato, a qualsiasi costo, nes– sun turbamento della libertà di voto; 7. che la sorveglianza del retto funziona– mento di questa libertà sia legittimamen•e af– fidata a squadre cli còmbattenti, i quali, per essere formati di cittadini d'ogni tendenza - accomunati da un patto giurato di solidarietà morale - dànno sicura garanzia di onestà, di lealtà, di incorruttibilità, di fermezza. Siamo sicuri che tutti i nostri « uomini pratici» hanno sorriso della «ingenuità» cli quest'ordine d, I giorno: cd è infatti ingenuo esigere, oggi, in lrnlia, a questi lumi cli luna, un Governo di persone che facciano le ele– zioni onestamente. Ma nulla si perde di ciò, che serve a far capire al paese l'obbligo del Governo çli rispettare la libertà elementare dei cittadini - quella di esprimere nel voto il loro stato d'animo. Le manifestazioni, come queste della Sezione di Roma dei combattenti, anche se non producono n· ssun effetto immediato, imprimono sempre negli spiriti una traccia, che si accumula con altre tracce, e tutte pro– ducono i loro effetti quando meno si crede. Giolitti non sarebbe precipitato così· misera– mente nel maggio del i9i5, se per dieci anni una piccola minoranza di uomini non avesse continuamente denunciato al paese la sua opera di corruzione interna e le sue infamie elettorali. Del resto, c'è nell'ordine del giorno romano una parte, che non dipende da nessun Go• verno, perchè dipende solamente dalla vo– lontà dei combattenti: l'impegno che questi assumono di non tollerare, a nesstin costo, nessuna violar.ione della libertà del voto. Se i combattenti - o per essere più precisi, la parte moralmente e intellettualmente piò ele– vata di essi ·_ mantengono quest'impegno, essi possono essere sicuri che anche il Go– verno terrà le nnni al posto, l\nche se sarà formato da uomini peggiori degli attuali. Il GOverno è prepotente quando è sicuro di farla franca. Le adesioni alla Lega democratica per il rinnovamento della politica nazionale, si ricevono presso il Comitato esecutivo della Lega, Via dell' Umiltà, 86, Roma (I). Gli amici sono vivamente pregati di non tardare a inviare l'adesione col loro indirizzo preciso e con la quota annua di almeno 6 lire (per gli studenti e operai 3 lire). Quanto prima invie– ranno l'adesione, tanto prima la orga– nizzazione diventerà attiva e fattiva. Adesioni pervenute finora : 187. Emilio La Rocca, Sciacca (Girgenti). - 188. Attilio Schettini, Castrovillari (Cosenza). - 189. Alfredo Bertttgnoni, Torino. - 100 Lucifero Darchini, Roma. - 191. Luigi Maz. zadi, Milano. - i92. Antonio Chillà, Squillace (Catanzaro). - 193. Pietro Mozzelli, Roma - 194. Michele Viterbo. Roma. - 195. Pietro Baldassarre, Roma. - i96, Bernardo Attilio Genco, Roma. - 197. Dc Mas Angelo, Pisa. 198. Aristarco Fasulo, Roma. - i99. Adele La Gala Andreani, Perugia. - 200. Alberto Mario Andreani, Perugia. - 2or. Giac6mo Pontecorvo, Pisa. PREMI AGLI ABBONAT Gli abbonati del!' " Unità ,, che ne faranno direttamente richic.sta, inviando l'importo alla nostra Amministrazione– (Via San Zanobi, 64, Firenze), potranno ot– tenere a prezzo ridotto is eguenti libri; I. A. DE VlTI DE MARCO La guerra europea Scritti e discorsi Un volume di pagine 250 edito dall'HUnità, per L. 2,50, anzi che per L. 5 IL C. MARANELLI E G. SALVEMINJ La questione dell'Adriatico (SECONDA Emz10;,;E) Un volume di pagine 400 , della raccolta ").a Giovine Europa,, edito della " Libreria della Voce,, per L. 2, anzi che per L. 6 III. AGRICOI A, E. AZIMONTJ, L. GAETANI, A. GHISLERI, E. GIRETTI, C. MARANELLI, G. SALVEMINJ, ecc. Come siamoandati in Libia per lire 1 ,50 anzi che per L. 3,50 EGISTO CASAGLI Gerente rupc,uabik Tipogrnfia Galileiana, Via S. Zanobi n. 64

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