L'Unità - anno VIII - n.29 - 17 luglio 1919

I 152 il berretto, taluni ignorano la santità del mo– mento, infine tutti levano il berretto. Si copre poi i1 martire con un lenzuolo; gli si mette davanti una -.1accionata (steccato mobile); ed il picchetto v.t a prendere il ::.econdo martire. Si ripete la tristissima procedura con il Filzi. È pallldi ... ,imo. Il carnefice ~li applica il laccio. Filzi muore subito. Mi separai dalla compagnia e ritornai a Graffiano. Raccontai lo lltraz.io alla famiglia l\forz: povcr:l gente - era avversaria politica elci Battisti 1 perchè questi sociali!!ia - ma pianse al racconto. Al supplizio assistette pure il tenente di sussistenza Antonio Vaig-ner, c1.eco-slovacco, da Trcb:C {Moravia), il qualè fece alcune fo.. tografie. D;,I Vaigner rile\'ai che egli tu pre– sente quando si diede sepoltura ai due mar– ti i, \'Cr'° la mez:r..1nottc del 12 luglio. Dr. PO)lPEO ZUMIN impiegato dcll' Istituto ipotecario di Gorizia. Kolciak Poichè la politica dcli' Intesa nei riguardi <lella Ru~sia \()ma in discussione - e sopra– tutto in vista della dimo,trazione intemazio– nalc di protesta per il 21 luglio, - è necessario che sia precisato un punto della circo 1 are del « Comitato italiano pro Democrazia Russa,. pubblic.:ata nelt' IJ,uìtt del 21 giugno: quello riferentesi al riconoscimento del governo del l'ammirJglio K •lciak. Per,;0ne, per cui la Ru!tSia rappresenta oggi il regno dell'Anticris10, hanno veduto nel nostro atte,.:giamento un ,~empio di quella fatale in– co~lenz.a dcm:,gogka - già fin troppo diffusa t:.:t i ruSJi, pc~chè abbia da propagar;;;i altrove - cau,a non ultima dcll'i::;olament.:> e del so– spetto, in c.:uisono tenuti fra noi anche quei gruppi politici ru~ i, che sono i soli atti a ri– dare ordine e luce in quel tenebroso caos. Prescindendo dal valore del programma so– ciale ciel bol,;cevismo - ammesso nella sua parte es,cn1.iale (socialiuazione della terra) dalla stes-ia Cor,tituente - noi siamo .:vversari del bolscevismo per il suo carattere antidemocratico (abolizione del surrragio universale ..,.), violento e dispotico (icloglimento della Costituente ....), e perchè siamo convinti che una maggiore co– scienza dei valori etici della democrazia ci farà ripudiare nella vita dei popoli ogni forma di violenza san,.uioaria, sia essa guerra o rivolu– zione. Ma pur non CMendo bolscevichi, noi pro– testiamo contro la politica dell' Intesa in Rus– sia, pen.:hè cerchiamo, anzichè d' indebolirt. le forze dell'ordine, di allontanare invece da quel pae,,e, già terribilmente prO\·ato, una forza estranea di disgregazione e di disordine. Per gran parte degli europei, che vi\·ono lontani dal teatro degli avvenimenti russi, i nomi di Kolciak, Denikin, Judenic. non espri– mono che punti <.li resistema antibolscevica: potrebbero essere nomi di fortezze, il loro va– lor'e non muterebbe cli molto. Ma il popolo russo, che ha seguito da vi– dno le loro gesta, ha ben diritto di giudicarli altrimenti. Il popolo ru,so sa da qual fosco colpo di st.-to trat la sua origine l'autorità di Kolciak. Il Comilolo di Ufo e il -.uo Direttorio, com– po-;ti d1 membri della Costituente, che a\'cvano an1to il mandato di COD\"OCare una nuo\·a Co– Mituente temporanea fino all'elezione dell'As– sembka definitiva, furono da lui sciolti quattro giorni prima che glunge:;sc il corriere diploma– tiro con il ricono-,dmento dell'Intesa! E l'I11- lcsa, du rùono/Jbeil Direllori'o, ni:omnu oggi colui che lo dis"'olsf' co11 h vi•le,,r:a. E fu Kolciak a dichiarare fuori legge la direzione del partito socia!i,ta-tivoluzionario - partito che sostenne sempre la Costit11ente, prend,ndo a pretesto sttoi thpporti intsistcuti con i bolscevichi! Qualunque sia il giudizio sull'uomo, è certo ch'egli ha accolto nel suo seguilo - e ne su– blsc:c l' infiu3:;0 - persone notoriamente rea,. zionarie: tra queste gli ufficiali autori di quel complc,uo monarchico, che doveva impedire con la violcnz:i la riunione ad Ufa del numero legale del memhri della. Costituente, e che riu-.cì infatti a !;Opprimerne dieci (tra questi Mobeienk1, 1 segretario del Comitato di Ufa, M.ijevski ecc.). Infine l'atuvità di Kolciak non può essere scollegata da quella di Penikin, che combatte I I L'UNITA apertame:-ue per una restaurazione monarchica: ciò che in Ru~ia vuol dire• per I-' rta=UJ11e ,,,_ L'avanzata cli Denilin è, infatti, caratterizzata dal completo rhtabilimento dell'an•ico regime zarista. Vecchi (unzionari rimes3i in carica; le terre ripre~ ai contadini e consegnate agli an– tichi proprietari; la forca e la focilazionc nuo– vamente in vigore, non solo contro i bolscevichi, ma contro tutti quei di sinistra. A Odescia, ove l'amministra1.ione era stata impiantata da Denikin, un mese prima della evacuazione, oini mattina trovavanl,!i per le strnde dei '-adawri. L'autorità disse trattarsi di detenuti fuggiti: risultò in\'ecc che un'or– ganizzazione con a capo il prefotto denikiano, Mussafin, aveva ini,ìato I'« epurazione» not– turna della città dagli elementi democratici. Il generale fr,1ncc-.e D'Ansclme, di fronte all'evi– denza dei foui, pr,,mbe di porre tntta I' am– mini-,trazione sotto mchicsta: questa, invece, fu salvata per prima dalle navi francesi il gi, ,rno in cui bisognò fuggire. Per avtre chiesto a Dcnikin, se intendeva - conforme alle dichiarazioni dei suoi predeces– sori, Korniloff e Ale:deicff - « usare del suo escrcitl1 per il consolidamento del go\•emo de– mocratico in Rus-;ia », Jlex sindaco di Pietro– graclo, pre.,identc del Comitato della C"'lsti– tucntc per la Ru!:lsia del sud, fu arrestato cd espulso. Ed infatti la domanda doveva sembrare alquanto indiscreta a colui, che aveva fatto impiccare una quantit:\ di contadini nel gover– natorato cli StaHopol. C'he.tveva fatto fucilare menscevichi e socialisti rivoluzionari, che aveva fatto mahacrarn la popolazione di Maikop, e aveva nel suo esercito ricostituita la guardia imperiale con un reggimento portante le spal– line abbrnnate per la caduta dello zari:,,mo! Tutto questo i Go\•emi dcli' Intesa non vo– gliono saperi:. Le infamie d'un Dcnikin o d'un Judcnic non sono, per i nostri uomini di Stat , che e misure di guerra »: pedissequamente seguono l'as,urda e illiberale politica francese, autrice di quel con\'e~no di Jas:'ly (no\'embre 1918) ove, sotto la presiden1.a del ministro di Francia e col consiglio di vecchi funzionari dello zarismo e del console J lcnnot (colui che tentò di sostt.:ncrc Skoropaclski in Ucraina 1 e che foce in nome dcli' Intesa dichiarazioni cosi reazionarie da far ritenere inevitabile la sua ucrisione 1) fu :,teso il piano d'azione contro i bolscevichi, 3enza alcuna considerazione delle forze vive e dell'attuale stato di spirito del popolo russo. Prt!emkrt cht il popolo russo - dopo UM sì va.sia , dolor"sa riwlu.:ione - approvi e sostenga simile po/,ìi'ca, l u11 assurdo. L'unico risultato, che l' lntesa otterrà, sarà quello di essere messa alla porta, come le è capitato a Odessa ey in Crimea, e di prov care, in odio alla reazione, la co..1lizione cli tutte le forze di sinistra, siano bolsceviche, ,iano antibolsceviche. Noi non dobbiamo dimenticare che tutta la dèmoc,azia russa (comuni delle città, degli zemstvo, congrc.'lsi dei partiti democratici, dei partiti avarn-.ati ccc.) si è schierata contro la dittatura. L'unico partito, che sostenga la triad · Kolciak-D<!nlkin-Judenic, è quello dei Cadetti: un partito, che non ha nessun :,,eguito nel popolo, ma che il Consiglio dei quattro ha chiamato al Congresso di Parigi a rappresen tare la Ru-..-;ia. Riteniamo perciò dovere delle democrazie occidentali combattere: 1•) Per la revi-ti,.)nedegli atti diplomatici dell' lnte,a riguar1lantl la Russia; 2°) Per la cesctazionc < i qualsiasi forma d' intervento, che non è stato nè voluto nè stabilito nei suo -pirito e nelle sue modalità da nessuno dei parlamenti deW lnte~a : 3°) Perchè sia lasciata piena libertà a commis,ioni parlamentari, a delegazioni poli– t che e professionali, cli recar-.i in Russia per rendersi conto personalmente delle lince diret– tive, che dovrà seguire la politica europea nei riguardi del popolo russo. Quanto al rit.-onoscimento d'un govemo russo, riteniamo sia dovere dcli' Europa pretendere che e'-50 sia prima riconosciuto dal popolo russo stc~..o. Solo il Governo, che ricostituirà. di fatto i municipi e gli zcmah·IJ, eletti nel 191 i con suffragio univeràale diretto e segreto, e che sottoporrà l,1 sua autorità alla convalida d'una A!Ssemblea co~lilucnte, solo quel go\ emo darà prova di non e:...,ercl'esponente di una fazione, ma di rappresentare tutta intera la Russia. u. z. B. L,incendio al municipio Come avvenne l'incendio. Da una parte, le moltitudini. le vecchie mas-.e dei comum rurali - nel ~ord come nel Sud - senz'alcuna idea di funzioni comu– nali e statali, csa'lperate dalla guerra e dalla soperchierie abitunli rinuudllesi con la guerra; e mescolati nelle moltitudini anonime, i reduci dalla guerra, con fonncnti vigorosi di rinnova– mento, con sete acuta di cose n'.love, con co– scienza più o meno chiara - in non pochi - di un ideale di \'Ìt.t civile più giusta. Dall'altra le \CCchie e.ricche parassitarie, con le loro marcic ammini~trazioni comunali, con a capo il solito deputato p:.glietta e giolmiano, aggrap– pate alle ma11giatoic dei bilanci e delle opere puhbliche, intente a tenersi amico il sottopre– fetto e il n1111istero - nella cinica indifferenza \'C• so ogni interesse generale. È un contra.Mo, che nel Mcr.zogiorno, ora– mai, non :-,I sopporta più. In Puglia scoppi im– provvisi di furort! popolare M manifestano qua e là, qualche ><Jltac.:ruenti; e molti più ne co– vano. Uno di questi scoppi si è avuto, circa tre mesi or sono, ad Altamura. La cen~ura non con– sentiva finora che se ne parlasse. l\la vale la pena di parlarne. Al deputato locale, gio 1 ltt1ano e neutralista per la pelle - è il ben noto on. Caso - era riuscito di metter su una manifestazione per Fiume italiana, !'lt'l l)('meri..:gio ciel 27 aprile. Trattandosi di m .nifo!>t,iione nazionale, le lo– cali Sezioni e.leiMutilati e ùei Combattenti non potero1H e-,imc~i dal parteciparvi, pur essendo ostili al deputato malgrado i raggiri c\·identi di costui 1>erattrarle a !>è. Ma insu~cro i primi attriti, e gli animi ~i cccit.1rono. quando i c•,m– battenti, giungendo a teatro, trovarono rh .~ la platea, destinata a ll•ro, era zià o. \:Upata tutta dai fedeli al deputato. Succe1se un pandemonio. Per evitare peggiori guai, le autorità c.on ,en– tirono che la manife))tazionc avesse luogo al– l'aperto. I combattenti, per non aver più con– tatto con gli altri e per e\•itare occasioni cli nuovi litigi, abbandonarono la cerimonia e mos~ sero vcr~o la loro sede. Li seguirono i muratori dcli' Unione Cattolica, parecchi bei quali sono pure combattenti. Alla sede dell'Associazione dei combattenti si gridò vi'vo Fiu1tte e ohl>osso la camorro, e sembrò che si calmassero gli animi. Ma nel programma della manifestazione c'era il corteo. Fu richiesto il corteo. E la folla si mosse per la solita strada. Jnnanzi i combattenti e mura– tori; poi gli ozi ,si delle nostre giornate di fe3ta: la turba indi!itint ,. Nulla la..c:ia,-a presagire 9 ue/ guaio; ma I' ccci tazione era grande. Cosi si giunse al'a sede dol Comune. Bi– sognava passarci: perchè di li passano di regola i cortei, le proccs ..ioni, le manffestazioni popolari; pcrchè la fine della dimostrazione dovt:va essere nella piazza ddla :)oltoprefettura e quella era l,t strade naturale per ,1rrivarci; perchè lo ste-.!-J0brigadiere dei carabinieri 1 stando alla consuetudine, indicò questa strada. Passarono !-iCnza incidenti i combattenti e i muratori; la te!tta dell..t colonna già !>boccava in p1i.iz1.a dePa sottoprefettura, quando in coda, davanti al portone del municipio, scoppiò il tu– multo. La rolla irruppe nel portone, sali per gli uffici, piantù le proprie bdndiere sui bal– coni nel baruaglio dell'idea che era essa final– m..;nte padrona nel municipio. Qualche carta vo!ò via n Ila furia del pri– mo di.l>Ordine. l\f l :~ un tratto qualche librone cominciò a pio\·e:e dalle finestre, Fu il segnale del saccheggio. La folla dalla piazz l della sot• topreft..ttura si river~ò in una seconda ondata sul Comune, a migliaia. Vana ogni opera dei cittadini più ragionevoli per ricondurre la calma. Il vicepresidente elci combattenti corse alla sottoprcfettur,l ;;1 chiedere che mandassero un po' di forza. Quivi nè il sottoprefetto nè ii regio commissar.io nè il deput.1to -.1pevano che pesci pigliare. E avvenne quel che doveva avvenire. Sul Comune, obbtmdonolo p, ,- ore ,d ore, passò tutto il paese: uomini, donne, fanciulli, special– mente donne esaltate dalla gioia di potusi fi– nalmente \'endlcarc delle umiliazioni, delle .offese di tanti anui. Nella strada i ragazzi accesero dap; -rima le cane e le masserizie buttatevi sopra. Poi qualche fiamma apparve qua e là pci locali del municipio. I pili ener– gici sforzi della presidenza dei combattenti e di qua!che cittadino e di un mare-.ciallo sal– varono l;:l ~ottopre!tttura dall'ira pc,polare. Il sottoprefetto tentò di arringare la folla dal suo balcone, poi fugtti vi . Fuggi il regio commis– mi;;;sario.Fug~i il deputato. Dalla folla, padrona della città, non fo \'ersato sangue. Tutto l'avvento è tipico di ogni Sllllevazio– ne popolare. F.d è tipico pure che il conta– dino e la femminuccia, che vanno ora sul Co– mune pel clolora.-.(Jdi-.brigo delle loro prati– che, e si v ·dono Cl•-ltrctti a più lunga attesa per la m rncant.a delle carte, hanno sulle labbra ben altro che rimpi,mti per quello che è suc– ce,iQ. È doloroso, ma non bi:;ogna nasconder!,.,; c'è nel pop,,lo minuto l' e~a'ìJ>Crazionedi \'e– der ritornati nel Comune gli "-l.!SSI uomini, a perpetuare gli ste:;-.i mi:,fatti di un.\ \·oha. E si rimpiange ad alta \'OCC di non a\'erlf bruciati tutti, quegli uomini, d,_tlprimo all'ultimo, quan– do si p te\'a. C'è nel popolin il pentimento di avere fatto con ciù una f~sseria, il proposito di non es-.er più fessi un'altra \"O ta. 11 furore è magginre contro i più umili stru– menti della vecchi,1 tirannia, che contro i veri respon·mbili. La v..>lout:\ di farla finita è di– retta in primo luogo contro le guardie, gli scac– cini elettorali, e contro gl' impiegati comun<1li, strumenti ciechi e passh·i. Poi \·engono gli altri re:,pon~abili, bili ~u fino al deputato. Tormenti e tormentati. Ascoltiamo la folla di uomini, che vengono a narrare, delle donne che vengon a piangere. Uni.spintoni, pu~ni al seno, colpi di bacchetta: ecco i metodi con cui le guard e municipali tene\·ano a freno nt>llare!il~adella dbtribuzionc dei bi~licttì per la farina, o cercavano di al– lontanare la folla nelle rarbi~imc di~tribuzioni di petrolio. la<sciando pa..,sne le preferite. Il capoguardia si scioglieva il centurino della sciabola, e lo giravri in tondo sulla faccia delle povere diavole: • per divertirmi », diceva. Qualcuna era buttata a terra, pestata sotto i piedi delle guardie. E minacce, scherni, pa– rolacce. Le disgraziate erano in piedi, pigiate, dalle due dopo mezzanotte, in attesa. Alcune si sconciarono: la moglie di Nicola Simone, la moglie di Angelastri Antonio, la moglie di Sar• done Michele. Le incinte passavano innanzi alle altre: e una guardia gridava: « avanti le pecore, a mun~ervi; dobbiamo tastarvi la I an– cia». - E un'altra: «Siete come Lorito? (una nota prostituta): e allo--a ecco il biglietto». - La farina era scarsa; le donne se ne dolevano: e il capoguardia a canzonarle:« lcapunti ora a\·ete finito di mangiarli (i capunti sono una specie di gnocchi); ora mani:;late questi c...... - «Torne– ranno i mariti n0:;,tri », diccvJnO le donne. - «Non torneranno più. La pigliano in c... •- «Ve– dremo!» - « Mò sto qui io, e comando io ». Il tutto c,,ndito di sconcezze· bestiali, immonde, intraducibili. A me1.1.oglomola clistribuzior.e elci higlictti cessava; molte torna van, a mani vuote; i biglietti cran venduti a 20 1 30 soldi, o regalati a quelle ... çµmc Lorito. RII deputato, che vivevl in città, non ne sapeva nulla. E il sottoprefetto anche. E il regio c.-ommbsario anche. Sul Co1ilune, abitudini analoJ,{he. li meno, che si dice!be alle vedove dei morti in i::-ucrra,al vederle appt1rire, era: « Vengono i corvi». Che co33 si chicdes..e per la conce:-,gion dei sussidi. dei certificati,non ,j •,a che trop1>0bene: d.anaro, regali, e quel diritto che i mariti al fronte non po– te ·ano e:,ercitarc. « Siete in calore, po\·erine! venite qui, che vi facciamo 1>a,;s. .1.re il prurito ». Gl' imp egati vecchi eran<>più in foia dei gio– vani. Non r' era nessun ritegno. La sorella di un mio amico, recatasi al Comune pel sussidio, dovette sopportare parole sco1rette, di signi– ficato equivoco, ùa parte di una guarcHa. Un ahra se ne tornò piangcnùo d:il Comune: un vecchio impiegato - padre di numero-in prole! - le a\'eva fatto delle proposte concrete. Un mutilato mi ha portato denuncia contro un secondo impiegato, per tentala secLzione con– tro la moglie. E molti fatti obbmbriosi le donne non li confe-,'-ìano, com'è naturale. La seduzione. se riusciva, si consumava sul Co– mune stesso. Pochi impiegati ~no ec;cnti da questa infamia. Qualcuno allungarn anche con la fantasia la lbta delle sedc.,tte. Una donna, moglie d'un mio soldato del 139 1 è venuta con la cognata a narrarmi che un impiegato

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