L'Unità - anno VIII - n.21-22 - 25 maggio 1919

120 a sostenere \\'il!ò\011 contro i piccoli Stuti, e a. rimanere in minoranza c•ontro la sua, stessa. proposta primiti\·a. - J,' Italia. la, più Jli<·cola <lcllo {{raneli potenze e la più grande delle piccole, se fosse stato ascol– tato il consiglio di Bissolnti, avrebbe do– vuto essere nel Congresso della pace la, condottiera di tutti i piccoli Stati. Inn:c·o è sl:ih, sempre 11clla. speranza di a,·cro ::\lentre a tutto il mondo cou questa 1>oli– tica. l'ou. Orlando o 'l'on. Sonnino 11011 a,·evano neanche la grossolana, furberia di farsi paguro volta per ,~ottu, subito, in mo1ietn. cquh·alcnte, medinntc impc~ni precisi. l'cggio an(•Orn: spiega nrno il loro pen– timento per Fiume c·on la circostanza, 1'11c il trattato di Londra, fu firmato quando nessuno prevodevn, lo fif'nsciamcnto del~ l'Austria-Ungherin; ma nello stesso tempo, tenendo il sacco nlh1 diplomazia francese nc•IP impedire l'unione llcll'Austria teùc– si;n. ulln. Germania e noi tenta.re la rico– struzione dcli' Austria-Unghcrin, si toglic– Yano ogni argomento per invocare Fnn- 11ullnmento del trattato di Londra per Finrnc. l"eggio ancora: moutrc uflicinlmcnto cstcndenu10 le richieste itnlinno da Znra e Scùcnico n li'iumc, scntcnnvano in [tn– lia tutta. la. rete dei loro agenti a battere il tam. tam. per Spalato, per Ragusa, per Cn.ttaro, per ... :Pcrusto. Cioè nffor1m.i,·ano che il popolo italiano non sarebbe rimasto conh·nto neanche di Fiume, o a.vrobbc continualo a protestare o tempestare o f'nro dell'irredentismo anche per la. Da.1- mnzin, meridionnlo. Ciòò non va.Ioni. la peon. per gli nllcnti di css<·re condi– seendenti sn J•'iume dal momento che nennche questo ci avreùbc soddisfatti o calma.ti. I 1 cggio aucora: \·ia, via che vedev:1.1fo an-icinnrsi le dinìcolt:\ deltò discussioni finali, l'on. OrJnndo e l'on. Sonniuo S<'fL-. tonn,,ano giornali corgnnizzazioni o retori pn.tent.nti ti, minnceiare JTrnncitL e Inghil– terra e Fnniverso intero dPIIC più spie– tate rappresaglie, se non avessero consen– tito a. tutte Je loro domande. M ognum1, di queste grossolane intimidazioni era accuratnmento rnccolta dai propagandisti sin.vi. tradotta, messa, in circolazione a Cilltinaia di migliaia di copie in Francia, in lnghilterrn, negli Sta.ti Uniti, nei paesi neutrali, e contribuin1,ad olc,lu,rc la marca, della indignazione, del sospetto, della. osti– lità contro l'Italia. E non prima del 20 maggio la Consulta. si è M vista delle conseguenze rovinose di qnest' altro mo– struoso sproposito: porcbè solamente il 21 maggio i giornali unioiosi banno a.Tnto l'ordino di mettere la. sordina. sulle loro escandescenze. « li nervosismo - ci ha. dichiarato la. T1·ibu,na - che « suscita P altalena delle notizie sullo « s,·olgimento delle trattative cli P:1rigi, • ba. spinto alcuni giornali a una specie « cli campagna, quotidiana eoutro gli Al– « leati, campagna della. quale, in nn mo– • mento come questo nel quale sembra « ebe tutti gli ideali siano in pericolo e « che unica forut, rimanga l' intor<'sse, non « si scorge con precisione l'utilità e la ~ necessità. Ora noi crcd iamo che por « vincere la granrle battaglia. ingaggiata « a J?arigi sia. più opportuna una persi– « stente, assidua, intelligente vigil:inzn, « nnn. serena compostezza di argomenti o • di forma, più che una scomposta se<1nc– « Ja di male parole dalla, quale nessun « beneficio possiamo ritrarre. Catti\ ..a. tat– • tica c1uclla dolio schermitore che erede « di confondere l'avversario con gli strc– « piti e con le impazienze del cuore tur– e bato: vince chi dimostra di sa.per man– « tenero a posto i suoi nervi o la sua vo– .: Jontà >>. B l'Rpoctt, elci 21 maggio:« Al « cune violente espres&ioni personali cli "<1uesto giornate di tensione ncn·o<.:a in « Italia, sono state rappresentate in Arno- L'UNITA « rica come forme totali d'opinione pub– « blica. <·d hanuo stretto gli AmC'ricani « intorno al loro Presidente. l?rni::i stnc:– « cate di nostri orato1·i o di artfroli sono « diffuse d11ppertutto nei parsi alleati idio « scopo di esagerare una rCllzionC' ,·lie ò « i.tweL"C nella gentraliti\ compo..,ta fino a. « parer l 'llssegna.ta . Sarebbe ,·cr:unc•ntc « colpo,·olc aver compromesso le simpa– « tie el;c :111cora ci rimangono per il gu– « sto di una bella frnsc o tli un'invcttinl> <, gustosa.! « ln ncs$1111momento, come in qnc to, « crediumo dovel'oso il raccoglimeuto. [ « ~iornnli e gli uomini politi<·i hanno il << ùoverc di segnalare ni nostri allc· a.ti il « pcritoloso stato d'nni1110 che fii ,~a f'or· « mando in Italia. )la questo i,i pnò fare « col tono pacato di clii at,t,ing-c clalhi. « for•1.a.del suo diritto il vigore dcll:i. pro– « testa». ]finanche il tlioniafo (tlei dcfi– cie11t,) ill ltttliu, che ò stato sempre ali' n ,·an– gunrdiu, della, frenesia. gialla, si impanca :i prcdicntoro di calma e di couq)OStezza nel numero del 2l maggio e si fa tele– grafare da Parigi dal fedele Yettori: « Intanto dobbiamo mantenere 1111 attcg– « giumento più riservato verso gli alleati, « speeinl111c11to nella stampa. Attraver– « siamo un momento n1olto delicato cd è • neccssurio mantenere attorno alla dif– << ficilo opor11, della nostra. t.klognzione ~ un'a.tinosfo1•~t, la più possibilmente cui ma « e serellfl, :.. .Ah, figli di cauil Qunndo tutto era preparato per il di– sastro, solo allora, solo il 2-1 aprile 19H) l'on. Sonnino si avYidc che era opportuno consentire a una. rovisio11e del trattnto di Londra. :\fa oramai eni troppo tardi: quattro anni e roezzo di cecit:\ testnrda. non si nnnulhrno in u11 momento! Il fa– moso messnggio del Presidente \Vilson fece il r<:sto. B allora. parteuz:i. gcucrn.lo da Parigi; soliti sin~hiozzi dcJl'on. Orlan– do; solito silenzio dcll'on. Souniuo; solita. retorica flatulenta e.leisolito ,·ate re<limito cli quercia; solito l;ncNrno contro tutto l'universo. R subito dopo. ritorno ii P:t· rigi a faro per forza quel che Hi~solati Yolova si fa.cesso per ragiouc. E ora si comincia. il gioco dello sca– ricaùarile. Ah! tigli di caui! I due vecchi Lavorano insieme a impedire la unione del– l'Austria tede~ca con I I Germania. ~la gliscopi, che si propone l'uno sono opposti a quelli dell'altro, Clemenccau sogna una Confedcra1,ionc da– nubiana, in cui gli Sla,·i pre"algano sui tede– schi, e facciano della nu ,va Austria una po– tenza nello :stessotempo antigermanica e anti– italiana, Sonnino sogna una nuova Au~tria, in cui i popoli continuino a bastonarsi gli uni cogli altri, divisa in sfere d' inlucnze fra Germania e Italia. Clemcnccau :spera che tutta la Jugoslavia entri nella Confederazione danubiana, in modo da formare insieme con g.i czechi la maggio– ranza su tedeschi e magi..ri. L'on. Sonnino continua a sognare di di– videre gli slo\·eni-croati dai ~erbi, e far en– trare nella Confederazione i soli primi, in modo che i tedeschi e i magiari sieno in maggioranza. Nella sperata Confcdera1,ione, la Francia cercherà di fare opera di mediazione e di con– ciliazione fra gli slavi e di divisione fra tede– schi e magiari: l'Italia dovrebbe fare opera di mediaz;one e conciliazione fra tcdesl hì e ma– giari e di divisione fra gli slavi. I due vecchi si as:sociano in un'opera da cui l'uno spera la rO\'ina dell'altro. )la quando i due vecchi saranno morti, saranno I' !talla e la Francia, che si troveranno rovinate insieme, sollo il peso di un ,,uovo blocco, che andrà dal Mare del t\ord al Var- - dar, e che ~rà tenuto insieme dall'odio anti– francese e antiitali no. Salvo, beninteso, che i popoli non facciano piazza pulita di tutti questi calcoli Quod e:I ti, volis. E a questo scopo intendiamo lavorare. Le quattro proteste Nella sorflida sollevazione di inqnio– tudini, di rancori. di rotrimirrnzioni, l'l1e agitn il noi;;tro p:1esC'.si c-011fouclo110 c·in• quo di,·tr"e <•orrenti di idee clin:rsc e eontral'ie. La prima ('0ITCnto l' quella dei giolit• tinni-clcrieali-tlii;;fattii;;ti: cere:1ro110 di te– nersi legati al r:1.rro tedesc·o. e perciò ucl maggio dc.-1 J!)J.)si co11tr11tuvano dello cit– ti\ <li~l'rC'nto o <li Gorizia t· clrllo S<·oglio di Pelngosn. !:ic·oppiatn hi f!11{'1Ta. di,·enui– rono :1. u11 tratto J)redi('atori lici piìt in– trnnsigcuti pro;.:rnmmi di t·0llf\UÌ$tC rulria ticlie e colo1~inli, per poter dire, ncll'orn dello iuevit:thili riduzioni:• Lo a,·c,·amo dotto noi 1 a eh<: lm servito Ja, {.:'nCrrn,se non nùbiarno ottenuto que~to o qn<:sto t.· •1u<'Sto 1 >>. Son essendo rius{'iti nel disfat– tismo militar<', f:rnno t.lel disfattismo rno– ralc. Preparano le elezioni: ceco tutto. La se<·ondn corrente è quella dei son– uinitrni: 11:tnno c:ontriùui1o :1. tutte lo bricconate dcli' imporialisrno inglese e francese, nella sperunz~1, cli essere remu– nerati con mancia competente, c1unnc.lo giungesse il loro turno i offrh-nno tutta. lii. sinistr:t. del Heno nllu _Fra1wia, J>Cr avere in cumhio tutto le ~c·ogliere e i formic:1i d<:ll'Allriatico; hilnno fatto i servitori ai grandi impCrinlismi nltrui, nélla fiducia. di farsi condonare il pi<-– colo imperialismo proprio; mn, <1uando hanno presentato il conto, si son tron1ti delusi. E allora a, protestnrc percl,ò uon l1nuno rice, ut.1 Ili. sen~eri:1. Ln terza <·orreuto è quella dei nnzio– nalisti: Sill'Cùùcro rimasti scontenti qua,– hmqno fos.°'c stato il resulta.to delle trn.t– tati\·o di r:1rigi. perchè il loro uflfrio è di desiderare sempre t(Uulcosa, di più •li <1nel elio ha11110 ottenuto: In guerra del 19l4.-1!lt8 contro ht, Gcrmnnin. o l'Austri:i por il dominio dell'A<lrin.tico deve eRserc un sc111plice l\ntipasto della nuon-1,guorrri. (·ontro lnf!hilterra- e l'rnnci:t per la con– c1uirsl"adel ;\lcdilcrraneo, salvo nnn. ultfl– l'iore guerra eon gli Stati Uniti per la conquista dcll'A.tlnntico &senza pregin– t.li.do di un'altra, guorr:t c·ol Gi.ippone per In tonquistn del Pacifico: per uun. sem– pre più grande Italia, flnchò I' J~.\lia non si rompa il <:olio corno hi. Germauin. Xn.– turalmenie, non U\·cn<loottenuto neanche c1uel minimo clic pur nSJ>ettnvnno, stril• Inno :i.ncora tli più contro l' imperiali– smo .... degli nitri e parlano fi11nnche della nocessit,\ di rivendicare In.... libertà dcl– i' ]i;uropa.. La quarta c·orrente ò <1nella dei socin• Jisti ufliciali: protestano contro la pa.ce di Versailles. pcrehè spcr11110 che dal mal– contento generale \'Cnga, fuori la. ditta• tura del proletariato; quel elio si sen• tono impotenti n. rngginng-ere _per forza proprin, lo nspettuno dagli orrori nltrui; in attesa si l'anno devastare l'At:mtti e fanno lt1,ricovutn. La quinhi. protesta. è la nostra: che abbi:tmo visto fino da. principio lo difli– coltà. incstricaùili in cui la politicu del mulo ùendato ci co11cl11ceva; aùùiumo criticato, per qoanto la censura ce lo .. consC'nti va. i criteri (•hc volovnno Cl5Scrc furbi ed erano scmplirorncntc iuotl i, con cui la nostra l}Olitica. estera era diretta; aùbiamo contmpposto se111pre alla. poli– tica, che sentinuno disonesta e funesta, la, sohi. politica, con cui l'Italia, potesse uscire cou dignitA e protit.to dalla crisi mondiale; sin mo stati per <p10sto accu• snti come pubùlici nC'mh•i dagli adoratori e agenti o salariati tl,.:1 nume silenzioso. ·M nncho noi protestiamo: ma intendiamo protestare 11011 solamente contro i diplo– rnntici francesi e inglesi, ma sopratutto contro i no!;tri. B c·ontro l'opera e fr:1. i quali i nostri rappresentanti fn11110 contro tutto ciò che dalla t·onferenza lii Pari;.d nscir:'\ e nelht questione adriatica, e in ,p1ella dell'Austria, e in qnC'lla dt.-1 Heno. e in c1uclJn. dclhi Vistolu,, e in quelln dC'lle "olonie, intcndinmo di :tp– pellnr<•i ai popoli 1 o continueremo nella nostra opera di dC'molizione e di rico– strnziono di quanto a P:trif.!'i viene fuei• unto, flnéhò giustizia non sia, rei;;a n. tntti. e la. 1rn<·C' non sia davvero si('urn. Perc.-hè sette milioni o mC':(.ZO di uomini non deb– bo110 C8S('ro morti irn·ano. g la. nrn:rnit;\ dO\-e bene aYere appreso qmllcosa dalla sp1u·entosa pront dei einquc anni pas– sati. B non eontinm•r;\ a. l.1sei:1rsi ingnn– nure. ~fruttare e condurre al 111:1eello da :11t.:unt'dozzine (li inc-oscienti maln1gi. Or:t in Yist:1.<li <111est'opcrn cli de1110- l izio11<• e di rico~tnrnione, the dc,·e es– sere fatta dni popoli contl'o i go,~erui. uoi 110n ,loùbiamo eonfondt•re :t ne suu patto lo proteg10 nostre con qnollc degli nitri. ~oi 11011doùùinmo prc~tarci alla mauorra di s,,iarc 1'1itte111.ionodel no– stro popolo dallo re~ponsaùilit:\ dei go– vernanti: concentrare tutto le inquiet11- dini e tutti i. rancori italiani e prcparal'e ncl- 1' Enropa an·elennta dalle ingiustizie <lel trattato di r>acc, 11110,·i intrighi o nno,·e lotte per vendicarsi domani delle briceo– uatc, :1 cui 11011huuno snputo oppor~i oggi o per cui non hanno ottenuto la. mer– cede 1•l1c ne n~pcttlwano. Noi rifìuti:1,1110 0~11i nostra solidn.rieti\ agli uomini, elio hanno rn,pprcscntata, l'Italia. alle tratt:1.tivo di pace. E dob– biamo spiegare nl nostro popolo che an– ch'esso devo rifiutnrc ogni solidarietfl. Dopo Cnporetto fu sacrificato Cadornn.; dopo quel eho è successo ora (elio è un Caporetto diplomatico) è necessaria- la stess1i. serena e deri~n, ,olon ti\ ti i non guurdnre in farcia n nessuno per il bene di tutti. Anzi. Se p<•r Caporctto la re– spo11snùilit,\ poteva solo iu pnrto rica• clero sul tondott i ero, ,,nesta. volta non c'è duùùio: es:-ri ricade tutta o solamente sugli uomini, t.·he hanno condoUo la no– stra. politicn interunzionalc. Hanno fatto tutto loro: hanno brigato, firmato, ripre– so, diviso. trescnto, tutto loro: noi non a,·e, nmo il dirit,to di sa.per nulla. Non ò il popolo itnli:1.110che è andnto u, .Parigi un vecchio e nn l<'gnleio. Con quei dne disgraziati non intendiamo ave– re nessuna solidarietù. Ai lettori del giornale I reclami degli amici, che si dolgono perchè il givr– nale non g,tmge loro regolarmente, sono senza dubbio giustificate : e parte di esse colpisce giustame11:e noi, che con tutta la nostra buona volontà non siamo riusciti ancora a dare un ordine sicuro al lavoro di amministrazione: m quattro mesi. abbiamo dovuto cambiare quat– tro volte la pers na addetta a preparare la spedizione, e questo, sempre, senza colpa nè nostra, nb della persona t:he ci veniva meno. ~la noi ,·orremmo che i no... tri amici ~i rendeSS(·ro conto che fra noi t:d essi ci ,ano molti intermediari : la posta in partenza da Firenze, le ferrovia e la posta in arrivo ,ti loro paese. E non attribuiscano tntti a noi i guai, d1c il\'vengono fra chi prepara la spe– dizione a Firenze e gli abbonati. In quakhc città, 1·eres., abbiamo motivo di ritenere che sia organi1,zato uu vero e proprio b.tbotaggio del giornale prc~w l'ufficio po.:.tale. Sopportino, dunque, con la maggiore pa- 1,icm:apos-s1bilci disordini di que~to periodo di anarchia generale. E ci sc,;nalino j11bilo qualunque inconvcn1cnte, perchè .l'loi si po.:.sa subito pro\·\·edere a eliminarlo per quanto è in noi. Il reclamare juh,to per il mancatJ o disordinato arrivo del giornale, è uno degli aiuti più cfiicaci che si possano dare ali' am– minblrazione di un giornale. E già che sia:no a di~cu'.cre di proteste, sia Cl,nsentito a noi di... 1 rotestare contro quei vecchi abbonati o leltori di numeri di saggio, che non si cmano di pagare l' abbo– namento. Se non vogliono rin110\'are o pren– dere l'abl onamcnto, respingano senz'altro il giornale. E :.e "ogliono pag,tre, p:,ghino senza ritardo 1>ernon costringerci a un penO!>Oe di!-pcndioso lavoro <li sollecitazioni.

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