L'Unità - anno VIII - n.19 - 10 maggio 1919

Con questo sistema non solo si spendono milioni inutili, ma si ritardano enormente tutti rii affari, e si corrompe spa\'Cntosamente l'am– ministrazione. Ecco pcrchè la pubblica ammi– nistrazione è il peggiore dei disastri nazio– nali. Ma non è detto che sia il peggiore dei disastri individuali per i burocrati dei Mini– steri e per i deputati. E questo è l' impor– tante! Quando tutti i funr.ionari fossero resi liberi e regponsabili della loro opera, non ci sarebbe più pret~sto per acècntrarc a Roma tante pratiche, e per incatenare così rigidamente gli stessi funzionari dei ministeri sotto la sorve– &liao,.a continua di tutta la gerarchia dei loro superiori. Gli uffici provinciali e gli ufficicentrali sareb– bero organi della medesima amministrazione, di cui ciascuno compirebbe una funzione specifica. Fra le funzioni degli uffici centrali vi sarebbe anche quella di sorvegliare gli uffici pe· riferici, ma sarebbe sorveglianza fatta per mezzo di ispettori, quando le proteste dei cittadini o gli attriti interni fra dtversi organi amministra– tivi ne rivelassero la necessità: non sarebbe la sfiducia sistematica e la negazione d'ogni li– bertà d'azione. E dei funzionari dei ministeri, ,ciascuno sbrigherebbe in piena libertà le sue pratiche, come un pretore pronuncia le sue se11ten1.e.linchè non intervenisse un disordine, che rendesse nece,sario l'intervento dei supe– riori e la punizione o addirittura il licenzia– mento di chi fosse disonesto o incapace. VII. Il problema economico. La re-,tilu1:ione alle iniziative private e agli enti locali di molte funzioni oggi malamente accentrate nell'.1mministrazione dello Stato, la soppressione in questa degli uffici inutili, e la semplificazione dei servizi che si otterrebbe ,opprimendo ogni controllo preventivo sui fun– zionari della periferia e del cerpro e creando la responsabilità personale dei funzionari verso i superiori e verso i cittadini privati in caso di disordini, - tutti questi provvedimenti con– sentirebbero una larga riduzione nel numero degli impiegati dello Stato, e darebbero risorse sufficienti per migliorare .le condizioni econo• miche degli impiegati, che rimarrebbero in servizio. A questo ~co1>0, occorrerebbe non solamente elevare notevolmente per tutti gli stipendi ini– ziali. ma assicurare in ogni carriera, per ogni grado, aumenti periodici indipendenti dalle promozioni ai gradi superiori 1 ci()(• introdurre in ogni carriera il sistema dei ruoli aperti con aumenti a periodi fissi. Verrebbe c01ì tolta una delle molle più po– derose all'artificioso aumento degli impiegati: i quali sono costretti a «gonfiare il lavoro• ap– punto per rendere necessaria una continua esten-'ione degli organici cou conseguente moltiplicazione dei gradi superiori, e più larghe possibilità di promozioni, cioè cli aumenti di stipendio. E si renderebbe anche possibile abolire nelle promozioni da grado a grado il bestiale criterio dell'anzianità, che conduce, spcs.w ai 1>iùalti uffici dcli' ammini– strazione vecchi rimbecilliti, sostituendolo col criterio del merito, non a'-)S()luto, cioè stabilito à capriccio dal superiori, ma relati\'O. cioè ac– certato con la procedura dei concor,i. Quando si parla della nCCC!,Sità di ridurre con vigorosi e rapidi prO\fVedimenti il numero degl'impiegatì. sorge subito la. difficoltà eco– nomica della prima ~euzionc. Lo Stato, si dice, de,·e indennizzare gli impiegati da elim:oa– re, e la spesa è tale da far tremar le vene e i pol.91. E gli interessati si fanno avanti a pretendere indennità favolose. cianciando di diritto al– i' impiego, :li dirllli quesiti, di non retroatti– vitù etc.: 1>0ichèogni italiano è un magnifico giurista, e I~ belle parole producono sempre un irresistibile effetto. Ora a questo riguardo baster:'l ossen·are che, durante gli ultimi anni. è inten·enuto un fatto, che noa diremo grande per non dimi– nuirlo: la guerra. La guerra, senza badare nè a retroatti\·ltà nè a diritti acquisiti, ha sottratto milioni di uomini 'alle loro occupazioni, ha troncato studi, cairicre 1 profC:>Sioni, commerci, ,•itc. In compenso di tutti questi danni, lo Stato d!l quello che può, con la peggior buona grazia che può: e non pensa a risarcire, nè 1>0trebbe, il danno realmente prodotto a innu- L'UNITA 109 n·erevoli famiglie. Si limita a dare pensioni modestissime, spesso irrisorie, a mutilati e a \'CdO\·c e orfani 1 e ad assicurare, o cercar di assicurare, il ritorno alla \lita civile dei richia– mati, dando loro un piccolo aiuto finanziario per superare il primo periodo di crisi. Rispetto agli impiegati da eliminarsi, il criterio sostan• zialmente non deve essere diverso: per ragioni di giustizia e di parità di trattamento. e per necessità. Si conceda cioè una somma 11 non a ti– lOlo di indennizzo, che mancherebbe di base morale e giuridica dopo gli analoghi danni non indenniu.ati e non indennizzabili della guerra, ma a titolo <li aiuto, dherso a seconda dei casi, da valutar~i in concreto, tenendo conto dell'età, dei titoli, del carico di famiglia. pcrchè gli ex impiegati abbiano il tempo di cercarsi una nuova occul)a::r.ionenella vita ci– vile. Vlll. Le difficoltà da superare. Da quanto precede, risulta quali enormi difficoltà si deQ.bano superare per arrivare a una riforma amministrativa, che non si riduca a un nuovo aumento di stipendio. lasciando tutti i problemi insoluti e tutti gl' impiegati insoddisfatti. La macchina burol ratica è dive– nuta oramai cosi mostruosa, e quel che è peggio 1 ha foggiato secondo un detorminato tipo la mentalità di un numero cosi grande di impiegati nei gradi .:,uperiori degli uffici delle provincie e in tutti i gradi degli uffici romani, che la riforma dell'amministrazione sembra un'opera sovrumana. Il me1.1,0 teoricamente buono 1>erdarci una rifonna immediata sarebbe una rivoluzione: cioè la distru1.idne violenta di tutta l'ammini– strazil•llC attuale, il licenziamento di tutti gli impiegati e la ricostruzione della macchina amministrativa su nuove ba')i. Ma nessun par– tito rivoluzionario, in ltali,1, ha nel suo pro– gramma idee di questo genere: tutt'al pil':1 1 in caso di rivoluzione, sarebbe licf"nziato un solo funzionario: il Re; lo stes10 Partito Sociali– sta, che in questo ,nomento si d;\ le arie di essere il partito più rivoluzionario di tutti, do– manda sempre nuovi interventi statali nella vita economica del paese, e. aumenterebbe le dimen~ioni, il disordine, l'oppressione della burocrazi~, :.e do,essc impadronirsi del Go– \'emo. Possiamo deplorare che sia co:,1, ma non possi:1mo negare la realt;Ì. Tutti, in Italia. si lamentano di a,·erc una pessima amministra– zione, e proclamano che cosi non s, può an– dare avanti ; ma pochi hanno un' idea chiara della via che si deve \Cguire nel rhrnov.\re l'amministrazione; e non: \'Ohe su dieci le pro. te9te contro il t: Governo ladro» conchiudono con la domanda di nuo,·i interventi statali. se partono da privati, o di nuovi aumeutl di sti– pendi, se partono da impiegati. E i giornali quotidiani, controllati <jU,tSi tutti da persone di fiducia di quelle groSl:lcaziende affaristi– che, le quali hanno bisogno di vivere in buon accordo con la burocrazia r()mana per sfrut– tare liberamente ìl bilancio dello Stato. scritti :spesso da gente il.moranll'-'iimadi ogni cosa o da ... impiegati dd ministeri, che riscuotono lo stipendio d'impiegati ~enz'andarc mai in uOìcio e fanno le campagne di (lii la burocrazia ro– mana ha bbogno per I continui allargamenti di Ofga_nici,- i giomalt quotidiani sen·ono più a rendere impo,.,ibile una .,eria riforma che a prepararla. La \ entà è che la degenerazione amministra– tiva è una delle con-.cguenze di quella bacchezza intellettuale e morale del paese. in cui X)nOde– generati tutti I nostri i,tituti politici. E J'am– minbtrazione pubblica non pu;, migliorare, se non sorge , ella cosdem ... 1. cli un numero suffi– ciente di ciuachni una nu m concezione dei bisogni e dei doveri della no.,tra vita pub– blica. A che cosa ..erv1rebbe, per es., che un dittatore di genio - ceco un altrn rnnedio, che viene spesso uwocat, a cuor leggero ~ - dichiarasse autonomi gli enti locali d1 fronte al Go\·cmo centrale, ~e i cittadini non :,apesscro già quale u.so fare d1 que-,te mag– giori libertà, e non a,·csscro già ,emito il bi– sogno di conquistaniele? .\ che è servita a legge sullo stato giuridico degl' insegnanti medi del 19o6, che assicura,·a agi' io!)Cgnanti medi condizioni d'indipendenza, che erano ne- gate anche ai magistrati, ma fu comba•tuta da molti degli stessi insegnanti (i pili accesi furono subito promossi o trasferiti in sedi migliori. dalla Minerva), e l'ap;,licazione fu sabotata fin dal primo momento dalla burocrazia, e la legge a poco a poco è stata ridotta a un cencio, sotto le pressioni degl'inscgnanti peggiori. per soddi• sfare i pili ignobili bisogni elettorali dei de• putati, senza che gl' insegnanti migliori ab– biano saputo difendere quella conquista della loro organizza1.ione ? Non dobbiamo dimenticare che ad aggra– "arc il m'tllanno burocratico ha influito la grande cormzione 1>0li1icadegli ultimi venti anni, la deficienza numerica di uomini di va– lore nelle classi dirigenti e la grande igno– ram:.1 popolare. Per quest'ultima basta ricor– dare che il va.. to ioten·entismo statale durante la guerra ha trO\'ato e tro\•a nella esistenza di pregiudizi, che la scienza ha da secoli dimostrati taH, la sua più "alida giustificazione. l\•ligliora– mento morale generale del paese, aumento della cultura delle classi dirigenti, diminuzione del- 1' ignoranza popolare, e rifonna amministrativa sono fatti concomitanti e interpendenti: il pro~ gresso in un ramo della vita sociale promuove un prpgresso in tutti gli altri. E noi non dobbiamo illuderci di J>Otcr fare, per ora, altro lavoro se non di prepara– zione intellettuale e morale: gli stessi studi tecnici, che potremo e dovremo fare, servi– ranno più ad eccitare la insofferenn dei mali attuali e a incanalare la futura azione veuo i nèce,sari rimedi, che a rendere possibile una riforn,a immediata. Ma questa .degli studi tecnici e della insistente propaganda coi re– su tati di queili studi, è la sola via che con- amministrati\'a: contro di esso possiamo mo– bilitare le pili numerose forze del paese, e specialmente gl'impicgati delle provincie, che soffrono del dispotismo romano non meno della grande maggioranza dei cittadini privati. Caduta questa posilione, tutto il resto cade da sè. e) abbandonare in questa lotta il metodo degli ordini del giorno generici, che lasciano il tempo che trovano. È necessario raccogliere sistematica•ente e dare la massima pubblicità possibile ai fatti, cifre, dati statistici, incidenti caratteristici, scandali, che dimostrino al pub– blico, anche al pili ignorante, la bestialità bu• rocratica romana: il danno che le erronee ri– chieste di sempre più larghi interventi statali producono nella economia della nazione; le funzioni che possono essere trasferite agli enti elettivi locali (gli studi dovrebbero cominciare dal Ministro del lavori pubblici e da quello dell'Istruzione): le conse~cnze spesso infami del sistema, che sottomette le amministrazioni locali alla sorveglianza dispotica delle prefet• ture e sottoprefetture; gli uffici che si possono sopprimere, ccc. ecc. Questi elementi di fatto, continuamente messi in circolazione, demoli~ rebbero in bre,·e tempo l'idolo burocratico nello spisito popolare, e susciterebbero nel paese un bisogno consapevole di riforme. 1 d) nella imminen~ battaglia elettorale si devono costringere i candidati a far categori– che dichiarazioni sul loro 1>ensiero nei riguardi della riforma amministrativa, e si deve esigere l'impegno che la proi,;,sima legislatura attui almeno la riforma della legge sullo stato giu– ridico degl' impiegati. Cosi sarebbe possibile, senza grande ritardo. duca a riforme reali: via lunga, ma sicura; giungere a una riforma, che sarebbe fonda- perchè uru riforma in tanto si realizza cd è mentale J>er il ..uccess,vo sviluppo del paese. definitiva. in quanto sia stata imposta da una ~ L'UNITÀ. rinnovata coscienza e volontà del paese. Quando questo rinnovamento della co- ritorno dalla guerra scienza e della volontà del paese sia avvenutQr: allora la riforma amministrativa sarà iniposta a burocrati e a politicanti, o coi mezzi legali, o con una rivoluzione, se sarà necessaria: sarà possibile magari quel colpo di stato, di cui si è parlato ')el ~ grupj>Od'azione~ di Firenze: mett<-'reper i,ei mesi in stato d'asse:dio Roma, e desthuire in blocco due terzi clegl'impicgati attuali, cominciando dai Direttori generali, dai Con~iglicri di Stato, dai Consiglieri della Corte dei Conti. Pror>aganda, propaganda, propaganda - ecco, dunque, l'ufficio nostro in questi pros– simi anni: - propaganda di critica ragionata e di oppo~izione intransigente e di proposte positive concrete. C>loro fra noi, che meglio avranno studiato il problema e saranno riu• sciti a conoscere il meccanismo interno delle singole amministrazioni, e avranno saputo pre– parare per tabna di essa un piano organico di riforma, raccogliendo intorno a .:,.è gli uomi• ni cap.ici di aiutarli nella grande opera, - co– loro saran•n un giorno i riformatori o i rivo~ luzionari' del \'CCdli sistemi, e dirigeranno personalmente l'impianto e il primo funziona– mento dei nuovi ln altre parole, la nostra organiz1.azione, p 1\, che a chiedere la rifonna immediata, de"e applicar:si a esasperare nel pae~ la inquietu– dine <lei mali attuali, chiarire negli spiriti la direzione che devono prendere le riforme, e preparare e raccogliere le persone che possa– no dirigere con compcten1.a ed onestà a suo tempo l'assalto finale contro il vecchio siitema. A tale fine è nccc.~sario: a) • lavorare » le classe clegl' impiegati, o meglio gli clementi pili giovani e intellet– tualmente o moralmente più elevati di questa cla,se - chè la zavorra non serve a nulla 1 e l'avremo sempre inerte od ostile. - Cl' im– piegati migliori debbono essere convinti che una riforma, quale da noi è desiderata, si risolver~l in un grande progresso delle loro condizioni morali e materiali, e che le ridu– zioni di organici saranno fatte collocando a riposo o dispen,ando dal servizio i vecchi e ~li inetti. QuCl:lto la,·oro è importantissi.tno, pcrchè le cooperazione degl'impiegati più one• sti e più intelhgenti è indi.spensabile per uno studio seri , dèi particolari tecnid della rifor– ma1 e per l'attuaz10ne di ~~- b) concentrare la lotta specialmente con• tro la burocrazia romana. I~ questo il punto più odiato della nostra difettosa organizza.zione Beeomi, duuquc, 1t. Jtomn. ! Grande eleganza negli Ufftcio.li di car– riera., tutti lindi o n, nuovo o sdegnosi dei dimessi reduci dal fronto; ·o un1a. ru,n– tnsmn.gOrin, ili colonnolli, generali, ufli– ciali di qualunque armn, o. spnsso per lo vio della eitt,\ etornu. llostn.uo aggr1ip1>ati ai loro uffici, come lo ostriche allo scoglio; o il loro eom1iito ò cli rendere difficile c1uollo ebe è facile, ingarbugliato ciò che ò scm plice. Ogmmo fa del suo meglio 1>er rendersi iudispeu– su.Lile, ognnuo ue inventa delle nuove e delle belle. / Al mio deposito, per noi ufficiali re– tluci cha.l fronte, cho abbiamo fatta la, gucrrHo davvero - sin.mo circa. 200, e il numero aumenta por cootinni arrivi quo– tidiani -è stato inuma.ginu.to un « Cor• <li perfezionamento (P&rtiglioria. ! ,. Pro– prio cosl: un corso di perfezionamento, in cui ci si insegura. - o ei dovrebbe insegnare - mu.tcriu.lo , pnutamonto o ti– ro, e morale; sl, n,ncho lu, moro.lo ! .Nessuno prende la cos1a. snl scrio: 11è noi, nè gli istruttori, nè quelli fm, gli um. eia.li superiori eho souo incn.ric11.ti tli 0011- trollure l'esecnzione dell'ordine. Mu. quel clovcr ri man oro d,a.lle 8.30 alle 12, e da Ilo 15 alle 16 1 30 d'ogni giorno, chiosi in un magazzino pie110 di carrette, ma.novelle, sostegni. catene ccc., o tutto un ciarpnue di roba o.mmuflita. e puzzolc11te, c1uel ri• manere Il inoperosi e oziosi (mi 1nu su– perfluo dire rbc i nostri istruttori par– lano di tutto fuorchè di iLrtiglieria, per– fino di... donne), mentre, liberi, potremmo fare qualeost1 di meglio o cli pi1ì utile; questa vita, oziosu, impostaci dopo uu )leriodo di n.Ltivitu\ trcmemha. o di terri– bili rcsponsabiliM, ò por noi la peggiore scuola di bolsce\'iSmo, impurtitn, gratui– ta.mente da.i nostri parrucconi: o crea, nell'animo nost·ro rio foudo di acredine e di rivolta. Molti abbiamo il buon senso di. .. squagliarcela. Mn, fioccano gli arresti. La mia impressiono è elio c1ui si vivta. come se dnl novembre in quu, nulla fo8se accaduto nel mondo. U,w eh.e1n.1t0re di noia, 'K01t- essendo uwrte di gra..atc.

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