L'Unità - anno VIII - n.19 - 10 maggio 1919

' ' 112 estreme, ci sia ancora da fare un ultimo tcr.– lativo. Quale? Quello di appellarci diretta– mente all'altro elemento del potere.costituzio– nale, a quello che, in sostanza, è ancora il potere supremo, a quella tal « volontà del Re », a cui tu stesso, Salvemini 1 accennavi nell'intervista con l'Italia del Popolo. Bisogna veder di conoscere questa volontà, e di essa sapere, non solo se intenda di nonopporsi alla attuazione immediata dei nostri postulati, che questo non vorrebbe dir nulla, ma se intenda invece far propr,i" tait postulati e imporli per l'attuazione immediata a quello che è o che sarù il suo governo. (E l'uomo indicato fra noi per far da messo presso la persona del Re, c'è, cd è l'on. Bissatati). Che se poi risultasse non intendere il Re di rare questo gesto, allora.... al– lora, per veder trionfare le nostre idee nel modo che vogliamo noi, non ci resterebbe altro che buttarci decisamente dalla parte ri• voluzionaria. Porre, 1rnturalmentc la prcgiudi• zialc, fondere in blocco le correnti rivoluzio• narie interventiste, dichiarar chiuso il dibattito sulla guerra (cosa, del resto, naturale, ora che la guerra non è più attualità ma storia), ac– costare queste forze a quelle veramente socia– liste: gruppo parlamentare, federazione del lavoro; po1tare, insomma, o riportare, i qua– dri della borghesia intellettuale ri\'oluzionaria a contatto con le masse proletarie, le quali sarebbero ben liete di sacrificare a noi la ora• mai tediosa razzamaglia leninista: att:.:are in regime di repubblica sociale il no!)tro pro• gramma. (Questo il piano d'azione. Anche qui l'uomo, sotto i cui auspici lo si dovrebbe ese– guire, è l'on. Bissolati). Non si dica che il piano è bello, che è facile.... ad esporsi, ma che la « Lega ». dato che i suoi mcml ri lo accol• gano, non ha le for:-.csufficienti per eseguirlo. Guardiamoci ora più che mai dal pe,;care di scarsa fiducia nelle nostre furze. Cli Unitari ~ mm ll11ilnle et sli1e llnilale » sono' in Italia molti più che n~n si creda, e sono fortissimi, sono il sistema nervoso della nazione : la guer• ra l'han voluta loro, la vittoria l'hanno im~ pOliìtaloro ;li paese po:trone, essi devono im– porre al paese anche la « rivoluzione» che è il vero fnllto della vittoria. Si tratta, ancora una volta, di salvare l'Italia. Dunque avanti : « con la monarchia st sarà jossi/Ji!,, ,o,, lo npubb!ica se sarà 11uessario ». A. 11. Alla prima domanda, che fa il nostro amico, ~e la dichiara:r.ione votata dal convegno di Firenze sia « un programma di studio o un programma di governo », siamo convinti che tutti gli intervenuti e tutti gli amici non intervenuti, ma aderenti, risponderanno alla unanimit:\: quello vuole essere un « pro– aramma cli governo », cioè un programma di riforme politiche, il quale non può essere rea• lizuto se non attraverso l'opera di un governo, che abbia acettato le nostre idee. Da questo concetto concordemente .amme– no, il nostro amico passa ad affermare che noi dobbiamo volere attuare il nostro programma /111/0 e subilo, obbligando il go\'erno a fare le elezioni generali prossime con la pfoporzionale sulla piattaforma del nostro programma; e dobbiamo ottenere il no~tro intento col gioco dei partiti : è inutile recriminare contro i rartiti : e&siesistono; prendiamoli come so, o, e facciamo prevalere le nostre idee per mezzo <li essi nella pratica della vita politica. Per parte nostra, saremmo ben lieti di arri– vare alle conclusioni del nostro amico. Anche noi vorremmo lullo e subito: e ci alleeremmo· anche col diavolo per realizzare le nostre idee. l\[a il diavolo dov'è? Fuori di mel1.rora, i partiti disposti ad accettare sul Jerio le no• Mrc idee, don~ sono, in questo momento ? li nostro amico esclude i partiti costituzio– nali. Li escludiamo anche noi, tanto più che noi non abbiamo mai a~pcttato nulla da que– sti signori, nemmeno un uomo, l'uomo fatale! L'uomo esce dal partito quale il partito è in– tellettualmente e moralmente capace di pro– durlo. E ci mera, 1 igliano che il nostro amico abbia aspettato che dai partiti costituzionali sbuca~sc l'uomo, dopo la firma dcli' armi– ~tizio ! .L'UNITA E allora, con:hiudc il nostro amico, andia• mocene con la corrente rivolur.ionaria. Andiamo pure: ma vorrebbe a\'ere il nostro amico la prudenza di assicurarsi prima che l.1 signora corrente rivoluzi<naria accetti le no~tre idee? Porti il nostro amico la nostra dichiarazione di idee alla « corrente rivoluzionaria » : e i più gli rideranno in facci,1 1 quando si sentiranno invitati a comb:1ttere il pro1ezionismo doga– nale, la tirannide burocratica, la oligarchia parlamentare giolittiana - me lo saluta lei l'on. Chiaraviglio, deputato socialista uffici:\le, che combatte la oligarchia parlamentare gio– littiana? E meno ~aie se tutti gli ridessero sulla faccia 1 Ma di qualcuno abbi,1mo un forte sospetto che sarebbe incantato di sfruttare la nostra illusione cli ottenere 111110 e subilo per mezzo del gioco del partito, accetterebbe senz'altro l,l Dichiar,11.ione, si presenterebbe alle elezioni coll'appoggio della nostra Lega, sfrutterebbe quella fiducia che il nostro lavoro è iiuscito a detennmare in larghe zone della gioventù: farebbe un viaggio e due servizi: accrediterebbe sè e discrediterebbe la Lega: e poi passata la festa, gabbato lo santo ! Noi comprendiamo la inquietudine di chi vuole fui/o e wbilo, dopo cinque anni di crisi come quella che abbiano lttraversatil. i\lolti giovani sono come certi ammalati, che leggono con t~epidazione le quarte pagine dei giornali nella speranza di tro"are il loro rimedio: volete In salute., Non hilnno la pazienza di aspettare. Credono di poter passare senz'altro dal desi– de~io alla realizza:done. E cercano questa rea– lizzazione, non in sè ~tessi, nella loro volontà di diffondere le loro idee più largamente e più rapidamente che sia possibile, in modo da poterle tradurre in atto, non tutte e subito, ma al pi\1 presto possibile e via via che per ciascuna di esse :-.ia possibile. E cercano di qua e di là chi sia disposto ad adottare la loro ~per~rnza. E si afferran~ al primo venuto. E si lasciano sfruttare dal primo venuto. Se essi anali:-.zasscro a fondo il 1010 spirito, scopiirebbcro probabilmente che quel che essi vogliono non è tanto realizzare un progranrn1a concreto cli riforme, quanto sfogare la loro inquietudine, poco importa In quale direzione. Scoprirebbero ~ he sono le loro aspirazioni ri• voluzionarie si perpetuano le abitudini mentali dei vecchi regimi dispotici: una volta aspet– tavamo tutto dal Re, e gli presentavamo 0 delle suppliche; oggi ci si contenta di dire, pil1 o meno garbatamente, al Re che nor. ci dia delle se~cature; ma al posto del Re mettiamo il Governo, l' Uomo fat le, un Partito, e mi• nacciamo la rivoluzione. li metodo, però, è sempre lo stesso : afiidiamo la iniziativa e la responsabilità di realizzare i nostri desideri, a qualcosa di diverso da noi e di superiore a ' noi anzichè a noi stessi e al consenso dei 11oslr1 co,wlladm,, che spetta a noi d1 con– quistare. Orbene, possiamo noi, senza andare con– tro la più evidente rc,1ltà, affermare, che in– torno alle idee formulate nella<( Dichiarazione• esista. già una rete così vasta di consensi che essa sia già un programma cli governo imme– diato, intorno a cui i partiti sarebbero costretti a dividersi, e noi ki abbia già la forza e il diritto di ricorrere anche ai metodi ri\'oluzio– nari per realiz.1.arle? li nostro amico vuole che ci guardiamo dal pc·.care di scarsa. fiducia nelle postrc forze. Noi non \'Orremmo cadere nell'errore opposto di confondere il desiderio con la realtà. E allora? E allora riconosciamo cl1c le nostre idee 11oglio110 essere un programma di governo ; ma per O(a dtbwno ancora ess~n programma di pr.c anclal e diventeranno tanto prima programma cli governo quanto più intensa sarà intorno ad esse la nostra propaganda. Sui metodi di questa propaganda, gli amici convenuti a Firenze non furono concordi; e la discussione continua anche dopo la vo• tazione del convegno, c-ome risulta dai due articoli del Severi e del Formcntini. Ma il fatto che uomini di grande valore, CO!llC il Severi e il Formentini, continuaho a sosteuere le due di \'erse correnti di idee, senza fro– vare nessun nuovo argomento nè per I' una nè per l' altra, e pur discutendo con– sentano a far parte della Lega in perfetta buona fede e con reciproca fiducia, dimostra, se non c'inganniamo, ,he e l'uno e l'altro dei due punti di vista de\'e avere un fondamento serio di ragione, e che il con,,egno di Firenze ha fatto benissimo a lasciare dascuno libero di essere socio della :;ola Leg,\ o di ~i1sere anche iscritto in altre organ\1.zazioni politiche democratiche. Chi, come il e\'eri, ha ancora speranza nell'azione di qualcuno dei partiti democratici e vuole ,1~ire ii!_ es-;o per farvi penetrare le idee del fa Lega, 1,;ornpiapure la sua esperienza. Chi. come il Formentini, ha fatto la esperienza con esito negati"o, o non vuole neanche pro– \'are la esperienza per a'.)soluta sfiducia pre– venti\'a, trova nella Lega una organizzazione, in cui può dare libera carriera a tutta la sua volontà cli azione. I 1l nostro pae.,e è in un pctiodo di crisi in tutte le or aniz1.azioni politiche. È neces• sario che la erbi ~1 !:!viluppi.Noi non dobbiamo rinunziare a nessun mez:-.o di propaganda per inter\'enire in essa e ,creare di 1..dirigerlanella direzione che uediamo buona. :Ma non dob– biamo incatenarci fino ~a ora con impegni clefiniti\'i e con formule assolute. Se i tenta– tivi, che alcuni nostri amici faranno per rin– novare i loro partiti, non riu~ciranno, i nostri amici si !)tringeranno con maggiore fiducia alla Lcga,\e saranno eshi stes!)i a volerla t~as 1 or– mare in partito. O i tentativi riusciranno, e sarà allora la Lega, che si associerà o 111.,gari si fonder:\ con quel :,artito, che sarà stato rinnovalo dall'upera dei no!:ltri amici. Jntanto chi condivide I<' nostre idee e non ha partito, lavori nella Lega meglio che può, considerao: dola come il suo ,·ero e unico partito. Di a~soluto. nelll' dcliber::il.ioni del conve– gno di Firenze. c'è -,c:,1.a dubbio la squali– fica di tutti i vecchi partiti. E questa squali• fica rende diftìcile la p ~izione di quei nostri amici. che hanno per i loro partiti, non SOia– mente delle speran1.e Ji rinno\'amento, ma una fede incrollabile, la quale è incompatibile con una condanna n)si recisil. Questi nostri amici sono costretti certamente :td abbando• narci. E cc ne duole. l'ila non sarà. inoppor– umo oi;servare che sono pochissimi. E d'altra parte nulla vieta che essi, senza essere inscritti alla_I;-eg_._i., continuino a seguire il nost~o lavoro, a utilizzare i nostri :studi, a far propaganda delle idee nostre nelle loro organizzazioni. O quel che· la Lega dir:\ e farà, sarà giusto, ed essi dovranno trarne nonn! per la loro ccndotta, anche se non saranno soci della Lega; o non sarà giu::.to, cd essi non dovrebbero tenerne conto neanche se fossero soci della Lega, dalla quale anzi dovrebbero dimettersi, biasimandola. L' U:-JITÀ. Le adesioni alla Lega democratica per il rinnovamento della politica nazionale, si ricevono presso la redazione dell'Unità, Firenze, Via San Zanobi, 64. Gli amici sono vivamente pregati di non tardare a inviare l'adesione col loro indirizzo preciso e con la quota annua di almeno 12,lire. Quanto prima invieran.;;;" l'adesione, tanto prima la organizzazione diventerà attiva e fat– tiva. Sono per\'enute le &eguenti adesioni: 1. Piero Picri, Belluno - 2. Guglielmo Quadrotta, Roma - 3. Eugenio Azimonti. ~lar– sicovetcrc (Po1enza) - 4. Epicanno Corbino, Spezia - 5. Fausto Andreani, Perugia - 6. No– vello Papafava, Padova • 7. Giovanni Corra– dini, Verona - 8. Elsa Dallolio, Roma • 9. Cleanto Boscolo, Trevbo - 10. Giuseppe D'A– loja, Roma - 11. Vigilia De Crassi, Firenze - 12. Lamberto Nalclini, Pontcdera - 13. Lisa Scopoli, Roma• q. Niccolò Rodolico 1 Fircnze - l5, Giuseppe Lombardo Radice, Catania - 16. Gaetano ah-emini, Firenze - 17. Carlo Blesio, Pisa - rS. Piero l\lil.:::ni, Firenze - 19. Fernanda Sakemini, Firenze - 20. Augusto Franco, Firenze - 2 1. Ernesto Lugaro, Torino - 22. Ugo Ojetti, Firenze • 2.3. Davide Priori, Taggia - 24. 1\lario Rubini, Roma • 25. Piero Serego Alighieri, Verona - 26. Silvio Gabriolo, :\1ilano • 27. Ubaldo Formentini, Spezia - 28. Gio\'anni Tarello, Sestri Ponente - 29. Gavino Gabriel, Tempio Pausania - 20. Augusto Foà, .Milano ~I. Leonida Piazzi, Rorua - . F. A– driano Olh·etti, Torino - 33. Edmondo Rho, Torino - 34. Giuseppe ~lanfredini, Torino - 35. Ada Marche~ini, Torino - 30. Maria Mar– chesini, Torino - 37. Vincenzo Porri, Torino - 38. Gino Borgatta, Torino - 39. Giovacchino Burdesc, Torino - 40. Giuseppe Tortonese, Torino - 4 t . .-\da Prospero, Torino - 42. Pie• ro Gabelli, Torino - 43. Piero Jahier. Fi– renze - 44. Emilio Cccd1i, Firenze - 45. Um– berto Zanotti Bianco, Roma • 46. Cino Luz– zatto, Bari - 4;. Guido Ferrando, Firenze • 48. Luigi Emery, Bologna - 49. Giuseppe Prez- - - zolini, Roma - 50. Augu-.to J lermet, Firenze - 51. Marino Mario, Corir.ia - 52. Pietro Sii- va, Lh-orno - 53. Alberto Bertolino, Roma - 54. Emilio Donatelli, Piacenza - 55. Gaetano Angelici, Roma - 5(>. Michele Tedeschi, Ca– tanzaro - 57. V,\lmiro Valgimigli, Vicenza - 58. Angelo Zilli, Torino - 5Q. Jnes Zilli Gay, Torino - bo. Francesco Se\'eri, Pado"a - 6i. Euo;e Rota, Como - 62. Giannotto Perelh, h·rea - 03. Augusto Monti, Brescia - 64. Gio– vanni Ansaldo. Genova - (>5. Alf1edo Galletti, Bologna - o6. Altinio Boscolo, i\lontecatini - 67. Carlo Turano, Catanzaro - 68. Enrico Bai• ciucci, Firenze. - OC). Luigi Foscolo Benedetto, Firenze. Letture raccomandate Si pubblica, da. due anni II i\ riln.no una piccola rivistn quindicim\l0 ~ <li studie e di azione », intitolata Vita fraUrna. Si può <tefinire, con unn, sola parola, una rivista «mazziniana». Vi prevalo la col– laborazione femminile, e 1;1, direziono è opera di donne. Circola. in essa una. con• tiuua corrente cli scriet:\ e di bontù. Ui• <lealismo non è mai sentimentalismo astratto, ma, i-.i rcnli1.zu, in proposte o addirittuna. in propositi di iniziative 1nnticl.Jc di edncuziono mornlo e di assi• sterna sociale. Anche il moudo femminile italiano si rinno,-a. 1..an. t<:rribilo crisi morale della gnorru, mottoudo per così lungo tempo a contatto immediato ron la t,rn.gcdia della. vit11i Jc nostro tlo1111e,specialmouto lo pii) gionrni. ha. semiuato ferml'nti magnifici di nuovo uspirnzioni o cli 1>iì1 alte voi on ti\. Vita fraUnia è sintomo cnrnttcristi<>o di quo• sto nuo,·o stato d'animo, e nello stesso tempo centro di eccitamento !3 di coor• dinazione. Anche di questo ,10.voro occorre aspet– tare, per qualche unno ancora, eh(' mn.tu. rino i rcsultnti. l~ <1unndo se ne vedran– no gli cff'ctti, molti ne ignoreranno le origini. Ma le buono seminatrici della prima. ora. saranno lieto del lavoro com– piuto, e lascemuno senzn. rnncorc che nitri mietano dove esse uvninno semi• nato .... Uabboua,mcnto ordinario annuo costa lire 6, il sostenitore lire IO. Direziono e amministrazio11c,ì\1ilano, \rio. Spiga, 11. 25, telefono 81.lù . Hacco111a11clin.mo l:a.lettlfra. cli questa, rivista spccial111cntc ai giovani e alle donne. La Soc. Anon. Editrice " La Voce" J diretta dal nostro amico Gi•seppe Prezzo– lini, in Roma (Trini/à dei Monti, /8), ha. iniziato la pubblicazione degli Opuscoli dell' .. Unità,, dove si andranno esponendo i punti princi– pali del nostro programma, e chiarendo i problemi politici della vita italiana. La collezione si è iniziata con l'opuscol& di C. Boscolo, dedicato a lara~~menlanrn ~rn~o ional (un opuscolo di 32 pagine, cent. 30; per 10 copie lire 2.50; per HlOcopie lire 20; per 1000 copie L. 180). L'opuscolo, che si può chiedere a tutte le edicole, è concepito con grande chia– rezza, ed è utilissimo per la propaganda di questo postulato del nostro programma di azione. EGISTO CASAGU Gumtt: rup,msalnk Tipo~rafia. Gnlileiana Via S. Zanobi n. 64 o

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