L'Unità - anno VIII - n.12 - 22 marzo 1919

Intorno Posso io donna prender parte al dibattito del « Gruppo cl1azionc >> di Firenze, portando a contributo, se non l'esperienza politica, l'e– sperienza personale ? Si è discusso molto, nella prima seduta del Gruppo, se gli amici delP Umìà debbono o no formare un partito: vera disquisizione bizantina, poichè per il fatto stesso di esscri:,i raggruppati attorno a un idea politica, i radu– nati i,OOO un partito. ~la via via che l'azione comincia, e che il partito si delinea e il programma si forma, mi pare che partito e programma spariscano dall'Unità. L' 011ilà aveva avuto finora un programma, non dichiarato ma nettamente seguìto 1 quello della giustizia iu tutte le forme : si è battuta vigoro~amente pe~ la Società delle nazioni, contro i monopolt, contro le requisizioni, per una giusta solu1.ionc del problema adriatico, contro la burocrazia, contro tutte le appa– renze ingannatrici•, con cui si ,·oglionJ misti– ficare gli italiani. La grande forza dcli' Unità è !stata appunto quella di combattere la in– giustizia sotto tutte le forrue. qualunque fos::ic il partito che tale ingiustizia appog– giasse; ed è attorno a questo programma che si è formato il partito dcli' Um1à. Ma ecco che la conclusione di questo sforzo è quella di battersi per la riforma elettora– le e per il voto alle donne: due idee che sono approvate in Italia da tutti, che tutti i giornali fanno proprie, che non incon– trano alcuna opposizione, e che una voi la trion– fate non risolveranno nessuno degli immensi problemi che urgono! Credo anch'io che la riforma elettorale (}Ossa vere qualche benefi– cio. Ma essa può costituire un accessorio del programma dcli' U11ilà, non la tesi principale, n qnesto momento, in cui c'è ancora da con– cludere la pace, da discuter sulle indennità, da discutere come si potranno pagare i de– biti, ria::iscttare le finanze, difenderci dal bol– scevismo, riformare l'anuninistra1.ione, ecc. In un momento simile, può e deve l' l/11il~ con– centrare i suoi sforzi sulla riforma elettorale, sul voto alle donne ? vedremo magari presto inalberare sulla sua bandiera le schiave bian– che e la cassa della maternità? Non :,i avvede I' l/nilà del grave pericolo, a cui va incontro? Gli iscritti a partiti sfa– tati vogliono rifarsi belli dalle piume dcli' ll– nilà, appro,fittaredclla fama di indipendenza del- 1' Unità, per continuare nel vecchi sistemi. e per indurre l' (lmìà a 1.tsciare il suo vecchio pro– gr,uuma e imbrancarsi con loro a combat– tere per cause insignificanti. Cosi t: già avvenuto del P~rtito socialista. Io h... assistito al suo nascere in buie cantine di Torino, quando nou :-i parlava che di ingiu– stizie reali e in buona fede. e si <:ombattevano con ardore. Appena diventato un partito di azione, il socialismo è diventato quello che t!. Resta in Italia I' Umìà, che non è ancora partito, ma che è un1 bandiera. Non abbattiamo anche quella per illud~rci di agire! GINA. LOMDROSO. PO TILLA Non vediamo da quali dati di fatto la no– stra gentile amica ~trae la sua impressione che I' U111ià voglia fare della riforma elettorale e del voto alle donne la « tesi principale », auzi la ((conclusione », su cui « concentrare i suoi sforzi ». Il problema della rappresentanza propor• zionale è 11110 dei pro/Jlemi, di cui noi ci occu– piamo, e niente pili. Ce ne occupiamo in questo momento con speciale inteusit~\. per– d1è > un problmus 11rge11tiss-ù110, uno di quei problemi improrogabili, che ci prendono per il collo e ci impongono un'azione immediata. La futura Camera - scriveva il no::itro Agricola nell'U,11i'ddel 16 nO\'Cntbre 1918 1 e \'C• diamo che è opportuno ripetere - la futura Camera avrà sulle ::ipalle un lavo10 e una re• sponsabilità enorme. Come potrà compiere i suoi immen!li do,·eri, se sarà inva-.a, come la C~nera attuale, da un e:;ercito grigio di mezze o di nulle figure, avvmatucci privi di qualunque passione politica. meuo quella della rielezione, poveri dia\'Oli incapaci nella loro L'UNITA alla proporzionale grande maggioranza di studiare seriamente un problema qualunque, tutti affaccendati a sfac– chinare per gli elettori, capaci tutt'al più di leggere appena un giornale quotidiano per im– parare via via quel che de,·ono pensare? O la futura Camera riescirà ad arricchirsi. di un paio di dozzine di uomini veramente valorosi, appassionati dei problemi politici, capaci di sbalzate di !Sella gli attuali pad e• terni parlamentari, rammolliti dagli anni o molli fino dalla nascita: o essa sarà una ri– petizione peggiorata della Camera attuale, e porter:\ l'Italia ad una irreparabile rovina. Orbene il collegio uninominale non può produrre, di regola, come deputati che degli avvocatucci faccendieri, grandi uomini da vil– laggio, schiavi degli elettori e delle anuuini– stra'zioni comunali, preoccupati solamente di concimarsi il ..::ollegio per le altre elezioni, indifferenti ai problc1ni d'interesse generale, costretti ad essere ministeriali con tutti i ì\Ii– nis~eri o a fare la opposizione solamente per burla: percht: basta al Governo di. lavorare per sci mesi a furia di fa\'0rì e di minacce e di rappresaglie alcune .unministrazioni comu• nali. e alcune cooperative, e un pkcolo numero· di grandi elettori in un collegio, per scal1.are qualunque deputa(o e fabbricarne un altro. Il ,;ollegio unioominale. 1 iducendo la lotta elettorale quasi sempre a un conflitto fra due uomini soli, in piccoli ambienti, trasforma qua– lunque lotta politica in contesa. personale, ob– bliga i candidati a rinunziare a ogni di&'llilà nella lotta, ritarda la educa1.ione politica del nostro popolo - educazione, che è, in fondo, a lungo anJare, il maggiore dei vantaggi nazio– nali, in vista del quale è desiderabile un generale esercizio del dirittò di voto. Il collegio uninominale, specialmente nel Mezzogiorno, dove le città sono popolatissime e poco numerose, e bastano spesso tre o quat– tro comuni a formare un collegio, trasforma ovunque le lotte personali fra i candidali e i loro seguaci, in lotte feroci fra i comuni, di cui i candidati sono nativi, con danni incal– colabili per la regolarità della vita civile gior– nalier.t in lunghi mesi prima e dopo le e~e- zioni. . Ognuno dei nostri lettori guardi un poco intorno a sè il suo collegio elettorale. Dovrà riconoscere che se il deputato uscente. nove volte su dicci, vale poco, gli aspiranti alla successione, nove volte ~u dicci, valgono an~ che mcuo. Non facciamo qu<;stione di partito: facciamo questione di uomini. Un socialista uffidalc d'ingegno e di Cdrattere, dcv' essere preferito, nell'interesse generale del paese 1 an– che da un clericale di buon.i volontil e di buona fede, a un clericale ignorante e camor• rista; un reazionario, che sia nello .stesso tem– po uomo di valore, è più utile allo ste!lSOmo– vimento socialista, che ,m deputato socialbta, che sbraita nei comizi tontro l.1 borghesia cd è in segreto ai salari di gruppi ;1ffarbtici della borghesia. Ebbene, nella pilt parte dei casi, il collegio uninominale riduce le lotte elettorali a tale ba!,Sezz..1. 1 che un elettore. intelligente e coscien1.ioso, deve dispre1.1.arc i canaiclati di tutti i ~artiti, cd è costretto alla precau– zione igienica di astencr..,1 dal voto. La forza dell'on. Giolitti è nata, nèi quin– dici anni passati, tutta dal collegio uninomi– nale. li giolittismo non è stato che la orga– nizzazione parlamentare di tutte le mediocrità intellettuali e morali, che sono prodotte fatal– mente dal collegio uninominale. La spaven– tosa miseria di uomini di governo, la pietosa scarsità di alti fun.,,ionari intelligenti e com– petenti, che si è rivelata in que:,ta guerra, è l'effetto di quindici anrd di ininterrotto do– minio della mediocrità. Come rompere que– sto dominio, se non ::iirompe la causa, da cui esso emana come una ineluttabile necessità? Per uscire da qu~ta morta gora, è 1ieces11ario rompere la forma dei collegi uninominali. li collegio plurinominale con la rappresen– tanza proJX>rzionale obblishercbbe, ,pinte o sponte. i partiti e i candidati a :;ollevarc le lotte elettorali in più spirabili acre. La lotta sarebbe, non fra due o tre uomini, ma fra di– verse lbte di quindici o venti nomi ciascuna, ognuna delle quali dovreb0e per forza rap- presentare o sforzarsi di rappresentare una de– terminata corrente di ideali politici. Nella com– pilazione delle liste dei candidati 1 ciascun co• mitato e ciascun candidato avrebbe interesse a presentare « almeno » qualche nome di fama più larga di quella dei singoli comunelli, e a scartare quei nomi troppo discreditati che com– prometterebbero la popolarità. della lista fuori delle clientele personali e locali dei candidati. In un collegio di decine e decine di grossi •omuni le lotte cli campanile sarebbero assor– bite o attenuate nel movimento delle grandi masse provinciali e regionali. I .:andidati vincitori non dovrebbero la vit– toria a pochi comuni, come nel collegio unino– minale; perciò la lotta politica non sarebbe più un doppione delle elezioni amministrative e vi– ceverso.· una _partedei deputati potrebbe tenersi indifferente alle faccende comunali, nè tutti avrebbero bisogno di rimanere impegnati sem– pre nelle lotte locali per tenere compatta la clientela; non avrebbero bisogno di provocare continuamente l'intervento governativo nelle beghe comunali a favore dei propri ::unici e a danno degli avversari. Un uomo di valore, che senta ripugnanza per il disgustoso lavoro di lunga e penosa corruzione, altrui e propria, a cui i candidati e deputati dei collegi uninominali sono costretti. per tenersi in piedi; - un uomo di Yalore, che non voglia incarcerarsi nella lista di nes– sun partito, può b~nissirno. in un collegio plurinominale presentarsi per conio proprio; e raccogliendo, di qua e di là. in tutte le mino– ranze disperse fra i vari centri della _vastacir– coscrizione, m1 numero ~ufficiente di voti per mt!ttere insieme il quo1.iente di eleggibilità, sarà eletto assai pilÌ facilmente che nel col– legio uninominale: e questo senza bisogno di asservirsi a nessun partito e a nessuna clientela loçale, purchè sia davvero un uomo di valore, che abbia saputo raccogliere intorno al proprio nome una sufficiente notorietà generale. Non diciamo che con questo l'Italia diven– terebbe saggia e felice. Certe malattie costitu– zionalt non si guariscono nè da un momento all'altro, nè con una riforma elettorale, per quanto bene t~ongegnata. Diciamo che solo per questa via gli elementi migliori del nostro paese - i giovani che tornano dalle trincee, - pos:;ono riuscire a far penetrare nella futura Camera alcune dozzine di uomini indi– pendenti e valorosi, poco importa di quale partito, i quali portino in quell'ambiente cli scetticismo asfissiante e di opportunismo sfiac• colato la loro voce, la loro anima. la !ora vo– lont;ì. E in un pae,;;e come l'Italia, bastereb– bero due o tre dozzine cli deputati nuovi, ri– soluti, bene preparati al loro ufficio, indipen– denti dalle pressioni degli elettori e dei ricatti dei Ministeri ~ questa indipendenza è la con– dizione e!Ssenzialeper un buon deputato: e nou può e i-,eredata dal collegio uninominale - basterebbero pochi uomini di questo genere, a mettere ~u una nuova via, in poco tcm1>0 di lavoro tena<:c, lo spirito della. Camera e l'a– zione del Governo. E diciamo che la riforma è urgentissima, appunto perchè la pros,ima Camera dovrà ri– solvere tutti quei formidabili problemi, di cui la 1v>stracollaboratrice si preoccupa: problemi, che la pre::iente Camera t: incapace di risolvere, e che una Camera peggiorata da una nuova ele– zione a •:ollegio giolittiano maltratterebbe ancora peggio della Camera attuale. La nostra collaboratrice non sembra d'ac– cordo con noi sulla necessità urgente della ri– forma elettorale: non discono:;ce cht possa recare qualche beneficio, ma afferma pure rhe « una volta trionfata non risolverebbe nessuno degli immensi problemi, che urgono» . . Eccoil centro 1.Jtro dei diss(llso. Tutto quanto la nostra gentile collaboratrice .scrive all'infuori di que– sto dissenso concreto e fondamentale, non deve distrarci dalla vera e propria discussione. Nè t! tale da convincerci di essere in errore. La nostra collaboratrice reputa inutile che noi ci occupiamo della riforma elettorale, perchè essa è approvata da tutti, tutti i giornali la fanno propria, e non incontra nessuna opposi– zi ne. Ma la nostra collaboratrice deve tener pre- 73 sente che l' ll11ilà si è più volte occupata della proporzionale: e si deve un poco anche alla testardaggine dell' l/mìd, se molta gente fi– nalmente si è avvista che esiste questo problema. Dovremmo disinteressarcene oggi, sol pcrchè la nostra idea ha avuto fortuna? Sarebbe un metodo bene strano, quello di so– stenere una riforma finchè si è in pochi a voler– la, e non occuparsene più non ap,Pena sia accet– tata da altri ! Ed è proprio sicura la nostra collaboratrice che la riforma non incontra nessuna opposi– zione? Se fosse cosi, possiamo assicurarla che I' {/11ilà non sciuperebbe carta e inchiostro a sfondare una porta aperta. Ma se non c'inganniamo, si sono trovati alla. Camera 243 deputati, che hanno votato col Ministero contro la proporzionale; e tutta la clientela giolittiana si batte accanitamente per conservare il collegio uninominale; e siamo ben lontani dal poter aITermare che tutti i giornali hanno fatta propria la riforma. Dun– que occorre ancora dare dei vigorosi colpi di spalla prima che la porta sia sfondata. C'è di piì.1. E proprio sicura la nostra col– laboratrice che la proporzionale sia voluta se– riamente da tutti coloro, che dicono di volerla? E' proprio sicura che per alcuni la campagna per la proporzionale non sia anch'essa una apparenza inganoatrice? Crede che non ci sia nessun pericolo che da un momento all'altro, i propor1.ionalisti non si vedono scambiato il bambino nella culla da... quegli altri, e che una forma di proporzionale insidiosa per le mino– ranze, o magari uno scrutinio di lista senza propor1.ionale, non spunti a un tratto per so– stituire e· il collegio unindminale e una pro– porzionale sincera e leale? In queste condi– zioni, quale leggerezza, quale ingenuità, quale mancanza di serietà. morale dimostrc.rdlbe I' l/11ità, se ;,i disinteressasse del probbna, dopo averlo agitato per tanto tempo, se cioè lasciasse agli avversari e ai mistificatori della· proporzionale il terreni.>sgombro da ogni rcsi– stem:a e da ogni controllo? Quant0 al voto alle donne, l' Untìd non merita la critica della nostra callaboratrice, se non altro perchè ... non se n'è mai occupata, altro che di sfuggita. Intendiamoci : il voto alle donne ha il nostro consenso, per gli stessi motivi, per cui abbiamo sempre voluto il suf-, fragio universale maschile. Se l' U111ìà non se ne occupa con l,1 intensità, che dedica ad altri problemi, ciò dipende solamente da due fatti: 1 ° si tratta di problema, che può essere ritardato per qualche tempo ancora, mentre mille altri problemi formidabili ci assediano da ogni parte; 2° non è sorto ancora in Italia, da parte delle donne, un movimento abba– stan1.a intenso e coordinato per la conquista del voto, cioè le stesse donne trovano che altri problemi merit.mo un'attenzione più hn– mediata. Ma non appena il problema del voto alla donna diventi, per opera delle donne, problema di attualità, noi dedicheremo ad es.-;otutto il nostro fon-ore, come lo dedichia– mo oggi alla proporziunale ; e nei limiti delle nostre forze, per quanto ce lo consentiranno le preoccupazioni più improrogabili dell'oggi, ci proponiamo cli secondare gli sforzi di tutti coloro, che mirano a imporre il prob 1 ema al 4 l'attenzione del nostro paese. L'UNITÀ. Tenete duro I G1i ;,miei del a scuola - quelli veri dovrebbero schierarsi risolutamente per la proporzionale. Quando si combatteva per l'allargamento' del suffragio,· ci sentivamo dire, anche da uomini dl parte democratica : e: Come volete dare la scheda a .chi non possiede l'alfabeto? questo non è procedere logi1a\nente ». Noi rispondevamo : « E' logicissimo. Finchè si considererà. la scuola come il passaggio obbligato per arrivare all'elettorato, i paurosi di tutte le tinte avranno una ragione di più per stare in armi contro l'istruzione popolare: vedendo invece che si giunge al voto anche senza l'alfabeto, saranno indotti a disarmare». E così avviene. Parimenti, applicata ora la proporzionale, tutti avranno interesse a che l'elettore sappia leggere per capire il sistema alquanto più complicato di votazione, per distinguere bene

RkJQdWJsaXNoZXIy