L'Unità - anno VIII - n.12 - 22 marzo 1919

I clericali e .Prima ddla g1ur·ra il Partilo den"t:alt 1,osfnmo 4"lftla ini::.iala i•11a campag11a di propaganda sisltma– tica per la cosi delta c libu-tii d'i11seg11amtll/O >. Oggi l'~:)trt, viene ripresa dal Partito P1Jpolar1: Italùmo, c,H dal vtcd,io parhfo clericale sotto muwo 11omt, il 9uok al ,111111ero 2. del mo program,11uz ha mrsso: • Jilurtà d'i,i.ugr,amr.nto ù, O.fili grtuio, n/orma sco-– c lo.1lica, lotta co11tro l'a11atfabtlisrn•, td11caiioue t e #Mllura pop,,lart, dijf1Mlo,u dtlt'istruiùme j>rofessi'o– « ,,ak >. Parole~ parole, parole, sal'Do &z e li6ertii ••1~gnanu11to >, che rÙJSStmu: tu/lo UM ù,dirà,:,o COll– c,-,0 di polih'ca scola.stica, seriamr.11/e V(J/uto,e lak da ,i,if,,.emiare il proçramma scolastico dei cle1'ù:ali da tJ1ulk di tutti gl,' altn' partili, e da o6bligare guesti • ;rendere francamn,lt: posi:.ùmt: am:/1.'essi. Lo • lil,urlà d'instgnamn,to • ; discussa vivamtti• 1, tUNJu /ra gli i11.ug -,,(Uiti,far ùnjml:11 spcialmmt, Ml Gt,uik, dtl Codi'g110Ja t dtl settimrmalt Il Vomere ili Nopoli: • per il Congresso ,.au'onak ,/ella Ptdt· r.aio,u tkgli I11segmmli delle Scuole JJiedù, d,e si l•rrà a Pùa in aprile, rargommto e stato ,,u.sso a/– f•r"""'e del grOrno ,klle disc11.ss1011i. 11 pro6/ema, i,,somma, 11011 e solame11te importan• tùJHIKI per l'awmire della scuola t della cuUura; m• lu:n j,rtslo divn1ltrà urnacolo di divisùnu: fra i ~liti politic,~ sotto "1 pressio,-t dti dui&ali e pacù alle disr1'ssù:mi drgl'i11ug,ra111i: lt due /or34 gueUa faUlica dti c.ler,'cali r 91ulla profnsùmale <Uffl'iust– ,,,._.,;, partnulo da odgiui ideali dh:erse, e miraudo La • libertà d'insegnamento». Per libertà d' in;;egnaménto s'intendono, e spesso si confondono, <lue fatti diversi. Dato che lo Stato debba mantenere stuole proprie, ad esclusione o in concorrenza con le scuole private, la lihertil d' in-.cgnamento è il diritto che ha l'insegnante, scelto e rinume– rato dallo St.tto, di insegnare nella scuola dello Stato quelle teorie che egli ritiene vere, anche se vanno contro le convinzioni e con– tro gl' interessi di quei gruppi politi i, che via via si trovano a prevalere nell'amministrazione dello Stato. Oppure la libertà d 1 insegnamento è il di– ritto, che 4 privati hanno di creare scuole li– bere, in concorrenza o ad esclusio11c delle ICHOle dello Stato, e di insegnarvi le teorie, che essi credono vere, senz'alcuna ingerenza dello Stato. La Chiesa cattolica non ammette la libertà d' in~gnamcnto nè nel primo nè nel secondo -significato. Secondo la dottrina caùolicn, la rivelazione della assoluta verità è stata conces a da Dio al solo clero cristiano, cattolito, apoi.,,tolico,ro– aano, e con la rivelazione della verità, la mis– ■ioae di educare e di istruire le genti. Perciò in uno Stato ben ordinato, cioè di– retto dai principi del cattolicismo, la funzione scolastica non può essere che monopolio esclu– sivo del clero cattolico ; e lo Stato nè de\·C iagerirsi in quest'opera della Chiesa, nè con– sentire la esistenY.adi scuole indipendenti dalla gerarchia ecclesiastica. « Essendo fuori di dubbio - ha detto Leone XLlf. riassumenclo la dottrina tradizio– nale cd ufficiale della Chiec;a, nella Encid1ca I,iltrlas del 20 giugno 1888 - che la SOia verità debba in!ormare le menti, pcrchè in essa :-,ola sta il bene, il fine e la perfezione delle intellettuali nature, l' insegnamento non de•e perciò dettar altro che il vero. Dal che apparisce essere al tutto contraria alla rcli– lJloTiee nata tutta a pervertire totalmente le intelligenze, la libertà d 1 insegnamento. la quale si arroga una sconfinata licen~a d'insegnar ciò che le piace: licenza. che ai cittadini il pub– blico potere non può accordare senza f,1llirc ai suoi dO\'Cri .... È n ccssario, dunque, che an– clllc questa libertà, perchè sia onesta. con.ten– gasi entro certi confini ... r: vero, che ha da essere l'unico oggetto dcli' insegnamento, ::,i di-'tingue in due specie: naturale e rivelato ... I perchè sui veri naturali riposano morale, giu!l!izia, religione, :-,arebbc l.1 cosa. pili empia del mondo e più stoliclamentc di:rnmana pcr– aettere che qu~to sacro retaggio ::.ia11npune– mentc dilapidato. Nè va conservato meno ge– Jos.'\mcnte il preziosi ... :-,ìmoe sanfr•simo tc3oro dei veri, che conosciamo per divina rivela– :aione.... Tutti i veri inst:gnati col <lh•ino :,UO a bbro l'Unigenito figlio d1 D10 volle affidati L'UNITA il problema scolastico a di~trsi Jim~ &011&orro"o rnlram~ a imporre il pro- 6/t,,lu al.l'altt11:10ne rùl paese, e a remltre 11r.tssaria 1,110 soluaio,u:. Quale atteggiamento dovrebber& assumrre di/ro11/e al problema i p"rtili d,- mocroti.tl Clu cosa dtl,bono jMnsare, d,e &osa/art, quei cittadi,ii, i:ht pur ,,q;i milit,1111/.c ùi 1ttss111tdei partili ,/emocrotici, seutono il dovere di partecipare alla vita p1'bblù:a con inlt11• :;ùmi dtmocraliche, e ,w,, vorrebbero essere trascinati da/l(l leggue:;ta e 1HSi11cerità ,/ti partiti 11,Dì&ialidella dtmocra::.ia a solur.io11i t911ivocke, ajfrtttalt, i/liberal,~ cialmlto11e? L' Unit:\ vuole coutrilmire meglio cl,e può a ckz"a. rire i ltrmi11i del problema, e le posicùmi dei vari partiti, e g,ul/a ckt dovreb6t essere la soluaione dt· mocrati&a ,ull'altuak /a.se della vita ilalianu. Per far g1usto, 11011 deve /art altro cht rij>rt11dere t'I lavoro gr"à. ùu':iato 11tlla "L'ec&hia Unità del 1911-1915, e ,·n• ttrrol/to dalla guerra. Per spitgart, per es., 11d suoi lermiui esalti, i pri11af>l e il progra,mna del partito &I ericale, ci basta riprodllrrt alcun,· articoli jmbblicall it1 ouasio,u di 911tl primo dibattilo, e che /uro1'o poi raccolti 11tl vobmulto Colturn e laicit:\ di G. SALVE~ )UNI (Catania, Baltialo, 1917). Qua~ulo avremo corn– prest lt basi dtl programma drrt'cale, comprmderemo meglio il programma dti democratici tradi:~·onalislt~ e ci sarà pili agevo~e remkrei &onlo e.raffo delle idu di qrugl' tiuegna,lti, clie ,·,,V<JCanoanch'essi I<, • libertà d' ùutg1u11nrnlo ~- alla Chiesa con ordine di custodirli, difen– derli e au orevolmentc dichiaradi: comandan– do nel medesimo tempo a tutti i po!)l)li di credere e di obbedire alla Chiesa sua, come a lui stesso: pena chi facesse il contrar'io l'e– terna dannazione. La Chiesa, perciò, è supre– ma e sicurbsima mae-.tra degli uomini, cd ha inviolabi e diritto alla libertà di nmmaestrare le genti>>. Purtroppo viviamo in tempi trbti, che non lasciano la dovuta libertà al vero, mentre as– sicurano franca carriera 1roppo spesso all'er~ rorc « l seguaci del liberalismo da una parte chiedono per sè e per lo Stato ~i eccessiva liccm:a, da ap ir la porta ad ogni mostruogità di opinioni: dall'altra intralciano in molti modi la Chies,, e restringono in confini angustissimi la sua libertà ». E la Chièsa è costret·a a tollerare molte storture e molti mali, per evitare danni mag– giori. « La Chiesa dice Leone Xl Il - con intelligenza di madre gu rda al peso dell'u– mana fralezza, e non ignora il corso degli animi e delle cose, ond'è travagliat l !'et:\ no– stra. Per que.tc ragioni, senca al 1 1ib11ire ,brilli /uorchè "I Vtro e all'o11esto, ella non vieta che, per evtlare un male pù'i gn111tk , com,rvtue tm più gnm bene, il pubblico potere tol/e,i qualche cosa 11011 co,iformt a veritlt, a giusli:ùz. E se accade, ("he per le c~ndizioni straordinarie dei tempi, la Chiesa t; !Ieri certe libertà mo– derne. non pcrchè per sè :,tesse le prediliga. ma perchè giudica spediente il permetterle; - dato du ,· /empi gliorù10. usa si varr~bbt dr/la li/Jerl<lsu", e pi...rsuadendo, esortando, pregando, si studi, rebbc adempire, come de– ve, l'officio a:sscgn;:uole da Dio, che è di prov– vedere all'estrema salule degli uomini. Una CO:-,.'l tuttavia rest.1 sempre vera: che codesla li– b•rl I e nassa i d1\lù1l,wrmle a lulli e a lullo no11 ; fV ,; d s,~lerabile, ripugnando alla ra– gione 1...hc ,:.?": stcs:-,i diritti l ella verità abbia l'cÌ-rore ». Allon..:hè,dunque, i clericali invocano oggi, i□ lrnlia, « la libertà d'insegnamento» e la (< liber à della :-,cuoia », con una formula equi– voca, I.i q .1ale co1bcn1e loro all'occasione di me,ço!arsi con i liber.tli rifonu;Hori - poco rÌfonnatori e pocc• liberali - bh.ogna tenere ben pre:-,ente che e... si aspirano alla libert<l. d' insegn.,ru1..nto n1 n per tutti, ma per sè soli: .J che il 1,iro ideale non è la libe1tà di tutte le :-,Cuole.ma la libertà delle sole scuole proprie. l...'\ libertà d' in~gn mento, che l.1 Chie.::a rivendica per sè, dovrebb'esscre log camcnte completata col divieto aS:,Oluto di qualunque altra scu~a non :-,oggetta al controllo cccle– sia:-,llo e perciò e.,po:,ta a tralignare nell'er– rore. Se la Chie-..1.non affaccia oggi qu~ta prete:,;,1, 1 iò dipende ,;olo dal fatto che i tempi non g-l1elo consentano. Ed e:-,saaspetta che i terupi migliorino, cioè cerca di raccogliere intomo a sè la maggioranza della popolazione, per isti– tuire, non appena sia possibile, il monopolio della sola verità. Paese che vai, programma che trovi. Il sistema ~colastico ideale cattolico esi– steva in ltalia nella prima metà del sec. XIX. Abolite le scuole d1 Stato del periodo napo– leonico, vietata ogni scuola che non dipen– desse dall'amorità ecclesiastica, sottoposti gli insegnanti e le scolaresche universitarie al contr Ilo dei vescovi, affidate le scuole medie in a:,,soluto dominio delle congregazioni reli– giose, riempite le nascenti scuole elementari di maestri ecclesias,ici o umilmente sotto– messi alla sorveglianza del clero, - l' Jtalia ha ~vuto circa quarant'anni di perfetta « li– bertà d'insegnamento» alla cattolica. E - checchè ne dicano i laudalores lemporis acli - le scuole italiane furono, sotto q 1el regime, quanto di più miserabile si possa imm:iginarc: gli alunni migliori ne uscivano anticlericali e rivoluzionari: la massa era ridotta ad uno stato di vuotaggine int, l\cttuale e di fiac– chezza morale, i cui effetti appaiono tuttora in molte manifestazioni della nostra vita na– zionale. In Francia, dO\'Cl'organizzazione scolastica di Stato, abbozzata dalla Convenzione e soli– damente sistemata da Napoleone, resistette alla crisi della restaurazione del 14, la Chiesa rivendicò sistematicamente per quarant'anni, sotto la bandiera della « libertà cl' insegna– mento» - la formula fu messa in circola– zione allora - il suo diritto alla esclusività scolastica; combattè accanitamente le scuole di Stato, nonostante il governo vietasse sem– pre severamente in esse ogni insegnamento che potesse contrastare colle dottrine cattoli– che. Per la Chiesa non è garanzia suOicicntc che le autorità dello Stato assicurino nella scuola il rispetto alle doltrinc religiose : lo Stato può essere oggi nelle mani di clericali, domani di anti<!ericali, e la scuo a di Stato può iiscntirc gli effetti delle mutabili condi– zi.:.midello i;pirito pubbliço: solo una scuoln sottoposta csdusivamenté' al controllo della gerarchia· ecclesi:1stica può consider_arsi assi– curata contro ogni pericolo di <iscillazioni. Ma l'ordinamento napoleonico si rivelò imposs~bile a scardinare dalle fundamcnta. E il partito clericale, dopo la caduta definitiva della dinastia borbomca, abbandonato il pro– gramma della abolizione della scuola di Stato, dovè limitare un poco le sue ambizioni, e chiese oltre alla libertà delle proprie scuole, il diritto per le autorità ecclesiastiche dì sor• vegliard le scudle dello Stato cd nnporre ad esse programn;i, ins gnanti, metodi d'insegna– mento. Così la l"rancia nel 1833 - dopo che Luigi Filippé, rotta ogni alleanza coi rivolu– zionar, sperò consolidare la sua dinasti<l con una politica conservatrice e clericale, - ebbe la legge Guizot, che non wlo assicurava alle scuole private tenute dal clero la pHÌ assoluta libertà, ma d,wa anche ali' insegnamento reli– gioso il primo posto nelle scuole elementari, e introduceva di diritto i curati ncì comitati di sorveglianza su queste scuole. La ri~oluzione del '48. poi, la paura del comunismo, il bisogno lhe :n·eva Luigi Napo– leone di appoggiarsi ai clericali per condurre ~, buon porto la restaur.-.zione dell' impcn.>, ebbero per effetto la legge Falloux clrl 1850, secondo la quale una rapprcscnt mm dei ve– scovi entrava nel Consi,:-lio -.u1>eriore della P. 1. e nelle amminil:itrazioni :-,colastkhe pro– vinciali. ed essere ministro del culto era con– siderato come abilitaziofie all'insei!namento. La rivo·u1.ione comunarda del 1870 fruttò alla Chiesa ancor:1 altre conquiste scolastiche nei primi anni della repubblica clericale. La disfatta clerico-monarchica del 1877 arrestò i progres.:-,i del clericalismo, che di mano in mano perdè tutte le conquiste del cinquan– tennio anteriore. ln Belgio la Chiesa ha seguito un'altra tattica: impadronitasi del Governo nel 1884, ha disorganizzate le scuole pubbliche, ed ha sostituito alle scuole pubbliche decadenti una larga rete di scuole private ecdesiastiche, le quali aspirano ad essere mantenute totalmente 71 a spese dello Stato; è questo il sistema della libtrlà swsidiala. Dove la Chiesa non può conquistare sui poteri dello Stato una influenza sufficiente per controllare o disorganizzare le !!ICU0l11t altrui, si li~ita a difendere gelosamente la Ji– bcr1à delle scuole proprie. - Così nel Canadà la minoranza francese-cattolica, meravigliosa• mente irreggimcnta~a dal clero secolare e re– golare, appoggiandosi ai diritti che le vengono dal Québec Act del 1774, si oppone ad ogni tentativo d'introdurre una scuola comune :igli alunni di qualunque religione e perciò neu– trale, difende intransigentemente il principio della scuola separata, hbera_ e confessionale: separata aOinchè non s'incontrino nella ~tessa scuola alunni dì religione diversa, libera pcr– chè l'autorità ecclesiastica non/4mm<::tte inter– vento estraneo nelle proprie scuole, confcssio– nal · perchè la separazione e la libertà non sono che le condizioni preliminari necessarie al più ·rigido conressionalismo. Al Governo i cattolici chiedono solo che si limiti a sussi– diare le scuole sep,nate in proporzione degli alunni. li Consiglio superiore dell'istruzione si divide in due sezioni, una delle quali è riser– vata esclusi.,,amcnte aila sopraintendenza dt:Ue scuole cattoliche, ed è formata da tutti gti ardvescovi e vescovi della resione e da un numero eguale di laici de.:;ignati dal Governo, fra i quali i vescovi. solidamente compatti, trovano sempre un· certo numero di voti per ~ostituire la maggioranza: ed è questa sezione, che per le scuole cattoliche de~igna gl' ispet– tori, approv;i i libri di testo, distribuisce i fondi, controlla la disciplina (Vedi Sno,R1Eo, Le Omadil, ed. Colin, 1906, pag. So scg). Dalla libertà al monopolio. In generale, possiam~ dire che l'atteggia~ mento dei clericali di fronte al problema. scolastico varia col variaie dei rapporti di fatto e di diritto fra il clero cattolico e gli. Sta ti nazionali. I. - !\ci paesi, in cui j) cattolicismo no• solo è legalmente religione di Stato, ma anche è cli fatto predominante nella vita pubblica, la Chiesa esige il monopolio dell'istruzione, e ~i serve della sua forza politica per assicurare alle sue scuole il mantenimento a spese <lelk> Stato, e per ostacolare e ma~ari vietare legal– mente la esistenza d"!lle altre scuole. Il. - Nei paesi, in cui il cattolicismo !i trova ad essere, di fatto, p edo111inante nelle pubbliche amministrazioni dopo un periodo di prevalenza liberale, e di fronte all'esis1enza tli una vecchia scuola di Stato, i clericali esigono per le loro scuole separate la libertà d' in:M:– gnamcnto e sussidi senza nessun controllo o con controlli illusori ; e nello stesso tempo cercano di fare andare di male in peggio le vecchie scuole di Stato, in modo che a un dato momento restino in piedi le sole scuole private clericali, e si formi a poco a poco un monopolio di fatto, su-.cettibile di eSscre o prima o poi trasformato in monopolio di di– ritto. ili. - Nei p.1esi, ìn cui i clcric:11i soao politicamente in minoranza, si limitano a chie– dere la sola libert:\ d' in... egnaruento, e tutto quel che è via via ottenibile di ingcrcna.t nella scuola di Stato, in attesa che sia posti– bile passare da questa tc.rza fase di <1zione alla seconda, e dalla seconda alla prima. Arrivare al monojw/Jo a/lraverso la lib•rlà: questa é ovunque la formula, che rias~umc la tattica clericale. La quale ha per base le seguenti condi– r.ioni di fatto: a) in regime di lib~ra concorrenia fra "iCuole, che sieno tulle private, ,ul/a quah f01uorre11:ano11 ù1ltroenga la forza ji1'amioriò di lullr, la na.zio11t a soslturre im gruppo ,1,t· scuoi,, la C~iesa cattolica è sicura di far pre– valere le -.ue scuole su quelle di qualun– que altra confe-.sionc religios, od associa– zione privata, pcrchè es-.a sola JX>!ò!Kiede n.a peri,onale celibatario e organiz.ato nelle co•– grega:r.ioni reli!dose, il cui costo è notevelmen,c inferiore a quello di qualunque altro possibile esercito di insegnanti laici, ~venti i bi.sogoi giornalieri di tutti gli altri uomini: b) la Chiesa rattolica è fra le organina– zioni privat~ quella che possiede la più seco– lare, e la più larga, r- la più profonda orga– nizzazion~, e quindi là maggiore capacità di

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