L'Unità - anno VIII - n.12 - 22 marzo 1919

70 f...' ordine del giorno, che nel convegno di Rom,t ,uscitò tanto fen·orc di discussione, era dirctlù appunto a imr>edire che i ,·oti iniziali sui biso:;ni della scuoh l-')()!)vlare fos~ro inter– pretati come un incitamento per il Go\·erno a presentare qualche nuova legge secondo il vecchio metodo di ingiusti:da. Il com·egno di Roma, anzi, ha affermato che « prima di << v,,tarc qualunque nuova legge, il Parlamento e senta il dovere di probità e di giustizia di « stanziare tulle te gomme occorrenti alla ese– « cuzione delle leggi gia votate ». Prima cioè cli dare la quarta e la q1.inta e la sesta ele– mentare e le biblioteche popolari e le scuole professionali a chi ha giù le tre prime elemen– tari, lo Stat,, deve compiere il suo dovere di dare le prime tre èlcmentari a chi non le ha; non deve stanziMe nuovi fondi per dare il di più. a chi ha già il meno, se prima non ha provveduto a dare il meno a chi non ha an– cora ricevuto niente. ln:.omm 1, il patto di alleanza, c~e i partiti politici e le organìz1.azioni professionali sono stati invitati a stringere nel con\'egoo di Roma, non deve es!I-Oreun ,nartlu de Ju,pes, in cui coloro, che s'interessano dei bisogni dell'Italia agricola e analfabeta, sieno chiamati ~ far baccano, affmchè un bel giorno l'Italia iodustriale e colta ottenga nuovi provvedimenti scolastici a suo c,clusivo uso e consumo. Dev'essere un·ac• cordo l~ale e democratico, per obbligare anzi– hlllo lo Stato a mantenere i suoi impegni verso te zone più povere e più arretrate. Con questo nessuno di noi vuole impedire il progresso delle istituzioni scolastiche nelle zone piò fortunate del nostro paese. No da\'– vero. Se, per es., l' «Umanitaria» di Milano, co&lbenemerita dc11a cultura popolare, vuole fondare biblioteche per chi ha fatto già la 1e1ta elementare, e asili d' infanzia per chi subito dopo troverà le scuole elementari, e scuole professionali e università popolari per gli operai delle industrie, che hanno conqui– stato le otto ore e il sabato inglese, nessuno deve impedirle di chiedere i fondi necessari per queste istituzioni al Comune di Milano, e alla Provincia, e alla Cassa postale di Ri– sparmio delle Provincie Lombarde, e alle orga– niuazioni padronali e operaie, mentre lo Stato élcvc lavorare, eoi <Unari dell'i11fera naiione, a it~itare gl'inizi del movimento di coltu– ra nel comuni più ritardatari. Il progresso delle zone più ricche, per merito e a spese delle inieiative locali, non è in nessuna contraddi– zione con l'azione, che lo Stato deve compiere per dare i primi elementi deH'indispensabile a tutta l'Italia. E quando la Stato sia in grado di compiere ptr tuffi questo suo dovere, allora i centri più avanzati nelle opere della cultura popolare compiranno opera davvero benefica j,(r full,~ chiedendo nuovi contributi dei poteri centrali a nuove iniziative scolastiche fMr fui/i. Quel che non sarebbe giusto, è che lo Stato, dia del danaro ali' « Umanitaria > di Milano per fondare biblioteche, e scuole professionali, e università popolari ecc., mentre non ha an– cora stanziato i fondi necessari per dare le pri– ae tre elementari a tutti i comuni della Si– cilia, della Calabria, della Basilicata ! Queato era il significato dell' ordine del giorno votato al Convegno di Roma. E spiega la vi,,acit-.\ della discuctSione. Noi raccomandiamo vivamente a tutti i nostri amici di renden!li conto della gravità dell'argomento. Vorremmo che essi si prepa– rauero a partecipare alle manifestazioni per la scuola popolare, che da ora in poi si mohiplicheranno in tutta l' ltalia, richia– mando ten 1cemente l'attenzione delle riunioni •I contenuto della contrastatissima delibera– zione pel Convegno di Roma. E per metterli ii grado di documentare la loro propaganda con dati di fatto concreti, ci proponiamo di dedicare a quest'argomento uno speciale arti– colo, non appena ce lo consenta la tirannia dello spaz o. L'UNITÀ. Il discorso di Leonida Bissolati Dell'ormai storico discorso su : La Lega delle Nazioni e la politica Italiana, la rlTlsta "Vie Nno•e" ba fJitto un'edizione popolare, in elegante opMcolo, che si rlce,e franco tli porto, hniando all'amministrazione della lii• Tisia in Roma, Via del 'fritone, 201, eartoliua •~Ila di L. 0.60 L'UNITA Non illudiamoci li. Secolo si clommula « come si faran.– .,,o le elezioui •· -~ r'ÌBpOH(le: « Semb1·u « che fou. Or/mulo non si dia gran JJen– « sic,·o della lotta che 9ill ferve in 09n.i « collc9io, non, esseudo possibile, con, un « jfinislcro di conciUazio,ie quale è il « Blf-O, in cni vivono c1e:1r;. e sinistri, ,·os– « si e neri, 1n·eutle,·o posizioue uetto. con– « ll'o /'11,110 o l'altro ccwcfidalo ,i,11, .,•e/azione « oZ lo,·o colol'e. Così è a spera,·e cl,e le « fm.111i11enticlczi011,i 11,011 sw·mino inqni– « ,,wte do. <1uellegesto. prefettizie e polizie– « sclte che resero malfcwwle le elezioni ciel– « l'11lti,1110 lrcuteunio ». A noi impo1·tc1, fi110 ci un cerio 11imto cli sa1>cre se l'o,1. OJ'lcuulo rap1n-csenta clavit:,·o, uo,a. che iu Italia, 'Uel tnondo, U pl"imo esem1>io cli Jliuislro deal'iuterni. che HOH si dia 9,·a11,vcusiel'o delle elezioni. Quel the e· impor-In lJ che se 11ecl<itliolto pe11sicro la oliycrrchia pm·/c,meHlare gio– Uftimrn, la q11alo lw imposlo alfon. Or– laudo: 1° In .,,omine, elell'o11.Jt.,acta.a mi• ,1islro cli grazia e 9i11slizicr, aflinchè gli i11leyei...-imi m.agìs(rnti soppicmo che deb– bono coulinua·re acl esse,·e clov1111.q1ie i com11lici della, mala vita elettorale gove1·– uaUva; 2° il ·rifi.t,to della 1·appresontcmza propol'zionalc e la conservazione clel colle– gio 1ui·iuon1,inale, cioè ciel colleyio g-iolit– tiauo, eta c11,i escono i De Bellis e i Gt·osso Campana. Dfre, come dice il Secolo, che « 1,n 111.i– c ,r.istero cli cou.ciliat:iotie, qital'è qu.e.llodel– « l'on. Ot·lando, in cui vivono de,t,-i e si– ~ tiistri, ,·oui e tieri, non può prendere « poaisio·ue 11-etta contt-o l' 1,no o l'altro e candidato in relazione al loro colore », - è una inaudita ingen.u.itcì, pet· tto,i dire altro .• La coalizione m.inisteria.le fra ros&i e ne.-i, deslt·i e ai,1istt'i, hc, lo scopo. di mantemwe le 11osizio11iatt.1,aUdegli oligur– t!hi pa,·latne11tcn·i di tulli i colori, e d'ini– pedire la. vittoria dei co,nd-idati nuo'l'i di quatmr.qu.e colore. Qu.esto è stato seni.pre il siatenia elettorale del/.'on. Giolitti, i cui ttr.ffliste,·i sono stati sempt'e ministeri di coalizione, come q,,esto dell'on. Orlando. La suellezaa, con CH,i l'on. Bouomi ha preso "it posto di BissolaU "•' Jlfinialel'o 0,-ta,.do. e l'entrata di Facto .. 11-elMinistero pet· cotito dell'o11,.Giolitl.i, e cli Riccio per conto dell' on. Salcn,clra, 110n hanuo armto che questo scopo: assicurare -,,el bfinistero, pe,· ciascma. gruppo eU deputati uscenti, 101, yaraute del I' appo9gio gouena.atfvo nelle elezi.oni. I soli cleputati socialisli 11fficiali 1nanca110 alla com.bitaazio,re: tua essi t1011- pote11do avere l'ott. Giolitti, si crnrte,itano (li non eivere l1o-,, .• Sala,,cfra, e accettano l'ou. Orlando, che fa sperat·e lot·o il quieto vivere elel.to, ·alc, cioè la neutralitcì nei )oro collegi : ùi com.penso di siffatto quieto vivere, eswi si disinteressenmm,o cli ciò che cr.vvc,T<Ì nei col1e9i, i.,i. cwi uon sono impe91wti nè essi, nè compagni la cHi ,,-iu– scita sta lo,·o e, cuore; e ai11tercmno nell" fnt,u·a Giuntn delle elezioni gU alt,·i grtip– pi della 0U9arcl1ia a cowvalicla,·e tutte le elezio11.i, anche le J>e!}!}iot'i. f.,,, quule co11dizioui, è aasurdo - ci permettano i .,,ostri- conici del Secolo di dfrlo seuza atlcnuazioui - è assurdo fare sperm·e che le immi11et1li elezioni non sa- 1·atm.o 1·nqninatc eia. • quelle gesta. prefet– « tizie e poliziesche, che resero ,nalf<nnate « le elezioni dell'1,lti,no l.t'cntemrio ,.._ Com:ittdam.o con l'osserva,·e che quel trentennio è 1111. vo' tro11po hmyo: biso- 9nat·a dire q11Jncliccnmio 9iolittimio. Non che anche prima cU q1wst'·ullùno qu,indi– cenwio le elezioni sfono stai.e pulite: -no; no, no: bcuderebbc riconlcwe quelle ciel 1892, fatte, mtch ·esse, dall'on. Giolitti, e fcrftc, com.'eru -,wt1walo, con metodi 9iolit– tia11i, ,iclle quaU furono rubate brutal– ,,,.eute le elezioni e, Rugge,-o Bonghi, a Felice Cavallo/li, a Jlfotleo Renato Jmbria– tr.i; ti.è gli alt,-i ·m iu.iste,.; so,w stati senza g-raui colpe. Ma, le infamie dell' 1,ltim-0 qriittcliccmr.io 9iol ittic,no hau.,,o s"perato (Jualt'1UJlfep,·ccedeule in proporzioni tali, c,·esce11do di lw11tctlità dal 1904 lii 1909, dal 1909 al 1913, e/re pcu·ta,·e cli lrentea- nio è mia gnmcle i119iustizia: e 11011 ro1·– rera1110che fosse 1rn prh,c-ipio cli.... amni– stie, per il JJe,·iodo pi ìc recente. Jtàtta q11eRlu 1·isr1-,:a, 11oi 11011 esclu.– clfomo c/,o 1 1 011. Orlauclo JJl'OL'ercì qualche esita:;io11cJJl'imo di commellc,-c t 1 e,·i e pro– pl'i deNlti elctlorali: fuomo fra il sì e il uo, prcfe,-i8ce se1111u-o it 11i. GiolUti ha il temperamento del bri9anlc; Orlamelo <11tello del 111Ct1tlflc11aofo. Il primo soslic11e 91.i amu'.cie clisfr11gac i 1,cmici fi110 nt cleUtto; il secondo teme i ,wmici o molta ali mnici, se ~ nccc,1~scu·ìope1· ca/mcrre i uemici. Q1talcosd, clu11que 1 è prol,abile che il paese guadagucrcì, uellc prossi111e elezioni; in fatto di libertà, a patio che 1 1 011. Orlando oUJia pe,ura. Jla le,poli/iter. clctlort1lc clcll'ou. Orla udo sarù tutta polificcr. lopog,-afica. Do-ce avrei da temcJ·e 1n10 se<rndalo di sl<tmpa, se si ,·ip,·oducc.ssero le htfcrn1ic 9iotittiane, li farà il gal.auluomo, alme110 fino a 1tu. certo punto (nè -,,.oi, per quel. che fc, la pia.zza, oseremmo chiecle1·9li mollo di più)– Dove, invece, ,·icscinì acl 01·9a11izzm·e la co119iura dei 9io1·uali - couyiun, di b1,~ fJie in alcuni, cougiurc,, cli silenzio ne9li altri - U .,,e fc,rc't cli tuffi i colo·1·i, nè JJiù. nè meno clelt'on. G-iotitti. Ciò posto, /ca. ,·espo11sc1bilìtlidei 9ionial•i diventa immense,; specialmeuto dei grandi 9ion1ali, elle como il Secolo e il Corriere della Sera, hauuo voluto I" guerra. Da essi noi aspettiamo che non lacciano, e che Bi tenga,io 11ro11ti a gt·idare, g>·idat·e, gridare, assai pi,'1, che uon abbiat10 fatto pe,. le elezioni del 1913, in c1,i - bisogna t·iconoacerlo - f,u•otr.o, con l'Avanti, i soli a compiere il loro dovere. Ora, il miglior tttodo per pnpm·arsi a compiere questo dovere, no,r, è il comit1,– cia,•e a apar·gere l'illusione cJ,e le infa,nie dell"1tltim.o qnit1diC6t1 .ti.io, pardon trenten- , ,i.io , sono dive11tafe improbabili. Bisogna seguire altre vie. Bisogna far capire al– l'oa. Orlando che non potrà evitare gli scandul i, se batterà la via giolittiana.. E perchè l 'on. Orlando lo ca.p-iscc,, fin da ora, se11za possibilità, di cqwivoci, è bene dare subito il grido d'allcn·uie. L·Unilà no,, A 1ui gt·andc qi,otidiauo; non è ,reauche un gt·ande settinaanale. Jfa è qtialche cosa. E questo qualc1,e cosa noi promettiamo ai nost,·i amici di fm·lo se,·– vire a 11na cam.pa9>1a accauila contro l'ott. Orllfndo 1 se / 1 01,. Orlando 1.'ot·rà ,ne– t·itursi anche lui l'c.ppellatiuo di « Mini– stro della tHalcr.vita •, con,e l'o,a.. Giolitti. .Ma in questo lavoro debbotto aiutarci tutti gli nomiui di ono,·e. Ci mandino 11otizie, sicuramente docurnenlole, su.ll 'opet·a del Governo nelle elezioni, che si preparano: <U lode e di biasimo: scwemo lieti clipnb– blicave le lodi; 11.011. c1,vremo neas,,u t'Ì– gua,·do nel biosimcire; qlf.el che e' impor– ten't sempt·e, scir<ì. elle le nostre campagne, quali che clebbuno esseJ·c, abbiano basi di certezu, inconteatabile. Nota bene I/Agenzia Slefani, che ci serve diligen– temente qualttnque cu·ticolo cli giornale si– cle,-urgico e qtiahoiqu.e discorso di aenatore trustaiolo america,io, elc, cu·i yl'italiani possano ricavare l'itupressione che Wilson. notr. ha fo,·za in Amedea, ha int:ece dato 101, t·iass,mlo 1"eig11ificaule del grande, tninaccioso - minaccioso JJer chi, nella vecchia E1,ropa dei diplomatici bat·ato.-i, si t'.llttda cli Épole,· sempre banu-e - di– scorso, che \V,lson ha tcmtlo i/. 3 marzo al llfctropolitcm di Ne,v Yo,·k. Per c1,•vcre 11,-,,,'ideasuf/ìcitmte d·i qtwsto im.pot·lmitissimo doc11menlo, abbiamo do– vuto c,apcttare il Corripr·e del In sera del 10 ma ,·zo, che lo lrn pt·eso dai gioniali in– glesi. Perchè aucl1e ùr, J?nrncia •il d'iscorso di \Vilso,r. è staio sc1-botalo dalle agenzie gionrnlistiche .,,f/ìciali. 111 generale, i nostri am:ici farann-0 be11-e , nou lasciarai troppo imp,·essionare dall.e .,,otizie delle rrsislenae, che la poli– tica di \Vils01i incoutrcr. ,iel pctrtilo repub– bliu,uo dc!Jli Stati Uniti. \Vilson ha vi,ilo be11,altre battaglie. Wilson ha con sè la - grande maggioram.a d~I popolo o.meri– caoo: e questo, ;,,. "" paese ,·ealmeAU democ,·atico. è l'importante. Di fronte aUa. pressioue della voloutà J>OJJOl<u-e, la ""-Gg– giorcmza se,iato,·ialc ,·cp11-bblica,re1, dotwà cedere, se no,r vo,.,.à che dalle clczioKi. det prossimo an.,,o 1'l partito t·e1>ttbblican-o OjO(I. distrutto. Esisl.c un'intesa fra le fabbriche d'a,.tHi inglesi, frwnccs'Ì, 1lolia.,ic o amm·icune per fm· natt{n1gm·c lei Società delle Naziotti. Un arane/e 9iorualc JJcu·ì9ino è staio coM– p.,.ato alcnne scttitucrne or sono da 1ut trusl <li americcrni antiwilsonimti. u... mezzo assai ovvio per coud1uTo in porlo la .,,ianov,.a, è quello di fm· c,·cdere itt, ...,.. 1><1cse che lo politica cli \Vilson. ha gid. (<tlto (atlimeuto "eyli altri. In Italia molti uior-uali del tt-uM ...,_ tin:ilsoniauo ai dàtu,o l'a,·ia cli essere fo.– vorer:oli alla JJOUtita dì \\filson, JJCr polere al ,,1-omet1lo opJJOrtM110 dichiararai sOON-– teuli e delusi, e dcplo,·are che la potUtca. di \.l'ilson abbia fallo fallime ,r.to , o qutttd.i. • proclamare che pet· noi allt-o non rMIU– rebbe che « fare come ali alt,•i. •, cioè cOtNe gl' imperialist.i fra.,,ces,: e it1glesi. E· l.'A– genzia Stefnni seconda la manovra, an6.. tmulo le 110Uzio, cl<1, cu·i t·isulla, cho WilaMt. non ha ,icss,ma into11eiott.c di cedere « campo. Come si fanno i giornali L'o11. Celi,~ ,ul discor o alla Camera ti.I s mar-o, ha dello~s«ondo r1l1riscono lulli i1iDr– naJ,: che non kanno nel sangu, si1'tpatù s,i/tr,,r- 1i'clu: « Per i problemi dell'Adriatico, l'Italia non « può abdicare alla sua pos.17.ione di nazioae « vittoriosa ed ha dritto d'insorgere contro « le folli pretese jugoslave; ma, d'altra parte 1 « certi probletfli non si possono risolvere ae « non con eque transazioni, e ad avviare l'o– « pinione pubblica su questa via, molto p•ò « giovare l'opera del Governo a cui deve « sommamente interessare di far comprendere « le difficoltà gravi del nuovo assetto mondiale. « - Non si comprende pertanto - proaegw.e « - con quale criterio politico si vogliaao, « trattare da nemici della Patda coloro dte « incoraggiavano il Governo ad una pace 4i • compromesso, e questo in un paese coac « l'Italia, do\'e le correnti politiche sono piwe e a formarsi, ma dove, appena formate, dlvca• « tano inftes.:iibilinel fanati~mo e nell' intoMe– « ranza. Abbi,1mo assistito cosi ad insulli « o:.eeni e ad anatemi lanciati contro un « uomo che univa il vangelo di Wilson alla « predicazione di Mazzini. « Ora que!-.ti fonomcni non debbono pià « verificarsi: voi sapete dove volete giungere; « voi sapete do\'c potete giungere ; non d1t– « vete perciò lanciare I' opinicne pubblici' « contro 1a realtà ,., Ebbene, ecco /11 che fo1111a In Nazione, ,li– re/la da Carlo Scmfoglio, fa conosure ai lf#i le/lori, ex-11ntlralish~ ltdescofi/1~ , oggi na/Nrlll– menle dalmaloma11i,le idee tlel/'011. Ce/li: « Cicca i problemi dcli' Adriatico, l'Italia nen « può abdicare alla sna posizione di na1.i011e « vittoriosa cd ha quindi ben diritto di insor– « gere contro le folli prcte.,c jugo•slave, ma « d'altra pa1te compre11de che certi problemi « non pos,ono risohersi se non con ott•e « transazioni ». .E nù11te altro.:>Nimle altro. L'Università a Trieste Il podestà di Trieste, neosenatorc Va\eàe, ha dato una. lezione di serietà ai retori dd- 1'« Asso(·iazione nazionale fra I professori •ni– versitari », che hanno chiesto l'istituzione ii una enner:iima università a Trieste. « Una questione assai viva - ha dichiarato «!'on.Valerio - è quella dell'università. Varie « tendenze si manifestano al riguardo; e tra « queste non appare di scarso valore quella di « 1,011 aggùmgere alle altre uisle11li nel regn6 ... t: facoltà di legge, di medicina, che non potrebbe « essere d· grande utilità, perchc istituti siml• « abbondano nelle altre città d'Italia. Si p•– « trebbe in,·ecc i~tituire a Trieste uno speciale « istituto di studi marinai o na,,ali ~uperiori. • Ciò favorirebbe assai le nostre relazioni ooa « 1 1 Oriente, e gioverebbe :il tempo stesso a e Trieste e alle altre città italia\le, rendend• « possibile lo scambio reciproco dei giovani, i « quali imparerebbero tante coso, che in realtà « non sanno, e si affratellerebbero sempre pil « e sempre meglio ».

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