L'Unità - anno VIII - n.11 - 15 marzo 1919

Intorno Un pericolo della proporzionale. E fuori di dul>bio, per le ragioni che l' lJnild ha già più \'Ohe illustrate, che il sistema di votazione a rappresentanza proporzionale I! quello che meglio garentiscc il diritto dei sio• goli cittadini a faui rappresentare nel governo della cosa pubblica. Ma in tutte le forme, che di esso sistema io \'Cdo prospettate, e specialmente in quella uni o binominale, quale l'acuto .AgnCo/a propo– neva già dal no"cmbre scorso, io scorgo un pericolo, al quale non mi pare che si ponga mente abbastanza: il pericolo che si ricada senz'altro nel male maggiore del collegio uni– nominale, nel male per la cui soppressione si sente urgente il b:soguo della riforma elet– torale. Per evitare inutili ripetizioni, presupponiamo l,t con,;scenia almeno dell'articolo Per la pro– por:i'onalr del n. 9 di quest'anno. Nella pro(X>rzionale il criterio del quoziente 3\3icura a priori personalmente a quel candi– dat\l, che abbia riportato un certo numero di voti, il suo seggio in Parlamento. Se centomila elettori di_un collegio debbono eleggere dieci deputati, diecimila voti assicurerebbero la vit– toria di un nome; supponendo una astensione minima, per es. del 20 °f., basterebbero ad assicurare la vittoria di quel nome ottomila voti. Dato ciò, puù avvenire facilmente che un centro elettorale, che disponga di quegli otto– mila voti, sia accaparrato da un incettatore, a . nome proprio od altrui. Da una parte si trova certo una lista In cui far IKri\·ere quel nome, quando si assicura che quel nome vuol dire ottomila voti almeno: dall'altra quel gruppo di ottomila elettori riconosce come proprio depu– tato la persona che porta quel nome. Vi sarà un patto tacito o palese, per cui il deputato A r.tppresenterà il centro .t'. E se quel deputato e! uno sbrigafaccendc, e il centro .t· è popolato di molti che han molte faccende da fa, si sbri– gare, saremo perfettamente al parlamentarismo faccendiere e affaccendato del collegio unino– minale. E al realizz.usi e moltiplicarsi di questo pericolo il terreno è già pronto: gli antichi collegi uninominali, in cui le antiche clientele sono già affiatate e le organizzazioni ga for• mate, si confedereranno nella circoscrizione plurinominale e riprenderanno meravigliosa• mente le loro funzioni. F. :wrcm.> battagliato per nulla. Il pericolo non sarebbe eliminato dalla forma a \'Oto binominale; giacchè è chiaro che quegli ottomila voti, dl\'cntando sedicimila, si riverserebbero scÒ7.anessun O:,tacolo .sul nome convenuto. Non sarebbe eliminato neppure dal voto di lista, proposta dal Turati. L'accordo, infatti, su un certo nome si manifesterebbe col segnar primo il nome convenuto. Pare, invece, eliminato dal sistema tedesco, in quanto l'elettore de\·e accettare dal partito l'ordine di preferen:.a posto alla propria lista, e deve ,·otar questa tutta intera. Ma in realtà eliminato non è; è soltanto reso di più difficile attuazione. Quel centro x si costituisce come partito, e presenta la pro– pria lista con la fondata sperànz.a di vederne trionfare sol anto il primo nome. SI potrebbe forse ovviare In parte ali' in• conveniente, o almeno renderlo meno proba– bile, addivenendo ad una costituzione nazio– nale dei partiti, e imponendo a tutti i collegi le Uste compilate per ciascuno di e~i dall'unica direzione nazionale del partito stesso. Ma è proprio la vita politica italiana adatta e pronta aquesta irreggil'l1cntazione? E non sarebbe anche questa, per sè, un malanno, data specialmente l'attuale forma malsana dei partiti esistenti?Quel che si guadagnerebbe in un senso, si perderebbe irrimediabilmente nell' altro; e per di più il guadagno sarebbe forse fittizio, mentre il danno sarebbe reale. Non so quindi se l'inconveniente, che di– scuto e che a me pare gravls..~imo,possa evi– bhi in un qualunque sistema. proporzionale. Forse no; perchè è inerente al crlttrio del quo– ziente, che sta a fond:uncntC'Idel ~lstcma stess . E ,e ciò è, dc\'esi continuare a -..o"'te11ere il ~i• L'UNITA alla proporzionale sterna proporzionale in\·ccc di quello a scrutinio di lista col voto limitato? Gli inconvenienti dello scrutinio di list'a. Quest'ultimo in rcalt.\ presenta due incon– venienti: 1°) non assic.:urauna proporzionalità matematica di rappresentanza; 2°) non age,·ola la prC.:..entazione e Il trionfo di libere e forti personalità politiche non aggiogate a partiti. Del primo io credo che ci bi possa non preoccupare soverchiamente, quando special• mente si cerchi di ridurlo al minirno JX)SSibile, con una non piccola limitazione della lista, col fare i collegi molto grandi, per es., regionali, e con altri mezzi che potrebbero escogitarsi. Il secondo è certamente grave; ma non è esclusivo dello srrutinio di lista. Purtrop(X> gli uomini indipendenti dai partiti politici, in qualunque sistema di votazione, trovano diffi. cile raccogliere intorno alla propria idea ed attività il numero di ,·oti necessario per vin– cere. Le moltitudini guardano alle grandi linee: vogliono veder presto e in complesso i vogliono subito sapere se Tizio è prete o massone. so– cialista o consen•atore 1 ccc. Non sapranno lo stesso con prec:sionc quel che si vorranno, vo– tando per lui; ma sentono come un certo ritmo, col quale credono di vibrare anch'essi. Si orien• tano più facilmente di fronte a chi subito si classifica, anzichè di fronte a chi non si clas– sifica, ma riempie di un contenuto concreto il suo credo: nel primo caso credono di saper di più, cd è opera non agevole smontare quella credenza. Questo secondo inconveniente, .1dunque, se c'è per lo scrutinio di lista limitato, c'è anche per gli altri sistemi, perchè è inerente alla stessa forma moderna dell'attività politica, fonna che aYendo per base le moltitudini, ha bisogno di credi politici e relative organizzazioni. Il male magifore del parlamentarismo. Il rimedio più necessario cd urgente per guarire della attuale lebbra perlamcntaristica, non può tro,·arsi in \In sistema di elezione piuttosto che in un altro: deve essere una rea– zione viva contro la tendenza 3 vedere nel de– putato Tizio o Caio il proprio rappresentante. È proprio questo il fattore principale della attuale corruzione parlamentaristica. /)a rapprtse:nlanlea patrono il pas,o è brew; e il resto va da s:!. Bisogna reagire, magari esagerando nel senso opposto, l'Or.lro questa tendenza. L'Vmìà, in,·ece, si può dire che le fa delle concessioni. Ed è male. li guaio del parlamentarismo personale non sta tanto nelle persone, che risultano elette, e nei mezzi, con cui riescono a trionfare, quanto nel sistema di protezionismo e di favoreggi;t• menti particolari, che porta come sua conse– guen:r.a. Il primo male, infatti, è soltanto una immo– ralità, direi quasi. privata: è il trionfo del me• diocre e del prepotente. Ma il mediocre potrà essere illuminato anche dal di fuori; il prepo• tentc potrà indirizzare al bene la sua violenza. È un male, ma non è il masl!imo; non è un male organico. L' altro, invece, è un male costituzionale: ed è tanto più nefasto, quanto più assume l'aspetto di onestà, di protezione .di legittimi intere--si dei rappresentati. Tanto pil\ nefasto in quanto, diremo, wstitulsce un sistema di go\·erno Jrlldlivo, ad un sistema di governo giusto. Go\'erno giusto è quello, in cui domina, da sè, la legge; protettivo è quello, in cui la legge per nascere e 1>er dominare richiede l'intervento continuo di quei legislatori che sono anche i tutori di coloro a cui vantagg'io essa deve esplicarsi. li giolittismo è la siste– matizzazione di questo mdodo protetti\'O, che già di per sè, come sistema politico, è depravato. La rappresentanza proporzionale non elimi– nerebbe il sistema protettivo 1 nè la sua mag– giore dcprnvazione: pcrchè il criterio del quo• ziente in alcune fonne porta direttamente a vedere nella persona dell'eletto il proprio rap-, presentante, in altr~, per la tcndenta già esi– stente. vi po1terebbe Indirettamente. Ed invece ora è neccS3ario che l'elettore non veda più in Tizio o in Czio il proprio rappresentante. Tutti gli eletti deve conside– rarli come suoi rapprest:ntanti. Questo concetto c'è appunto e si S\•olgeda ogni sistema elettorale a lista; non bisogna farlo perdere per tener dietro a vantaggi di molto minore importanza e portata. Il dcpu– Ulto è rappresentante del paese, e non soltanto di chi, pel solo fatto di conoscerlo, ha fiducia in lui. Quanto più gli elettori si tro\'eranno a volareptr "" maggi'ornumero di persone, e quanto più faremo si che si perda // rapporto per1011a/e Ira c/1llor, , deputalo, tanto più sanamente cd <:IT1cacen1entcavremo reagito contro il male fondamentale, che affanna la vita attuale dei qi:ttemi rapprCM:ntativi. S: szntirà domani il bisogno di tutelare i legittimi Interessi particolari di singoli citta• clini o regioni? Ebbene, questo bisogno, se ci '.l.arl, creerà i suoi crgani o il suo organismo adatto, Per ora è urgente spogliare di quella funzione protettiva l'organismo legislati\'o, che non può, senza degenerare, c~'!lcre investito ~nche di quella. La funzione l<'gislativa è un'altra, e dcv' essere autonoma, sovrana ed uni\•crsalc. PA.."TALEO CJ\RADBLLESE. POSTILLA Verrà mai U'l tempo, in cui il livello mo• raie e la coltura politica della mags-ioranz.a del cittadini sarà tale che il deputato sia considerato, non come il rappresentante•patrono degli elettori, ma come il legislatore autonomo, sovrano e unh·ersale? In Italia non siamo. arrivati ancora a que3to punto. E neanche nei pa~i, che sono politicamente più progre– diti di noi. Quello dunque, che il Carabellesc, reputa il rimedio più necessario e urgente alla lebbra parlamentare, sarebbe inapplicabile, al• meno per ora. Gli uomini sono quello che sono. Prendiil.moll come sono, cercando di aiutarli, nei limiti del possibile, nd essere meno ignoranti, meno ingenui, meno nemici del loro stesso bene. Un elemento fondamentale di questo progresso politico è dato, seni.a dubbio, da un 1 idea sempre più netta che il deputato non deve essere lo sbrigafacccnde delle singole persone, che lo eleggono. Cer– chiamo di diffondere questa iclea: riconosciamo che è necessario e urgente diffonderla; ma non c'illudiamo che sia un rimedio realizzabile grazie a una legge C'lettorale : è probl,ma di coslmn,~no11 è pro/Jlemadi ltggi: e la so/u:i'ont nor, pu~ non 1ut1·, lentissimo. Cerchiamo di contribuin•i meglio che possiamo ; ma non illudiamoci che gli elettori possano, almeno finchè \'ivrerno noi, \'edere nel deputato altro che un rappresentanteap.1trono di interessi legittimi e anche •.. illegittimi. Questa e!.Sendo la realt:\, nè essendo"i lecito illuderci di poterla scn.sibllmcntc mutare, il problema da risolvere è il seguente : 9uale sistema di voto:ione rende più "6evol,, o n,eno c/ijficile, la rappresentanza degli i11ltrts1ilegillimt in confronto colla rapprru,,lanza cltgli Ù1/tra1i 11lrgillimi. li Carabcllese trova che con la rapprescna tanza proporzionale avverr:\ senza dubbio che le maggioranze degli antichi collegi uninominali si ronf<-dcreranno, contribuendo ciascuna di esse col proprio candidato a11a lista comune, e coi propri voti alla vittoria comune : dun– que a\'remo battagliato per nulla. È vera la premessa, non è vera la conclusione. L'er– rore del nostro amico comlsle nel no11lt1ure ronlo t!tl!t mù,o,anu dei singoli rollegi tminomi• noli, le quali otterranno anch'esse un numero di seggi proporzionati ai \"Oli che avranno potuto raccogliere per conto proprio. La confederazione delle maggioranze a\·ver• rcbbe anche col sistema dello scrutinio di li!ita. ln qualunque sistema plurinominalc 1 ogni organiz– zatione locale cercherà sempre di associar~i con altre organlz7.azioni locali affini, mettendo insieme ciascuna il proprio candidato e i pro• prl voti : q1Jtslo è ttn /tnomeno che non si pW mi/art~ nè è un male: come potrebbero esserci li..)tedi partito, se non a base di intese fra di• versi gruppi locali? Ma nello scrutinio di li:,,ta- ecco al difetto 65 radicale del sistema, che al Carabcllese è sfuggito - lutti i gruppi politici sono co1helli o rau,-uppar, i loro candidali in clut solr list, delle quali nello scrutinio assoluto trionferebbe: con tutti i suoi nomi la più fortunat:1; nello scrutinio di lista limitato, l'una prenderebbe la maggioranza dei seggi, l'altra la minoranza. Nello scrutinio di lista la esisten:.a di una una terza, di una quarta lista è impossibile, o porta solo alla dispersione di un grande nu– mero di voti, e alla soppressione totale delle minoranze relativamente pill deboli~ anche se in via assoluta hanno molti voti e parecchie co– spicue pesonalltà. Que:.to,'Si, è 11 sistema, in cui le \'ecchie clientele riprcndere6bero meraviglio– samente le loro funzioni: td ruo perd1i i giol,ì• tiani 110n sono tonlran· allo scrulmio di liuu, anzi la proposta dello scrutinio di lista è ~tata 7;resentata alla Camera proprio da un giolittiano tipico, l'on. Camera, nel dicembre passato; mm/rr S<JIU) osh1issimi _allu rap}1t1tn• tan:a proporzionale. Gravissime sono specialmente leconscguenie che lo scrutinio di lista produce sulla educa– zione politica del paese. I singoli partiti sono costretti a una continua tattica di ccmpromes-;I, non solo nel periodo elettorale, ma anche nella vita di ogni giorno; pcrchè solo in questa maniera è possibile che più partiti presentino una lista unica agli elettori, nella :;peranza di mettere m,iemc tanti voti da conquistare la totalità dei mandati, nel sistema assoluto; o la maggioranza, o almeno la mi• noranza dei mandati, nel sistema limitatQ. E quanto più larga è la circoscrizione nello scrutinio di lista, tanto piil csteac sono le minoranze che vengono schiacciate, e tanto più intensa è la necessità dei compromessi fra i partiti, che sentono la necessità di rlrnesco-– larsi nel due pcntolonj delle due liste concor• reati. Da questo difetto dello scrutinio di lista nasce la necessità di creare delle circoscrizioni elettorali ass..,i ri:;trette: infatti con lo scru• tinio di lista le singole a5sociazioni non hanno più di cinque o sei deputati per ciascuna. Cì"oè d,.;m,10 stmpre pùì agtlldlt la conftt!traii'o,u dtl!t ditntele Iota/i , personali I A questo male non c 1 è rimedio, nello scrutinio di list:t. li rimedio indicato dal Ca• rabellesc, nel • fare i coJlegi molto grandi •, sarebbe causa di maggiori mali: pcrchè come abbiamo visto, estenderebbe a una maggiore quantità di partiti la necessità dei compro– messi e delle confusioni, e a minoranz:e sem• pre più vaste la iniquità della soppressione. E l'altro rimedio di consentire a priori a ciascuna lista un numero assai limitato di candidati, non ri~lve nessun problema, pcrch~ lascia sempre che i seggi sieno di11putati fra due sole liste : favorisce u pri'ori a spese della lista più favorita la lista meno favorita, e niente altro. Nella rappresentanza proporzionale invece non c'è nessun bisogno che le maggioranze e le minoranze dei singoli comuni si confederino ;,, duesolelistr. ogni partito conserva la più ampia libertà di atteggiamento e di azione: purchè creda di poter raggiungere almmo il quoziente, ciascun gruppo è intcre-.sato a presentarsi per conto proprio, con la propria bandiera, senza con– fondersi cogli altri, strappando agli altri più voti che sia possibile per raggiungere più volte Il quoziente. Nella vasta circoscrizione consenti~ dalla rappresentanza proporzionale, gli elettori si posaono raggruppare, non solamente secondo i partiti politici, ma anche secondo le affinità professionali : /a rnppr,smtania di classe p,W sponlan,amenle costituirsi allrav,r,o la rappresen– lanM proponionalt. Ed è questo uno dei mas– simi vantaggi del sistema : pcrchè crescerebbe così nella Camera il numero dei conoscitori dei problemi tecnici interessanti le singole classi. Naturalmente, ogni medaglia ha il ~uJ ro\·escio. La rapprescntan1.a proporzionale con• sente a un gruppo di elettori poco scrupolosi che abbiano la sicurezza di mettere insieme il quoziente, di organizzarsi in clientela e im– porre il proprio candidato, anche se è un bric– cone. È questo il pericolo, che preoccupa il Carabellcsc.' Ma per appreziare nelle sue giuMe pro-– porzioni questo pericolo, occorre pensare : J 9 nella larga circo::K:rizioncrichiesta dalla proporzionale è facile che anche piccoli gruppi

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