L'Unità - anno VIII - n.9 - 1 marzo 1919

e non aiutate da un'opera di critica e di chia– rezza e di sincerità. qual' è quella che compie \" Cni:à. V l/,uìà non può dare ai giovani il partito nuovo, che essi aspettano. Pull essere or~ano dì studio e di critica 1uorale: e niente al;ro. \. °SALVEMlNI propone l.he si teÌiga t.i,tmta la discu.:siont; :mila lotta contro l'aLcentra– mcnto burocratico e contro il p.lrla1ncntari::imo. da quella sul bi~ogno di una più inten~a azio– ne I)<.ilitica nel senso delle idee detr r,11/ù. Essendo del tutto c•mcordc coll'Ojctti e col Cei:coni sulla gravità del fallimento del regi– me burocrntico 1 gli sembra che 4ue:.t'argo– mento debba essere mei,,o i,Cnz'altro all'ordine del giorno del prossimo cOnvegno nazionale: e propone anche che gli amici di Firenze affrontino subito questa dbcu:;sione in una serie di adunanze, di cui h. prima potrebbe e"--.ere tenuta do:nenica pros:i.ima. Limitandosi percJ(, all'altro :mlQmento. c:rede sia nece:.:,a– no affrontare francamente il problema propo– sto dal Boscolo, dal Klein, dal Favara e dai due interlocutori, che hanno parlato prima di lui. Egli si rende perfettamente conto del bi– sogno, che hanno molti giovani di t O\'are unn strada sicura. un partito a cui aderire. un gruppo di uomini di loro fiducia, dai qua!i essere guidati in un nuovo lavoro politico. l\fa oc– corre distinguere in questa aspirazione dei giovani una p;,rte, che l' lf11ilò non puù nè deve pretendere cli soddisfare, e una parte assolutamente legittima. L' U11ilò non può darè ai gio~a,ni una nuova form•la politica. che sia la panacea di tutti i mali, la chia\'e per aprire tutte le serrature, la soluzione facile e imme– diata di tutti , problemi politici. Se noi fo--– simo gente senza ~~poli 1 s..1premmo bt!ni-.~i• mo quel che dovremmo f.ire per fondare un nuo,·o partito" Approfittando della fiducia. che l'opera nostra ha suscitato in molti gio\'ani. inventeremmo un nuovo nome di partito; ci metteremmo a suonare la grancassa intorno al nuovi) partito: convocheremmo un con,egno nazionale per la fondazione del nuo\·o par– tit,,; ci faremmo dare eia qualche industriale di guerra una buona sommetta per pagare il viaggio a molti intellettuali disoccupau. che verrebbero nel c..ongresso a fare da buttafoori del nuovo partito; lanceremmo per le prn:.:i.ime elezi-'.-miuna mcr.1 ... 1 dozzina di candidadure del nuovo partito : faremmo, ili.somma. quel < he fecero i nazionalisti fra li 1910 e il 1913. e avremmo la ccrtezz..-idi tra.:.:f..inare ton noi molti giovani. cli~gustati dei partiti \·ecchi. de.."'itderosidi una nuova forma d'azione, pronti a concedere la loro fede a chi si faccia avanti l>\'Cntolando una nuova bandiera, qualunque e~ !iia Noi questo non po~:-.iamofare. A chi ci chiede che gli diamo la sposa, nvi n:.pon– d1amo "he la sp6sa deve cercarsela lui da ~- Noi possiamo aiutarlo :-olamentc, con af– fetto di fratelli maggiori. a cercarla. Ma lo ~forw massimo deve farlo lui. Noi non abbia– mo tma formula nuova da rivelare. La nostra formula è vecchia, com'è vecchio il movimento demouatico: noi crediamo vostro avere lot– tare contro tutti i privilegi, che non ~ieno giu-;tificati da una reale neces:;ità sociale. E se fra i partiti democratici attuali ce ne fo.::5;euno, che 'conducc:.,e que~ta lotta con intelligenza e sincerità, noi ,aremmo fe– lici di militare in questo partito. e invite– remmo tutti i nostri gio\·ani amici a :i.posare que,to partito. l\fa i partiti democratici tradi– zionali ~no nell'azione di ogni giorno la ne– !,."1ZÌ•>ne dcli* ideale democratico. \'ia \'ia che si pre,enta nella vita pubblica italiana un nuovo problema, i condottieri di essi a~urnono subito una posizione, non di lotta contro il pri..-ilegio, ma per consolidare i pri\·ilegi an– tkhi o creare privilegi nuo,·i. T. . .. 1 formula ge– nerale è sempre democratica : •I' azione è sempre a ser\'igio delle oli!.:::archie. che ~frut– tano l' Italia. E le masse dei partiti den'locra– tid, incapaci di scopnre da ~è gli errori e i trucchi dei condottieri, :,i laschno in buo11.;;. fede tra:i.cinare per una ,·ia. mentre credi· no di andare per una ,ia diametralmente oppo,na. 1n queste condizioni. I' l'ml,i cerca di com– piere un 13.,·oro di critic·a .:.:i,tematica sul– l'opt!r;i dei p.1rtiti. Via \"13 che s: presenta U!,?_J?!~~ ~tu~i~_1.• ~e qt1e-l problema me– riterebbe davvero di ~ttti1.m: l'atttnr.ione dei paruti dcmocratio i,' f,·.-·ise,·" sul .,cm: z.• L'Ur ITA quale sc..1luzioncdovrebbero propurnare i par– titi democratici. se /auuero sul serio. Questo lavoro di ogni giorno. non può e:i.sere sosti– tuit • con la csibiz:one di una rormula nuo\'a. della nostra vita publ>'.ica. b.. queste idee chiare e c.;oncretc - non ~i ripeterà mai abbastanza. - bisogna che ciaM:uno di noi se le conquisti giorno per giorno, colla fatica del proprio pensiero, nel lrav3gJio della propria anima. 0Jh-'TT1, riassumendo la cli:,cussione, si com• piace che questo scambio di idee abbia con– sentito di definire quella che può essere oggi l'azione immediata degli amici cieli' U11ilà, senza che· con questo si debba includere o escludere alcuna determinata altra specie cli azione per \'a\'venire. Per ora è desiderabile che sorgano molti gruppi locali, po$sibilmente rcg,onali. Gli abbonati dell' C111ìò pos~ono costituire i primi nuclei di quei,,ti gruppi. Do\· nque' 1...i sono degli amici volenterO!,i. IX)SSonodomandare all' U,uì,ì gli indirizzi degli abbonati delle loro città. e delle altre vicine, e formare il grup1l0-I gruppi J.Q_cali debbono a,·ere un segretariato cen- .,llil,lc- Si delibera :ill'unanimità di costituire a Firenze un « Gruppo d'azione deW llmìit » : e si fa l'augurio che gruppi analoghi sorgano nel maggior numero possibile di città. Per la sede e la data del convegno nazio– nale, si dà parere favorevole a Firenze e alle vacanze di Pasqur1, per le considerazioni esposte ali' articolo precedente Si delibera di riunir.si domenica prossima, 2 marzo, per continuare la discussione sul pro– blema della riforma della pubblica ammini– strazione. Que?ito I on \'t10I dire che l' Umlà non possa dare altro. all'infuori <li .siffatto aiuto pura– mente critico e intencttualc. In que.!:tto,l'ul– timo amico, che ha parlato, si contenta forse di troppo poco, mentre il penultimo doman– dava cerf;:uuerlÌc troppo. C'è una via di mezzo fra il promettere l;l ncazionc di un nuo\'O partito-panacea. e il dichiararsi impotenti a qualunque azione pràlica. I giovani que?lt'a– Zione intendono pur compierla. L' Omìà è stata finora un'anima. che 11011 si c~1rava di ccrcar:--i un capo.\1 nostri giovani amici \'O– glior o essere il capo cli quest'anima: le gam– be che facc.:iano camminare le nostre idee. le mani che \·adano a cercare ed afferrare nuo"i pro,eliti e li tengono stretti insieme nella buona battagli,1 per le id~;,; comuui. Ma seti.r tonò che per far ciò le iniziath·e incYviduah non bastano. Vogliono essere sicuri che meu– tre uno di essi la\ora nel suo ,nubiente pe_r f;.tn i ~net rare le idee . dell' ( '11ilà molti altri fann , lo :,tC!-SOlavvro, fl'auonlo con lui. in .,molti altri mnbientì. Perchè solamente grazie a un larnro coordin ,to di questo genere pos– sono avere fiducia nella intensit:\ dc:ll"opera loro. Perdi\ desiderano cli t·ontarsi, di cono– scersi a vicenda, mentre finora ognuno si li– mita,·a a leggere il giornale senza che l'uno ~pe'-se dell'altro. Perciò è nata contempora- Per la proporzionale • neamente in spiriti diversi l' idea di creare dei grnppi di « unitari » nelle diver~e città d'Italia. Perciò è Mato proposto un coM·egno generale di « unitari », per dare ai gruppi lo– cali una direzione centrale. Questo lavoro 11 Dritti ha il do\'ere di aiutarlo in tutti i modi. ~ i.· badi~mo bene, un nuO\'? par– tito, clw sorge. E. il vecchio centro di studi, intorno a cui !!.i orgnni1.zano dei nuovi grnppi -ai propa_ganda e di azione per la realizzazione dei re:i.ulrnti cli quegli studi. Un gruppo di « unitari» di una determinata cittft compren– der;l indi, iclui di diflerenti partiti, beninteso che 5ieno tutti democratici: e comprenderà an<,;he individui, usciti dai vecchi partiti o riluttanti ad entrare In quahmqt1C' partito, purchè lo stato d 1 animo fondamentale, anche di que3ti, i,ia dern,ocra.tico. Chi continua ad a\'er fede in taluno <lei partiti democratici tradi1.ionali, continui p,1re a rcstan·i. ma ,011 l'obbl~'t:, 1nq1ale di ft1re propaga11d" ,ul suo parli/o delle !tOluziuni pratiche elaborate at– tr:wer:--o gli studi dcli' C111ìii, !,C beninteso que!ite ~luzioni gli sembrano giuste. Chi non ha fede in nessun partito, può la\•O– r re in molti altri ambienti non meno im• portanti per la \'ita pubblica, che non sieno i partiti: per es. i mutilati e i I omballenti cntri110 nelle associazioni dei mutilati e dei combattenti: i soci di organiz1.azioni profossio– nali portino le nostre idee nelle loro organiz• zazioni. Chi i.i :,ente pii1 adatto a studiare, studi_ meglio, che può, a patto che metta a disposizi,,ne di tutti sull'Cmìà il resultato dei su~,, i;tudi. Ch, non si e C· :e adatto ad elabo– rare idee originali. ma ha fiducia nel centro di :-tudi. e si vuole limitare a far propaganda delle idee dagli a tri elaborate, suiva sui giornali locali, facda conferenze, prenda la parola in tutte le pubbliche :ulunanze per co– stringere i dbtratti e gli ignari a vedere le c-o!<eçome le vediamo noi. Duri\,nte le pro~ime elezioni. i 110:.trl amici partecipino do\·unque in grup1>0 alle riunioni elettorali e obblighino i candidati di 1utti partiti a uscire dagli eigmmi e t a prendere posiziuni nette, per es. sulla So– cietà delle Nazioni, per la politica èli Sonnino o per quella c.1: Bb:i.olati. pro o contro il pro– tezionismo doganale, pro o contro il prepotere della Ourocrazia, pr" o contro le pensioni per tutti i lavoratori o per i ~li operai <!elle in- du:i.trie. ecc. Quel che importa, è c:he tutti gli « uni• tari )I, costituis<-ano gruppi locali per lavorare in comune nelfl \·ita locale, ed abbiano non solamente un organo centrale di studi, l'lìuìà. ma anche u:t organo centrale per la coordi– naziOn1 della propaganda. Quale rc.;ultato dar.\ questo 1a\·oro 1 non 1>4 ,ssiamo µre\'c<lere. Non dobbiamo pretendere di impegnare l'a\'\'enirc. Quel che 1m1>0rta è che abbiamo idee chiare e connete nel morl\l di ri-..oh-ere i problemi Un progetto di legge. L' A'-Soeiazione proporzionali:.ta milanese, presieduta dall'on. Turati, 1>ubblica nella Cri– tica sociale un progetto di legge per la rap– presentanza proporzionale. Per' rcnder"li conto, in forma concreta e <"hiara del sistema proposto cl ali' Associazione milanese, supponiamo che le elezioni avven• gauo dopo che esso sia stato approvato. E pren– diamo una circo ..crizionc 'plurinominale, a cui sieno assegnati 20 deputati. Le fo,te degli elettori restano quelle che sono. La clistribm:ione degli elettori in sezioni elettorali resta quella che è. Neanche un giomo di ritardo, dunque, è da temere pt'r la data delle elezioni, anche nella ipolesi che sa– rebbe un inconveniente fare le elezioni, putacaso nell'ottobre 1919, piutto:ito che nel giugno. Supponiamo- che alle elezioni si presentino quattro liste di candidati, che indicheremo coi numeri I, 11. Ili, IV. In ciascuna lista i nomi sono di~1>0sti in ordine alfabetico. E noi indicheremo i singoli candidati con una lettera dell'alfabeto: per es. I. A vuol dire il primo candidato della lista I; III. B vuol dire il .secondo candid::uo della lista. UI; e cosl di 'seguito. L'elettore, quando si prcsenia al seggio elettorale per votare, ricc,·e nn foglio cli carta, ll~l quale !Sonostampate tutte le liste. Jn testa di ogni lista c'è un quaclratello bianco; e un altro quadratello bianco è accanto ad ogni nome. L'elettore dn-e indicare quale lista preferisce. •E per far ciò, non de\'e fare altro che anne– rire con un lapis il quadratino, che precede la lista da lui preferita. Questo C il volo di b'sla: e con esso l'elettore clasgifica. la sua lista in– nanzi a tutte le altre. L'elettore può anche indicare, fra i candi– dati della sua lista, l'ordine di preferenza, croè quale candidato desidera che riesca a preferenza degli altri. E per fare ciò. deve segnare con un numero d'ordine i candidati della sua lista: per es. darà il numero I al c:mdidaLO E, che è quinto nell'ordine alfabetico, il numero 2 al candidato N. il numero 3 al candidato V, e cosi di ~eguito. Questo è il wlo ùulivùluale; e con esso l'elettore, dopo a\'er classificato la propria lista innanzi a tutte le altre, classifica nella propria lbta 1 candidati secondo quelli, che ebli ritiene i meriti individuali di ciascuno. Finita la votazione ~i f.1 lo spoglio dei voti. Supponiamo che alla votazione abbiano partecipato 22:q.34 1 \"Otanti. e che ciascuna lista abbia riportato il .::eguente numero di \'Oli: Lii,ta I \·oti 101.100 LI » 63.018 ,. Il' •> 42.429 ,. ,,· ~ :?2.794 Col sistema dello urulùuO di bila a ma::– g,Onm:a, la list:t 1 t onquisterebbc tutti i 20 seggi, annulL.1ndo tutti i voti dati alle altre liste: e siccome TOT mila voti sono una mino~ ranza sui 229 1 mila votanti, si avrebbe t.:he la 11ui10ran:a conquislertbbe la lo!altlù d~i mwuiat,. Col sistema dello se,ulintO di lista a ;·o/o lùmìalo, in cui la legge elettorale a!:tsegn,:i:;se a pnOri. per es., 1 b mandati alla lbta più for– tunata,e 4 alla lista im111ediatamente successiva, si avrebbe che 101 mila elettori darebbero rap– presentati da 16 deputati. f>J mila voti da --t deputati, e 65 mila da nessuno! Col sb,tema della rapprtrmlan:a propor:10- 110/,, ogni lista avrà.diritto ad avere un numero di mandati proporzionato al numero dei \'Oli rillOrtati. Cioè, dato che si debbono eleggere 20 de– putati, e che i votanti sono stati 229.341. si divide questo secondo numero per il primo. Si ottiene così il quo=imle: I 1.467. E si conchiudc che ciascuna lista ha il diritto ad avere tanti deputati, qu~nte volte il quoziente 11.467 en– tra nel totale dei voti da essa riportati. E poichè dividendo i 101.100 voti della lista I per I 1.467 1 si ottiene come resultato 9 1 con un residuo di 69<>7, se ne conclude che la-lista I ha diritto ad avere 9 deputati. Procedendo analogamente per le altre liste, si hanno que• sti resultati: Voti Quoziente àfaodati Residui ottenuti IIIÌII- Lista I 101.tOO Il .467 8 9.364 >) II 63.orS 11.467 5 5.683 >) III 42.429 11.467 3 9.028 >) IV 22.794 11.467 r 11.527 Totale 229.341 Totale 17 .,4.402 Queste operazioni cllgtribuiscono fra le varie liste solamente 17 deputati. Ogni lista, infatti, ha dei residui, che sono pcrduU per l'asse– gnazione dei mandati, e la IODlllla di questi residui è rappresentata dalla cifra assai note• vole di 34,f02 votf, che divisi per il quoziente solito, danno appunto tre mandati: se non si utilizzassero questi residui, non si potrebbero assegnare quei tre mandati. Il progetto di letge dell'Associazione mi– lanese propone che i tre mandati 1h.no a-tSe– gnati a quelle liste, che hanno i residui più alti. In conseguenza, la Usta IV otterrebbe un altro mandato, e così le liste I e Ili. Stabilito quanti mandati deve ottenere da• scuna lista, non resta più che da proclamare gli eletti di ciascuna lista. Ed ceco l'impor– tanza. del volo i'ndividuale. Secondd questo voto, come abbiamo già spiegato, l'elettore classifica in ordine di pre– ferenza i candidati della lista da lui preferita: cioè il nome, a cui dà il n. 1 1 è da lui cla:,– sificato prima degli altri 19; quello, a cui d~ il numero:?, viene subito dopo, e cosi di se• guito. Se non ha preferen1.a per nessuno, gli è lecito limitarsi al solo voto di lista: e que– sto vuol dire che tutti i candidati della lista li mette al numero 1. Può anche classificarne solamente alcuni: per esempio tre, coi numeri J, 2. 3: in questo caso, tutti gli altri candi– dati della Hsta acquistano, per conseguenza, il numero 4. Supponiamo, per esempio, che quattro elet– tori votino la lista I, e che ciascun elettore cla"– sifichi i candidati di quella lista secondo i pro– pri gusti. R drtamando con le lettere dell'al• fabeto i candidati, supponiamo di avere que– sta vota1.ione: Cudij1ti llott,~ I !lttll~ U !iltlmUI !lttton Il TOTILI A 6 -(Il -(6) 14 B IO Il - I 3 25 e 8 - '{ -(6l 27 D 14 9 _, =m 30 E 4 15 -li 2Ò F 16 2 I 25 G 5 13 -1) 2 21 M Il 18 - 1) -(6) 36 l 19 3 911 -(b) 29 L 2 17 -;6) 26 M 13 ò -6i 26 N ,; 4 -(6 2h o I 5 -1) -(6) 13 p 18 i -1) I 2; Q i 16 -(Il - (6) 30 R 15 14 -f -(6) 31 s 3 IC/ -1 4 2; T 20 20 -(I) -(6) 4i u 9 12 -(1) 5 2; V 3 IO -(1) -(6) ,; Sarebbero eletti i seguenti 9 candidati, che hanno i totali pili bassi:

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