L'Unità - anno VIII - n.8 - 22 febbraio 1919

44 volta qualche fucinatore o qualche medico, a cui non invano possa rivolgersi l'Unità. Sono convinto che gli a unitari'» in Italia sono molto più numerosi dei lettori e abbo– nati ali' Um1d. Vi è della gente, eh.e porta in giro la propria nausea, che odia il saltimbanco e più ancora il sarajfo; vi sono molti « uni~ tari » di temperamento e di spirito, che non sapendo far capo a una tendenza democrati– camente seria e innovatrice, e non avendo vog-lia di giuo<:are a quello stomachevole « ac– chiappa-cantone », che è la.politica del volgo alto basso e medio, si fanno frati o si ritirano sulla montagna in compagnia di Zarathustra. L' U,u~à deve polarizzare verso di sè que– !te forse. E l'adunata degli « unitari » deve essere tempestiva in rapporto alla smobilita– zione. Sia tenuta a Firenze o a Roma, deve essere preceduta da un paio di mesi da adu– nate locali, magari iregionali, che assicuri~o che al convegno gen'erale i pochi e buoni vf:\– ranno tutti. MegafOno niente, catuba niente, ma un chiamarsi composto e deci::.o, fra persone che hanno qualche cosa di scrio da fare e da dirsi. CORRADINI G1ovA..'-l""Nt. XXIX. Roma, 16 febbraio 1919. Mai come in questi giorni si è sentita im- · perioaa tra noi, giova..oi studenti, Ja necessità di un organismo, che ci um:.ca e che plasmi le nostte coscienze politi.che, senza essere 1a consueta accademia del solito circolo e della solita associazione studentesca. Io stesso, as– siduo- e antico lettore dell'lfnitò, ho cercato ·tempo fa di tradurre in pratica questa vaga aspirazione mia e di alcuni miei amici, ma abbiamo cozzato contro ostacoli insonnonta– bili per chi, oltre che da una fede sincera, non sia retto da un appoggio sicuro. Perciò noi con viva gioia abbiamo accolta l'idea di un convegno degli «unitari», e abbiamo visto le adesioni numerose, mate– riate di saldi propositi di azione. Di qui. hanno aderito, a quanto leggo sull' Um1d, il prof. J,Iondaini e il sig. Giovanni Mori ; io stesso ho con me giovani 'amici 1 di~posti al lavoro. Perchè, dunque, seguendo l'esémpio di altr 1 e città e di altri amici, non conoscersi e intendersi per costituire a Roma un primo nucleo di « unitari » e iniziare una buona propaganda? Questo in attesa del convegno, che io de– sidererei avet.se luogo in Roma, non per una naturale ed ~goistica pigrizia, ma perchè Ro– ma, (orse più di ogni altra città, ha bisogno di epurazione, e perchè, come capitale e come città centrale, riuscirà più comoda ai nume– rosi ader,entt. La riunjone al più presto - marzo o aprile - per poter svolgere un'ampia azione prima delle elezioni, che dovranno costituire uno degli argomenti da discutersi tra gli uni– tari. • p AOLO FLORES. xxx. Napoli, 8 febbraio 1919. li convegno degli «unitari» sembrami più che mai opportuno. E' certo che molti giovani, come hanno portato il miglior contributo dt.:lle loro energie alla guerra, desiderano ora dedicare la miglior parte della loro attività al conseguimento di quegli ideali, che a suo tempo li ha spinti alla guerra e durante questa gli ha sorretti ; e vogliono che dalla guerra ~iano ora tratte le giuste ed oneste conseguenze e che queste siano tradotte, con purezza, ncll~ necessarie sanzioni pratiche. Questi giovani vogl:ono il trionfo pratico di quelle idee di superiore giustizia, che val– gano ad eliminare possibili guerre futunt; ma non solo questo: vogliono che nelle future competizioni mondiali, l'Italia possa occupare quel {Xhto che le spetta per le sue tradizioni e per le virtll del suo popolo e che tale posto sia sempre più alto e sempre più degno. Questi giovi1ni hanno visto durante la I f,'llerra perpetrare ingiustizie di ogni sorta, hanno visto H trionfo della incompetenza e J delJa volgare furberia, hanno talora subito il sacrifizio loro e dei loro runici e compagni I det<"rminato da inettitudini o da miserabili egoismi, ed hanno tutto sopportato in omaggio ad un dovere superiore. L'UNITA Avendo ideali e fede, soao ora invasi da u~_senso di disgusto e di ri\'olta, e desiderano portare un'onda di vita nuova nell'ambiente fiacco, decrepito e malsano che li circonda. Si trotano in un evidente stato di disagio, che manrfestano ancora in forma incerta ed incompl~Ìl (~)rilevasi dalle lettere che l'Unità va pubbfi ndo), ma anelano di riu– nirs!, i,n;~~(e?t nquadrarsi, no,'.ninarsi dei capi tlcglli ed' a · ~. · E• giu;to etf "\!,~ necessario che questi gio– vani partecipJ ,Q,. .\Ila vita politica, affinchè tutte le vit,tù dfc~1anno dimostrato da soldati e da cui "Ài se~tfno più che ,mai animati, abbiail\O tTad~one concreta nella vita pub– blica italiana. Sono democratici veri, sani e puri; ma sono disorient~ti e perplessi di fronte alle manifestazioni dei partiti .democratici itali~ nei quali non trovano nè unal decisa Une.i,,., ... azior.e, oç coerem:a, serietà cd onestà politica .. Non trovano nel partito socialista esatta rispon– denza alle loro idee. L' Unità agcYolmcnte li raccoglierebbe, se formulasse un programma politico (da di– scutersi ed approvarsi nel prossimo conYegno) in cui quei giovani vedessero concretate le loro aspirazioni cd i loro desiderii, miranti ad un miglioramento generale di tutta la vita italiana, aspirazioni e desiderii che oggi ai giovani si presentano in fonna vaga ed in– completa. Intorno a tale programma, fennamente ed onestamente agitato, si formerebbe dicerto in breve tempo, un numeroso esercito di giovani agguerriti, preparati e decisi a far pulizia di tutte le sudicerie della vita• pubblica ita– liana. Il programma, potrebbe es.sere: r. 0 Politica estera, professata onestamente, d'accordo con le idee ed i propositi di Wil– son. 2. 0 Smobilitaziont col criterio di avviamento alta abolizione dell'esercito permanente. 3. 0 Elezioni a collegio plunominale e rap. presentanza proporzionale. 4. 0 Minima· ingerenza dello Stato nello svolgimento delle attività economiche e solo per indirizzare il funzioilamento ai fini cièì pubblico interesse e per incitarne il migliora– mento e sviluppo. 5. 0 Ricostituzione della burocrazia statale in base ai criterii di merito e di competenza da stabilirsi mediante esami e concorsi per ciascun grado, con ruoli aperti e con possi– bilità di concorrere, mediante esami, anche ai più alti gradi, di clementi estranei alla pub~ blica amministrazione. Eliminazione degli in– capaci e compensi.adeguati al merito, ai mi– gliori. 6. 0 Ricostituzione della serietà degli studi. I~tituzione di scuole professionali, con larghèzza di vedute da parte dello Stato e col concorso obbligatorio degli industriali e dei commer– cianti. 7. 0 lstrµzione a tutti col concorso finan– ziario dello Stato alle famiglie degli alunni poveri, e con obbligo da parte dello Stato di accompagnare, sovvenendo finanziariamente, quegli alunni poveri che se ne dimostrano meritevoli. 8. 0 Riforma tributaria col criterio di sgra– vare i meno e gravare i più abbienti, spe– cialmente coloro che non làvorano. 9. 0 Protezione effica~e dello Stato agli operai e contadini nei rispetti degli indu.st :riali e proprietarii di terre che dimostrino di no1: comprendere il loro dovere sociale. 10. 0 Intervento dello Stato a favore del– l'attività libera, nel caso di proprietà terriere male o non coltivate, e nel caso di proprietà di sottosuoli o di ricchezze idriche male o non utilizzate. !Ne. M. B. Tenente del Genio. XXXI. Palenno, 9 febbr:iio 1919. Qui, prima della idea di un convegno, prima ancOra della guerra, si aveva in mente di costituire un gr 1 Jppo di amici dcli' Unità, a scopo di cultura. La guerra sbalestrò tutti, in tal modo che non fu possibile far nulla di pratico. Ma l'elemento giovane ricomin i3. a tornare; e lavoreremo, per quanto cc lo con– sentono i biBogni della vita quotidiana e le altre occupazioni. VITO MERCADANTE. XXXII. Como, 10 febbraio 1919. Riflettendo sulla nece~sità di una più vasta ar.ionc, che comprenda la gioventù nostra, sarei tentato di fare una proposta: aprire una sot– toscrizio11e fra gli amici del!' Umìà per costi– tuire un « fondo di compenso », che pennetta un abbonamento-propaganda a prezzo ridotto (di ◄ o 5 lire) a favore degli studenti. Noi potremmo in tal modo raccogliere abtonati nella classe, che più abbisogna di essere educata alla scuola politica e morale dell' thuìà. Vora è buona; gli studenti d'Italia hanno dichiarato di volersi organizzare intellettual– mente: ed hanno pubblicato a tale scopo « Fiamma verde». Che questo periodico sod– disfi allo scopo, non oserei dire! Ma esso di– mostra una certa buona volontà, alla quale _ manca .una buona dirc~one ed un complt:S!.V 'di irlec adeguate ali' importanza de) morueDto. L' Oni'tà potrebbe venire ad essi in soccorso col suo patrimonio ideale. E noi, atuici fedeli e compagni della infanzia delJI Umìà, (è un'espressione puramente cronologica!), sa-, rerumo tutti lieti, di offrire i mezzi per una più fa"cileaccessibilità alle tasche degli studenti. E'ITORE ROTA. XXXIII. Proporrei, anche a nome di altri amici, che . n:!,.Eonvegoo si trattasse pure del sistema da seguire e delle opere da studiare, per quei ~ovani che, appena usciti dall'Università, vo– gliano, come noi, prepararsi seriamente, alla v1fa pubblica con quei dieci anni di studio, di cui scriveva il Salvemini. , · ENRICO GrAMMEJ. XXXIV. Roma, 11 fehbraio 1919. Aderisco <tlConvegno degli «unitari»; e vi parteciperò, se non ci faranno morire prima in attesa del congedo: perchè noi, professionisti an– ziani, che tutto abbia.mo dato, quando la patria richiedeva l'opera di ogui figlio fedele, non possiamo più as..,istere al continuo stillicidio di giovani ufficiali nei depositi, dove forzata• mente poltriscono, o, al massimo, fanno fare mezz'ora d'istruzione di squadra alle classi t.idl' 8.5 S6 87 - $9 I.e. ::,e;Jo t )rnl.le d.t.: fronte!! Per tanti spostati, e dislocati novellameme imboscati, è una vera cuccagna: mentre per noi gli .iffari vanno a rotofi a tut.ta forza. ~~amm.a del convegno: gueqh,,,,CCi, tutti i mezzi alla burocrazia: gallonat:1 1 cro– ciata, o come che sia prttssianamente idiota e mortifera. Sede: Firmu. Escludere Roma, come ceri• tro infettato dal « burococco », dai berretti grecati, dai commendatori.. .. e dal Giornale d'Italia. T. R. C. xx.xv : Verona, 10 rebbraio 1919. Sono un modesto ufficiale ex-prigioniero di guerra della Germania, che nelle lunghe macerazioni dello spirito, durate ininterrotta– mente per tutti i quattor:dici mesi della pri– gionia, ho potuto rendermi conto, peno~amente 1 m?, profondamente, di tante no~tre colpe e di tanti nostri difetti, arrivando alla conclusione, intensamente «vissuta», che è necessario fra noi rinnovare, rifare, eliminare e sopratutto rieducare, se vogliamo essere anche noi una nazione degna di rispetto, e degna della mis– sione, che la vittoria ci pone. Sempre come prima, penso che il problema sociale è, come affermava Mazzini, un problema di educazione. Plaudendo all'opera dcli' Di1ilà, noiami da ,gran tempo, desidero entrare umilmente ~nch'io nella schiera degli amici del giornale. G. B. XX.XVI. Milano, 10 febbrnio 1919. Carà .U11ilà 1 Sono otto anni, che faccio il soldato. Per otto anni, dunque, sono state dodici, sedici, diciotto e molte volte anche ventiquattro ore di giornaliero servizio militare « effettivamente prestato » (dire il mio foglio caratteristico). È per questo che grande è la mia impre– parazione politica. Non mi conforta serietà di studi d'indole generale (storici e filosofici), nè d'indole particolare (conoscenza dei pre~ cedenti 0 storiçi dei singoli partiti in Italia, conoscenza elci precedenti culturali, economici e politici, che hanno sviluppato la diversa ------. fisonomia regionale: conòscenza di problemi agrari, d' istrnzio!le pubblica, di riforma del– l'amministrazione pubblica ecc.). Di tutte queste cose io son forse l'ultimo e il meno informato fra i centomila orecchianti, che infestano il nostro paese. Non avrò quindi nulla da dire nel prossimo convegno di « uni– tari'». lo vengo dunque per conoscervi e meglio conoscermi; per definirmi e conoscere chi possa collaborare a questo lavoro del mio dopo guerra. Per il luogo e il tempo del convegno mi rimetto a te. Ten. F. Francia e Germania nel 1871 « ]Ji v11esle dw 11az1_"om~ la vi/!{)riosa, la Gtr– mrmia, m. 1 ,ù I' ilnpero, •f., st/J,{l;,j'f,ì; il giog{)so/da– /esco,l'abbrutimento della caserma, la dUCiplinasino al pemùrc, 1111 Parlammlo lemptralo dal/' inta,– ceramcnlo degli oralort~ Q11tsla11au"o11e, la naefim~ vilioriosa, avrà 1111 imperatore di fabbrica mf/1/nrt e di dinìlo divi110iusiel!lt/ l'a11/ico Cesare biza,1- lino fotltralo di 1111 Cesare tedesco; avrà la etm– segna ptr dogma, la sdàl>oladivmuta scettro. la pllrolll impedito dalla ""'soliera, il pensiero i,ua– lt11alo,lo cosdnu:a inginoccluO/a. Non pùì lri6una/ No11 pùì slamp,, I Le lmcbn I « I/a/Ira na.:: :ùme.la ,u,cio11evù1la, avrà la luce, avrà libtrlà avrà 11011 il ~linìto /ivùw 1 ma 11 dinìlo uma110,avrà la libera lribu11a, la stampa libera, la parola libem, la coscienzalibera, l'a•U>,u alla; avrà e co11seroerà I' iniz10liva del proinsso e la ditnlela delle raau oppresu. E mmlre la 11a:;,l(me villoriosa, la Gen11ani", ab/Jasstrà la fronte sollo 11 SUQ timo pesante, la vi11/a su/Jliint, la Franc,O, avrò sulla sua tesla la corona di popolo sovra,w. « JJi queste due 110:,"om~ 1ma trz"on/anl/ e s1rva, l'allm vù,la e suvra11a,.quale bisogna comp,a".. gere? - Enlrombe/)> ... « Ma 1111 gi"omo, /11/10 ad"" /rallo, la Franci'a si rialurà. Oh l ess,, sarà fonnùlalule .... « E si sentirà la Frallda gridar,: Ora toeca a 11u, Germania/ Euomil Sono io la lua nemital - No, io sono la tua sorella. Io ti ho tulio ri– preso e tu/lo Il° rm lo. Ad una co11dinimel Che 11()1 tlN. rar,•11,• / .Y rlu· tl/l s1JIpop?l,1, clu mm so:,r fam,g/,(1, clu ,ma sola r~pubNi~a. lo demolirò le mit forlt:u, tu le /tu. La mi'a r,~11della è la fratella11za. ~ Non più frontiere. il Rmo mio e h'iJ. Sa– remo la sltssa ri:pub)/J(a, saremo gli Sta/i Umìi d'Europa, saremo la Federa1:ùme to11linentale, sa– re,no la libertà europu, l « Ed ora slni,gimn()(i la ma1'o, poid1i ,,., ri s10mo resi 1111 serviu{) r«i/11·oco: /u !ni lza,· li/u– rato dal mio impemlorr~ io ti lilNro dal /uo ». 1871 V1cro.a HUGO. Numeri arretrati Spesso gli abbonali ci scrivono per chiedere numeri arretrati. Saremo sempre lieti di contentarli. Ma è necessario che ci siano rimborsate almeno le spese po– stali; basta mandare una cartolina con risposta pagata, quando non si chiedono più di due numeri; occorre mandare, per lettera, /rancobolli in numero proporzio– nato, quando si chiedono più di due nu– meri. Gli abbonati, poi, che ci domandano dei numeri vecchi, non perchè smarriti dalla posta, ma per altri motivi, conside– rino che una copia del giornale rappre– senta p-.!rnoi una s-r,2sa i e aggiungano alla domanda il prezzo. Riceviamo • pul,blièltiamo: LIBRERIA DELLA VOCE SOCIETÀ ANONIMA Egregio Consocio, FIRENZE Ella è invitato ad intervenire all'assemblea generale che sarà tenuta il giorno 9 Marzo a ore 9 nella sede sociale in Via Rlcasoll, 8 - Firenze. ORDINE DEL GIORNO: 1. - Appruvazione del Bila11cz"o 1918; 2. - Liquida:i'one della Socùlà _,. 3. - Nomù,a dei li'quùla 1 0,i. Il PruidttJte GtUSE.PPR PREZZOLlNI. L'ndttminr.a 53.rà valula alle ore to in seconda com·Oc:\tionc- qunlu.nque sin il numero dei presenti. Si pregano tutti i soci ad intcn-enire. Coloro che non 1>0te,;seromandino la loro delega in bianco o col nome di un socio non nmmlnfatrntore che possa rappre!tntarli. n

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