L'Unità - anno VIII - n.4 - 25 gennaio 1919

L'UN[TA La difesa degli italiani Quandn noi affermiamo che uon inten– diamo :1bban<lonare ~cnza difesa gl' Italiani di Oalmazia - molti o pochi che siano - a nc:,suna opprc.:.sione da parte della maggio– ranza slava, noi sentiamo in:,vrgcre contro <li noi due gruppi di obiezioni, che :,:i possono ria,;..:umerc iu due domande: n) quali g-aranzic r~cnetc \'Oi, dunque, nccc"s..,ric per assicurare libcrtit cli coltura ml.donale cd eguaglianza giuridica con q-li ,lavi agl1 italiani di Dalm,,zi:,? /,) credete che g:li slavi rbpcttcranno i p;,tti, manterranno le g: uan1.ie promesse, essi che sono sempre stati in lotta con gl' Italiani, e che dimostrano in questi giorni una e'3spe– ra1.ionc italofol>a cosi sfrenata? In quest'articolo affronteremo il primo pro– blema, rinviaudr, la discussione de1l 1 altro pro– blema al pros~imo numero. Il precedente del 1909. C"n accordo fra itafomi e serho•croati in Dalmazia, in cui ~i regol:.wa <(uella <.:he è la parte più delicata dei rapporti italo-slavi, c:oè ruso delle lingue negli uflìci pt1bblici, fu con- 1 hiu~o nel IO<X), Ne parlò Alessandro Dudan, cioè uno dcgll attuali condottieri della cam– p:-igna dalmatica, nella 'J'rilnma del 2i aprile 190(). E questo precedente interc~santissimo merita di e~:.ere ricordato, perchè dimostra che, i:t fondo, non e' è. da fare altro, in pa– recchie que!,tioni, che sembrano a prima vbta imolybili, se non riprendere e migliorare e iwiluppa1e alcum tentativi non 1110\t,)lontani, per tro\'arc la soluzione bella e fotta. ..,Per l'uso ntemo delle linzue - cosi spie– g.l\'a Ales,andro 1'udan il compromesso del 1900 -, cioè per i r3pporti fr~1 i pubblici uflìd e lej parti prirntC', fu co11seguilo subilo l'a,wrdo: le due lingue del paese, it..1.liana e :-.erbo-noat,1, sono parificate. Gli atti presen– tati in italiano devono e'-SCrc trattati, di3"'ussi ed l"vasi in italiano: i croati in croato. • Per le m,1111/ulat:ùmi p11hbliclu degli uflìci. <.:hesono il segno csterior'i del carattere lin– guistito del p.1e.se . cioè per le tabelle <li de– nominazione, timbri, formulari, an·isi e simili, l'•~cvnlo fu più t!ijj,"cile: eia tre del progetto • .governativo, i l roati conccde..-ano fino a dn– quc, poi fino a sedici citt;·t e borgate hilin– gui; infine a\'cebbero conces:-.0 bilinguità ìn tutta la Dalmazia, purchè la lingua interna 1.legli uffici fosse c:,elusivamente croata. « E qui avvenne che ~p italiani, dichia– rando che a una tale condizione non avreb- 1.>t:'ropotuto a<.lerire, abbandonarono gil•\'edi mattina le conferenze. Alla scrr1, però, con ·1 1 intef\·ento dei ministri, l'accorcio ern ~tipu– lato: 1e mn11iftsht=ùmi p11/,l,/id1er ,1 o 1111.gui in lulli i 1•mli71111llro dlSlrell g udi:;inri /11 ..~o /r, costa dirlmalr,: olrn11eborgate i11lt1 ne con /orli m 111Jrm1te ilulimu: dorellao essfrt sacrificale. « Ma nell'uso ù,lemo dc!lc lingue. cioè nelle !-!edule e, llegiali, nei rnpportl fra impiegati, nelle corrispondenze fra uffici. ccc., gli ,~alia11i •lltmuro i,11porta11/ico11cus1011i. Gli affari ini– ziati in itali;1no da uua parte prh'.ata dc\'OtlO essere trattati an he internamente in italiano. Nelle --edule c..-ollcgiali tratt :nti qualunque af– fare, i1aliano o croato, i fum:ionari possono .moti\'arc il loro \'Oto in qu;tlunque delJe due lingue. )folta t:orrbpondenza fra uflici per af• fari it<iliani, cioè iniziati in itali;i;no. si può u•:irc la lingua it.tliana. ln tutti gli atti scritti e or.ili, più im1>urtanti e più diflicili. special– mente dì natura giuridica e tecnica, pu1'i ~· sen.: usata la lingu:1 italiana. anche !,e concer– nonv affari croati, e cosi \'icc,·crsa. « Per llttto il rc!,to la lingua d'uffici0 cle,·e essc:re la serùo-croat:i : docchb n1ol dire che in tlltti gli atti di minore importa ma, concer– nenti affari iniziati da parti pri\'ate in <.:roato, oppure ini1.iate di unìcio, gl' impiegati ita– li:tni donannu adoperare la lingua c>roata, mentre gl' impiegati croati dovranno usare la lingua italiana negli atti di minore import;mza. concernenti soltanto affari iniziati in italiano da parti private. JJ'uflici,J ordinariamente tutto sarà fatto nel ser\'izio interno in croato, ec– cettuati gli ;1tti più importanti 1 che dovranno adattarsi alle cognizioni linguistiche de!F im– piegato. « Qne:,ta eccezione ru propn~nata con ~re- cialc ardore d:d c\cl(•gati itali:mi. pert:hè senza cli c,:,a molti it;tliani si o:1rcl>l;ero 1.:rccluti c0- Mretti t.li frequentare c:iclu-,h-amcntc- ~cuolc per apprender(· a pcrre1.ionc il croatù, cioùhi': avrebbe !lig-nificatv un di-,~t1ttron:v:ion~lc. ln– vece, ogni italian,, in D.dm: ll.io . t,ra che an– che lo studio delle due lin~tiù s"lrÙ intensifi– cato nelle -,c11olc,p,>tr.'l t:onosrcre tanto cioato da soddisfare alla 11u1,\'a nrrlinanza. Si noti clic que•Jta ,ichicdc altrettanta huoua ,·on,)• ,ccnza dcli' italiani) t.la parte dC'~I' irnpie;;ati croati. -.:TI fatto cih' il Go\'ern,:i aVùia ~celto - e, dice, a Citusa dl·lle diOit.:olt:1 parlamentari - la via ammini,trath-:1 dell'ordinanza mini– s1criale per promulgare rau·ordo. potr;\ <lare adito a nuo\'i inc<lH"Cnienti. Da una parte i croati nllc « prete Prodan ~ [clepnt:HI• croato italofobo intransigente] crederanno facile e dO\·eroso pretendere dai futuri !!:overni, che potrebbero es;-,cre italofohi più olei pre<.:edcnti, un 'ordinanza piit <lrac,>nia, a : (· per quc.sto i drputnli 1ln/i1.111i 1i/r;•1110110 r pelulmnmlr, 1111d1e dur,mlr le <011/or11:r, la nec,·,.iil,ì 1wlit11:io11ale di wu, lrt!!ft. <( Dall':-iltra parte 1.:i potr!i C'-.i.c-rsempre qu.dche funzionano 1.cl ,mtc, che, richiaman– dosi :-ille lei.:{ii fontlamcn1;11i dc:ll' impero, non voglia I icono-,ccre nella nuo,•a ordinanr.a una deroga alle veccliJe lc~gi. confermanti r ita– liano quale lin~u;i d'ullìcio in Dalioazia ; e questa forse 1x,trù c,sere l';\nci>ra cli :1-alvez1.a degli italiani in t:1-.0 tlì nu,we :m~her'e. L>C:--– d1è i tribtmali ::-upremi son dello ~tc:sso parere . << Iu ogni moclo. un grande fat10 storico s\:: compiuta. /wrfrof•fO ùu;•IÌ1.1bilr. e a dannu clegl' italiani. Sani hm~ J1tr lo Oa/1110::i'n. , fa lr. stesse /ldj>t}lt1=io!fi 1.·,h e Oflll/r. du crso segni h, ji,u d Ile I 1st lallt /111 it,1/,;111i r sla;•i di qud/,1 /n ~;•i,1c:,1 ». Il problema attuale. \'a da .sè che per apprezzare c1lsuo giusto v:dore c1ue:i;toultimo am;uriu dd Dudan, oc– cvrc tener pre~entc che esso era fotto qurindo non era neanche lont,rnamcnte po:.,sihlle pre• \'e<lere la guerra mondiale-. e il regime :rn– striac..-o seiubra\'a incrollabile, <' g1· italiani <lo\·e\'ano teoer conto di <JttC:)ta condizione ad es:-.i i,fav,,re\'r,li~-.iina. e pcrdò nclli: trat– tati\·e con gli slavi clo\·ev:mo mettere gr.tndi limiti ai loro de-.ic.kri per 11011 nrnndare a monte le trattative e n11n sfidare una ret.:ru– descen1.a di ostilitù :-.lan! e g~vcrnative. L\Ia Sja il fatto che il regime cre:tto dal compr,.>– me'>.'SO del I~) ;1p1-.;1ne loro tollc:rabile. E se non fu attuato, ciV dipe~ and1c da~li incita– menti d 1 intran!,ige11z11. clv! andavano agi.Italiani di Dalmazia da parte dei nazivnah-lilx;rali di Trieste. O;;~i l'occ:1!-li11nc ... ,m·hl,c propizia per ini– gliorarl' e svilup\Mre, e rendere non solo tol– lerabile, ma al'c'cttabi'l' il compn,messo del 1909 a tutti ,·oloro rh.: :tl,him10 il :-cm,,) cklla equit:', e dei limiti ncte,,ari in que.~to gene1e di problemi. ,"-;;_1rebl,,, /•rof'i::it1, dida111v. e nt n ; proj>i=iu, pcrchè gli ste,ii intcre-,i - nmni– cipali e mcn.:antili della piccola crirça capita– lista-tede~cofila -lcvanti11a-intcr11:1zivnalc, che, in-,edi;lta nella Camera di Trie:,te. e -,fruttando il :.-cntimento na1.1tnale ~incero dcll,1 rna~sa dcgl' Italiani adriati ..i, ha ~cmprc c::ia,perate. d'accordo in quc:ito col nazicmali,m.1 ~la\·o, le: lotte itaJo.sl.1\·e, qucg-li intere~-,i hanno arnto buon giuoco in que--ti ultimi quattro :rnni cli ~uerra, e !,pc1. i;ilmente in que,ti uh imi Jl\C!,i. per condurre le lotte al mas,imo grado di in– tensitù. ~[a certe forme di paro~si-.mo non J}f)s~ono e!,scrc durevoli. I .a calma e il b111,nsenso, o prima o poi, e for~e pi\1 prima. che n11iste--si 1wn ,periamo, ritornc-ranno pi1clronc degli :.,pi– riti. E .:1\lornil problema dc-bli italiani di JJ,d– ma1.ia bisogncr;l hcne e~aminarlo con la inten– zione di risolverlo e 11011 di nl\·:irne prcte:,ti per num·c lotte. Perch1\ anche ammc~_ .. ,1 che il trattato di Londra sia pienamente n.:alizzato nella confo– renza della pace, anche ~•mrnc:.-soche ai tér– ritori ,1s-.icuratici da: tralta10 di Londra !'on. Sonnino rie<,ca ad aggiun!.:'cre I' i:-0L1di \' eglia e Fiume e Spal:1to e l' isol,1 <li Hrazza e la di Dalmazia peni~la di SaU,fonccllo. rcstercbl,c sempre, ,ti di I:\ di queste u'teriori ronquiste, il terri– toriei c1 ,.,ud del Xarenta, do,·e ci sono dcgl'lta– liani :i Ral{u\a e il Catt~ro. territori che sono 1m tesi :n Italia, ~ no11 c'inganniamo, sol"• mente da D'Annu111.io e dal comandante Ron- 1.:agli. Dunque, almeno dcgl'Jtaliani cli Hagusa e di Catt.trO, ahban<.lun:tti ,i, J,arldms 111Jidrllit111 1 occorrer:'1 bene prcoccuparsi 1 ~alvo che l'onor. ~nnino~ non voglia las1.iarli "en1,a difc~a. come ha f.1tto nei patti tldl'armbti~io degl'italiani di Fiume. facendo 11.istore nuovi incidenti, nuove i:ampagne ;;iomalistiche e nuo\'e contestazio11i internazionali fino ad un:l \'Cra e propria guerra !.(llCrreggiata. Ciò pO"ilO.quali ~aranzie di equo tratt:1- men10 doHcbhc ottent;.rt per questi italiani il nostro r.c"w<-rn"I nel trattato di pace? le garanzie reciproche. 11 problema ,lovrebbc esiCre risoluto insie– me a. quc-llo dello ~lato giuridico degli slavi . incorporati 1·0II' Italia al cli qua del nuO\'Ocon– fine italiano. Senzn lé1 pretc'-a <.!i dar fondo ali' 11ni– \'er,:;o e ili C!,cogitarc proposte infallibili, ci sb consentito di accennare :i quillcuno degli c,pc:dien1i fondaiocut:1li 1 a cui si potrel>bc af– fidare la soluzione del problema. Varranno - !<periamo - le noc;trc coni.iderazioni a indi• c:1rc i punti d·~h'llidi studio e nello stesso tempo a dimo.-.trarc d1e non \' 1 ha diflicoltà che non– :-.i pos.ia ~upcr,,re, purchè « -,i parta dalla con– \'inzionc siurtr11 - come. c;:crfre\a Pas1ualc: \'illari, pre1.i<lente della « I >ante Alighieri ». sul c,.,,-rùu 1/e//" San dd re., no\·embre 1903 - che << la lingua e l.t ch•ilt;\ italiana sono in Dal– mazia una forza utile, benefica, necessaria a tutti, alla stessa civiltà e nazionalitù sla\'a : a que~ta gl'italiani, c.:hesono costituiti sul prin– cipio del a nazionalit,, 110 1 1 /ldlreboero mai essere t(;,;,rr ,: sm:a rin11egare l1, loro sltss,1 esùlenca ». · La città di Zé'ra, « pkcola isola in mezzo a nn vasto mare di )!lavi» (V1t,T.Altr. presi– dente della D~mte Alighieri, /)isc,tJsioui crilic/u, Bologna, Zanichelli, l()Oj, p3g. 325), doneb!M essere, come Fiume, costituita in città libera, gnrmli/1, o J,r lellr1o 111,,gari111111uso Jal/'Ilrrlifl - la forma non conta : quel che conta; è la sò'stanza. J.' u:so della ìin~ua nazionale dovrel>be esse e garantito agli ;t:iliani in tutti i tribunali della Dalmazia e nei rapporti cun g:i uffici pubbl ci dei comuni misti e (.)ella amministrazione d:et,dc, mediante un comprome:,so analogo a quello del IC)O<l. li : bultato di questo diritto deil' italiani !).irel1b· che in Dalmazia tutti i magistrati e i fonr.ionari elci Comuni 1rristie della Dict:1, do– "rel.,bero p;irlare. oh'IIC al ::-erbo-croato, 1·i1a !iano. Per conseguenza. nelle :,t.:uolcmedie serbo-croate della D:dmazi,,_ donchò' c,serc obbligdtorio, co:no lin~n:1 complementare, I' in!,e:;namento dcli' t.tli:111,,; e \'i e\'cn,a nelle scuole medie italiane della Dalmazia dovrebbe in!)eguarsi, 1.·omc lingua complementare obbligatoria, il serbo-cn,a t, ,. Ce11inte:-.0 che noi. italiani d. Italia, dob– biamo to~lierc a~li slavi il p1ù lontano so.;r-ctto eh~ l'Italia ,·oglia prendere mai pretc..,to dal persi::itcre, anzi dal diOOndcrsi, della Lùltura it:ilian:l in D.1lm:1zia, per future rivendicazioni territoriali: !,e la Francia acLennasse a consi– derare come n::~:{onefrance:,e il Piemonte per– chè in alcune zone òi ~onfh:c parlano francese 1 tuui i piemonte:.i delle classi colte, e U10lta p:1r1c del popolo intendo benissimo il francese, il rbultato immedintu cli siffatta stoltezza non sarebbe in Italia r abolizione del francese in tutte- le scuole e un boicott.ig1'io organizr.ato ct,ntro la coltura francese <la tutti gli uomini d'on.:,re ~ F, anche gl' italiani in Dalmazia de\'ono rinunzia;·c :tlld arrogante prt..'le,a - sopravvi– venza di un predominio politico e sociale sparito per !,cmprc-<li ignorare o ostentar di igno– rare !;1 li, gua ddla 111aggioram:a dei loro contérrnnci. I.e scuole di tutti i gradi dorrebbero cS!oere amminbtrate in D.tlmazia da due consigli !,CO– la~tici dbtimi, uno itali:mo e uno scrl>o-croate, che :si riunirebbero in ~cdnta comun-! s lo quando si do,e-,..,e clclibcrurc sugli argomenti ' ' d. intere,se t.:ùmune. I dcc cvn.sigh S<:•JIJ~tid sarebbero cleai dai c:ipifomi~li~ aderenti al– i' rn10 o ali' altro gruppo, secondo la loro dichia– razione di up1.ionc al rnom,.nto della forma- 1.ionc annuale <lellc rstc: clettor;,.Ji i:tCOla<Jticl,c. I.e scuole ..,trehLero mantenute , ol pro\'cn!" di una speci;1le impo~ta scola~tka. the cia<.cun contribuente paghcreLbr• alla propri:t • ammini– Mrazionc. J ... us,idi, t.:hc 1,, Dieta prO\'ind;li · <lclihera...,~ di dare .ille ..,1..uolt·,dovrebbero essere distrih11iti fra le due ;umniuistr:izio:,i in proporzione delb 1x.ipok1zione:1111ministra1a da ch,-;cu11t1. Xo11 e-!)eudo po~il,ile pretendere che :a D ,llma1.ia abbia una unh'ersit.ì. speciale p r i pochi alunni it~11iani, ~li alunni licenziati dalle scuole medie italinnc di Dalmazi:i doncl,l.,er,, avere facoltà di venire a fare i loro <,tudi uni– \·cr::iitarì in Italia; e le lauree rilasciate in Italia a studenti dalmati do\·rcbbcro valere per l'esercizio prore ..~iùnale in Dalmazia. Analgghe g-:1rcn1.ieùovrehl,c <.:onct.-dcrc l 1 I– talia alle j>0pol.tzioni sla\'e della \·cnczia Giulic1. II territorio compattamente r,loveno, d1e si troverebbe a nord.oest dell' Jsonr.o. clonel,l,c avere un' a,nministrar.ionc pro\'incialc 11011 di.:1 tutto identica ,1 quella delle altre prodncic italiane. cioè meno ac..:cntrata. e con:,en·ante con le solè modifit:~zioni strctwmcnte nece•– sarie le sue istituzioni tradizionali. C"na hanca italo,.:-;\a,·a dovrebbe facilitare l.t· emigrazione e la vendita dei l>cni immobili a quegl' italiani e slavi, che non foS:-.ero soddi– sfatti nemmeno delle gnrenzie che lo Statuto adriatico assicurerebbe alle minQraozc nazionali. 1 Consoli elci due Stati intere53tlti al rbpctt, del compreime._-.<,nar.ionale dovreùbero a\'ere poteri suffidenti per farlo rispettare, qualora ,·enisse \'iol:-ito dalle autorità locali, Gl' it..-.1ia11i di Dalma1.ia, insomma, e gli !sla,·idella \·cne– zia Giulia S.\rel>berv nello i,tes.-,o tempo sotto– messi alle leggi gentrali dello Stato. nel cui territorio .:1bitano, e proteUi dai Consoli dell:i loro nazione nei loro diritti n:1zion:11i entro i limiti riconosciuti dal trattato italo-slavo. Si potrcbUC itnche staliilire che i due Go– verni intcreit1tati nominassero una ccinuni~• sione arb:trale permanente, avente 1:t. funzione di decidere tut,i i cnsi di conf'itti, che potes– :-.ero na.scere dalla interpretazione e ùall' ap– plicazione di quc&to statuto, che regokrcbbc la vita amministrath·a <lei territori misti adri;i– tici. La Commi.-.sione arbitrale polrcbl;e c:;..,ere presieduta da un arbit o degli arbitri. nom!– n.uo dal Tribunale clell'Ajrt. Il presupposto nece~rio. S' intende che presuppo,to di tullo questo sistema giuridico de,·e cs!,ere la buona fede e la rerma volont 'i, nel Go\'emo lt..1li;mo e nel Go\'erno Jugoslavo, di imporre agli clementi locali, esasperati da 111ezzo secolo di lotte bru– tali, il rispetto scrupoloso dei patti. E<l eccoci 1.;osicondotti al\' csam~ del problema, eh·· ali– biamo rin\·iato al pro~~imo nnmc:ro. ili.-$. I premi agli abbonati Gli abbon tti, che ci hanno im iato il denaro per l'acquisto dei volumi-premio. sono pregati di pazientare qu.tkh.: giorno ancora prima di ricc.:rcrli. Le domande sono uss..1i numcro,e; il la,·oro J',1mmi– nistrazione nelle prime scttim.mc dell'anno è anzi grave; e le b1\1.cciasono scar.-;c. Presto spediremo il ,·olumc de!l'ono– fl:Volc ui: \'1n DE ~h1tco su I.a gtti!rr,z europea. li ,·olum:; cli ~l,1<,"LLI.I e S,1.– \'Dt1'.'\1 su La questioni! dt•!i'. ldriotico den: aspetto.re, come abbiamo gi;'.1 act:ennato, il beneplacito dcll'on. Orlnndo, cioè:dcll"ono· revole Stmnirlù. li volume di J>nFzzou~1 su La Oahnajia si è csuurito cun le richic..,tcdei nostri ~!1?bonuti; quindi dob– biamo togli!.:rlo dalla lista dei premi. li \'Olumc Comr: siamo andati i11 f_ibia è gi:l stato spe,..li:oa chi ne ha fatto domand,1. Chi manda l'abbonamento è pregato di indicare sc è un vecchio ab– bonato; e nel ca~o che sia nuo\'o abbonato. di indicare ~e si abbona dopo di avl'rc ricevuto dei numeri di saggio. Ci alleg– gerir;\ così notcvolmcmc il hn-oro di ~m– ministrnzionc.:.

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