L'Unità - anno VIII - n.4 - 25 gennaio 1919

La democrazia e la Un fatto chiaro. Per la ~nte ,,emplicc e retta, i.:he gìudica ~\ lume di buon ~n,u, ,cn1.a t• rtu11:;ità dialet– tiche, !)Cnza preconcetti dottrinali, -;enza. pre– te ,f" filosofiche e sen,,a .icrcdinc di spirito set– t.trio, la guerra ha avuto ... cmprc ....in dal prin• UJ'iO. un -.i:.rnificato rhiarissiml). La Germania s'era fatta 1·ampionc di ordi– namenti e e.li i<lct·.che non corrbpondon•> a\l,;, ~piritrJ dei nol)tri tempi: ;'\i.,oluti.. mo, militari– smo e imperiah:--mo. Vtille la guerra a scopo di conquista e di dominio. Si alleò, per natu– ralt,; affinità. aq-li imperi più malfatnati per il loro <li:,,prczzo d',,gni cliritto umano: l'au:itr,i– ungarico e il turco. Condu,-.c la guerra con– fom,c alle sue idt"C e a1 ,uoi ,f"ntimenti bar• barici : senza ~t·rupoli e '-Cnza pict,'i. Le nazio111 alleate t.:Ontrv b Germania n– fugi-hano dalla guerra· l'hanno ~ubita. La Serbia s'era umiliat.L per evitarla. La Rui.,ia non poteva ~mentire tutta la .,ua politica, aL– Landonando vilmente la Serbia. La Franci;L non sarebbe lCrt.tmente ,cnuta meno ai doveri dcli' alleanza 4..:onla Ru,,ia: ma fu attacrata prima I he ~i fu:--.emo:--.a. 11 Relgio reagi al- 1' intimazione brutale eù ali' 11wasione. La Gran Bretagna avrehhe mancato ai -,uoi do.,eri e ai i;uoi intcres~i. ~e a,·e'-l,c pcrme,-.o e tollerato la violazione della n.utr~ilit:l del Bcl~io. L'Ita– lia non ave, a akun do,.·ere <li ,;;eguire le an– tkhe alleate in una guerra d' aggre,,ione; li– bera da ogni impegno, mo!-.-.e guerra all'Au– ,tria per compiere la 'iUil unuà nazionale, e alla Germania per solidarietà 1.:oinuovi al– leati. Gli Stati Uniti, dopo a\'er tollerato una ,eriedi pro\'OCazioni umilianti, !Kesero in campo per~ua!,1 che nessun chrltto i,arebbe rimasto si- 4..:uroal mondo con una Germania vittoriosa. S1 combattè dappnrua per la difesa delle nazioni aggredite. poi per i diritti elementari dell'uomo e delle nazioni. Questo modo di vedere, -;cmphce, supcrh– t.ialc, se si vuole, ma che non cambia ad e.,– M!re approfondito, perchè pieno di verità, è prevalso dC1..-isamentc,1,ino a diventare l'opi• nione ufficiale dei nostri go"erni. Idee confuse. Ma quante op~itioni non ha incontrato! Non dico di quelle, \.:he erano l'indice di m– tcrcssi tedeschi infiltrati fra noi, o di corrn- 1fone, o J'antagonl.!Smo preconcetto e l-!Cttario, o d' imbeciJlit:\ diffidente, sempre pronta aù .,ccoglierc ogni notizia catatJtrofica, ogni pre– v11ione pc~imista, ogni in!l;inuazionc maligna. Un'opposizione - non meno dannosa - è ,enuta anche da coloro che, a furia di guardar le cose dall'alto, non vedono più il particolare, , intert.3s..·mdos1al cono della storia finiscono ,ol perdere ogni interesse per le ,orti imme– diate del loro paese e di .. ~ stc I. Per costoro le ragioni della guerra vanno molto a.I di 1,\ della apparente, tanto al di IJ,, che le oppo– ~te tendenze in conflitto vi si confondono in un.1. radice <.'Omune. A -.econda della loro cui-' tura e dc! loro temperamento, e,-.i ,corgono e denum:iano ~li ant3goni!iml ine\'itabili do,.-uu allo sviluppo del t.:apitafo,mo, oppure alla de– c.:adcnza del sentunento relig1~,o, o alla degc• ncr,uaone d' istituti e eh tendenze polilichc. o alle \usinghe fallaci dell'ottunbmo, all'ammolh– rnento dei costumi, alla concezione prn.t1cao go– dereccia della ,·it;l. E predicono la cadut;;t di ,·cechi idoli, il tramonto d1 J>cmido,e illu~inm, il fa1llmcnto <li quakh<" fal-...1-.c.:ienia; pr~ niuano I' av,·ento di forze ~dli nuo,·e, il ri– fiorire' (ti ,·ccchie tendcntt, o qualche muta• mento nclr orientazione ,pirituale degli uomini, che t·oinvolga e tra,·olga le parti a,vcr- .a.nc ; un risveglio di religiosità, di ru,•idczr.a austera 1 di ~pirito eroico e guerriero. di rcalbmo 1~– -.imista. Soltanto questo importa a loro: da ..:he parte :1la and:\ta h vittoria, è p.1rticolare <li ben poca importanza. Pi~ pcmic1a,i fra tutti ~no quei filo,,>fi. che si dicono iJeahsu t con denominazione profondamente amb1gu:1.),e im·efe c:saltano un • rtalh , stt.~rko ». che è ,-i,ione morta del pa:»-:,.1.tO, e un « rcahi.mo politico • che finbcc coll'o.dattar-..i ad ogni prepotenza e col giusti• fica.re ogni ,·iltà. Jdcologi nel peggior ~n!<>O della parola - poichè tutto !--Ubordinano ai oro gelidi .)cheml mtelleuua.li, - ~1 :i,,0n pn.:mt1 ,t deridere come \'UOtc idcvlogic gli h.lcali più c.1.ldi t.li passione, gli ideali che muo\'ono 1,l :-.toria. Co,i ~iungon,) a ,·antar--i d' ~,ere • in:-ensìbili alle akit1esche ... e<lm:iuni della Dea Git1,t1zia e della Dea Cm..init;\ •: e non s'a,·– \'Cdono che pH C\'itarc 1I fa-;cino di .Alcin., 1 adone, !-iOtlo le malie di Circe. La lotta per la democrazia. Per fortuna. la •gente che ,·i\'e nella \"ita. d,c non -,·apparta. che non guarda il mondo da fuori del tempo e <lello sp:v.k•. ma ._•ap– pa-.-.iona alla \'lgoro:,a immediatc:tza del pre~ -.entt.~ 1 diffida per i-.tinto della ohmr,wa serenit,\ di quec;ti filo:-06. e non -..t dli' for~cnc dei lor,, <·onsigli di ,quiet1-.mo,<.he t.tgliano i nervi alla ,·olontt1. Scoppiata laguerr,1,noi vcdemmnnell'an·cnire l' incertt.:zza d'un' :i.lternati\'a tragica; e siamo \l!,SUU fra la ,pcranza e il tunorc, ~ubordin..indo 03ni pre,·isione al dilemma della vittoria e della disfatta. Ciò non Oliitante,<.'dan1.i appunto per que~to, abbiamo c;;celtosenza esitazioni la no– stra via. Guidati da una visione della realtà 11nme<liatama chiara, spinti da un scntìmento prepotente che ci ha sostenuto come una fede, abbiamo avuto una mira ben netta: vincere la h"'l.1erra.Ed eravamo convinti che solo per tJUCSta \'ia si pote,,·a a~.,içurare le sorti d'un'idea c.:heci stava 'a cuore, idea da tempo insidiata e d1c nella guerra ha subito la pi~ dura pro,·a. 1:.1 'idea liberale, spirito Yitale della democrazia, c·he ben lungi dall'andare incontrojl tramonto, 31 svincola con la vittoria sulla Germania da :,trelle opprimenti e vuol rifiorire in una gran– di<isa rinascenza. Questa rinascenza veramente s1 delìnea. così netta e prepotente, che può sembrante super– flua, nonchè la discussione, l'apologia. Indi– scutibilmente l'idea della libertà è l'insegna di tutti i popoli allea.ti contro la Gennania, l'idea che ne ha sprigionato e coordinato le for1.c, che ha vinto ogni insidia, I' idea che gui– deril nel dare alla vittoria uno s,,olgimento 4..:0mpleto e ai popoli un assestamento durevole. Eppure raggiunta la vittoria, occorre in,;:i– stere più che mai nell'affermare il nostro ideale <li libcrt:t. Pcrchè quelle mcde,imc correnti di idee antihber31i, che durante la guerra hanno creato 1mllc difficoltà interne, fornendo l'anni a minoranze proten·e e facinor~c. e a partiti e .td uomini pieni di n1pidigle e di ambizioni, queste stesse correnti valgono ancora a creare sorde resistenze, a turbare le co,cieuze, a con– fondere le idee, ad offu.!K:arc li criterio, che dcv' c..~re di guida nella ricoc;;truzionc d()po la guerra, come fu guida durante l'azione guerresca. L'infezione tedesca. Sono C"Orrenti antilibcrali 4..:hc,nate da lunga pczui in Germania, hanno girato ìl mondo, ritornando sempre a vantaggio della patria d 1 origln . E il pcggh.> è rhe que~te idee 'il -.ano insinuate per tante vie ritorte, si sono talmente ,·olatilizzate e diffuse, che ne restano inc...i1S<.:iamente atto,~icati an(.;heuomini di sin– cere a~pirazioni 1deall e che hanno combat– tuto la buona guerra coli' ..1m1i e col pensiero. LJ. Germania ~ :,tata. il focolare di tutte te i1tituzioni, di tutte le idee e di tutte le ten• dente illiberal1. In queMì ultimi cinquaneanni ec.,a avc\'i\ adattato tutta la sua Mruttura allo -,vol~lmcnto di un piano d'azione, che dove,·a ~cgnare il tramlmto drtìn itivo c.lclla libertà. L' orgaol1.1.az1oneferreamcnte autoritaria dello 't:uo. la Chiesa e la Sruola fatte 8trumcnto di go\'erno, 11soci,\li~mo di ~lato, l'industria– li m,, protez.ionis·a, l' imperialbmu, Il mihtari– c.m,11 -.ono tutti anelli d'una med~ima catena, pietre d'un medesimo edifizio. La filosofia, le sdenze morali, politiche, storiche e giuridiche, orientate nello stesso sen...o, hanno cementato in un um._--o c, ,rpo di dnttrine tutto que:.to in– ~iemc d · idee e di fatti. \I tempo stc.:ssola Gennania era riuscita. a ,p,ngere a poco a poco tutte l' altre nazioni ~.ulla stc:i-,a SUJ via: un p•,' mettendole nella necc:t-.ìù pratica di reagire cun metodi uguali, un po' t.'ontagiandole anrhe nel pcn.'•licro con le ..,uc ~te,se dottrine. Naturalmente, l'imitazione n,m pote,·a riu– kirc ann,.,nica da parte di tati, che s'ispi• rav-.~n,:,nei loro ordinamenti a principi del guerra lutto ùi\'crcii cd anzi l•ppo:-.t1: din) in i,1,cdt" della Francia. cl(')l' Jn~hiltcna e del!' Italia. naii0111 d'indole ~chicJtamente dcmocrati4..:a. L' mne ..to di tendenze incongru...: diede on– ginc e fenomeni degenerati\•i, log,lr.:rndo la de– m1>cra1.iasenza -,,l-.tituirle nulla \li ,·italc. La (lc4..:adcnzadelle i3lituzioni parl:unent.1ri, I' a0:1ri...mo politico, la tirannide della huro– ua;,.ia ,n.competentc e irresponsabile, che si \'OKlionconsider,lrc come un porta hl delle ideo– logie democratiche, sono inH'CC il pr0<loth.l mali~no della :-.tatolatria in,x:ulatar-i (lai t1..'\le– "t.:hi. Tanti) è \'ero l"he quc3tÌ mali, più :1n.;cn– tu:ui in Francia e in Italia, non hanno fatto ~ran pr6,t in fo~hilterra. O\'e un vigoroso spi– rito libcrak si opponeva al prepotere dello Stato. Anche il fallimento del socialismo, fal– ,am1..-nte\"Onsldcrato come una tfo,fott,l del– l'idea dcmc,uatica, fu l'csihl d'una degenc– ra?.ione pro~essiva dovuta alle idee egoistiche e 1lhber.ili di cui ~li agitatori tcde.;c-hi \'Ollcro compenetrarlo. La crisi della democrazia. I nsicliatc eia tante parti, infe;;,tatc cli prin– cipi antagonisti, le idee democratiche decad– dero . .Furono ~valutate con .1cc.1niment6, ~pre– giate nelle loro corruzioni, derise nelle formule astratte, troppo lontane dalla realtl1. La loro dirittura semplice e chiara sèmbrò fatuità, sen– timentalismo, vuotaggine retorica, mancanza di scn'-0 1i:torico. A molti par\'c che la salute do– vesse attendersi da un cambiamento di rotta in 1:cnso del tutto contrario ad esse. 1 Si seguiva, così, consape\'olmcntc o senza avvedersene, il programma della Gcnna.nia. S'infiltravano andtc fra. noi le dottrine tede• sche negatrici del diritto e d'ogni forza mo– rale di fronte alla forza meccanka, ii immora– ti!'lmonella politica internazionale, il preteso realismo politico. Spuntò, persino tra noi, qual– che \'Clleità d'imperialismo. Nel <..·:unpo filosofico pre:;ero \'Oga correnti di ritorno allo spiritualismo, ali' idealismo ro– mantico, allo scetticismo, dirette a svalutare la ragione e la .!tCiem:a,ad esaltare la for-1.a, l' i-,1into 1 i -,cntimenti oscuri che si c.:onfon– dono con gli impulsi mcoiCicnti. oppure una mistica volont.\ huona a tutto, un eroismo \'ago e ,crbale. ln Italia ebbero pure molto. spaccio le rifritture hegeliane. Ad ogni modo 11 c.i.1ltnmento della per&0nalit:\, t:ui da ogni parte »i acclamava, non era stimolo a propo– lJiiti di libertà, ma valc\"a piutto:-.to a preparare e giustificare violenza e tirannia. Persino l'arte soOcr~ in quest'atmosfera di egocentrl,mo, per una ,:mania di originalità a tutti i costi, fatta più di teorie e di propositi che di sentimento sincero e spontaneo. Fiori un nuovo mi!!ticismo, intriso di preziosità , er– ba le e di esas1>erata ra .ffinate:r.zadel sensi; da esso si J>assÒ rapidamente a uno hnoblsmo lia– tanico, a un eroismo letterario immorale e fu– nambolesco, t>er finire poi coi superamenti ebdomadari e puerili del futurismo. Non un !'I incero spirito d' indipcndcn1 ... l mo– rale ed este ica ha ispirato queste tendenze, non Il desiderio t.li ele,·a.r-.1 cd elevare. Da un affettato disdegno pcl \'Olgo bi è p,.1sMtl alla voglia matta I sbalordire e sog~iogarc la folla idiota coli' aiuto d'una rl-c-lame !!!lrepi– tos.1. Tutte queste irradiazioni maligne d'uno !)puito 1lliberale, css.cn?.ialmente germanico, fu– rono interpretate, e sono ancora, come segni d'una debolcna intriMCca della democrazia, destinata ad essere soffoC"ata in una ruvida stretta della realtà, c.opraffatta ·da. un nuovo slancio di vita brutale ma eroira. La guerra -s,1rebbe venuta a dare il crollo ad un edifizio sociale tarlato e 9Calzato dalle fondamenta. La nostra. \"ittoria è venuta a 1,;mentire le critiche a.gli ideali fondamentali della demo– crazia. La vittoria della democrazia. Chi nutrisse apprensioni circa la. ~tabiliW. dcli' assetto, che potr.\ e"!Serdato alla società internazionale; chi acceltas-;e con un grano di dubbio o per lo meno di relativi1,;mo critico i programmi, che i go,·erni alleati e l'opinione pubbhca vanno elaborando, non potrebbe ad Ojtni modo menr,mamente dubitare che oggi c:i 21 cnmpit.' un titanico l.ìforr.o.\Olont;1rio e <',.,•:'Il it.·ntc per attuare gli ideali dcmonatici. E ,;;e r co,ì. ... è P idea liberale c,t e rin11t'· ,ata e t1ionfante d;illa guerra, ne viene di t ,,1- --egucn1 .. '\ d1e c,,a don,ì. scnirc ,111d1(' di t.ri – terio. di gui 'a nd ri-.ol\'ert· tutte lt· que~honi particolari. che sono nate <lalla ~U('rf,l o che la guerra ha ac:uito. Questa rondu~i, ne, natu– ralissima, innmtra per altro n.:~btcnzc 1 ,,, poche nì• lie\"i. ~rolti pn1-.ano che la guerra abbia fattu ~or~er<"una folla di problemi pr,1til'i 11um i <' disorientanti, e <'hl' al tempo ~te-.,o abbia ,car– cfriinatole <lvllrine, che ,embr;l\i\11'l più ,akla– mcntc as-.ì,;;c, -.con\'1'l~endo le idee non meno che la \'ila pratir.1. E crcdon1l cht• l'opinion<'" pubhlka debba farsi umilmente 111 di,p;irtc, la-, iando ai tet nid. ai 1..-ompetenti. eh <lcdderc ed agire. Scnonchè i \·cri t·ompctcnti non rie,c,:(1Jh> a pcr:-,u;;Hlersi (li questi prete,i sconvolgimcnt1 d'idee e di norme prati1..he. Pci teu1iu nt.:'I sen~> più ~trctto, 1)Crquelli ci<,è cho curano I' applicazhne dei principi' scientifili in , i~ta di determinati sc.·opi pratici, in qualunque tempo, bi,t ù1 guerra sia di pact:', il n\mpito i.· bCmpre 11110: proporsi dei prohlcmi nuo\'i e cercarne la :-(lluzione. Per un certo \'er"t.>. nel particolare, tull11 è sempre nùvit;\; nppuntn perciò. in linea generale, il nuo,·o non i.· no,·ità e le gramli innovazioni tecniche non mcr:1,·.• gliano nè turbano nessuno. Anche nel campo della politica economica, del diritto internazionale, dell'educazione (ter– reno preferito dai rivoluzionari del dopo•gucrra). le cose non vanno molto divcr:,amenle. Tutti i competenti concludono, dasnrn1J nel •mo ram• po, che la guerra ha messo al fmH'nto i prin• cipi dottrinali C"omc liii grandioso cspcrim •nto; ma ngglungono che i problemi dc.I dopo-gu<"rra e:;istevano anclw prima, e per ognuno di es'ii le soluzioni erano ben delineate, per quant(.I contrO\'ersc e dbcussc. Sono av,·'inuti b<:ni,,Ì dei tamhiamenti di proporzioni e di pro..,pet– tiva: que'itloni the venivano tra&C"urntc,henctu.'. i cnltod di ~&tC le proclamassero di priruan.t importanr.a (quelle sull'i!jtruzionc ad esempio), diventano a,ute, urgenti, s'im1>0ngono a tutti e pas,;;uto in prim:1. linea. Ora non "Si 'K'ntc tanto il bi90gno di discu• tere, quanto quello di agire prontamente, co11 energia, con larghe,1.a. E ~iccome fra di~ utere e fare c'è un contrasto, per .;upcrarc le c.-,ita– zioni bisog1u rkorrere a un criterio l!Uperiore intuìtivo, <hc (issi hene il fine da raggiun~crc e la via da battere. I popoli fanno la ljtoria nuova :tenza a!,pCl– ta1e il ,•erdctto <legli ,torici sul passato; chè altrimenti a~illilercbbero inerti alla < onsutùa- 1.ione dei \Cl'Oli. La vita è un perpetuo iì~ri– mentarc, cd ogni es1>erimento è un rl9C'hlo. Chi risclua, agi',(.e. bene o male; chi non vuol(' rischiare e cer...:a la perfezione, non (a nulla e pcr'.Kc. Chi agisce può ~bagliare, chi non agisce sbaglia di certo. Ora è evidente che ,e i problemi c.:hc la guerra ci ha lasciato doveij– scro attendere soluzione da discu';flioni eaau• denti frn i tecnici, i nostri discendenti Hi ve• drebbcro arrivare addolSSO un' altra gucn• mondiale !;Cnza aver ancora dccii,;()nulla. lnt<:ndia.moci bene. Qui non si vuole ~va– lutare la sciem::t, l'espenen1,a meditata, l'in– dagine metodica; non si vuol fare l'elogio del– l'ignoranza, dcli' int:ompeten1.a, dell'improvvi– sazione. Tutt'altro. l\la si vuol proclamare 11 diritto dell'opinione pubblica a decidere circa l' indiri 1,0 q:cncrale delle rifanne. J tecnici eseguiranno, ma I' indinzzo dev'cs.!;Cre datu dallo bplrito pubblico. Ora Se è ,·ero c.:he I' es.ilo <lique1ta gucrr,1. è ~talO la vittoria ~ullo spirito antidemocratico, se ,·eramente siamo convinti che la M>clet.t deve servire al benessere degli indi,ldui, e rhe i cittadini debbQno sacrificarsi soltanto per di– fendere e migliorare lo Stato, per rendedo forte e ordinalo, ma non mai Ingiusto e vio– lento, noi non dobbiamo stancarci dal procla– mare che i problemi della ll)erra e della patc vanno rlaolti con spirito schiettarncnte demo• cratico e liberale. Oli spettri del passato. f: ncce!,9ario insistere su ciò, perchè quelle med~ime confusioni, quel medesimi equivoci, quei medesimi inganni, che son sorti circa al significato della guerra, risorgono di fronte ai

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