L'Unità - anno VIII - n.1 - 2 gennaio 1919

L'UNITA Per la Società delle Il problema prelimin·are U primo Congrcs:;o, tenuto a Milano (q- 16 dicembre), della (< Famiglia italiana della Lega universale per 1a Societ:\ delle Na1.ioni » ha votato, su propost:.1 dell'on. Pirolini e di Arc.ingelo Ghislcri, un ordine del giorno per affennare « la necessiti che la Società delle « nazioni sia costituita nella conferenza della « pace comeorganismopnlùmi,are u tulle le Imi– « lalive, i cui principl debbano dirigere le solu– « zioni dei singoli problemi territoriali e giuri– « dici :;ollevati dalla guerra ». 1~ questo, a quel che sembra, il concetto che \Vilson è gi:l riuscito a far prevalere nelle prime discussioul ;w,·cm1te dopo ìl :-uo :\r– rh·o a Parigi. Tutti i giornali, infatti, hanno pubblicato, il 20 dicembre, un comunicato, da Parigi, che dice: « Appare sempre più evidente < che, pnim, di proadere al rtgolamenlo della· « glia/o dellt Vf'n"e 1,1ustio11i, d(lt)ra,moessere d~ <• Ji11ili i amcetli dù-elliv,~ che consentano di «: fare O1>cracoerente e giusta nei rispetti di « lutti. Molli degli attuali e incerti contrasti « derivano appunto dalla cirçostanza che le « stesse questioni si prestano ad essere diver– « saroente risolte secondo che si tenti di fare « prevalere alcuni principi su altri, dei .quali « pure è possibile· e conviene tenere conto. l <~ concetti puramente etnici e strategici, ad « esempio, possono condurre a soluzioni op– « poste, e resta a stabilire in quale iuisura « debbano venire considerati con gli altri con– « cetti di carattere storico geografico e politico. « Ciò vale per tutte le rivendicazioni nazionali « sostenute dalle varie Poten1,e; per cui s'im• « pone la necessità di stabilire prima 1 senza « escludere una certa elasticità nelle applica– << zioni locali, una costante norma unica, che t: yalga ad esempio così per la Francia come « per ritalia, per l'Inghilterra come per il Bel– '< gio, per la Romenia come per la Serbia e ,. per i nuovi Stati che sorgono dallo sfascia• « nu.. nto della duplice Mo11archia. Per forc <' opera logica la Conferenza deve quincli co-– (J minciarc a risolvere questioni di principio. << Ptr q,usto, acquista un va/on pngiudù:ialt « q11t!ladello Ltga del/· 11a::io111: i, quanto dalla (< sua cre.,::ùm e da/, oltri clu le saramw ili ri– << bui/i dipende, in notevole grado, la soluzione « che può essere adottai.ai sia per le quistioni « lerritoriali, sia per quelle riferentisi alla difosa « strategica, così per terra come sul mare. » Per comprendere il valore di questo co– municato, basta prendere in esame due degli argomenti, che maggiori difficoltà sollever:11mo/ nell.~ lrattative della conferenza: quello dei confini nazionali e quello dei confini strategici. Dato il fatto che in tutte le zone di confine le popolazioni si rimescolano e si aggrovigliano, ne consegue la impossibilità di traccìarc ovuu• que confini nazionali sottratti a qualunque contestazione. Anche se i diplomatici co1we– nuti alla conferenza fossero tutti genii e tutti angeli, la loro opera lascerebbe sempre degli scontenti. Inuuaginan;i quello che avverrà coi diplomatici~ che ci dà la pia;,za, in un lavoro the deve affrontare in tempo relativamente ristretto una infinità di problemi fom1idabili. Se i singoli problemi fossero trattati empiri– camente se111.3. nessun criterio direttivo comune, e se il nuovo assetto internazionale dove':!~ essere consacrato come indiscutibile in ctemo/ :-;alvo minacce di nuove guerre, la Confcren1.. 1 della pace !ti trasformerebbe in una vera ç propria gabbia di bc!)tie feroci: su ogni pro– blema i contrasti delle nazioni interess.,tc si sfrenerebbero violenti:)Simi; ognuno cerchercb-– be di strappare all'av\·er:;ario, a furia di mi• nacce e di ricatti, il massimo pos:.ibile, sako \ protestare subito dopo cli non avere ottenuto abba!)t,mza; anche gli Stati non direttamente interessati parteciperebbero a ciascuna conte3a. ponendosi dall'una pa'rte o tbll' :i.ltra, secondo che spera:lSero alla loro volti\ di e~rc aiutati nelle loro questioni dall'una part,e o da\Paltra; le quistioni sarebbero risolute a colpi Ji mag• . gioranza, o ::,0tto la pressione delle coalizioni più potenti; le wluzioni, anche quando fo~ru iqpirate a principi di equità, ;;1pparircbbero imposte all:t parte soccombente i:on una pro– cedura iniqua. La ninfcre111.aper la pa<'(' mi- nacccrehbe di di\'tntare, da un momento al– ii altro, una conferenza cli guerra. Se si segue, invece, la procedura di stabi– lire anzitutto dei criteri diretlivii a cui si deb• !.>anouniformare le solu1.ionidelle singole que• stioni, ne consegue che le sitJgole questùmi possono essere r•'solulc per mtz::odi un gù11/i2iO arbitrale, Ilei caso ù1 cui ,um fosse possibilt com– porle 111cdia11lt lra/ta/ÙJedirti/e fra gli ti1/eressali. I criteri direttivi, accettati da tutti gli Stati nelle deliberazioni preliminarii servirebbero di guida a.Ile singole Commissioni arbitrali elette dagli stessi Stati interessati nelle singole que– stioni. Si avrebbe così la maggiore probabilit;\ che le l:iingolequestioni sarebbero risolute, per quanto t umanamente possibile, in maniera soddisfacente per tutte le parti. Se poi venisse co'itituita una Società delle Nazioni 1 che pennettesse per l'avvenire agli Stati associati di fare riprendere in esame i pro-– Llerni non risoluti oggi con soddisfazione di tutti. e facesse obbligo a tutti di sottoporre le loro eventuali controversie alla procedura ar- . bitra le, si ;lvrebbc il vantaggio inestimabile che il nuovo assetto internazionale 11m apparirebbe eter110: per conseguenza gli errori e le ingiu– stizie, che si commettessero oggi - pcrchè ne saranno commessi senza dubbio - non sareb– bero irreparabili; le discus:,ioni procederebbero quindi meno accanite: le sentenze immediate susciterebbero proteste meno aspre nelle parti soccombenti; la possibilità di ulteriori revi':lioni e la procedura stabilita per queste e~ercite– rebbero fino da ora, sulle soluzioni di oggi, una funzione benefica di equità e di calma. Una influenza ancora più utile eserciterà la costituzione prelziuinare della Societ;\ delle Nazioni sui problemi delle frontiere strategiche. La esperienza di questa guerra ha <limo- . strato che la sola frontiera strategica vera– mente seria è la volontà di offesa e di difesa degli llOmini, che combattono, e la quantit:\ e la qualità. delle armi, di cui dispongono. Ma sta il fatto che, a pari ,011di..,io11i di .,,-,111111101/o e di vo/011/à, vi sono frontiere militarmente mi• gliori e peggiori, secondo che consentono pH1 o meno la resisten?.a, l'assalto, il tiro, la rac– colta degli uomini e delle armi, la marcia, lo schieramento, ccc. Ed è naturale che ogni Stato, nel tracciare i nuovi confini, si preoccupi di ass·cnrarsi una bn•)na frontiera militare; beninteoo cl e nel definire la lmont1 frontiera, ci SAràs,.;mpre chi si contenter~l dello- stretto necessario e chi non troverà mai una buona fronliera 1 di cui non ce ne sia al di là un'altra anche migliori!. E anche se la Società delle Nazioni ~rgcssc ti, viO prdùmimre e stabilis.-;e non solo la procedura arbitr~le per tutte le controversie internazionali, ma anche la. limi– tazione e il controllo degli armamenti, non per questÒ il problema delle frontiere militari sa– rebbe del tutto eliminato: non es.<.endocines– :.una sicurezza assoluta clic la Società funzio– nerebbe nel momento di una crisi, è naturale che ciascuno Stato, anche accettando di en• trare nella Società, voglia premunirsi per il caSJ che la Società 3alti per aria e dia luogo alla guerra: solamente il lento continuo raf– for.1.arsidella mutua fiducia svaluterà gradata– mente il concetto delle frontiere militari. Ma il solo fatto di esistere ùl 1·1(i prelti11i- 11c1re la Società <lcllc Nar.ioni introdurrà fino da ora nei rapporti fra gli Stati, che parteci– peranno alla Confercnia per la pace, un ele- mento nuovo di fiducia, che agirà su tutte le discussioni militari. \ Per esempio 1 il problema militare delh riva sinbtra del Reno e quello <lell'Aclri.:i.ticoper– dono quasi tutta la loro ai-prezzai :,e si stab:• lisce I:\ limitazione e il controllo degli arma• menti e in Germani,1 e in Francia e in ltal a e nella [ugo .. lavia. Se-, invcrc, la Societ:\ delle Nazioni non sorge, allora è naturale che la Francia chit·da la neutralizzazione di tutti i paesi tede:schi sulla sinistra del Renu, e Pltalia esiga altrettanto per tutte le coste iug1!-,la ,·e dell'Adriatico orientale. Un altro ordine del giorno, approvato dal G ngresso di Milano, chiede che le discu!)– sioni alla Confereoza della pace siano pubbliche. Ingenuità - diranno quei famo~i « uymini pratki "· I~ cm praticità ha dato rcsultati t:o.. ì Nazioni brillanti "1urante questi ultimi quattro anni - : .\nchescle diseussioni 11/Jiu;,11 saranno pubbliche i diplomatici ci penseranno es:.i a cucinarsi la rninestra a modo loro in trattative segrete, c:on uti prepareranno le discussioni pubbliche; e in queste <'i d:iranno ol:unente la pnppa scodellata. E certame»te avvern\ proprio così. Ed è bene che sia così: le discussioni che, nelle trattative riservate, abbiano c:ondotto ad un ac– cordo fra le parti inkre::,sate, possono e'ìsere evitate nelle sedute pubhlichei pcrchè oramai c;t,r'ratc. "h n;llc trattative riserv.tte, che mi– ti. in'> h n, ,n riu:;cire ad un accordo. la pre- ,fe'la e. 'ualc discussiontpubblicatostn·11- J 1-5 ,,u;,1,-; t ,· dipl'!_11,atici d lutle lt ferii ,11.i 11<1~_.,•iore .. ,,g-i011n.!olt::::a. Chi sentir;\ di non a\'cre argomenti seri da opporre alla tesi del proprio J\•versario, cer– cherà di evitare ·una discussione pubblica, in cui farebbe cert.1mentc una figura meschina e comprometterebbe P onore del proprio paese: cioè sar.ì. portato più facilmente a sentire la opport140ità di un accordo. Molte corbellerie e bugie, che i govemi fanno spifferare dai gior• nali per eccitare lo spirito pubblico dei loro paesi, non potrebbero essere ripetute personal– mente dagli uomini di governo responsabili; e la differenza di argomentazioni e di tono fra i governanti responsabili e i giornalisti ir• responsabili sarebbe la migliore sconfessione delle per\'ersità dei giornali. I quali, in previ• sione di quella sconfessione, sarebbero forse meno malvagi. AGR.tcor .. A. Il Congresso di Milano Per le discussioni, che sulla Conferenza clc\la Pace e sulla Società delle Nazioni sor– gouo eia ogni parte, è opporhmo che i nostri lettori tengano presenti i tre ordini del giorno fond;.unenta 1 i, che sono stati approvati nel prim,J Congress0. tenuto a Milnno (14-16 di– cco.~ 1918), òell:i (< Fa1niglia it.-ili:111:1 dt:lla Lega universale per la Società delle Na– zioni ». Di essi, due sono, diciamo così, pre– giudiziali: il terzo contiene il progr mma, che le organizzazioni italiane presentano alle or– ganizzazioni francesi, inglesi e americane, pcr– chè serva eventualmente cli base a una di– scu&;ionc e a un accordo internar.ionale in un congresso interalleato, che si dovrebbe te· nere a Parigi nel gennai-) pros..;imo. I. Il Cmgresso, co~winlo della suprema ne• assild di a,ilare elle insorgano mi/e Potenze 11il- 10,-,0s,quelle tmdm::,e11ar:io,wlisle rivnlilà ù11- /)erialisle, da cui proruppe la guerra mondiale, e che /rodere~bero ai popolt: dopo taflli sacrifici t lrtl/1: la si'curez:;a, di giustizia e di />au, thc è il 110/0 e l'tSigenza di lutti i reduci dalla gutrra e di tu/li i popol,: e /tt solt1mm1enlepromtsw da /ulli i Governi nell'ora dtl pericolo e della lotta; ricordandocheI, trattative pe,· l'armistiaio /11- rouo subordinalea/Facctlla-::ùme concorde, da parie di tulli gli Stati belligera11t1~ dd 14 prmti del Prnidmlt 1Vilso11, sa/t,ouna sola riserva 1e!aliv<1 al modo di i,1/erprtlare la libertà dti mrrri; ,1Jftrma la 11eursilt}che siti cosllt'u,ia nella Con/ertnuz della Pt1ce la Socùf<) dtllt Libere 1\"n:io,u~ quale organismo preliminare a tutte le ;1ltre trattative, e i cui principi debbano <lirigerc le soluJioni dei singoli problemi ter– ritoriali o giuri<lici sollevati dalla guerrn. li. .Il Gmgresso afferma la 11ecessùti: 1° che le discussioni della Co,,farm:;a tkll.t Jxue si'a110 jmbbliche; :i° clu la corrmle dtnuxralif.:a ddl'i,1- ten.•mtismo ifa/,;1110, tclllltfu /klrlrripe dtllt rc– spo!lsabilillldella g11u1cT, t'osi sù, ml,gtwlammlc rttpprtse11la?a 11tll11 dtlegrr;1Q1u per /11 Conji1,1r 1 dd/,1 P.,a. IIL I I Co11gressq to11sidtra11dot:he, per gli ùm1u-nsido/on· p,wlolli i11 tutte le classi di tulle le mz::iOni Ja 111mguerra, a tui l'ummuìà ,,on p lroa so/trarsi dopo l'aggressi011, degli Imperi anlra/i; - per la dù·d u e;ttSinù110parlecipa– ::iu11e a11thedelle donne t dei bambini allt sojfe– uu::: e t1i Jlfrii: li dtlle opt1111011i 111ilil111i; - 3 pa la prn,,J,Ont sicura J,: q11tlla rl,e so,ehbe la sji(wen/osafc,oc,fl srùnli/,(n di una nuovagu ,·,a; - per la ce /ez:;a e/te dommque si sollevasse ù, aur,enireu•1a 1111ot•t1 g 1errt1 1 1uss1ma 11a i lit po• /Jtbbe sollra•se11t,· - pe, Iuli( te ,spcrùnu, i,,. somma,falle dall'i111eraumanità nei quallroanni d{guena mondiale,: divumla oramai ,miversalt, 1·isl,/utat'11 tu/li i Paesi oVi/, lt1 volonlti che si<1 nso ad og11i~·osto impossibileil 11imova1s1 ,·,Ila ,f!lle,.ra; tsp,ù11e il voto che 11c!le11a.=io11i dell'/11/ua antigermanica si org,111i:;ei 111,',i1/e,m1 e s1'sJe111alt(t1 azione di pt'Opagmrdami popoli e di pnssione e so17ltgltt111sa ui gq;Jen1i s11 u,1 p,·ogra1111»a to11- crelo, chiaro e pratico, di fro11/eal quale cada110 i dubbi'leg1tlù11i di tulle le perso11e di buona fadt, 6 fki' si, fondato sui seguenti prinapi: 1. - La Francia 1 la Gran B1ettagna, l'Italia. gli Stati Uniti d'America debbono nella Con– feren1.a della pa..:e a'Sl:.u·neretutte le iniziative necessarie per trasformare la Intesa degli Stati :111tigennaniciin « Società delle Lilere N adoni per il manien;mento della pace ». 2. - Il mantenimento deJla pace non im– plica la conservazione indefinita e ad ogni costo dell'asset•o intemilzionale, quale risul– terà. costituito dal consenl:)Q odierno di al– cune nazioni; bensì la pace, fondata sul riconoscimento dei doveri sociali di cia– scuna nazione verso sè stessJ, ver.so le na– zioni associate e \'Crso 1 1 intiera famiglia uma– nil, ai fini supremi del miglioramento morale, intellettuale ed economico di ciascuna e di tutte, dovd essere conforme alle idee mo– rali, democratiche di oggi, e a quelle che via via andranno elaborandosi , ella coscienza c..!ei popoli civili. 3. - Nello stabilire, dunque, i uuovi co11• (anidegli St1ti la Ct nfercnza della pace deve tener conto degli interessi generali delle na– zioni iuteressatc, subordinandovi, se occorre, le esclusive esigenze di gruppi nazionali peri– ferici o sparsi nel seno di altre nazioni. Per queste zooc eterogenee, nelle quali sin impossibile una divisione politica, che coni– sponda alla conr·orde \Olontà di tutte le po– polazioni inttressate, è n cessario contempe~ rare \ seguenti criteri: 11) allontanarsi meno che sia possibile dalla volont;\ della 1mggioranza n,zionale del tc1ritorio contestato; b) assicurare la difesa militare e la li– bertà di transito a tutte le nazioni interessate; r) garantire la libertà culturale o la eguaglianza giuridica e, dove sia possibile, isti– tuzioni autonome a quei gruppi che vengano ad C::J::iere aggregati a Stati eterogenei. Comitati supcrnazioca;i debbono control– lare, quand0 se ne presenti la necessità, la leale esecuzione degli obblighi assunti. I· - Per i problemi coloniali, la Società delle libere nazioni de\·e addurre i seguenti principi: a) pure rimanendo le colonie sotto il governo e l'amrninistrazione dei singqli Stati sovrani, si istituisca un controllo inlernazio• nale sopra l'amministrazione di esse per quanto riguard:t il tratbmento degli inùigeni (regime della proprietà fondiaria, regime del la\'or,l, difesa igienica, insegnamento, ecc.); b) le colonie !-iano disarmate e. neutra• lizzate; e) il principio della « porta aperta », in– teso nel senso di perfetta parità di trattamento ai nazionali ed agli st~Jnieri, sia applicato non solo nc:lcampo Jei traffici (importazione, espor• tazione e transito delle merci), ma anche In quello economico generale (immigrazione, la– voro, indnstda, investimenti, ecc.). 5. - Tutte le controversie, che sorgano fra gli Stati antigcrmanici durante le trat– tative di µace e per le quali si manifesti im– J>O!'.)',ibile un accordo diretto fra. gli interessati, ~aranno sotto1>0ste al giudizio arbitrale. 6. - l trattati di pace debbono prende1e in con~iderazione i prublemi del lavoro e del· l'cmigr,1zione 1 adottando i seguenti prinripii: u) libcrt;\ di emigrazione: b) applicazione ai lavoratori immigrati delle condizioni, che regohmo il lavoro indi- geno; • e) le assicurazioni !-.eguono il lavoratore ovunque si rechi ; d) rispetto del carattere nazionale dei lavora.tori immigrati; ., ,) uùbligo di tutti gli Stati alla lt:gLSJa.

RkJQdWJsaXNoZXIy