L'Unità - anno VII - n.49 - 12 dicembre 1918

L'UNITÀ IL PROBLEMA·01 FIUME Ho lelt.o con quell'attenzione, che usò sempre con l'Unità, l'articolo sul u Problema di Fiume , • e dirò schieltame.nte che c11iesta , olla no11 son; dmasto convinto. In sostanza l'Unità sostiene che ·1a soluzioM del p1·oble1na di Fiume va cercata nell'autono– mia, e si oppone all'unione pohtica di Fiume uil'llalia per due ragi'lni fondamentali: 1° perché la: città è indissolubilmente legal.a per ragioni economiche al territorio contiguo e retrostante; 2" puchè !bisognerebbe an11ettere all'italia tutta I:'!. zona tra Fiume e l'Istria, che è ahitata da una compatta popolazione slava. Dovrebbe duuqua l'ltalia, secondo l'Unità, essere la garante del– l'autonomia fiumana, con dritto d"intervento rico. nosciuto internazionalmente, nell'ipotesi in cui raut.ouomia non venjsse rispettata dagli jugo– slavi: la soluzidne dell'autonomia sarebbe ancora 1>referibile quando si formasse la Società delle Nazioni. Ma non sembra che il ~ost.ro paese si prende– rebbe una gran brutta gatta da pelare con la necessità in cui verrebbe a trovarsi d'intervenire in difesa -dèll'aulonomia d1 Fiume o per coni.o della Società delle Nazioni, a, peggio ancora, in nome proprio, ogni volta che que~ta autonomia venisse minacciata dagli Jugo-s1av1? E non è molto verosimile che questo p~ridolo si presenterebbe assai spesso, per lo meno nei primi anni, da parte di un pqpolo quanto ailimato da gagliarda senti- . 1nenlo nazionale, altrettanto poco educato ancora a moderarsi e a dominarsi come sono gli Jugo– slavi? E ciò sia detto senza voler recare alcuna offesa a quel forte popolo cosi ricco d'avvenire. L'unione politica all°llalia (ed insisto sulla pa– rola politica per quello che dirò più in là) evite– rebbe una continua sorgente di attriti e di odiosità con i nostri vicini J ugo-slavi. Non vedo la neces– sità, nell'ipotesi dell'unione politica di Fiume al– l'Italia, dell'annessio11e anche del territorio qua~i 1mramente slavo comprPso fra la città e l'Istria. Fiume dovr~bb'essere, in altri termini, una piccola enclave in tenitorio jugo-s.lavo: questa enclave dovrebb'ossere rigorosamente circoscr-itta alla sola riLtà di Fiume, esclusa anche Sussak, che, sepa– rala da Fiume per mezzo della Recina, do~•rebbe appartenere allo St[lto jugo-slavo. La contiguità territoi-iale di Fiume con l'Italia sarebbe assicu– rata <lai possesso delle isole-1:li Veglia, Cherso e L11ssin, che verrebbero a saldare Fiume all'Istria P quindi all'Italia. , • Che Fiume sia economicamente parte integrante e fondamentale di tutta la costiera, che si estende da Abbazia e VColosca a Buccari e. Parlo Re, e sbocoo marittimo indispensabile alla vita econo– mica della Jugoslavia, è cosa tanto evidente da a1>parire al s~mplice esame della carta geogra– fica. E quindi l'Un:ità giustamente si limita ad affermare, senza sentire il bisogno di farne la dimost.ra.7.ione, la inseparabilità economica di Fiume dal suo retroterra. Ma questa evidente inseparabilità economica non implica allatto ne– cessariamente, come sopra ho W;'tto, l'inseparabi– lità politica. Vi sono esempi davvero tipici, ch'io potrei citare peT dar valore alla mia tesi, cio~ che un porto, com·è il caso di Fiume, può benls– ~imo economicamente esser legato ad uno Stato, ~ politicamente far parte di un al~ro Stato, quando ciò sia consigliato da gravi ragioni: abbiamo' CQSI il caso di Rotterdrun, la quale ecbnomica– mente fa parte integrante della regione renana a quindi della Germania, mentre politicamente ~ olandese. Cosi pure Amersa verrebbe colp\la in modo gravissimo nelln -sua vita commerciale, se venisse avulsa econornicomente anlla Germania. Ora soltanto ai pangermanisti era. potuto venire in mente, col 'bel rlsullnto che tutto Il mando ha visto, di prefondere J'unl6ne politica di natterdam P di Anversa e quindi defi'Olanda e del Belgio alla Germania in ba..9e all'wilone rconomica di quei due porli alla regione renana, unione voluta dalla ~tessa fatalità geografica. Si potrebbe pertanto concili.ire l'unione poli– tica all'Ilnlia ed economica alla Jugo-slavla di Fiume, concedendo alla città il porto franco e autonomo. Tutta l"importanza e tuttta la vita di buroe stanno nel suo porlo; qua.ncÌo il porto di L?iume franco ed autonomo venisse amministrato da una commissione mista iialo-jugo-slava, sareb– bct·o salvaguardali ad un tempo glinteressi poli– tici della città e dell'Ito.lia e gl'intere~si economici della citià medesima e dello Stàto jugo-slavo. Que_llo che ho detto di F1u111esi potrebbe a un ui1>resso ripetere anche por z"ara, il cui caso a mc pare lo stesso; Anche qui il nostro possesso ctovrébb'essere limitalo strettamente alla città, la quale i troverebbe in comunic:1zione coll'Italia 01Ltrnverso l"Isola L,rnga e le altre minori, che ,ono di fronte a Zara; e anche in quest.o caso la concessione del porto franc°o e riulonomo con µropria amministrnzione ilalo-jugo-slava cmtcilie– rc,bbe, forse nel miglior modo, i vari interessi po'. lilici Pd economici in conflitto. Perugia, '27 novembre 1918. E. ROilJONY. POSTILLA Quando si.:t ben chiaro: l' che iJ territorio fr.. t:, città di F1wne e il Monte Maggiore è territ.orlo &lavo, che 1!1Ji non abbiamo nè il diritto nè la con– rnnienza di aggr~gare all'Ist1ia italiana; 2° che il porto di Fiume non deve intercett.tare il com– mercio del ,·etroterra slavo; 3• cbe l'amministra- 2ione della città spett.a alla maggioranza italiana <.tiessa, la quale ha il diritto di essere garentita contro ogni violenza del nazionalismo' slavo, - i pa~icolari concreti e le forme giuridiche, in cm deve realizzarsi il nuovo sistema, non possono dare luogo a nessun dissenso essenziale. E la difc ferenza fra il pensiero del Robiony e il nostro ap– lJa,rtiene appunto alla categoria delts dif.lerenze oon essenziali. l?iume, città libera e garentita dall'Italia, è pra– ticamente la stessa cosa che Fiume, città italiana.• - Fino al 1914, Fiume formava un vero e pro. prio Stato estero ll.i fronte alla Croazia: Chi era condannalo a S~sack, per es., per reato di stam– pa, non doveva fare altro che passare il ponte r,er burlarsi della condanna ftnchè le autorità di Fiume non lo avessero consegnai.o alle autorità croate: Fiume, i11somma, appartenev-o. agli ita– lùmi di Fiume, senza appartenere al reono d' I– talia. 1Ia gl"italiani di Fiume emno continua– mente turbati e m,nacciati nel loro legittimo pos– sesso da magiari e croati, perchè nessuna forza superiore li proteggeva contro lo prevaricazioni dei vicini. La differenza fra il sistema nosti·o e quello det Hobiony, clu11que, si riduce, nella pratica, a una differ~nza cli... bandiere. Noi preferiamo il nost.ro , r,erchè evila cli fe1ire troppo direttamente le su– scettibilità degli slavi, coi q11ati vogl1amo essere amici, aache facendo qualche piccolo. sacri(l:to di foi-m,a. 'è <'onsideriamo la soluzione da noi l'ropasta come il non plus ttltra della sapienza, com'è stf!,to flnora il trattato -li Londra per l'ono– revole Sonnino. Stabilite lo linee r,c,lifiche fonda– mentali ciel nuovo si~tema, i particolar; tecnici di esso diventano irdlevanti. • Quel che importa, è che il problema sia esami– nalo con spirito di verità e di giustizia, cioè senza bugie, s()nza montature, con la volontà di arrivare a compromessi amichevoli, e non di servirsene per irritare gli animi, evitare ogni soluzione di com– promc~so e preparnre nuove lotte. g. S, lT ALIA E ALBANIA li 4 ottobre pervenne al .Ministero degli AH,ni EHen d'Italia. il seguente telegramma inviato lal- 1,, Presidenza. del!' As5ociazione Pon-Albn11ebe u Valra u: • .\lb~nrsi d' \merico soerano cl,e l'Italio., r,,.ie– lr olle proprie nc;bil! 1radi1ioni ed Ai p• 110 1pt r1·orlamah dagl 1 Alleati, prov\'edPrù u(fi ,rhè 11011 a, vengano ri.rnaneggian1~:11i territor;ah nPi •• Balc·oni che, pur riconciliando i Bulw-r,ri a mezzo I •• di aequisti nella Macedonia, verrebhero a :om– " pensare Greci e Sorbi a spe3e clell'Albania. « Kn.J.Tromara « presidente Votra li Wnislro degli Affari Esteri d"Italia ha in– viai.> r 11 ottobre, per il tramite detrAmb~scia.tore italiano a Washin~ton, al Presidente della Vatra la seguente risposta: « Governo italiano manterrà. t.raùizione,. adope– « ranclosi pe\- tutela interessi AiJ>anesi in con– " formità. precedent; dichidrazioni. Confido c-h11 u Albanesi, con avveduta concorde condotta vor– " ranno contribuire al buon esito clell'azion~ ita– u liana.. « Sonnino Per essere coerente a queste dichiarazioni e a quanto ha affermato alla Carnera italiana " ès– « sere,. cioè, )"integrità dell'Albania unò dei I a- ,. pisaldi della politica italiana », il Ministro d~- , gl! .Eslen non puo disconoscere che s'impon~ per l'onore d'Italia la revisione di quegli articoli del Patto di Londra, che sono contrari alla ~ua di– gnità e ai suoi interessi. · Dico infatti ~•articolo VIJ del Patt.o di Londra: « Avendo ottenuto il Trentino e ristria coll'a,·:i– ·, colo IV, la Dalmazia e le isole dell'Adriatico col– " !"articolo V e il Golfo d1 Vallona, l'Italia s'im– " pegno in caso che sia formato un piccolo Stnto « autonomo e netttral,c;ato in Alhania, a non op– " porsi all'eventuale 1lcside1•io della Francia, c 1·a11flretagna e Rttssia di dit'ide.-e I distretti setten.t,-ionali e mertd1011ali delL"Alhania, tra il " Montenegro, 1a Serbia t; la Grecia (Da,lla -Voce dei popoli.). • ·Le basi dell'accordo Luciano .\lagrini, coi·,ispondenle del Secl)/o, ha avulp a Zagabria una iutervisl;;. 'col deputalo Pri– loicevic, vice presidente del Consiglio Nazionale Croato. « Noi cte~1deriamo ardentemente - ha di– " chiara.lo l'interlocutore del Magrini - di vivere " nella 111igliore rumcizia cogli italiani dei quali « ammir111mo la coltura. i1a non possiamo dimon– " ticare che la Dalmazia è slava, che Fiume è il « polmone della Jugoslavia e che per diritto et– " nografico, geogro.Hco e storico la Qalmazia e ,, l•'iume spettano alla 'Jugoslavia. 1 0, avremo tlit– " I.o il rispetto per le minoranze •taliane che fa.. " tal111ente si troveranno incluse nel nostro ter– u ritorio. Zara e Fiume godranno d1 tutte le li- bertà di coltu,·a e de(l'aulonomia municipale. u E sia.mo certi cbe egual t.rattamento avranno• " quelle minorauze sia ve che fatalmente si trò– " veranno in~luse nel vostro territorio. Noi com– « prendiam~ e: riconosciamo perfettamente it vo– " stro diritto su Trieste e su Pota e vorremmo-fos– " se riconosciuto il nostro dirittoJ sulla Dalmazia « e su Fiume. Anche da noi c'è qualche impe. « rialisto che vorrebbe Trieste e l'ola, ma il « Consiglio Nazionale Ju()ostavo non si lascerà u traviar; dalle infatuaziou, imperialiste; per noi " 1"rieste e Pola appartengono di fatto e di diritto « all'Jtaliù, e oiamo sicw·i elle l'ltalia _accorderà •. tutte le libertà alle popolazioni slave che si • tro, eranno inclttse uel suo territorio come noì " accorderemo le maggiori libertà alle popolazio– u ni italiane che ~i troveranno sul territorio della ·· Juguslavia ». I nostri lettan non hanno bisogna che noi si ;;penda molte parole a spiegar loro lu importanza cccezion,tle cli questo dichiarazioni. Ci basterà os– servai e: 1. che esse rompono le reni a quell'ar– SO/Ilent.oche è il cavallo di battaglia della nostra 8lo.mpa deficienle \iazionalista e r.avallina: gli sla– vi prete1Ùiono Trieste, dunque guerra. eterna agli slavi; 2. chEI i sullodati giornali cleflcienti, nazio– nalisti e cavallini ~i sono guardati hene di far co– i,o~cerc :ii loro lettori la dichiarazione del depu– tato croato: anzi. proprio nello stesso giorno, in cui il :-ecolo pubblir:tva la intervlst.n del :.\1agllnl, il Giornale iipubblicava per la ennesima volta tn r,rinm pagina la famigerata carta del 1914, in cui 1 nazianahsti slavi fRrevano arrivare la.- Jugo– •l11vi~ fino· ad Udine. •

RkJQdWJsaXNoZXIy