L'Unità - anno VII - n.36 - 7 settembre 1918

me un isolotto circondalo da ogni parte da cento mila croati, nel quale fll!.rano da tutti i dintorni 15 mila al~; - nella Dalmazia, 13 mila italiani sono raccolti nella città. di Zarà, sommergendovi due o tre migliaia di slavi; ma gli altri 25 o 30 mila ilo.lio.ni dello. regione sono dissemino.li fra 590 mila serbo-croati; - e alle spalle della Venezia Giulia, della Liburnia, dello. Dalmazia, si stende tutto un grande retroterra a.bilato da un milione di slo– veni tr.o. la. Venezia. Giulia • l'Aus!.ria, e <lo.diocl milioni di serbo-croati fru: l& Liburnia e lo. Dal– mazia da un lato e l'Ungharin, la Romania, In Bulga.rln, dall'a\tro. Rivendicare risolulo.rnante, intransigentemente, la Venezia Giulio. 11 quelle isole foranee <lai Quar– no.ro e dell'arcipelago do.lma111., che sono indispen– eo.bilt Il garantire la sicurezza delle coste ilallo.ne ; riconoscere spontaneamente, francamente la Li– burnla e ltl Dalmazia come terre destino.te a far parte della futuro. Jugoslavia; fare un equo tratta– mento agli slavi dei nuovi terrttor1 italiani; esige– re un tro.ttam&nto analogo per gl' ttallani della Llburnia e della Dalmazia: ecco la soluzione del problema. Pretendere tutta o quasi tutta la Dalmazia, è rendere tm1)0ssibile ii comprome&s0, e spingere tutti gli Slavi dei sud a lo.re massa con l'Auslrio– Ungherla cont.ro l'Italia. Ln Dalmazia, in!o.tti, è la sola regione deli' Au– stria, in cui i serbo-croati Bieno stati finora pa– d1·onl In casa propria; di fronte al pericolo di vedere il loro paese - del tutto, o peggio ancora smembralo, come l'ho. smembrato Il trattato di Londra - J'l<lotto a una colonia Italiana, è natu– rale che essi desiderino la vittoria dei!' Austria. e si battano disperato.mente contro l'Italia. - E i bo– sniaci I croati debbono desiderare anch'essi 'ia scontitta di un'Italia che aspiri alla Dalmazia: per quanto, intatti, nell'Austria-Ungheria essi si tro– vino o. disagio per lo.oppressione dei tedeschi e dei magla.r1, peggio assai sarebbe, quando l'Italia tos. se insediata sulla. terra.ferma da.lmata e in quasi tutte le isole dell'Adriatico, il problema nazionaJe jugoslavo farebbe ,un enorme passo indietro: l'Ita– lia. diventerebbe interessata con l'Austria alla lotta contro li movimento no.,:ionale sudslo.vo : ii problema della unificazione fra Dalmazia, Bosnia e Croazia non saTebbe più un ·problema interno aue! .rio.co , che potrebbe !orse col tempo essere ri– soluto dal gioco dt fon:e interne, ma diventerebbe un prolllemo. intern~zlonale, a risolvere il quale occorrerebbe una guerra. Se dalmati, bosniaci, croati • .serbi non fossero conlro.slo.t! dall' !talla nello sforzo dello. unifica– zione· na1:ionaie e non fossero minacciali di lii) dominio italiano in Dalmazia, - c10è nella terra che è stata il centro d41I movimento nazionale ju– gOBlo.vo quegli sloveni del nord-ovest, che pro– testano contro ogni cessione che si voglia tare del– la Venezia Giulia all'Italia, rimarrebbero isolati di front..e agi! altri dieci milioni di jugoslavi, che sa- 1·ebbero aiutati nel problema dello. untflcazion• nazionale. I ;protesto.rii' tinlrebbtro per adattarsi al sacrttlclo: dovrebbero sempre preferire di unir– si allo. Croazia II alla Serbia, perdendo 390 milu connazionali • Trieste ~ l'Istria, piuttosto che ri– manere tutti Cuori della Jugo11lavia sotto il cal– cagno dei tedeschi dell'Austria. Ne! 1860 l'Italia potè cedere Nizza o Savoia ol– ia Francia, perchè si trattava di territori eccen– trici e non vita.li , che erano compensati in mjsuru strabocchevole dalia consentita unflcazione <leil' I– talia centrale con l'Alta Italia; ma 5e la Francin, oltre a Nitta e a Savoia, avesse preteso il Lazio, tutta i' Italia si sarebbe rivollata contro di casa • avrebbe preterito lo 1tatu quo dell';\11stria: e la lrnncofobia nacque In Italia dai fallo che la Fran– cia occupavo. Romn, vietandola aii'Iialia. Ora la 'DalJnn.zia è il Lazio degli Sia.vi del Rud. E 11ron<>– nendosi la conquisto. della Dalmazio., anche nei limiti <lei trattato di Londra, t'Itai!a rende soli– dali contro di sè, cogli sloveni, lutti gli ~lavi del sud; li spinge tutti insieme ver90 la Casa d'A1•– strla, non solo durante la guerra. ma anche durnn. te In tulura pore. Il trattato di Londra, Insomma, per la parte che ci assicuro. Trieste e l'letrla, Ci ol>bllga a. una gnenil a morte coll'Austria: e questa guerra noi r_ ''l1iamo voluto, e la voglinmo sempre, e l'accet- I'..'UNITÀ tiamo con tutte le sue necessità, centro.le rra lut- • te io smembramento dell'Austria; - ma per la parte cbe ci assicura la Dalmazia ci costringe a uno.'guerra eterna con gli Slavi, r~fforza l'Austria con la solidarietà di costoro, ci aumenta. i sacri– fici della 1>resente iolla, ci costringe o. volere il sal– vataggio dell'Austria, ci melte nel bivio, o <li 1111a nuo,;o. guerra o del rilorno nella Triplice JH'r difen– dere i frulli cli una. mal costm1ila pnre: e <111esl:t guerra non la vbgliamo. Quesle sono le due. correnti di idee, cli" si ,n. no scontrate nelle sel(imane scorse durante la rosi delln « polemica sonn_iniana ». ~la 11011 si >'<>- LE CO.SE Duro.nt.e la polemica delle scorse settima.ne , cer li organi inconsapevoli o autorizzo.li della politica cavailinll, hanno dovuto occupm·si dell'azione del nostro giornale, accumulando intorno ad essa pa– recchie insolenze e·non minori bugie. Le insolenze, data la loro 1>rovenienza, ci onornno ,, ci r1dleg1·11r no, perchè Ci garenliscono che siamo nella hnona via: Ci vergogneremmo o saremmo impensieriti se da certa gente fossimo lodali. I.e bugie, invece, pe,· nostra abitudine congenita, non ,·i piac<·iono. Pe1·– t•iò rileviamo e mettiamo a posto le 11iì1mnli1.iose e le più grossolane. I " rinunciatari ,, Secondo il Giurztule d Jtu/1u, I Italiu si dn iùe- 1-ebbe in due caiegone: 1 1rau11«L ,w11 Jl••ct,u, e 1 ri11unciat.an . J nnuncmtari saremmo noi dcll'U111t<1, e coiu,u che hunno la debolezza di tro, arè che for,c 11011 11.bbitlnlo torlo. I {ranyar non /kct<tr Stllèbi.Jeru 1 un. Sonnino, il senatot'e. Frassa.li, Filip~o •"Uld1, la furniglia Sca.I'foglio, ecc. (Chieuiumo scusa ut– l'ou. ~un11i110, cht! e pcr::.011a. rispCLlu1b1lc, dc1Ju compa,gi>itl, in cui non 11flilo mcttia1110, ulll lui si • messo). Orbe11e, noi non possiamo accetta.re come esatta questa cln.ssificazio11e. Avvegnachè, tlllzitutto fra i fruny<1r nc,11 Jlectur ci 11ieuo J)Tecis.amente iutti coloro, che nella p11- mnven1 del HH5 si cvntenh1\'a11u dt;l u pa1 cct:h10 11 dei 1Hinc1pe di J3uiow, rinunziando <1!1'.lu,tn« """ ooic, tutu, la Dalmazia, ma anche tutta l'btnu. Lu <livisione, dunque, ,i-on è per questo g1·uppo ,ic1 fr1111(1<1r non {Lect<1r, fra rinunciatari td eroi: t' ri·a chi e pronto a rinunciare ogni cosa pu, cht •fa a vantaggio de!l'.4 ustria, e d,i è diSJ)Osto a rinunciare una parte purche ,;,. " v<111t<11111tu drtltt na;ionatitd juuoslava. In secondo luogo, neanche l'on. Sonnino !Jl p11ò cof1.Side1·ar<'uu esem1)lllre J>el'fetlo t.lel (runy<lf '"'" /lcctar classico. Infatti, egli ri111111ciavu '"" ,, Libro verde u all'Istria e alla J.ibnrnit, e alta Dailnazia, weno le isole batlezwte •per i'occasiolll' Cu1·zolari. .i,: nel t.ratta.to di Londra rinul).zillva al la Dalmazia meridionale, e ad akune delle iso,d 1>iù interne deU'arci1>eiago, e a Fiu,ne, e 11011 si davn nessuna cura di assicurare garenzie dl r,ol– tura e di libertà nazionali agi' italiani "'enti 11d lt•1-ritorl cosl rinunziati, e rinunciu,a all'.\IIJtrnia settentrionale II all'Albania meridionale. Dunque, 1111che in queslo caso, non si tratta di remi%i\'ih\ da un lato e di eroismo da un altro; ma <li rinun ziare « parecchio di più ,f"o « parecchio cii meno u RCconùo le circostanze, J)er ron. Sonnino; di J'i. nunziare, una ,·olla per sempre, quel tanto rl11• non si ho. nè diritto nè interesse cli o,·rnpnre, sr– condo noi. In terzo luogo, e finalmente, 11011 ' lecito parla– re <Il u rinunzie " in astratto, senza rhitll'it·P mai In concreto di che si tratta. Noi vogliamo che ii Governo llaiiano rinunzi: a) ad aumentare Inutilmente il numero dei nostri morti, eccitando gli slavi ailn lotta contro di noi con lo. politica. daimatomaoe e slavofoba; b} a. rendere sospetto e antipatico Il tulio il mondo ii nostro pite5e con unu. ~•mp:urna dalma· tomo.ne e slavofoba, !alfa a hase di h11!(ie spudn– raf P, cli arroganze ingenero .. <\ di mi-.:1•rubili vql 1.mritè.; 175 110 :,eoutrate a ,·biera levata: è stato un continuo gioco a moscacitcu, una battaglia tutta di equi– voci, creati dai sonniniani, non affrontati risoiu: tameuie dagli antisonniniani, molliplicii-ti da tutti roJoro - e sono i più che non sono riuscili an– cora o. veder chiaro nè nella materia della ùiscus– s1011c, nè nell'orient.amenlo intimo del proprio spi rito. (>ualt sono stati questi equivoci'? Pe,·cli"è &ono sft\li creali dai sonniniani? Porch~ non sono Alali affrontati dagli antisonuiniani"/ His1>onderemo a queste <lomnnde net pro66imo numero. g. s. A POSTO e) alla illusione che gli Stati Unili posM1.no lut~o il mondo, con una tattica ùi discussione for– che non hanno mai !innato; tl/ a manlenere l'Italia nello. posizione indeco– rn.,u di litigante con gli slavi dei sud, di fronte a llllli considerarsi legati dai trnllato di Londra, "'1111ata, che discredita assai gravemente il diritto i,:tlia110 sull'Istria; 1,) alle inso1·montahili difllcol!à, ciw r l'i"< .,enlel·ebbe• l'amministrazione della Dalm ,v.ia dato eh.e Mesciamo a ,:on.quista.rla - cou un .P"· potazione ostilissima al nostro dominio nelru su~ grandissima maggioranza, e so~tenuta nella lot– ,a dai connazionali del retro1t•1-ra; / alle grnvi~sime tlifficoilà, che ci creerebbe l'amministrazione dcli Istria, se uggregandoci la l.ihurnia, gli slavi si truvus.ei -o ad e~sere in fonr mnggiontnza, nella. ntto\·a ·p1·ovinl'iu, sugl'italiani; 11) al danno non bolo di rafforzare l'AusiJ'it1 durante la gue1 ra collo rolido.rietè. Jcgli ,lavi (,e– d, lett,,ra a . ma an('he di r,•ndÙne necessario ,I salvataggio nèl no~tro programma <li pace; h) al danno co111111erciale, che è venuto sinot·a :tll'llulia, e specie alt'llalia centrale e meridionule dulia 11,ancata costruzione della fc1Tovia S1>aiatt.1'. llanuhio, a cui si oppo11e acc1111itame11tel'Unghe– ria; a cui si opporrebbero dèmani gli slavi, se 11oi avessimo la Dalmazia: che solamente una Jug._i. la\'ia 1111ificata, intlipendenlc, non mutilata sul– l'Adriatico ani.raie, avrebbe interesse a cost1ir~: i) a territori di scarsa e,t.t,nsione, di scar.,,, pro<lulti\'ità, d,wnosi dal 1>unto cii visla mililare ,ah o alcune isole loianee ; in cui abita110 po– d1e decine di migliaia di llaliani, la cui situa- 1.ione giul'idica e culturalcl 1wo t~~t\ro U:-l~icuraht a11d1e senza la con4ui~la te1-ritoriale; territori, desiderando e ottenendo i <111: 1.li ci bittmo proc11 iati e ci procnre,·emo i danni, di r11isotto te Jellera 1irececicnti. l.'011. So,i"nino, alla sua volta, tenendo le mani lenaeemcnle su lutto ciò, che innanzi è enumera– lo, 1·11me un padre tiene al tiglio de!Ònne, rinnnzia.: a) a<l ogni lut<!Ja cielln posizione jfiuridica e r-11it11n1te. degl' i 11iani abban,ionati al di là della li11ea magica ,, .., trattalo di Londra ; b) a prot••ggcre l' \lhani,t settentrionale e me 1•idionale, 1'.0! 1 0 che nvl'\ amo fallo tnnh• pro1nesqt– ,. cn•ale tante illusioni: e a ogni progetto <li •mcmhram~nto ciell'..\11- stria; 11) n<l ogni coorrlinazionc sistrm1llira ed ,1lì– r,,re di operazioni milit11ri Ira noi e i nostri.alleati 111 r un'azione a fondo contro l'Austria; r) a. lutto ii prestio;io,.che l'Italia ae<f11isieri>h– he nel mondo. se comprendesse e atluussc oon 1,,. n:ccia cli voie're e larghc,za di pensiero la politi• ca a11ti-aust1iaca ùi tulle le na1.ionalità latine e slavr, fra il Baltico e l'.\driAtiro; f) n. una ;politica, ·1n qnalr, romc i· dimosti-nto 1lalla esperienza di ire anni. ci impedisce di vin– cere la gnP.rra e ci impedisce rii. lo.re In pace. " Sostituire ,. non " abbandonare ,. l n'al!.ra bugia mrs•a in r.irrolazione dalla stampa ca,•allina è che noi si voglia buttare sen- 1.·nllro Ira le ciabatte disusate il trallo.to di Lon• <Ira. I.a vPrità. è che n11i, tmvan<in il tratl(lto * Londra ,lifettoso In. sè, e non pili 11ò11tloalla nuo– va ~it 1a:done mondiale-,_ IH'l'did1iamn la nP1'f-'~c..it:\,

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