L'Unità - anno VII - n.29 - 20 luglio 1918

.. 146 clubbio, sotto il rispetto didattico, il ~lo più im– ilOl'!ante cleil:1 riforma: o, per rne~lio dire, n~n è, ma vorrebbe e dovrebbe essere. Il \Jrincipio del raggruppamento tu ampiamente discusso 11cgliulUmi qJindici anni: ha avuto fau– tori ed oppositori, i quali hanno- tutti portato 11,uo– ni argomenti a sostegno delle loro opinioni. E' però _co11cordeil pensiero di lulli che ne()gl"ad_o mfonor~ dc!Je scuole rn"èdie il raggruppamento 1101i offra che vanlaggi o, ipcr lo meno, che offra 1anlaggi g-randissimi e inconvenienti lie;vissimi, di nessun conto. li dissenso è invece per il grado superiore. Il :\1inistero b.vrebbe potuto profittare di cfùesta legge per in_trodurre un raggruppamento n.otevclle nel grado infeiiore della scuola norma.le maschile, cioè nella scuola tecnica: Ma la riunione dell'in- • scgiiarnento dell'italiano con quello della storia e geografia è tabilila solamente per l'islitulo fem– minile. _:\folivo iper cui i futuri maestri (mascl,i) passeranno dagli insegnamenti divisi e, come di– ccsi, specializzali nella scuola tecnica, ad inse– gnamenti raggruppati nel grado superio1·e! E' una incongrnenza, che si può certo eliminare con una riforma della scuola tecnica; mfl. questa, quando si farà? e pei·chè allora non co;ninciare a rifor– mare questa, come la grande maggiotanza degli stndio~i eia tanto tempo domanda? Noi siltmo di quel.li che riténgono possibile ed utile una riunione d 'insegna.men.ti anche nel gra– tlo superi0re. ~Ia, se nella relazione Ber6nini la riunione degli insegnamenti è spiegata col-propo– silo di fa,vorire l'organicità della cultura, evitan·– do la su:perficialità della polimatia, vicevei·sa da·l– J,, disposizioni della legge e dalla "discussione al Senato r·lsulla che il solo o pr·incipalissimo inleJ:!– lG, che si è ideato ,·aggiungere, è stato quello di fa,· discendere un po' il livello della cultura ma-"\ gistralel P ro1>rio così. L'on. Be11enini e i senatol"i, che hanno discusso e a1}provato la legge, sperano di >1ver-edalla loro riforma insegnanti forniti di i!ìaggio1,e S6Ill~liciLà e umiltà spiTiluale, meno pretenziosi, più socldl's"falLi di;! loro ufficio, più udalti a com1}ierlo con affetto e buona volontà. • E ce.rlo, se semplicità spi rituale vuol essere si– i;onimo di ignoram.a, niun dÙl:lbioche il MinisLro arbbia perfettamente ragione. Ma se invece signi– fica quella forza per cui uno slpirito collo sa oe)·. cr,l'e \1 contatto degli spiriti più uinili e più rozzi, e nasconde la p,ropria superiorità per destare in rssi un senso di fratellanza e il desiderio di co· rnunione• e cli ele~amento, allora è chia.1•0che il Minàstero ha iperfettamente toeto. Non sono gli spil'iLi fornili di una _inezia coltura, superficiale e mal digerita, elle posseggono quella semplicità. Ì n essi la bol'ia, il desiderio di mettere in mostra il rrroprio sapere, la mancanza cii ogni intuito e di ogni misura nel fissare \ limiti del prdprio in, segna.mento, sono infinitamente più freqtienti che negli spiriti veramente colti. Tanto più poi se al cibo indigesto di questa semicultura sia condi– mento la drnga della pedagogia, che - come oggi è insegnata - eccita gli spiriti alla più ipetulante lrmei•ilà di giudizi sopra argomenti che non si co– noscono o si· conoscono male, alla sintesi di fat!I non precedentemente analizzati, all'astrazione .rl– caivata dall'ignoranza di ogni elemento concreto. Ora, ,p-roprio, alla pedagogia nessuna ).imitazio– ne è posta nel nuovo assetto della scuola normale' Anzi, con-l'airlbassamenlo delle altre materie, vie– ne vii essere semlpre più elevato il trono, dalla cui altezia essa precipita giù, a stroppiarsi, gli i11telletti affidati alle sue c11re di levatrice. In fondo, poi, i raggruppamenti stabiliti dal progetto Berenini si riducono a questi: riunione del disegno con la-calligrafia (sulla cui dpportu– r,ità ci potrebbe anche essere qualcosa da ridire, ma che, ad ogni modo, esiste già oggi in moltis– sime scuole), e quella della storia e della geogra- • fia con !'itali.ano. Quest'ultima è stata oggetto di moli.i strali; è 1~tato anzi il punto più discusso· di tutta la legge. In tutto quello che si è dello e scritto e11tra certo, per qualche parte, l'interesse pel'sonale (materiale per alcuni pochi, intellettua– le e culturale iper la grandissima maggioran~) degli insegnanti. Ma ciò non l(UOldire cl\e le eti– liche debbano •esse.re trascurate e condannate. /. I .. L'UNITA • Che l'italiano possa utilmente e$sere associato ton la storia non v'è dubbio: arriviamo anzi a cliJf-e che mentre l'insegnamento fo1·male dell'ita– liano dovrcblM, nel grado inferiore essere affidato a uo insegnante di classe e nel superiore potrebbe o essere abolilo o associato a queJJo delle'materle fìlosofiche (trasformazione dell'attuale insegna– mento pedagogico), quello della storia letteraria potrebbe essere non solo associato, iua fuso con queilo della storia civile, proofondamente rinno- 1·ato e reso iùeno supe,·ftciale, meno frammen– tario, più organico. :\Ia 1}€r Ja geog1:afia la cosa è molto di versa.. Essa non ha più soltanto l'ufficio di dare desi· ·gnazioni topografie.ho, particola1mente dei fatti storici come nella sua superficialità, pensa e dice .I ministro Berenini. E' una. disciplina, a cui af– fluiscono i risultali di un in.finito numero di scienr– ze, e vi trovano un coordinamento e un nesso che, se -non rappresenta una forma. veramente filoso– fica di sintesi, ipuò ·tuttavia vantaggiosamente so– stituil"la nella educazione intellettuale di giovani, In cui mentalità non saprebbe elevarsi a. quel grado superiore di Grganizzazione sintetica del loro sa1)ere. Perciò la geografia, per la quale sa– rebb·e ora di Cl'eare un corso ~peciale e una spe: ciale laurea nelle UniveTSilà, dovrebbe, bene inse– "gnala, divenire il p11nto centrale nell'insegna– mento del~ scuola normale; e per questa ragione r iper le peculiarità di metodo conoscitivo e didat– tico che. essa presenta, la sua riunione con, l'ita– liano non ci sen;ibra affatto logica nè ut.ile. E parliamo1 della _cosa in sè, trascurando gli argo– me11Ucon cui si è tentato di difenderla:' giacchè quando sentiamo il Ministro sostenere l'a!flnilà cl"iquegli insegnamenti col dire che il professore di storia e geografia deve P'l!" usfl.re l'italiano per spiegare le sue materie, c'è da sen.tirsi venire il ,·ossore sul nostro viso d, italiani e la pelle d'oca pe.r tutto il cor'po. lmpro'\(~isazione e ·semplicità Tanto meno appare poi g,ustificata quella riu– nione quando, come si è visto, si lascia la peda– gogia nel suo. isolamento tutt'altro che splendido, e si introduce, o.ell'i3tituto maschile, una divisione cli insegnameJlti scimtiflci che fin qui fu!rono, senzfl. danno vÌsibile, affidati ad un solo inse– gnante. (Non ci diffondiamo a parlare del n6o'Vo aggruplj)amento di detti inS!'isnameoli nell'istituto femminile: ma osserviamo che se è vero che la meccanica ha· maggiore affinità 'con la matem~ tica che con l'anatomia; è PIJ( vero che la mine-· ralogia e la biologia hanno è'tmtinno bisogno di riferimento alla cMmica). Manca insomma ogni cl"iterio organico, ogni vi– sione chiara cli una scuola nuova che abbia uno spirito suo, un suo metodo, un suo fine. Improv– visazione, supeMìcialità, visione incompiuta e frammentaria del problema! Ben altra riforma si aveva il diritto di esigere dopo cosi lunga attesa! Tanto è- maggiore la in– su.fJìcienza, se paragonata al momento io ~ui vi– viamo. E' supeTfluo 1ipelei-e quale lavoro di pre– parazione e di ricostn1ziooe dovremo compiere quandb la ·guerra sarà finita; e a!Lreltanto super– fluo è il dire quale parte la scuola dovrà avere nel compimento e. \:>erl'efficacia di questo la,voro, a(finchè il Paese che l1a compiuto con, eroismo tanti sacrifici, possa avviarsi a una· grandezza civile e a una prospei'i là degna della forza morale che· ha mostrato di 'avern. Occorre ipertant\> eh.e gli uomini, cui spetta di tradurre io atto questa attesa, siano seriamente i;,reparati al loro ufficio. La· legge che albbiamo esa– minata non è certo segno di tale serietà. E quando 1,oi sentiamo il miniato· Bei·ènini annunzi~fe al Consiglio Superiore della P. I. il proposito di at– tuare entro breve tempo un piano generale di riforme scolastiche, che farebbe tremare le 'Vene e i polsi a peTSone iben 'Più esp~rte- e competenti cli lui. non possiamo esimerci dall'invocare· dalla· Divina provvidenza che voglia difendere la ;po~era nostra scuola dalle improvvisaiìoni di q.ùesti trop– po zelanti e frettolosi rnratori dei suoi mali. Un insegnante. ' Al salvataggio a dell'Austria. Guarda eh( si vedei Propriò Jui! Francesco Cop– pola, che ~ungo silenzio parea fioco, ·è ritornato alla vita ci_v9."E' ritornalo a far lezione di politica imperialoclinamica alla nazione italiana . .:V!a quan– tum mutatus ab ilio! Non, è più il Fi·ancesco Cop– pola, 1umo roso e baldanzoso; stampalo in tutte lettere e in grassetto sulla pTima pa,gina ael!a I aea nazionale; è un Francesco Copipola in tono minore e anonimo, che scrive gli ·articoli di poli– tica estera sul Resto aet carlino; e quando è co· stretto a parlare ip persona propria, firma con due sole misere, striminzite iniziali, f. c., in mi– nuscolo co,·sivo, ammalate di cardiopalma guer– resco. Non spqn qui fui, interiit vars ma.cima no– strwn! Ma se la carne è inferma, lo slpirito \è sem– pre pronto. E' ipronlo sempre a dimostrare: a) che i croa li spasimano tutti di amore per Casa d'Aubtria; b) che fra italiani e jugoslavi non ci ipuò es– sel·e elle odio e lotta, lotta eterna, odio ineso– r·abile. Quale autenticità aibbiano i documenti coppole– schi, non sàppiamo. Ammettiamo, ad ogni modo, che essi s.ieno tult di oro filato. _Che cosa climo– strerebb-el'o essi? Dimostrerebbero, anzitutto, che la politica del comm. Cavallini continua ad avere dei seguaci in Italia: quel comm. Cavallini, amico di Bolo Pascià, che oggi ~ processato per intelligenza col nemico, e che nplpena l'Italia uscì. dalla neutra– lità, dovendo rimodellatej..suoi p.. ni per servke . nella nuova sit,uazione j wani dei nostri nemici, scriveva: " Adesso bisogna fomentare le diffidenze dell' 1/alia contro gli slavi ». Fatta questa osser"V'l!.zionepregiu<liziale, dlscu– tiaino pure le due tesi coppolesche. ••• Cominciamo dalla ~rima. Che fra gli slcweni •e oroati, 'e E.nche fra gli stossi serbi, vi sia un parti.lo ausi-riacante, è un ratto pacifico. L'il11portante è di sapere se oltre a questo partito ve ne $ieno altri. Ora è dimostrato che prima della gùerrn vi erano in Croazia e Slo- venia i seguenti partiti: . 1) ';i partito austriacante, che accetta sEmz'al- tro le condizioni attuali; · 2) il partito trialista, che vcirreb!:ic •l'endere autonoma la Sl01Vcnia dai tedeschi dell'Austria, .. e la Croazia dall'Unghe,ria, e trasformare il dua– lismo austro-ungarico in-un trialismo austro-un– garo-croato, sotto la Casa d'Austria; 3) il partito separatista, irredentista, serbo– filp, ché v:uole il distacco della Croazia-Slovenia dfl.Jl'A11stria-Ungheria, e l'annèssione con la Bo– snia e con la Dalmazia alla ·Serbia; 4) una massa(fluttQa_nte, che pur di otj.enere l'un,itìcazione nai10nale e la fine di ogni dominio stl'aniern alla propria \}atria, è disposta ad ac– cettare tanto il triali~mo quanto il panserbismo. Non altrimenti, in Italia, h'a il 1814 e il 1859, ~i clispu~vano jJ campo parecchi. programmi ipo– lilici conlradiltori, flnchè il genjo di Ca'Vour e le fortune del '59 e del '60 fecero trionfare su tutte J,, a!Lre conrenti quella dell'unità sotto le bandiere di ·casa Savoia. Interesse dell'Italia - oltre che giustizia - è di favori\·e in tutte le maniere la terza corrente di idee: se questa non ci fosse, ;1oi do1;remmo crearla. Pei- nostra fÒrtuna, le esperì enze cli questa guer– -ra · e il rifiuto sistematico opposto dai tedeschi e dai magiari ad ogni programma 'triali~ta. hanno liquidato durante questi quattro anni il partito trialista, ed hann.o versato nella corrente irr~den– tisla la_ grande maggioranza tanto dei trialL~ti, quanto dei fluttuanti. diividendo oramai netta– mente il campo fra una maggioranza n.azionale, antiaustriaca e una minoranza austriacante. (Si vedano a questo iproposito i fascicoli finora usciti della Voce dei popoli). Francesco Coppola e . gli alti personag,gi, che

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