L'Unità - anno VII - n.29 - 20 luglio 1918

\ O la stesse influenze camorristiche, le quali pei• ttirba.rro, oggi, la scelta ·dei Direttori genera.li , agiranno anche a perturbare la nomina dei Se– gretari genera.li : e non si anebbe che un ufficio . camorristico di più. O si riescirebbe a fare sce– gliere in •base ai criteri della competenza e della capacità personale i Direttori generali; e alforn che bisogna ci sarebbe dei Segretar~ generali? L'ufficio dei Direltori genera.Ii norf consiste ap ounto ,nel da.re unità e continuità d'indirizzo al l'Amministrazione? E non ci sono forse le riunio ni dei Cirettori generali in ciascun Ministero, per coor.dinare il Iavor'o delle singole Direzioni? Que– ste riunioni riesci t·ebhero più efficaci se fossero presiedute da un segr'etario generale? E i Direttori genera.li non sono forse responsabili personalmen– t~ verso il ~Iinistro.,del buon andamento di tutti i servizi? La resI)OnsaJ>ilità, che è illusoria per un Direttore generale, diventerebbe ,·eale per un Se gelaiio generale, che dovesse rispondere al },11 nistro dell'opera di parecchi Direttori, generali. La. riforma deUe Amministrazioni centrali non deve condurci alla creazione di nuovi gradi, ma all'abolizione di molti 'fra i gradi creati a poco a poco in questi ultimi trent'anni. Abolizione di tutti i gradi fra Direttore genera.lo e Capo sezione, ,abolizione di ogni di!ferenza di gradi tra seg,i'etari; riduzione della gerarchi~ a tr.i soli gradi: Segeta.rio, Ca1>0sezione, Direttore genera.le · diminuzione notevole del numero dei se– gretari, ' a.1.lll'lento,dove sia ;ecessa.1io, de.I per– sona.le d'ordine; aumenti immediati di stipendio a tutti i funzionari, che rimarranno ai loro posti, grazie alle èconome cosi realizzate; ruoli aperti e promozioni di stipen,dlo a periodi fissi per tutti; nomina' dei segreta1i, per concorso, fra gl'im])ie– gati delle Amministrazioni provincia.Ii ; promozio– ne a capo sdne, a.scelta del Direttore generale; nomina. del Di<rettore.generale senza limitazione di sorta per opera. del Oons.iglio dei Ministri. Abo– lizione cioè di ogni carriera. per anzianità nelle Amministrazioni centirali. Questo è il programmo, per cui occorre combattere. E niente nuovi gradi gerarchici costosi e ingombrati. . In questo sistema, in cui ciascun runzlonario -tratta secondo le· leggi glt affari di sua. compe. lenza, occupandosi egli .solo sotto la sua responsa bilitè. dell'affare che rientra. sotto la sua giuri, sdizlone; e l'impiegato d'ordine -è responsabile di fronte al segreta.rio, da. cui esso dipende, e il se– greta.rio di fronte al capo sezione, e il ca.po sezione di ltonte al Djrettore gener{Lle;e il superiore non può usurpa.re le iniziative den-t'hferiore, salvo che non si asstima la personale responsabilitd della sostitu.::ione, - in questo sistema. quali sarebbero le funzioni del Ministro? Anzitutto il Ministro .rappresenta il potere legi– slativo di fronte ai Direttori generali. Questi e i loro subordinati devono eseguire le leggi fatte dal. Parlamento: il Ministro, come uomo di fiducia del Parlamento,. controlla la esecuzione. Quindi raccoglie i reclami, fa ispezioni per mezzo di per– sone di sua. fiducia, prende le iniziati ve necessarie , perchè la responsabi Ii là persona.le dei funziona- 1'i sia sempre immediata. ed effettiva. nel disbrigo degli affari. Ma non deve avere mai il diritto cli sostituire la iniziativa propria a quella dei !un-• ziona.l'i compe,tenti. Inoltre il Ministro runziona come tratto d'unio– ne fra l'Amministrazione e il Parlamento: stfidia insieme col Direttori generali i provvedi.menti le– gislativi o regolamentari necessari al migliore a.n. damento dei servizi; promuove t primi dal Pa.r1a– mento i socondi da.I Consiglio dei :\1inislri; con– siglia.\ Direttori generali nei casi dubbi, secondo Io spirito de\Ie leggi delibera.te dal Parlamento; ma in nessun ca.so deve potere' sostituire, nel di· sb'rigo dei singoli affari, la iniziativa e la. respon. sa.billtà propria e quella dei funzionari. Naturalmente, anche questo sistema. varrà quanto va.le il nostro paese, o meglio quanto val– gono ~e classi dirigenti del nostro paese. ~Jiracoli non se ne possono fa.re. La sola cosa, che si possa fare, è: dar modo a. chi non è marcio di difen– dersi dal marciume, di resisten,i, di non essere obbligato dalle necessità materiali dell'esistenza. a. ma.reire anche lui. L'Unità. Bi.a 1 o LUNITÀ La. riformadella II progetto Berenini, Sono passati /J anni eia quando il Parlamento Ila preso im1)egno di provvedere, entro Gmesi. rtlla dforma della Bcuola normale. Una decina di mi– nisl1i si son succeduti alla )linerva: la più parte non si è 11e111rnre 1icordala dell'impegno; qpalcuno ha formulo.lo un progetto, ma non è riuscito nemmeno acl avve~turarlo fra i ma.rosi delle. di- scussioni parlamentari. :\1erila lode pertanto il ministro Berenini per la intenzione di affrettare il compimento della riforma. L'obie,ione clw, mentre infuria la guer• ra, non sia. il momento di pensare a riforme sco– lastiche, ci pare infondata e irragionevole. Come si trova naLurale e p1·ovvido che si pensi sin d'ora alla produzione economica, agli istituti giu. ridici, alle relazioni internazionali per il periodo posteriore a Ila gue'r<'a, cosi non è nè strano nè inopportuno che si pensi alla riforma della scuora. Occorre però che, nèl pensarvi e nel pre1mrnrla. si si!I guida.ii da una coscienza esalta dei bi– sogni nuovi cui Ii~scuola. dovrà servire. '.\'el pro– getto Berenini non c'è n.ulla cli ciò: ésso è anzi la.le che, massime venendo dopo 14~nni di at– tesa, nemmeno in periodo di vita p\i"iiblica. nor– male, soddisfarebbe alle più modeste esigenze di una rirorma. I punti foncla.m~ntali del proiietto (che noi esa– mineremo quale è uscilo Senato) sono questi: clalle discussioni del 1° prolungamen~ del corso da. 6 a 7 anni (ar. ticoli 1 e 2) ;· 2° riduzione degli orari settimanali (art. 3, pe– nultimo comma); 3° raggruppamento cli alcune materie (art. 1, con riferimento alla. la.bello. IJ) ; 1° separazione cronoI9gica ciel corso di cultt11·a generale eia.quello di p1·,<.parnzinneprofe~sionale (art. 3) 1 5° div.isione assoi'uta. degli alunni maschi dalle femmine (art. 1 e 2) ; 6° ammissione del!e alunne alla sc.uola per tutte le 7 classi del!' istituto, qualunque sia il corso di studi da esse anteriormente compiuto (art. 6); 7° abolizione, neU' istituto femminile, di .una licenza· dal corso inferiore (art. 1, 2 e G). Maschi e femmine Dei punti fondamentali del progetto quello, che conéerne la separazione dei due sessi, non ha, forse, grande importanza. Reca però qualche stu– pore, dopo I progressi fatti negli ultimi anni dal 'principio e eia.Ila pratica della promiscuità, sen– tire il mini tra e il rdatore al Se )l.a.to (I'apo~tolo della eclucazionp sessuale!) celebrare i vantaggi di quella separazione; tanto più se si tien conto ch"edelle future maestre moltissime sono destinale a insegnare in scuole maschili e miste. Importantissimo è in\'cce quanto riguarda la di– vel'Sa. stl'Ultura del!' istituto maschile e dell'isti– tuto femminile. Infalli la scuola maschile dura 4 anni, e ad essa si accede mediante esami di inlegrazione, con la licenza della scuola tecnica o con la promozione dalla 3• alla 4• classe ciel gin– nasio; la scuola femminile dura 7 anni e vi si accede dalla. scuola elementare. IL molivo addotto o. spiegare l'esistenza. di due istituti magistrali, di struttura e di aspetto assai diversi, i, che difficilmente i maschi sono, sin clal– I'uscita. dal le scuole elementari, avoca.ti al!a car– riera magistrale; qui!')di il grado inferiore cli un istituto magi~lrale maschile av,·ebbe pochissimi alunni, li, fatto è vero: ma aQcho le donne, cui si va a.prendo larga fa.ciIit. '1.di impiego in uJflci pul>– blici e pri\·ati, diventerà sempre meno frequente il caso che e•M siano avviale, sin clall'uscita dalle scuole elementari, ad un istituto che - come. vedremo fra breve - non lascia facjle via d1 uscita e di passaggio ad altre scuole. . E' strano, poi,che l'art. 1° divida !'uno e l'altro istituto in due periodi: uno biennale, l'altro quin– quennale, che devono e,•jdentemente corrispondere a due cliver i gradi cl'ihseg11amenlo. ~fa mentre 145 scuola normale l'istituto femminile .è suscettibile di questa divi– sione, questa è impossibile nell'istituto maschile, il quale con la dei ,tre anni della scuola tocrnca • o del .,rnasio inferiore e gi quattro anni di scuo· Io. nomtafe vera e p110pria. Come distinguere nella 'scuola tec·nica. Il nel ginnasio inferiore, nel l'in ieme degli insegnamenti .che formano il com– patto organismo de!Ja scuola, i I primo biennio da I terz.f anno? · •La. legge è stata concepita e discussa con cosi enorme Iegge,ezzo, che il ministro. e i senatori no:i si sono neanche avvisti di avere creati due isti– tuti diversissimi, e hanno sanzionalo per l'isti– tuto maschile una divisione che.... non si puù • applicare I_ II reclutamento .della scolaresca Tanto. all'istituto maschile c1uanto al femmi– nile possoJJo accedere, con esumi cli ammissionci, alunni esterni fino aJl'ulli111a cla,:,se. ~la i ma schi debbono almeno avere riportata la liccnm dalla scuola tecnica o la pomozione dalla 3• alla 4' ginnasiale: non è gran cooa, ma offre qualche garanzia. che ci sia sta.lo un p1·ecedente tirocinio di studi o almeno. una prepa1·azione non impro\'– visala. nè compiuta. i11troppa fretta. Per l'islituto femminile, invece, ogni garanzia di questo gene– re manca, perché non esiste nel caso una Iice11· ia intermedia.; sicchè es~o corre rischio dL rac– cogliere, fino all'ultimo anno, alunne cui man. chi una organica 1>reparazio11e ci1Iturale e una sufficienie disciplina. mentale, e di dover quindi ripetere ogni anno lo stesso sforzo per a sirnilarn al resto della scolaresca e assogge'hare alle esi· genze dell'ordinamento scola.stico le alunne so– pravvenute, che non trarranno g;ran vanlagg1P. per sè e disturberanno, con la loro presenza, la carriera di studi delle !01'0compagne. . ~1a il peggio è che tanto le nlunne entra.le 11ella scuola sin dalla prima classe, quanto q1ielle ag– giunlesi in seguilo, non potrannC' facilmente ab bandonare i I corso degli studi magislrnli per 1>0s– sare ad allro corso, ,e anche si accorgano ~i non o.veré per quello alcuna altitudine. Con l'or– dinamento attuo.le l'alunna, che abbia la licenza complementare, può accedere, con esami "di in– tegrazione, all'istituto tecnico o alle classi su– periori del ginnasio; o può anche, addirittura, presentarsi, se sia passalo un certo numero cli anni, all'esame di licenza _del ginna5'o o dul– l'islitulo tecnico. :\la abolita la licenza intermedia nel!'istitulo wagistra.le lemminile, questi 1>assag– gi diventano difficilissimi, perch richiedono esa– mi più numerosi. La conseguenza. facilmente prevedibile di que. sto difetto della scuola è che le alunne ne ovile ranno specialmente le prime tre classi: preferi– ranno andare a.Ila scuola tecnic81.o al ginnasio inferiore, che la.scia.no una maggiore libertà cli scelta deUa ulteriore. E quc.J.le , che si saranno imJ)rigionate nell'istituto femminile, ·sa- 1·a.nnocostretto a rima.nervi anche se via facendo si avveda.no di non avere nessuna idontilà all'in- segna.mento. , L'inconveni~nle potrà essere riparato con qual– l'he ritocco della legge. :\la il non averlo sentilo è altra prova ùella leggerezza. con cui la. legge è stflla• imbastita.. e disçussa. · Il raggrupplmenio delle materie Degli a.Itri punti della riforma. eia ndi indicati 1·0111e fonda.mentali, quelli che restano;ancora da esamino.re (e sono i primi quattro da no, elenca.(!) furono generalmente citali, cla.i sostenitori ciel progetto Berenini, come degni di particolar(' loclt-. E certo, il far precedere il corso di cultura ge. uerale a quello di preparazione professionale, è opportuno e utile provvedimento; e non si può non lodare la riduzione dell'orario settimana.le, quando si sa a qua.li estremi cli stanchezza men– tale e fisiologica. siano ridotti ora gli alunni delle scuole normali per effetto di orari che a, rh nnn prrsino a.Ile 36 ore settimanali. • ~la assai diverso è il caso per i raggn1ppa111enl1 òi materie sanciti dalla legge. E' <1uesto, Renzn

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