L'Unità - anno VII - n.29 - 20 luglio 1918

• • L'UNITA 144 Direttori generali, Segretari gene·rali e Ministri Una riforma dell'Amministrazione centrale non avrelibo alcuna 'efficacia, e non si rendessero in– dipendenti dalle pressioni parlamentari i gradi su1>remi della gara11chia amminislrativa. Bisognerohbe, perciò, ristabilire in ogni Minl– st.ero il « c,grelario Generale "• funzionario am minist.rnt.ivo;il1tuale dovrebbe occuparsi soltanto, sollo In sua esclusirn responsabili là, dei sen izi di ordinaria nmminisl!·azione. li ~ 1inist.ro dovreb· be essere il capo politico dell'Amministrazion.i stessa, e non dc-vrebbe ingerirsi nella trattazione dt affari singoli; ma do:;rebbe esercitare le s~ funzioni di capo del potere esecutivo nella proptia branca, pc,· la emanazione dei provvedimenti di carattere generale. li Srg1·Mq.rio genomle élovtebbe axere ga1·en– zie assolute, affinchè la sua permanenza al posto non sia. 1irecaria e soggella ali.i fluttuazioni par– lament.u1:i com'è quella elci ministri. Egli non do: vnJbbe essere comunque allontanalo dal suo uf– ficio, se non su conforme parere del Consiglio di Stalo. Nell1, sua indipendenza dal Parlamento, nella sua ~labj lilà, sono difatti riposti i buoni frutti, ehc dal sistema possono raccogliersi. l membri delle Camere ,in tm c,rdinamenlo si– mile non avrebbero più ugio di influire, attra. ver\So il ministro, sugli organi dell'Amminist.ro.– zione per fuorviarne la régolare attività. E si raggiungerebbe l'altro non trascurabile .vantaggio una determinala cerchia di funzionari, professori di Università, magistrati ecc., e sopratutto norme chiare per l'àccerlamento delle responsabilità. Francesco De Gaetano. POSTILLA Il problema della riiorma dell'Amminiftrazio– ne è così complesso e - diciamolo pure - sco– nosciuto, nonostante il gran parlare che se ne fa di tanto in tanto, che i nostri lettori non $I de– vono meravigliare, se 1101continueremo ad occu– ttarcene_ ancora oer un po' di tempo senza ordine apparente, senza presentare metodicrunente le no– t.ro. Xoi vogliamo, l)ilr ora, met.tér.i in luce spe– li o.. oi vogliamo, per via, mct.lere in luce spe– cialmente la -complicazione e la difficoltà clet problema, OPJ>onendoci alla faciloneria, ·con cui le soluzioni vengono improvvisate da politicanti, da giorna!Lsti o da commi~sioni ufficia.li , il cui compilo, in fonct.o,non è altro se non quello di di– strarre l'atlenzion,:: del puhhlico dai centri veri del 1;roblema, dnrgli la illu,;ionc che unà rifor~na si stn 1i'reparando, arriv«re tutt'al più alla modi· ficazione di qualche rotellina secondaria di un ingranazgio, ma lasciare· l'ingranaggio malefico intatto sulle sue .basi fondamentali. •di avere itlla suprema direzione di ogni branca , amminisl raliva per,ona competente e per lunga _durala. Rirordiamo che, tra i più grandi inco~– venienli lamenlat.i sempre dagli scrill,ori di d·i– •itto amminist.rat.ivo, vi è la instabilità dei capi ~upremi dell'Amministrazione, e, salvo rare ec– cezioni, la, Joro abituale incompot.enza. Allo scopo, che ci proponiamo in quesla prima fase ciel nostro lavoro, servono anche, anzr so- 1>ralutlo, articoli come questo del nostro collabo– ra.t.o·re Franccsoo De Gaetano. In quest'arli_colo si devono distinguern tre grup– l}i 1i idee: a) q11_el le che tendono a, definire i limiti del. l'azione dei Ministri in una 'Amministrazione be· ne ordinala ; b) quelle che tendono a convincersi deJla ne– cessità. di ristabilì-re in tut.ti i ~1inist.eri i Segretari generali, che furono aboliti, se la memoria non c' inganna, nel 188~ · • Con la restaurazione del Segrelario generale, /> . connessa la soppressione del Sottosegretario di Slato. Nessuna neMs~ilà d'indole amministrativa è nemmeno parlamentare giustifica tale isllt.ozlo– ne, import.ata ir. Fr~ncia ed in· Italia, dall'Inghil terra, senza un esatto discernimento, mancando in Italia .la ragione che ne spiega l'esist.enza in In– ghilterra. Il· vero si è che 'i posti di sot.losegretari ,ervono ad accont.ent.are gli appetiti dei molti o– spiranti al Governo. Comunque, si addLvenga o no alla reslaurazio– ne dei Segretari generali con la c9nseguent.e abo– lizione dei Sotlosegrelari di•Stalo occorrerà sem– pre do.re una maggiore autonomia e maggiori garenzie al iOiretlori generali, per modo che essi non siano più strumenti pavidi in mano dei Mi– nistri, e per éssi di ogni camarilla parlamentare. Si è troppo parlalo e si parla della om;iipot.enza dei direttori generali da quanti non sono mai vis– s~ti in ambienti burocratici. Ma in questi am-' bienti l'ultimi'.> degli uscieri ,sa come anche il più autorevole dei Diret.tÒri generali è necessariamen– te li~io al Ministro. E non può accadere diversa- . mente; pecchè ogni direttore genenile sa che in base alle vigenti disposizioni, qualunque .:vlioislro può dargli, quando che sia, lo sgambetto. Quella, <jhe è onnipotent.e, è la burocrazia co– me complesso, la quale con la sua semplice fona d'inerzia, frutto della sua anormale costituzio– ne, pesa contro tut.t.i e sopra lutti. Nessuna paura quindi, se allo scopo di tronca– re ogni inframmettenza parla'.mentare, che, attra– verso iI Ministro, si fa sentire sul. Direttori ge,ne rali, oggi creature politiche, e per il tramite di es.si fino olla più umile ruot.a della macchina bu– rocratica, noi proponiamo un complesso di dispo sizioni nuove, che abbiano per fondamento e fine autonomia degli organi a~mlnistrat.jvi in genere e dei direttori generali in ispecie. A lai rine, mentre. occorrerà dettare u11a scrio dt norme precise, che regolino la competenza e le attribuzioni dei Direttori generali, dando maggior campo, che non avvenga oggi, ali!). esplicazione di attività personali, si dovranno stabilire mag– giori garenzie per il loro allonlanamento, statuen. do che ciò non possa avvenire se non su conforme P,arere del Consigli-O di talo. E occorrerà stabilire anche norme meno indelerminale e più rigoros~ d1 scelta; possibilmente il concors~ per titoli entro ,J e-) qtn,!1e che t.en~ n., a meglio detcrmin'are la posizione dei Oiret.tori generali. Cominciando da quest'ultimo punlo, noi siamo qua.si pienamente conco1•di col nostro colla.bora.lo– re,- anzi ,sollo un certo rispetto siamo ancora più radicali di lui. Cioè noi ,siamo convinti che uno dei guai, se non il guaio maggiore, della nostra Am– ministrazione è la incapaçit.a e la servilità di q11a– si tutti i nostri Direttori generali, i quali debbono 1a loro scelta ormai di rado a.Ila loro preparazione tecnica, ma quasi s·empi'e a intrighi politici e a gonfiature giornalis~iche, e anche se fossero uomi– ni di ingegno e di salda preparazione tecnìca, s1 trovere.bbero sempre in una posizione precaria esposti allè mit1accie dei Ministri, dei politicanti e dei giornalisti influenti, e qundi privi cli ogni libertà. d'azione nel loro ufficio giorna.liem. I Direttori generali, '1fatli 1 sono nominati e li– cen~1ali dal Consiglio dei Ministri, senza che il .Consiglio dei ,~1inistri abbia nessun vincolo che IL miti in alcun- modo la. sua libertà di scelta e di l~enziamen:o. ln queste condizioni, il sogno di un Dirett.orc generale è di crear.si 'tra i depulati. i senatori, i gior11alisti un gruppo di amici sicuri. • che lo difendano -all'occasione contro qua!Cbe col– po di testa di un Ministro. NeJla peggiore delle ipotesi, il Direttore generale cerca di cadere in J>iedi: essere mandato alla Corte dei Conti o al Consiglio di Stato: e anche per tenersi prol'llo questo iJ)aracadute, egli deve sentirsi appoggia.lo do. un certo numero di giornalisti e di politicanti influen1i. Cosl il Direttore ,generale è un po' il servitore di tut.li , })erch-è deve cercare di essere l'amico, di t.u.tli: è il servo del .Ministro in carica; è il servo cii t.utl.i .possibili Ministr\; ,è il servo di tult.i co– loro che possono difenderlo contro qualche prepo– tenza di qualunque possibile .lllinistro. E servilù, in questo paso, vuol dire: necessità di far conti– nui lavori a Tizio, a Caio, a Sempronio, e quindi demoralizzazione, arbitrio, disordine nell'Ammi– nistrazione. Dei Direttori generali, i peggiori sono quelli che vengono dàlla carriera burocratica dei ~n– nist.eri. Costoro sono la quint.essenza i:lella ciu– caggine quasi sempre, perchè non conoscono nul: .. la delle Amministrazioni provincia.li per non es– servi mai vis~uti: sono avvocati o ragionieri, che conoscono l'Amministrazione solamente come una "fabbrica di carlc stam1iate o manoscritte, che partono· da Roma e ritornano a Roma. E sono an– che la quintessenza della ervilità, sern])re: per essi la Direzione generale non ò tlie 1111 gradino et.ella. carriera: il trampolino per saltare final– mente al· desiato riposo dell,- Corte dei Conti o del Consiglio di Stato: e alle neces~ità di questa ultima promozione non c'è nulla che essi non sieno ;pronti sist.emalicamente a sac-rificare. Il nostro collaboralol'C, dunque, ho perfetta.men. te ragione quando affe11na che il primo passo per la ritorma dell'Amministrazione deve co1·· st.ere nel rendere capaci i Direttori generali di sistere alle pressioni parlamentari. Bisogna c oè assicurare ai Dii-et.lori generaJi una pos1z1one ta– le, che non si sentano 11iinacciati 1/a nessun dmt, 110 grave anche pel caso che debb<mo essere di– spensati dal servi:io. Cioè: l'ufficio di Direttore generale non deve essere un gradino della carriera. amministrativa; ma dev.e essere affidalo pro fempore, ad uomiui che sieno gid arrivati all'apice della carriera, e cho conservino il diritto a ritornare al loro ufficio. quand·o la loro opera di. Direttori genera.li non sia più gradila ad Consiglio dei .Ministri. I Direttori generali, in alt.re pa,role, dovrebbero essere coman<L{lti ava Direzione generale, e s<!elti in dele11ninale categorie di·all.i funzionwrl: consi– glieri· della Corte dei. Conti, consiglieri di Stato, professori d'Università., prefetti, magistrali degli ordini superiori, ecc. Quando si credesse di no– mina.re Direttore generale una persona del tutto e~tranea ali' Amministrazione, bisognerebbe nomL• naela prima ad un alt.o ufficio amministrali~~. per es. al ·Consiglio di Stato, e poi comandarla alla Direzione generale. Il giorno· in cuì il Di· ret.t.ore generale non si trovasse più d'acco~do .col Ministro, e desse 1è<limissionl o fosse dispen– sa.lo da.Il'ufficio, riprendere.bbe Il suo '!)OSlo nor· male: non correrebbe pericolo di essere messo sul. lastrleo. ' Se non si assicura, in queslo m 0 odo, 0 in altri modi analoghi, la indipendenza. materiale ai Di. rettori generali, sarebbe invano far leg.gi per di chiararli indipendenti : continuerebbero sempre ad essere, per necesei.là di pane, i servitori d\ tutti. Beninteso, che i Direttori generali, di cui ver– rebb_eassicurala cosi la posizione materiale e l'ln· dipendenza morale, dovrebbero essere responsa. -bili dell'andamento dçll'Amrninlst.1'8.Zione, non solo di fronte al Ministro, ma anche di fronte ai 'privati·, che avessero qualche affare con la, pu.b– blica Amministrazione e si sentissero d•mneggia– ti da questa per ~colpa o per dolo. I Ministri avrebbero modo di far esonerare, dal Consiglio– dei Ministri, quel Direttore generale in cui non avrebbero più fj,ducia. I citladini priva.ti dov.reb– bero <1,vere il dirillo di denunziare al ma.gistre,to ordinru-io o ad una speciale magistratura facil– mente accessibile, ogni atto dell'Amministrazione, che considerasse ingiusta.mente lesivo dei suoi in teressi : e iJl funzionario resp•onsabile del danno, o il Direttore generale, nel caso che la responsa- ' bilità risalisse a lui, povrebbe p~are le spese Jn caso di colpa, o andare in galera in caso di dolo. Sistemata cosi lit posizione dei Diretlori gene– rali, noi non crediamo che sare.bbe necessario me\ tere al Consiglio dei ~1inistri àlcun limite per la · scelta di èssi o per la dispensa da,! servizio. L'uf– ficio di Direttore generale è un ufficio di fiducia: o esiste 1':tocordo f'ra il Direttore gi)nerlte e il Mi– nis~ro, o uno dei due deve andar via- ed essere sostituiLo: e solo Il Consiglio dei Ministri può esse,,e compet.ent.e a decidere chi deve andar via, e come de.bba essere sostituito. Se si risolve coi critert che abbiamo finora Lra.-0eiati, il problema dei Direttori generali, noi non vediamo che bisogno ci sarebbe di ristabilire in' ciascun ':11inistero il· post.o di Segretario g;. ntra~: ~ • 1~asc1amo andare la solita condizione che il Se– gretario generale deve essere scello in base ai criteri della com~tenza e della capacità perso– nale. Questo si dice anche dei Direttori generali. • \ • .

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