L'Unità - anno VII - n.17 - 27 aprile 1918

L'l!,NffA Per la Marina Mercantile Mentre ancora è un'incognita il regime doga– nale del dopo guerra,, la <Jrunpn.gna dei vari in– teressi legati alle varie soluzioni si rende sem– pre più interessante. Le voci, che si odono più di Erequente, chiedono un aumento di protezione per le industrie. Notevole confugione regna, in– vece, sulle sorti della nostra marina mercantile: chi domanda una forte protezione, chi è propen– so per il regimQ di libertà,._chi vuole addirittura C'be lo Stato faccia. lui lo. marina. E l'opinione pu~lica, che di questioni marittime è, a dir ve– ro, poco p_ratica, si vede sballottata da una, parte all'altra, e non riesce a vederé <JUalesia effetti– vamente la. politica migliore, che possa da.rei la marina desiderata senza strozzare le altre for– me di attività e senza gravare soverchiamente sullo finan,.e dello Stato. Vediamo perciò se è possibile chiarire un po' i termini del prob1ema. Dicono le statistiche che il traffico marittimo italiano JSioompie in notevoli proporzioni sotto bandiera ostera. E le statistiche dicono il vero. Basto.va recarsi in uno dei grandi porti, prima dello. guorm., per vederè ~e-me fm ~ tan~ 1111.v'i, che scaricavano merci, quelle battenti bandiera italiana fo•!!Cropochine: - della qual "@sa molti si rammarica,vano. Donde la campagna per lo sviluppo della nostra marina, a cui ha dato po– derOJSOaiuto lo. crisi di tonnellaggio ne.vale ai– pendente dallr• guerra, dei sommergibili. Ma il problema della marina mercantile non consiste in n(;S~un moao nel ceree.re i mez1,i per do.rei la soddisfa1.ione patriottica il.i vedere i por– ti italiani frequentati solamentP da navi italiane. Il problC'ma vero consiste .nel determinare se, in rapporto alle altre forme di collocamento il.i ca– ritnli, l 'inil.trntrìa dell'armamento presenti van_– ta,ggi tnli da meritarP che in un modo ']Ualsiasi noi vi si faccia a!flsiire i nostri. capitali disponi– hili. incanalandoli oosl verso una forma <l'impie– go riti remunerativa che altre. Prescinaendo. perciò. ila altri eventuali vantaggi "dertvan'ti ilal. /'r,i.<ln>c11 rii 1111n forte mnrintt mercnnli1P, ('~i ste un limite a.U'nzione d'incoraggiamento nel confronto [ro il reddito dell'industria dello ar– mamento e quello delle altre industrie, che sie– no acoe,;sibili nello stesso periodo al capitale na– zionale. Al di lò. di q'ucsto limite ogni incorag– giamento ri<'scirébbe dannoso, perchè• provoche– rebbe un collocamento di capite.li antieconomico. C'iò sin pacifico per tutti coloro che non ragio– nano pitì come si usava al l.ompo di Cristoforo Colombo. Dove la paco svanisce, è nella valutazione di quegli euenlttali vantaggi. Perchè qui si esce dal campo tecnico-economico per enta-are in quello politico: cd e.lfom ogni criterio ogg tbivo di va– lutazione se ne va in fumo. Questi vr.,ntaggi infatti sarebbero: a) l~ certe1.za di averà disponibile, in caso di guerm, un tonnellaggio sufficiente per i biso– gni ciel Paese; b) la. soddisfazione di poter proclamare, per esempio, C'be l'Italia ha una ... bella flotta di na– Yi mercantili; e) la p~sibilità di eliminare i danni, che e.l– i& esport.azione dei prodotti arreca. la necessità di valersi della bandiera straniera; cl) ia diminuita esportazione dell'oro per i noli pngati a navi nazionali am.ichè a quello stra– niero; e) la posRibilità di alimentare l'industria. del- 1<' <'Ostruzioni no.vali dando cosi lavoro a molti « pornri operai :t; n l'aum<'nto della gente di mart>, e quindi il vont~gio che ne deriverebbe alla marina da guerra. :Eio conglobato in questa liiania tutt-0 quello, o Bi o che ha o potrebbe avere un valore effettivo, con quello, che non ne ha affatto o con quello che ha un valore molto problematico, - perohè è con quest'ordine (se cosi si può chiamare una serie di voci disparate, cbe non ha nessun ordi– ne) che nella mente di molti si presentano i van– taggi dell'esistenza di una grande marina mer– cantile. Ma butti questi argomenti banno un ca– rattere comune: escono dal campo tecnico-000- nomico per entra.re in quello politico, in cu.i ogni criterio obbiettivo di valutazione va in fumo, e tutto si riduce a sentimenti personali, che va– riano da uno all'altro individuo. Per es. i vantaggi a) ed f) relativi alla guerra avranno valore diverso a seconda ohe si creda o no alla possibilità ohe al ptesente conflitto suc– ceda un lungo periodo di pace. Se si crede a una nuova guerra a breve scadenza, una marina mer– c.'1ntile nazionale diventa necessario., se si crede nnohe che in questa guerra. si rimarrà neutrali o nemici di tutto il mondo senza aiuto di' nes– sun n.\leato; e allora è giusto che una sufficiente marina. nazionale sia ottenuta, o 'lualunque .costo. Se itiveoo, come $omtra p)µ \'agiooovo1e pensa– re, l'ùmanità vorrà, stai,sene p~ qualche tempo in race dopo questo inaudito salasso, allora la necessità guerresca di avere unr, grande marina , na1.ionale sparisce, e la sua, esistenza o meno ci lascia. da questo punto di vislia, indill'erenti. Sorvolando sulla soadisfazione estetica e pla– tonica di sapere il proprio paese proprieliario lii « tante belle navi>, fermiamoci ·un pochino sul vantaggio e): eliminazione dei danni causati alla, nostra psportazione dalla rnru-ina, straniera. Que– sto potrehbe essere in verità un vantaggio con– siderevole, se non fosse vero che 111 cosi detta ~orvitt'i alla, marina straniera poteva essere un osta-0010 alle nostre esportazioni verso determi– no.ti mercati solo nel caso in cui il servizio di ~ueste linee era fattio esclusivamente eia navi <;troniere. n guaio è che la cosi detta servitù' al– la marina ~traniera 'si maniiestava aiicli'e su quel– le linee, su cui navi italiane e navi strnnie~e era– no in ('Oncorrenza. Perchè questo? l'erchè molti nostri industriali preferivano 3i spedire le loro merci con 111- bandiera ootera ittizichè con quella nnzionn.le rial moment() eh, trn1'/711(1nn nella 11f!l'Ì· an:ione estera vantagai di tariffa o un sen:icin più rapido e piti corretto che rnlle nn,vi italiane. E - notato il caso birbone I - la cosi detta ser– vitù di questo genero si mnni[estava più frequen– temente proprio quando la na,,e italiana era ad– detta nd una. linea sovvenzionata.I E per colmo di obbroh,io, il produttore che esportava in que– sti casi le stw merci colla no.ve estera, protesta– va se voi gli dichiaravate <Jhc era servo della ,bandiera estera: egli rispondeva che della bandiera estera si serviva lui liberamente per– chè non vole,·a servire alla bandiera itqJiane.1 Se questa era la situa.zione, quale infl\).~dza po~va <'Set'Cito.re su di essa il fatto ~,e-," !'t.(il'ltotnt~ liani avessero posseduto una quan~ ,se.i più grande di navi? Non è chiaro, di;,~~ a falli, come questi, che non si tratta di l \umenta.re la quantità delle navi, ma di correggere diletti·. di sistemi. e deficienze di uomini? Nel ce.so , 1ll- . vece, in cui una linea di navigazione sia mono– rolizzata da navi non italia.bc , allora il proble– ma cambia aspetto, e si presen~ nei seguenti termini. Vor alimentare una linea nazionale x occorre una sovvenzione y. Vale la pena di affrontare annualmente la spesa y per tiare ineremenfo a. quelle industrie nazionali, che utilizzere~ ~boro.la linea a? Ed ecco che in questo caso 1l d1batttto ecooomioo si sposta su un terreno in oui la ma– rina non c'entra piò, perchè si parla delle indu– ~trie e con della nave: il cosfo della. nave non è cbo uno degli elementi della protezione che si vuol dare alle industrie di cui si tre.Ua. 89 Non mi [ermo sun'argornento cl) dell'oro, per– chè si tratta di im errore meroantilistico ormai sorpa.ssato: è solo desolante che si debbano an– cora. sentire dei ragionamenti - se cosi si pos– Rono ehin.mare - di questo genere I Passiamo, invece, ali 'argomento e): opportu– nità di favorire l'industria delle costruzioni na– yal i. Hiservandom i di svilu pparc in altro ru·tico– lo i rapporti fra industri:1 dell'urm\:unento e quel– la delle costruzioni navali, qui mi limito ad ac– cennare che fra le due industrie non esisto nes– sun legame di sorto., come è dimostrato dall'e– sperienza fatta anche da noi e che dovrebbe es– sere decisiva. Un paese può o.vere una marina scadentissima, con cantieri navali fiorenti, per– chè questi venderebbero le m~vi da essi costruite a capitalisti stranieri; viceversa si può avere unii marina ottima, acquistata nei cantieri esteri, avendo in casa cantieri relativamente poco atti– vi, com'è il caso delln, Grecia. L'Italia potrebbe avere cantieri capaci di costruire migliaia di na– vi, destinate a battere le bandiere dei loro pro– prietari - che potrebbero benissimo osaero tutti esquimesi; e potrebbe essere ricchissim11,di navi padrona di tutto il comme:i,cio mediterraneo, ma costruite tutte a Boston o a Najavailc;_ L'indu– stria delle oostruzioni naYnli è- industria a sè. eh<!può esistere indipendentemente dalla osisten– za o meno di una mm~na nazionale, e deve ri– spondere a criteri di vantaggio economico o di tornaconto politico. E' chiaro. dunque che il <'riterio che deve gui– darci nella, sbluzionc del D()jStToprQblema delln marina mercantile non può ossere che quello pu– ramente e semplicemente economico. Perciò sarebbe questo un affare, che riguardo. robbe solament.e i prit>ati, se nd impedire ln na– tmale affluenza dei capitali verso l'industria dei trasportt marittimi non agissero sopratutto quel. le continue richieste di prote1.ione, che, secondo eh, le [a, hanno lo scopo di rafforzare l'organi– smo vlt.Cillante della marina mercantile. In fondo, quando i nostri protezionisti ci veni– vano n dimostrare la nccessit1 de)la protezioue al traffico marittimo nazione.le, lavoravano per de– primere ogni fiducia nella possibilità di sviluppo e di sucesso de.lle nostre industrie marittime: chi chiede la protezione, deve cantaro miserie continuamente, -deve ~porre a nudo tutte le de– bolc1.ze, tutti i rischi della sua. industria, perchè ()SÌ soltanto può oitenere le misuro protettive. E il pubblico, diffidente, trova nella, concessa protezione una conferma ufiicialP di tutti i pe– ricoli, anche immaginari, che gli sono stati scio– rinati· sotto gli occhi e motte i -suoi capitali in oltre industrie I La famosa fra.so : « In mnro non oi sono taverne» vale non solo per i na vigà.nti che· rioobiano la vita, ma, anch~ per coloro ·che debbono rischiaro i Toro ca,pitnli. E dinanzi alla sopravruutazionc dei rischi, non c'è stato fìnora utile sufficiente per allettare il capita.lista, a cui il pericolo di un naufragio, alfo scoperto di n"-"icuraaione., Wl :r.jOOl'SO forte dei .pali f-<lZ' '1'111· sil(t,f1,'~mJizioni 'irel merc&to, In modificazione del,r, norine protettive, ecr. ccr., lolt;ono il quie– to vi'>ere. \Gl'inoorti, i dubbi:ooi, si allontanl)– '"ano dal mercato, mentre gli armatori, ottenuti i premi, i compensi, lo sovven1.ioni, 'le li di– gerivano tranquilli, mandnndo in giro le )oro vec– chie ·carcasse I D'oppio delitto, perchè s'impone. va al Paese un sala.c.,wannuale di ve.rie él.iecine di milioni, e nello steRso tempo gli Ai vietava di avere una marina pari e.i nostri bisogni. Purtroppo in Italia abbiamo l'o,hitudine di oc– curm'Ci del probloma marittimo sole.mente quan– do intorno a-0 esso scoppia quolcho scandalo, e aApettiamo che ne venga fuori dc-1fango. Chi non ricorda la famosa battaglie. parlamento.re del 1909-1911 sulle convenzioni marittime? J più ignoravano quello che significa,sso sovvenziono o marin11,libera, quale importanza avesse la velo. C'ità in mm data linea, <' quale danno' arrecasse nl traffico la pretesa dell 'on. X di una fermat&

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