L'Unità - anno VII - n.10 - 9 marzo 1918

L'UNITÀ Le idee di FrancescoSupilo t • ' .. .. l nostri tettori' non avranno forre dimenticato la 11olemica, a. cui dovemmo sobbarcarci ne!!a p1•j. · ma·vera passata per difendere Francesco S·upilo, uno dei con'dottieri de.I movimento jugoslavo anli• austriaco, dalla calunnia, di oriaine. austriaca e messà in circolazione dai fanatici del m·unic-lpa, !-ismo irredentista, che eati' fosse un1.1 spia delc l''(_lustria. Qµando .assmneinmo le !lite.se di quel– l'uomo, noi non avevamo di lui nessuna cono- • scen~a personale: sapevamo di lui solamente cio che ne avevamo letto, da ai,cuni a71:ni in qua, in Ìib1·i e giornali. Ma· una genti!e signora, amica comune dell'esule croa.lo _e del difensore italiano, ebbe cura di inviare al Sup,ilo i m,:nierj de!!;Uni– tà, in .cui si parlava di lui; e cominciò così fra Sa. p-ilo e_ noi, sempre intermediaria /(I,_ comune µ, mica, mi.a corrispondenza, ~he la morte di Supi_lo t,a. troncata. Stalc·ia·mo da q·uel carte/,gio, ricchis– simo di notfaie storiche e biografiche, _qlcuni frammenti, che hanno maggiore interesse di at– tuat-ittl prati.ca, 'lasciandon!l. i11.tatta la forma in• · · lilbertà, di-ritto,. giustizia e •pace. Ma per conse– guiJ•e meglio questo scopo ognuno dovrà fare un po' di sforzo peJ rinunzirure e saorificaire certi pre– giudi_zii, certi latenti istinti, più o meno « prus– 'siani », che ancor!). C\ restano. E non credo una ~\osa Lrop1po difficile ·,::on. tanto appoggi</ della democrazia mondiale, fra la quale 1:italiana si aemw ed efficace. - (g. s:)." - • · ' trova al post.o d'onore. 14 maggio 1917. Oggi foi-se non 1,siste un uomo ;Jolilico, non fra i ciroati soli, ma forse fra tutti i' slavi della Mo– narchia' austro-ungarica, più odiato, calunniato; temuto e perseguitato di me. Tutte le calunnie, esse,re io: 1) agente serbo; 2) ag•ert.e ma'giarn; 3j agente italiano; 4) persino a.gente austriaco, tutte queste calunnie, compresa l'ultima, hanno la stes ~a fonte: aust,riaca ufficio,sa, oppure per mezzo dei suoi notoTii agenti. E_perchè questo contr9 un uomo solo? Perché ·essi sanno molto 'bene essere io stato quello che ha otlj!nulo la ri"vofuzione·spiri– tuale e ipolitica nel popolo ~rnato, .finora u,na do• cile pecora auslriaca, la più docile ai suoi ordini. . 3 maggio 1917 Quale m~lioì"e e più sio1.1,1·0 mezzo per scacciare la.•perfida avang,,uardia dell'Iinpe.Tialismo mon– diale pangermanico dalla sua 1 p.1•ima~-più 1mpor. lane port.a ciel " Drang nach Osten », che è I' A– qriatico e la ,penisola balcanica norùocddentale? A, questa domanda la natui'a stessa rispon· de. Facendo una buor.a e giusta fusione del popolo jugoslavo, che aibita lì (slO'Yeni,croati e se!lbi), ch0 par.la una lingua,,ohe in g,rande maggioranza VUO, le e• inoca questa fusione; liber.'l>tlo, unirlo insie– me colla Senbi-a, organizz~lo e dargli-mezzi B P\J~tbìliLà. di difesa sua e degli ·altri. D'!).ltra par. te, redimere e liberare it popolo italiano soh.iavo · Vedendo il clericalismo, servo umilissimo dell'Au– stria, ho portato la lotta anticlerioaJe dalle nclm: lose sfere clogmatiohe e filosofi:ihe, alle evidènze pratiohe c\elle necessità nazionale. Se uno si di– letta a sottig! ia.re ne-lle finezze sopranaturali, que– sto lo. si' lai.scia, che il popolo non ci ·ha da veder~ niente; ma se uno è venuto dal popolo e ha ;orag-. gio di dire a lui: lontano dai clericali cond'otti da vesGOvie gesuiii, sruwi.di Vienna, che sono i >più grandi nemfci della tua emancipazione;· e se tro– va la gioventù ,rnova, che in qnesto lo appoggia, questo ·-~ta un combattente pericoloso, ohe l' A,ustrià nel popolo ciecamente [l'l:lele e clericale non era disposta a ·tollerai-e. Decine d'a,nni· ho all'Aust,i"ia e u~Lr!o all'ltaia. Questi due ~ru~i, .provato - cli perfidie inenarrabili, e se sapesse so-' s_ulle porte del~oriente _e sulle sponde deU.Adna-, lamente quanto mi hanno fatto- soffri-re per mezzo uco, .aggmstat1 a basi democrat1che e hberah, dell'a madre, povera donna che io adoravo e e.ha , dovrelxbero .formw1,e u·na a!Jean1;a, ne.11a,quaJ.e IJigott,a all'eccesso, era com'[)letamente nelle loro dcv.ranno essere incluse le recipro~he garanzie per meglio adempiere gli scopi comuni. Inoltre, avendo noi, j-ugosiavi, ohi più, chi meno, ID!l-tut-. Li ·un po', bisogno di essere illumir,at.i eia una grancl,e e bella coltura già faUa - 'quale campo pe,: interes~i culburali, econoinici, e anche. politici e militari, per l'Italia, oome potenza di redenzio– ne e non di nuovi guai, come n&zione-che ta,nto va e combina alla nostra natu1,a meridionale! E se ri uscLremo a· concordare' una cosll, simile e pre– scn tarla ai grandi allfa ti de-1mondo civile, qual~ democra.zia.,osetà opporsi .a questo? Ecco in poche_ pai'ole la mai-~ria del modesto mio lavoro, che faccio, guardando, come è na.tu – ra,le, di salvare !!-'vantitutto l'i-nteg,rità e l'esisten· za de_l popolo croato, preferibilmente a tutte le altre combinazioni, nella unione e _(usione Jugo. ,,ava coi nostri frat.ell'Ì dt sangue e lingua serbi, _e poi nell'alleanza coll'Italia per la comune difesa mani. Io ero avversario degl'itallani (nemico mail), ma vonei vedere quanti'italiani, specialmente. <la noi. possono dire che non erano, non a,vversari. ma nemici dei crot1,ti. Da noi non uno certo. · Ora, nell.'inleresse comune, bisogna gua,rdare le cose sotto gli aspetti nuovi. L'Ità.lia non é più al– la mercé della Germania e della sua serva Au– st,ria. L'Italia si trova in n:Jova ·società, nelfa. quale la, sua democrazia la desiderava sempre. Noi do.tlibamo avere il coraggio e la prudenza di · ' -non esager~re .. Ma l'Italia deve guardare alla nuo– va siluazione con occhi liberati dagli occhiali te– deschi. E io sono sic1u·o che, allora, noi ci tr.ove– remo. E ·noi e voi dimenticheremo le lotte del pas– salo, come gli altri hanno dimenticato fachoda, Dògger Banck, Tunisi, ecc., e_ora stanno -dirhen– licando e pe-rdonando a))e mi:m9i-ie dei ·wash\ng- cont,i·o il nemico comunè. solido lavorn. L'unica cosa, deli!l- q,uale; per dirle f.rancamen- !on e _F,ranklin... Se c'è lrnona volontà, si farà un te, temo, assai temo, si è che, .$e le cose non si fanno in tempo necessario e bene, anche dopo la vittoria, della qaule ora nessuno non du!bita più, le cose per noi pot.rebjiero passare anclle altri– menti, res~rundo il pangermanismo, ~nche vinto, un fa(tore troppo p1·eoccupante pel' l'Eui·opa, e l'Austria, troppo scaltra, infida e ingrata, com~ sempre, per non teI)tare di a,w·rofittarne. Credo di avermi spiegato abbastanza. Ch-iude con ,un episodio, ·che per me ha valo1·e morti.le -e etico più che l'evangelo. Ho letto nel giornali i,nglesi c-he, quando il Presidente P9in– curé diede la decorazione cli guerra a.I vostro'!lis– solati, ministr·o democrn1ico,_ veslitq_ da sergente d.egli alpini, e gli disse: " Al soldato italiano », Bissolati rispose: " Non sono nè soldato italiano, nè soldato fr/;\ncese; sono soldato dell'Entente! ». Nessuno, a parer mio, in t,ulta questa lotta, non ha ipeglio e in ipiù b<revesintetizzato quel grande, quell'immenso ideale, per il quale tutto il mondo corre a dare vit.e, averi e tutto per la liberazione universale, ~er un mondo nuovo, migliore, di 17 maggio 1917. Tutta la mia aziono, è èontro la salvazione·del- 1'Austria. Per consegui.re ql\esto scopo più soli– damente e sicuramente non vedo nient.e dl me– glio che un'intesa. lunga, forte, profonda fra gli unici possessori nazionali dell'Adriatico: gli ita– iia.ni e noi slavi, a base nazionale e democ.ratica. Altrimenti, non so come andrà. · ' Le maggicranze nazionali, g~netiche, storkhe, r.!Yislenti, ipalpa.bili, compaitç e continuiìte ita– liane a voi; le slave 110110 stesso ordine a noi. &_e, c'è bisogno• d'un ponticino, che è slavo, per cdn– gi1maere queste maggioranze, o di una oasi, che ~ italiana,. per non rovina.rie, su questo .5i deve passrure sopra. Nella alleanza con noi l'Italia d<l'Vreb'bea.~·ere il posto pe-r la sua cultw·a, i prodotti dell'indu• stPia,' come nelle questioni militari il posto della Hlleata. e nazione più !)referita. Le minoTan,;ie, ç,he ,•imarranno nell'uno e nelt'aJLro campo, dovreb– bero ave!'e una ipolilica di reciprocità, con dlve1·s1 rispetti e riguardi verso elementi di una nazione ino 47 grande, civile e con una posizione nel mon"do, a,1 cj:uaJenoi non possiamo mai sperare. Queste s0010 cose eticamebte giuste, e.·buone, e fanno ,~buon -s;i;ngue ». A ;patto però che tra noi deve essere e- sclusa ogni tentazione di denazionalizzamento a vicenda . Così salveressimo la situazione. Crede che ne ,:arrebbe la ,pena? O crede che l'Italia potrebbe, caso- mai, sostituire 'J' Au8tria nelle r ,ost.re parti? Io, ved.e, ho tanta fede nella vostr!l- d.emoora.zi11., che escludo la minima possibilità di questi tenta– tivi ...... bollatiani. Non so se mi spiego. · 25 maggio 1917. · Io ho fede nella vostra democrazia, e quella de– "" a.vere la forza del suo coraggio morale. L'Eu– Tdpa tutta deve essere esclusa dagli espe-rlmenti coloniali è simili. Spero anche che· il funerale fat· lo alla politica. del -Santo Sinodo porterà nuovi orientamentr"nel mondo slavo-ortodosso. Dispostis– simo a seguire questa via, che è anohe la via della mie più care e più calde convinzioni. ·Perchè g;li tnerg-umeni vogliono assolutarqentb uccidere ogni germe di queste disposizioni?· Per– ché 1iortarci a gradi di disperazione1 Siamo lì da! settimo secolo. Mlbiamo annienta- . lo, noi Croati, noi soli, _aGrobnieko Polje i Mon– goli, che trionfanti, sconfitti i .Magiari, mll,rcial'a– no verso l'Italia-. Abbiamo arrestato iutte le in– vasioni tu,·çhe, le quali tentarono per quattro– cento anni di sfondare Ja Croazia per piom– bare suJ.Je ricchezze venete! Questo si dimentica._ ·M-ai•TU:rohierano 1501 anni a Budaipest, erano sot– to V\enna, in Polonia; ma l'Italia fu salva, e . Venezia sopre.tutto, perché mai poterono sfondal'e la Oroazia, mai i Turchi videro ZagaJm.at · L' Ati.sbria, vipera, ha sfruttat,i la: soldaitescs. croata in Italia (nel 1849), dandoJe comando o crurta ,bianca di t.are quello ohe vuole. Io von-e, mi si trovi al mondo un'altra soldatesca, la quale resÌ!>Lerebbea simili ordini. Sappiamo ,butto quello che le· soldatesche europee fecero in Cina 17 anni fa e senza ordini, anzi contro gl!,ordini. Ma quando ·1a soldatesca croata sotto ·gli ordini del i'laynau, ubbriacata cH /vino e sangue, fa~eva tJ·emare la Brescia per la sua e1rnica resistenza, · nello stesso tempo languivano nelle carceri o era– no uccisi e. perseguitati I migliori nostri uomini, che tentarono redimere· !I popolo. E in Italia è rimasto !' od.io contro il croato, " - la sgualddna, che lo màndò, diventò alleata 1)0,t' tre decenni. Senza la mura viva del oroato, In 400 anni di lotte diventato ·bestia soldatesca, dovti sarebbe stata la Venezia? E meritan; quei cento ubbriaconi di croati d.el Haynau, che a Brescia, a q11anto ho potuto sapere, ~i dimentica,yano fino a· getta.re i bambini dai letti, meritano ta,nta popola ,·ità da addossa.re una cosi hrutta memoria 1,11 lutta una na.ziol)e?· Gli è pe.r questo che io ammiro il coraggio mo- 1 raie dei migliori spiriti italiani, e - alleati ~ 9.m,lei,o.:, vversa.ri come ieri - la ·mia rfconosce.n– rn sarà sempre viva~ grande ~erso la migliore parte ,lei vostro genfale popolo. 10 giugno 1917. Io ammetto delle compensazioni a quell!, che ci aiulerat1no a redimerci e unLrci, e che dovranno essere domani nostri alleati e amici, o per amor11 -o iprr necessità, contro il nemie0 comune e più torte, che ci sta alle spalle. Sono diverse qanlere di combinare quesio" ~n– za 1u ·ta.re -i legittimi diritti nazionali e democ1:n– lici di entrambi. Il principio dt1t ·« confini mi:llta– ri » e dei " confini strategie-i » porta via la q11e· stione dal camt)O democ.ratico e liJbe.rale,e la por– ta nella casel'ma del milit!i,rismo. lo ammetto tutta la grav-ità della cattiva posi- 7ione stl'at,egica clell·rtalia davanti un sospettoso e infido vicino (quantunque alleato!), d1,1evotte più . grande dell'Italia, e più ohe due volte più fo.rt.e, più agg1rnrrilo, iphì vicino, e meglio p,reparato, con 111Jospalle, carpe vero alleato, la più pos– sente potenza mili tare che la storia de~ mondo conosca. 1'ulto questo è giusto, sehben·e 0ggi le nuove scoperte sui mezzi cU dist1:uzione ir. guerra hanno ratto sor·montabili molto difficoltli. di natura, che prima erano Oilacoli e armi tel'ribili Ecco che

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