L'Unità - anno VII - n.10 - 9 marzo 1918

52 . frr, e dallà bocca delfo ~tesso nemico, ciò che si– ' ;;111fll'he1·,•bh<'1111a1,ostra sc·1111fitla. , ' Dall'opuS<·olo citato l'isulta u11 altrn fallo a,~a, sii,;nificalivo: rfte la p11l'r <ii tru11.rn: io11e ,, l'P- - .,,iin/a ruicltr dai t,,c/r.\/·f,i. In questa ,critil l' IL p,ù <'hi-0,ra di111ostr,i-1,ione délla i1,fa111iu di coloni ('i,c diffonclon" tra le masse la \'OCC che sw l'lntr ~" a 110n \'Olei' transi_grrc. Agostino Lanzi!lo. L'Avanti, Trotzki '\ e il Grappa Dopu che Trotzki tii è rifiutato di soltomcltel'si d I l,11011grado alle volontà del Go\'el'llO tc<le~co, I' ,\vonti! gli ha ritirala tutta la sua prot.ezione. E i proclami del Go, cn,o massimalista per lt\ <lifco~adella « !latria socialista ,, contl'O " l'impe– rialismo degli Junker e dei co,pitalist.i. t.ed.eschi "· sono relegali in quarta pagina, senza comrnonli, ,·omo un qualunque discorso di Lloyd George o di Pichon. ì\e1mche dopo che Trotzki si è ollomes o uJla volot,t à. tedesca, Serrali gli J1a perdonalo: <1 ucllu sottomissione non a\1-0va più il cu rattcro della ~po11tancilil, era la ,5<>llomissione della PCC!ll';l al collcllo ciel macellai<}, ora nuova causa di odio - 11cl c.uoro di ogni persona di onore - coi.1,ro il t:o,crno tedesco e contro quei socialisti ledoschi, d1e si sono resi co111plici del loro Governo. E l'odio non sta bene, se è diretto co1,tro la Genna- 1d,,. .IJ solo odio, che Serrali considera lcgilti1110 e raccomandabile, è quello contro l'Inghilterra, la Francia, l'America, l'ltalia. ,\nzi la slcssa nuova aggl'Ossioi,c doi tedescl1i ,·oot1:o la nussiu 111assimalista è una colpa non ta11to del Governo tedesco, quanto dei Governi ,toll'l.nlcsa. Proprio cosll Leggete por Cl'eclcl'0 1'11 van/i del 25 fe,bliraio 1918. E imparerete cho lo t,1·uv1.>-0 lede che avaniano in Estonia II po,· di– fendere e salvare l' /,:ttropa dal dilagare del bol– scevismo ": a dir lo vero, gl'lmperi centrali " non l,;111110 ricevulo un ir,carico simile dalle altre Po lenze "• cioè dall'Inghilterra, dalla Francia, dal– .l'Italia: ma q.uesto non vuol dire: la Germania u si lusinga tli :.vere, se nor, l'appoggio, almeno la neutralità benevola doi suoi odierni nemici »; dunque, addosso a questi odierni nemici della <~cl'rnnnia! Così lt1lle le ,·ic conduco1;0 a Berlino. Se i mas· ~inrnlisti fanno la pace, \'ivano i massimalisti che lasciano i tede chi liberi di venire contro l'occi– dente. Se i massimaliol,i rifiutano la: pace e la Ge,maaia li assale, ritardando l'assalto in· occi– <fontc, la colpa è dell'Intesa, in cui ci sono elci g1:.u1)t>i sociali che vedono con maggiore spavento il mussimalismo che la. vittoria tedesca, e perciò concedono bcr.e\'ola neutralità ai tedeschi. Se gli eserciti dell'Intesa fossero stati in gi·aclo di assa– lire i· tedeschi mentre questi sono impegnali con- • I1·0 i massimalisti russi, l'Avanli inviterebbe i solùitli clcll'lntesa a scappai·e gridar.do vina /'in- 1,·nwoionale. E lo scopo è sempre lo stesso: ac· <·usare di tutti i delilti l'Intesa,- clisc;·cditarla mo– ralmente di fronte agli operai e ai soldati, e pre– pt1rn rc la vittoria della Germania. C'è. della gente, che al11ibuisce q11est11tattica all'oro dei tcleschi. ~la è fare troppo credilo \ ,i<~a intclli.ge1,za di quei poveri diavoli che sono '-•ompliccmente dei fanatici, come Trotz,ki e come Lenin. Data la base dei loro ragionamenti - la pace ad ogni costo, e possibilmente la pace con In tlisfotta per fare 1>iù incilmente la rivolnzior,e so-. ci,de, e con1pra1·c i polli n sei soldi - cinta quella httsf.''.la loro ,nionc è perfellame11te logica: 110, ·c.hè s, disfino gli_ e ercili dell'Iatesa; essi hanno bi– sogno che la Germania continui sempre a tl'ior.– f11rc. E' gente, che possiamo odiare: ma non ah– biamo il diritto di disprezzarla. ()u_el!i eh: dobbiamo disprezzare, sono i polili– cant, 111tell1genli; quelJ·i che pro_clama,;o: « An– che per noi la patria è sul Grappa », e restano nello ~esso partito <lei Lenin e dei Serrnlil 1n BianG L'UNITÀ lntcncliamoci bene. '.\oi r,on rim1>r0\criamo a questi sii;nori di essere contra1·1 nllu g11crr11, •Ii e<-scr,i 1-iliutati prima a partcci1>arc alla rum– Jl.1,;llt< tli p1·upaganda per l'intcr\'enlo ùell'ltali,, e di rifiutarsi ad ogni azione posi ti ,a oggi per .-affol'7.urc la resiste1,za del pa~se. Con1Jscian10 bene le angoscio di 11110 ;celta rrn la gue1·1·n e la pace: abbiamo pc,nto a suo tempo, nella 110 tra coscienza, lutti gli argòmenti, ehe 1>0- tevano consigliare un demol'rntic·o a l'ima1,c1·e fermo al progrnmma della pace: ricono ciamo il pe~o rnlicli~simo di parecchi cli q11cgli a•·!\"omenti, sebbene il lleSO di tulti gli altl'i urgt'llH'llli J)CI' la ~uerrn ~ia stato e sia semprP per noi infinila,nen– tc 111a.ggiore. E rispettiamo la opi1,ione cli coloro, nella cui cosciènza l'ideale assoluto della pace ha . p1·eval~o su ogni altra considcntzione. E pur :\\'endo \'Olulo la _guerra, ci sentiamo moralmente sempre a sai più vicini a certi 1mcifisli sinceri e i11trn11,i1,1enti,ehc o. certi guc,Taioli malfattori, coi quali per necessità di cose siamo co lrettl n 111a1-ria1·e gomito a gomito. Diremo, anzi, qualcosa di più. a,-ebbe ;,mio tutt'altro che un male, se in E11rop1Lil Pnrtito , oci,dista llnliuno avesse t.en11tu nltn ht httncliera della soliduriet:\ prolctarin inlel'llllZÌOllHIC e della protesta ~istc1111,tìca cor,t,·o la gu1'1Ta; e che in Italia paese in cui non c'è l'abi111dinc di rinw ner,• l'Ornggiosamente fermi alle 1>rop1·io idee - nn grnppu polftko ave se dato esempio di tenacia, , •li intrn\1>igcnza, cli fedeltà -incròllnbile al suo vecchio ideale Il mtùc non e stato nel paciflsn10; no. li male ;, staio net 111el0tlo, con c.ui la pl'Olcsta l'Ontro la guc1Ta è slula ccl è condotl11 pc,· porhèc1,a d'iJ,_ gegno e pc1· aridità di cuore. li male è stato nel [)ei·vcrlimcnto inlellelluale e mor,ale 'in oui i so– cialisti ufficiali sono degenerati n ''P<>Coa poco per llVerr dissociata sistematicamente, in tutta t,1 loro vropnganda, la idea della pace dalla idea lii yittsli;ia, . ·, lh11lno faUo di tull'erba un faRc10 fl'a i governi clic htÌn provocata la guerl'a, e colo1·0 che h,u; dovuto clifcncle1'!'i immedialamenic, o 111·emunii'sl conll'O offese faitul'e oramai indubitabili. Hanno coperto di beffa ogni lavoro di propaganda, diretto a i1,troclul'rc nel programma di pace dell'Intesa la maggiol' quantità possibile cli giustizia per l'a,·· ,·cnirc. Si sono aslenu!i sistematicamente da· ogni ,lavoro per preparare il_ popolo italiano ad osigere rlol IH'Oprio governo, in compenso dei propri sa- . t·,•ifici e in premio· della villoria, ur.a nuova po– litica estera. qual'è necessaria alla pace ciel mondo. Questo lnvoro potevano farlo senza nessun bi· sogno <li di.chiarai·si favol'e\'oli alla guerra: pote– vano sempre dichiara.re: - noi la, guor11a la dete– stiamo o riteniamo colpevoli t.utli coloro che In fai.no : ma già che c'è, vol'l'emmo che almeno p1·0- d uces~e questi e {111estirisultati. E non c'era neàn– che 'bisogno ohe avessero fiducia che i governi conclucesse1·0 la guei-ra. a quei l'ÌS111lali. Potevano scmp1·e dire: - i governi sono tutti canaglie, e 1r. questo caso la. loro canaglie1•ia con~lsterebbc nel n_ 0 _,!l cercare di ottenere tla tanto sarriflzio di vite e di ricchezza questi e que ti risnltarl: r primo fl'a i l'i ullali, assicura1·c aJl'llàlia l'unità nazionale senza pregiudizio dei diritti 'llltnii. E Oinrclt,' la guerra c'en1, esigere rial rn·op,·io pàr– t,to che, pur non approvar,dola, non IH sabotasse. :'Ila assumendo qu~ta pos1z101oe !'on. cx Filifll)o Turati e i suoi compagni Umievano di essere e·.pulsi come tanti altri, che a,·evano com– . messa la colpa cli pal'!ecipare alle. opere di assi– stenza per la guena: leme1•(mo cli non esse,·e rieletti ,deputali! E questo è quanto. ,E jl peggio è che non ,sono neanche di quei morti di fame, che hanno bisogno di essere deputali per gua– dagnare le seimila lire all'anno e togliersi le g!'inze dalla pancia. lwrebbero da vivere senza le seimila lire . .Ma non possono vivere s:inza la ,•anità di e$sere deputatil -~~-~- ............... ~~~- I.e mosche non si prendono con l'aceto; i tede– ·schi non si prendono col miele. Il libertario- n~zionalista Lilforo Tancredi ,·111,cggiu, q11a11tlu a[/erniu ~11 la J>er~everan:a che il sotto-l'l'lllO primo della guernt soslenc,·a la nun italianità di Tr1es1e li • criva 1ni1·e sui diritti ... geologici ,lcll'Jtalia i11 Dul111nzia: e noi gli saremo grati, t·o111'1' nostrn dovere, del solla1.zo che ri a vnì co~i 111·()(·111·1ttn. ~la non inventi folli ir,csi~lenti. So , 11ole cono– -cere qualcuno, che pl'ima della gut•r,·a cc soslc· llC\'.a la 11011 italianità di Trieste li lo ,·orchi, <·11su mai, fra gli in\'entori cli qucllu funN,tn poliliC'a a1lrialica, di cui il libertario-nazioi.ulista Libero Tancredi è diYenuto anche lui lancit1 spezzata. g. s. == Gertff.lt rupon.uibflt: ERN&l!TO FuTONl OFFICINA POLIGRAFICA ItALIANA.-– OOMA - Via della Guardiola, N. 2i - ROM.A Banca Italiana s– ~ · ~ di Sconto SOCIETÀ ANONIMA Cap. Sociale E. (80,000.000 Vt.rs. L. 115.ooo.ooo Riserva L. i.000.000 Sede Sociale e Direzione Centrale in Roma ABBIATEGRASSO - ACQUI ADRIA ALESSANDRIA - ANCONA - AQUILA ASTI - BIELLA - BOLOONA - BUSTO AR– SIZIO - CANTU' - CARATE BRIANZA - CASERTA - CATANIA - CHIERI - ooa. GIOLA - COMO - CREMONA -- CUNEO EMPOLI - ERBA INOINO - FERRARA FIRENZE - FOGGIA - FORMIA - GALLA- RATE NARA GENOVA - LEGNANO - Ll!NDI• LIVORNO - MANTOVA - MAIIA SUPERIORE - MEDA - MELEGNANO - MESSINA .,- -MILANO - MONZA - MORTA– RA - NAPOL1 - NOCERA INFERIORI! 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