L'Unità - anno VII - n.8 - 23 febbraio 1918

• raramente ; . il passaggio inverso si è risolto spesso in un pvovvedimento disclipinare di puni– zione dando luogo perciò ad una maggiore - de– pressione virtuale degl'impiegati provinciali. Questa superiorità h~ finito a poco a poco col togli.ere qualsiasi autonomia ~gli uffici diparli– mentali, i quali devono seguire assolutamente la falsariga di regolamenti che diventan.S sempre i,iù peckinli, m'inu.ziosi ed ingombranti. E come se i regolrunenti non bastassero, tutti i giorni c;è nna vera pioggia di circolari che clapprima erano per– fettamente inutili, mentre oggi sono diventate as– soh1tamente necessa,1,ie, lperch'è d,a un ato negli uffici dipartimentali si è quasi perduta l'abit,u– \iine di esaminare i casi che si presentano e stu: diare quale soluzione convenga adottrursi, dall'al– tro è cosi forte la paura delle lavate di testa per quel caso umano di errore• che 1mò ve,ifÌcairsi una volta su 100, ohe piuttosto che fare 1a r'a.tica di <ri'!ilettere e studiare; si preferisce fa1·e il que– sito al Ministern. Ed al Ministero devono perciò essere convinti che negli uffici provinciali c'è del– la gente che non è buona a nulla e che v,uolc' sempre la « pappa {.atta,.", e che se11~a i signori · dell'amministrazione centrale i servizi pubblici in Italia andrebber-0 a finire chi sa dove! , Da questa convinzione alla diffidenza il-'passo è brevissimo, e perciò 1 per rpaura che un' ufficio di– partimentale si permetta cli agire cli sua inizia– ti-va, ecco istituita una serie infi.nita. e mini1ziosa cli controUi pe1: mezzo di 'P'I'OspeÙi, relazioni, e– lenchi, statistiche e non so che altro, eh.e jn de– JlniLiva 'hanno un solo risultato: sciupa,re una immensa quantità di cart:1 e rendere semp.Jice– mente nominale tutto il controllo perchè manca il tem1io di ccintrol!a~·e quanto an-iva al · Mini- ,. .&tero. E IQ,entre· i ,Ministeri non tengono mai• con: to di quanto, per le soluzioni di ])roblemi di. ~n– rattere · generale, viene suggerito . nella stam1ia ,quotidiana e periodica cla ,pe-rsone 'che hanno la -cultura sufficiente per 'dare alle soluzioni p.ropo– ste quel carattere di serietà che dovrebbe senza altro farle J)'l'endere in considet·azione, mentre questo accade, non• è così qua'ndo in un giornn.Je per scopi non sempre disinteressati, si atta.oca l'opera di. un funzionario' dipartimentale 11 concetto dei rapportt fra le due amminis1J'a' zioni si è andato poco a: pocb svisando: alJa cen– tra:Je Ja propria, iunzione non si concepisce al di là di quello che è controllo stupido ed esasperan– te delta ,[)'rovinoiale ; - in questa la funz;ione di org,ano intelligentemente esecutivo, sì è mutata in quel1la ·di ol'g,ano meccanicamente esecuti<vo. Là gururd8Jlo alle pro,'1noe cosi come un sig,norot• to mediovale guardava i suoi vassalli che volesse– ro 1ibellarsi alla sua signoria; qua guardano al centro cane àl cane mastino che alla lprima mos .sa fai a debba saltarvi addosso e dilaniarvi. La guerra L UNITÀ Mentre le due ,branche dell'amministrazione do \ vrebbero intendersi e completarsi, esse sono ne- ;niche e si allontanano sempre pi(, l'una· dall'al– tra. Al centro si ordina e si teme di non esse.re ob– bec1Ùi, alla perifer-la si rice\'Ono gli ordini e si è spesso tental,i di d~sobbedll·e. E si noli che q;uèst.o aocade alla periferia non per il gusto sl:1.1pido deila disobbedienza, ma pernhè tan– te vo>J te gli ordini emanati non hanno nè testa nè .·coda. Colpa ,li un sistema che atrofizzando gh occhi dell'amministraz;ionel provinciale doveva yendere cieQa del tulio quella centrale. Come può i-endcr· si conto q;uest'ultirna del va,lorè di una disposi z.ione di ]egge o~ei veri h1·teressi di 111u1 regione del Paese, se non si cura cli leggere quello che la '1rnbli'lica opinione dicé .in prop-0sito, e se i suoi Ol'gani dtpartimenlalf h:111110 perduto la fa,coltà e l'abit11dine di studia.re l'ambiente? L'Abignente ha-visto trl'lio c;iò quando con frasi incis•ve di:ce (,pag. 100): · « La de'])ressione viJl'tua– « le degl'irr~egat_i cenll;ali nuoce· in dirotto e in fatto. In diritto, perché !a vitalità periferica « del!' amm inistn·a,. ,io.nc pubblica affluisce neoessa– « i-hunente al centro e si fonde con essa,, con de– « gradazioni cli competenza. che variano nel cali\– « p-0 cH azio11e, non nellla loro inLlma natura:· !a « sepm·azione deg,li orgaJ.1.t contradice lperta,nto « a!le, unic.itil. della mateniÌI. .amministrativa. In ,., fa~to, perchè l'esperienza direttiva si conquisi.a « .,i. contatto cou la pratfra anal~tica; e la separa-· « ,lime a,rti:ficiosa fra -chi è •a contatto con la pra– " tioa analitica e ohi a questa pratica -imprime le « d-irettive è un assurdov», E l'assurdo p11rtroppo è diventato il sistema, ed il sistema va sempl'e più cleg,encrnnclo' e cont.inue– rà a· rlegenerare fino a c1uando non si saTà proY– veduto per a,IJolire l'assurdq. Perrhè mentre· J'am– minislrn.zione centrale si va· sempre più allonta– nando dalla giusta valutazione dei veri interes– si del Paese, opvunio pe•r difello di or·gani di v.,\– lut.a.zione, le disposizioni emanate sono ~e1npre più in conflitto con lo reo.llà é non solo riesco170 dairnose, ma finiscono con l'aggrnyare il conflitto t•ra centro e rpe1<iieria,perchè q:uest'ultima, premu– ta dagli onlini elci centro e dn Ila p,rcssione lo– cale, finisce con Io sclegn,'1.rsi e rlisiniercssarsi cli tutto e di tutti. Noi intendiamo togliere a,lle nostre ,parole qua– lunque asprezza nef 1~ua.rdi dei responsaJbili del- 1'attuale stato di cose; ma nel. sup1remo interesse · clel P.aese invochi-amo dei J}rovvedimenti che re, sUtuiscano àll'a,-,ione dello Stato quel v-alore che è assolv.tamente necessario perchè esii.a risponda a,i fini dai qua1i è sug,gerita. E guesti provvedi, men hl devono conoretarsi ii: una 1 pa~'-01a: DE– CENTR.AiMENTO, nei limiti e r.elÌa ,poJi,ata che in seguito vedremo. sottomarina (180 f11GHE CENSURNL1E). ( A. Per ù1111 · na.::ione importa 1iiù essere i1idipen– tl.e11/e che ricca. i _",damo Smith . . 1anco • 39 Chi volle la gu~rra ? Il p~or. Pascruali, 'insegnante di lett&abura gre– ca all 'lsti lmlo d"i studi superiori di Fienze, era libero docente ali 'Uni versi.là d.i Goltinga dUT&.Ilte il semestre invernale, nO!Vern'bre-ma.rzo 1912-1913. Pa,ima della fine del semestre, cioè nei primi mesi ciel 1913,. fu comunricata anche a lui, come lil;ero docente, una circolare, la quale invita.va. tutti i liberi docenti a dichiarare ;i.I Curator, cioè al commissario governatiivo dell'Università, QiUBle lingua fossero Ìll grado di parlare come iqtèl'J)'i·eti in Cflso dt g11.erra. E' questa una delle infinite prove, e non la me no oa1·atteristica, cl1~ la -Germ=ia preipa;rava la guerra fino da questo momento. • A c·onferma della \nformazione, che 81b'biam<> 1•accolta eia! prof. PaiS(fllali, possiamo aggiunger– n . un'altra, ohe dobbiamò al cont..3 Edmondo di Ro'.bHant. Sugli ulti~ cli·novembre del 1912, il Robila.m andò in Gei·mania ad asS'istere a un matrimonio di una su:1 parente. Jnte1weune alla cerimonia un al!J:o parente e ufficiale a.ust.riaco. E partecipò aJla festa Ìmnzia1e anche l 'Imrper-ato>re Guglielmo. 11 quale notando la presenza clell'nfficiale italian,, e clell'uffie.iale aust,Jiaco, se h fece presenta<re, e li invitò a brinda.Te alla vittoria delle armi allea· 'k nella prima guenra, che sarebbe sco-ppiata tra l'A't,stria e /,a Serbia. Propi:io in quei giorni gli on. Giolitti. e di San Giuliano rinnovarono Ja Triplice. I DOCUMENTI da cui awebbe dovuto risultarn che Lenin e, Trotzky sono venduti alla Germania sono, dun– que, falsi. Ma anche, anzi sopratutto, se fossero stati aut.enhlci, sarebbe stato un g,ra,ve sproposito pulfulicarli, p1'<1prionel momento in cui i massi- . mal1sU ~•ussi la rompevano con la Germani.a. Se il ,Govern-0 francese facesse una inchiesta snlla tonte, da cui a.1~·i,varono i documenti · aJ Petit .Journal, troyernbbe probalbilmente che quella fon te è tedesca! E la p111Jblicazione imprucLe11te ciel giornale fran– cese climosbra che i Govèrni dell'Intesa mancan.> clt ogni metodo nella question~ russa, come in 010.lte altre (fuesiioni, e vanno avanli alla del'i.v;:1. Peo: es., la· l)nce t<Jdesca coll'l,/J,raina, e Ja, cM– sione frutta dalla Gei-mania all'Ukraina di ur. ncizo di terJ·itorio polacco, mentre ha suscit\l,to L1na enornne indignazione in -butti i polacohi, ed ha s1,into finanche i polacchi dell'Austri,a a pas, sare all'opposizione, associandosi agli Czechi .; 3:g,IiJugoslav,i, questo gr\11de avvenimento non è st.at.o ancora osservato 'iloagli uomini di governo dell'Intesa. Non una pawola hanno· detto ancora per afferma re che non ri,conoscono,' per quel ohe riguarda. la P,oloilla, il n·uovo brs.ttato, che preu– dono sotto Ja loro p1·ot,ezione la Polonia e inten– dono che sia ,·icostitudta nella sua integrità. Ne pa,rlera.nno fra sei mesi, !Tli.a11do i Polacchi. ' clisgaslati e scoraggiati dal loro silenzio, sairanno diventati tutti tedescÒ[ili. All'Universi.tà di·Lond.ra per l'al,bivo int.ervento dell',ambasçìato1·e italia– no. marchese Impe1iali, è stato nominato '!)l'Ofes– so~·e /cl i 'letterntttra. itailiana il nor, mai abba– tanza lodato Antonio Cippico. Questo signove, ohe scrive l'itiaJiano come lo s011i vevano gli accademici. del tempo del Padre Cesari, e che non ha nessun titolo scienlifìco serto JJ01' occupare una ca,btedlra di cos:i grande respon– sabilità per la coltma italiana e per la coltura i.nglcs~, ha, in compenso, ;igli ocrbi clell"on, Son– nino il 1'nerito cli essere uno cli quei n~io~alisti frenetici, che hanno fatt.o in Inghilterra la cam– pagna per, la" conquista integrale tlell'Aclriatico, cont.,·o gli 'lavi. - (OENSU~A). •

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