L'Unità - anno VII - n.7 - 16 febbraio 1918

34 " sun dubbio che questo mezzo meraviglioso ci " troverebbe lulll conse11zienti "·· E rispo11ùe, naluralme11te, in ser,so negativo! Il quadro completo L'argomento, su cui si poggia la risposta, è semplicissirnò cc L'accordo coi jugo-slavi - do– " manda la Stampa - contiene in &è tale forza " milila1·0, diplomatica, 1JOlilica, tale potenza di " ideali da sconvolgere l11 breve spazio d, ,empo " il ,,emico austriaco e dare la viltorid a noi o la cc ])ace al mondo? Nella guerra 1:uropea bono im• " pegnali, milione più, milione meno, 2~ m111oni " di combattenti: un pug110 eroico d, uomu1i, sia " pure volalo al sacritìc,o completo, non polreb· cc be mutarne l'esi,o. Gli slavi dell'Austria, com– " pressi da una disciplina di ferro, che impedi· " sce loro ogni più lieve mut.amenlo: lutti i gio• cc vani e gli uom,ni sollo le armi; i p,u !orli man· cc dati a far~i ammazzare sollo le trincee nemi· cc che o nelle imprese 1>iùarrischiate; i più gene: cc rosi gementi nelle carceri o 1>er.zolanlt da una " forca; i propulsori del movimento lonluni, e im·. " 'POtonti perciò di esercitare quell'errtcacia cho cc in periodo di pace e in regime di libertà cer• cc lomento potrebbero. t; codesti propulsori non " ancora accordatisi con i! Governo 1• con i! JJO· " polo italiano sui (lni precisi e sulla forma del• " La ouern, che Si dovreh/1ero imprendere in co· u mtLlte. ln queste condizioni non è un'illusio1,e cc credere o far credere cho il semplice accordo " con la Jugo-Slavia - che, ripetiamo, noi au• " gurinmo con tutta l'anima - possa essere la cc leva potentissima cd irresistibile dello smem• cc bramcnlo dell'Austria•? Lasciamo ai nost,•i lel· " tori, agli uomini politici, a chiunque abbia una u visione realistica della situazione il r1bpondcre " a questa domanda "· La Stc,mpa, insomma, sarebbe disposta ad ac• cettare l'accordo italo-slavo, purchè lo rosse ga• ranlito pe,• mano di nolaro che no,, np[)enn çon• eluso questo accordo, l'Austria-Ungheria si sfa· scerà.I Ma il problema,• se si vuole discutere in buona fede, non deve essere collocalo su queste basi. li problema cli risolvere è diverso assai. E si può formulare nel modo seguenl<,: l'accordo L'UNITÀ italo-slavo - che, se fosse slolo conchiuso nell'au· ltlllllO·ill\erno 19U·1915, avrebbe impedito al· l'.\uslria di concentrare· contro di noi dul mag· gio 1915 in poi le sue truppe cron te, slovene, bo· sniache e dalmate, e ci avrebbe consentila finora. unu. condotta diplomatica e militare ben di\er· sa e migliore . - quell'accordo non può dare corlame11le oggi tutti i frnlli che potevamo spe· rare quuttro anni or sono; forse non produrril. nelle trup[)e slave dell'Austria lutti quegli effetti di. .... caporellismo, che il senatore Frussali ri• tiene possibili solamente nelle truppe italiane, e di cui i socialisti alleali del ,;cnatore Frassali si rallegrano e si sforzar.o di [)ro,·ocaro gli scoppi; for,;e verrebbe tro<ppo tardi per l)rovoc,nc lo sia· celo dell'Austria. Non siamo dei fanaliçi, e dobbiamo riconoscere ,che in questo cc dominio degrimponderabili" sarebbe ridicola ogni previ– sione categorica, ma, nella pey,1iore delle ipo– tesi, questa tattica aum•nt~rebbe le dif{lcoltd i,iteme dell'At1stria, sen:" 1111111,ntare di una sola le nostre difficoltà; è una carta, elle noi pos· siamo giuocare senza non nostro danno. Perchè dobbiamo evitare di giocarla'? E poièhè le pretese dell'Italia. sulla Dalmazia sor,o la ransa fonda· mentale, per cui non è possibile un"intesa cordia· le fra noi gli slavi; e poichè questo territorio, salvo una .sola città Zara è a1it.ala dal fY7 per conto di slavi, e salvo quak-he isola roranct,, rup• 11.-esenlerebbe 11er noi, non u11a forza, ma debo· lezza milil.Ure; perchè non ci decidiamo ad ab– bandonare un programma, <li cui '\uslria ap· ptofltfa per lanciare' co'tit?o 'di noi le site lruppe slave, e che ci ha resi sospetti e antipatiri a tul· le le persone oneste e generose d~lla:. Francia, dell'America, dell'Inghilterra? Questo è il problema. E in questa ro,ma la St1,mpa evita accuralamentr di affrontarlo. :\la dopo avere confutalo l'accordo fra noi e gli sia· vi, adopera la mancanza di questo accordo come argomento per disperare che sia possibile una lolla più intensa fra gli slavi r l'Anstrinl L'Unità. Le condizioni della pace , germanica Un documento Il Re d'Inghilterra ha dello alla Camera dei Comuni: " [ negoziali che la Russia ha intra· " preso col nemico non hanr.o sen ilo che a di· cc mostrare che Je ambizioni che provocarono que• " sta malaugurata guerra proseguono ancora "· Queste parole non mellono sollanto in luce la illusione dei massimalisti che hanno preso per mor,eta a pieno titolo la dichiarazione tedesca della pace senza annessioni e senza indennità; ma confessa.no che anche i Governi della I.r.tesa. han• no credulo possibile che, col prolungarsi della guerra, la Germania avrebbe comincialo a ridur· re le primitive pretese: E, invero, molti han seguito le trattative di Bresl·Lllowsk ar,che da questo punto di visto: - Se laGermania, essi dicevano, farà una. pace senza annessioni e indennità sul confine ol"iontale, do· ve il nemico è militarmente distrutto, a più forte ragione farà Ja giusta pace sul confine occiden· tale E mentre era in corso l'esperimento di Brest· Lilowsk, il Presider..le Wilson e Llord George, con i loro recenti discorsi, hanno voluto rare il loro esperimento diretto, per sondare e constatare propositi reali della Germania. E sial .:\la occorrono forse esperimenti per capire che il Governo tedesco non modificherà mai, (lno aL momento deLLa disfatta militare, il programma della guerra conquistatrice, che è nel medesimo tempo il programma del dominio della C116lamili· lare in Germania. e della Germania. militarista nel mondo? Il J(aiser è entrato in ·gueri-a col •programma della Più Grande Germania, che è oramai nolo al mondo e che avrebbe dovuto essere realizzalo in questa guerra, se molli errori politico-morali e parecchie scor..tltle militari non glielo avessero impedito, almeno finora. Epperò la Germania è disposta a ridurre il pri• mit.ivo programma, pur di concludere una pace immediata. :\la quale sia il programma minimo o ridotto non si sa ufficialmente. E si capisce; poi· chè, data la mentalità militare, <\ intuitivo, 0 1an o senza bisogno di sondaggi e di esperimenti, che esso varia giorno per giorno, dipendendo sol· tanto dalle quotidian'e vicende della guerra. ::.1a è pure intuitivo che, per quanto la Geçmania ri· duca il programma della sua pace; esso deve sem· pre comprendere conquiste di territori altrui e deve contenere tali condizioni, da permetterle di riprendere, a scadenza più o meno lunga, la guerra 'Per la integrale realizzazione del suo pro· gramma di dominio mondiale. E questa è la ragione per cui la Germania ha parlalo e parla di pace, ma a nessuno è mai riu· scito di farle precisare ufficialmente le condizioni mfnimc della sua pace. Se non .che, ad onta del siler,zio ·ufficiale, noi oggi possediamo un. documento-bafe, lche rap· presenta il programma minimo della pace ger· manica, quale (u enuncialo dn.l Cancelliere Belh– manr.. Uollweg all'Ambasciatore degli Stati Uniti, nel momento in cui più era intenso il desiderio della Germania di far la pace e quando BeUrmann !Iollweg - che dai militaristi era già libellalo per liberale e anlimper\aiista - si faceva la inve· rosimile illusione di otleneré la mediazione del Presidente \\'ilson! Ecco il dialogo interceduto trn. il Cancelliere e . l'Ambasciatore. Traduciamo dal libro del si• gnor Gerard: , « Sino da quando, egli scrive, il Cancelliere parlo di pace per la prima volta, io chiesi a lui ~ ad altri, quali fossero le condizioni di [jace della Germania. Ma non riuscii mai ad ottene– re da alcuno che mi fossero io qualche modo precisate, e in parecchie occasioni in cui chie i al Cancelliere se la Germania fosse disposta a ritirarsi dal Belgio, sempre mi rispose: - « Si, rpa con garanzie ». Finalmente, nel gennaio 1917, mentre parla· va ancora una volta di pace, gli domandai: - « Quali sono queste condizioni di pace alle " quali alludete costantemente? Mi permettete "di farvi alr.une domande sulle specifiche con- " dizioni di pace? Anzitutto, sono disposti i te· " deschi a ritirar i dal Belgio'/ ». li Cancelliere ri pose: - " ì, ma con ga· " ranz1e! "· lo dissi: - " Quali sono qu I.e garanzie? "· Ed egli: - " Noi dobbiamo se è po ibile, "avere i forti di Liegi e di Namur, come pure " altri forti e guarnigioni in lutto il Belgio. Le u linee ferroviarie debbono venire in nostro " possesso, e allreltanto si dica dei forU e di « altre vie di comunicazione. 1 on sarà consen– " lito ai Belgi di tenere un esercito; ma si de– " ve consentire a noi di mantenere nel Belgio « un esercito numeroso. oi dovremo anche a– " vere il controllo commerciale del paese "· Hi posi : - " Non vedo che lasciate molto "ai Belgi, eccetto che He Alberto avrà diritto " di risiedere a Bruxelles con una guardia di !' onore "· .,.. E il Cancelliere: - " Noi non possiamo per– " mettere che il Belgio sia un po lo avanzato ." della Gran Bretagna contro di noi "· - Ed io: - u uppqngo, che, d'altra parte, la .'' Gran Bretagna non desideri che il Belgio di– " venti un post.o avanzalo della Germania, spe· « cie dopo che Von Tirpitz ha detto che si do· " vera conservare la co t.a fiamminga per mu0- " ver guerra alla Gran Bretagna ed al!' An1è· "rica "· Io cont.inuai : - " E per quanto riguarda il .'' Nord della Francia? "· - « Noi siamo disposti ad abbandonare il "Nord della Francia, ma vi dev'essere una ret· " tifica di frontiera "· "E per la Humenia? "· - " Lasceremo fare alla Bulgaria ». - « E per la Serbia? "· - u Si potrà permettere l'esistenza di una u Serbia molto piccola, ma è una questione che u riguarda l' Au tria. L'Austria dev'essere an· 1" che libera di far~ ciò che crede rispetto al– " l'Italia. E noi dobbiamo ottenere indennità ," da tutte le nazioni e la restituzione di tutte u le nostre navi e di tutte le nostre colonie "· « Naturalmente, la frase rettifica di frontie– !' ra è una espressione educata che sostituisce "ma equivale alla parola annessione » (1). ll lettore è pregato di notare che la baso te· desca. irriducibile delle trattative di Bre t Li· lowsk è stata appunto la relti(lca sostan:iale del confine orientale. Forse alla flr.e del 1916 la do· manda della Germania sarebbe stata più mode· rn.ta , in confcrmità della dive•·sa situazione mili– tare di allora. Il lettore, sopratutto il lettore italiano, è pre– galo di no!are che nei discorsi Uertiing e Czernin la sorte dell'Italia è abbandonata alJa discrezione e al buon volere dell'.Auslria., precisa.mento come era dello nel programma di Belhmann IIollweg, co:n la differenza che, dopo il disastro russo-ro· meno e la sventura· nazionale di Caporcllo, il buon volere dell'Imperatore Carlo ~ salilo di prezzo. E' curioso di notare, lra 1>arentesi, che la Ger– mania durante la gue1Ta continua a cor,siderare e~ trattare l'Italia, rispello all'Austria, esalta– menle come l'ha considerata e trattata durante 30 anni di amicizia e di alleru,za: una dipen· der,za diretta dell'Austria e indiretta della Ger– mania! Gerarchia feudale! E noi di rimando con• sideriamo l'Austria una dipendenza della Germa– nia e facciamo la guerra all!Austria col fine su– periore di concorrere, •insieme con gli alleati, al deflr,itivo schiacciamento della prepotenza mili– tare della Germania.. Di fronte ai documentaji immut.a.bili propositi dominatori del nostro nemico dobbiamo stringere le file, per tendere con tutte le energie alla " vil· loria militare "• evitar.do cli dividerci con dibat- (1) James W. GPrard: "My Four Years in Ger– nany "········ (Ha.rder and Sloughlon, 1917), pagi• ne 26.'>-266.

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