L'Unità - anno VII - n.7 - 16 febbraio 1918

.. \ 36 volo di navi. E contro questo danno non c'è sem– bra, rlmc,dio. Però l'ingorgo dd traffico nei porU non deriva soltanto da ciò, o dalla mancanza di vagoni. 8posso dipendo anche daali" usi dei la. voratori dei porti, fra i quali oggi i semplici ma– nol'ali guadagnano in un giorno quanto prima della guerra guadagnavano in ,una settimana. Quando non si scaric,i, pitì carbono pe1·chè tira troppo vonto, o non si fa. zavorra pcrchè piovig– gina, o Ri ossNvano tutte lo fesi.e comandate o non comandato, e il Governo paga, paga sem; pro - « il Lt•rco pnga », è un proverbio levan– tino, cho va bene anche in 1ta.1.ia ! - quando in. somma, la nave che nspettn è un gran bel po– doro eia sfruttare quanto piò sta in porto, che mcrnviglia so i trasporti mni·ittimi sono lenti? Se a tutto ciò si aggiunge l'indifferenza o la cocciutaggine di corte autoritll portuarie - inse– gni il caso di quel piroscafo petroliere, che conti– nuò pnreçchi giorni a bruciare sotto gli occhi del– la cittadinnnza genovese, mentre la stampa cit– tadina .. era rigorosnment<- censurata in propo– sito: - se si nggi11H,ono gli nltrili e le incertezze fra fo molto commissioni militari o non militari rwremo il quadro completo. L'imboscamento del'. lo nrwi, cli cui si dll. colpa ag-li nrm&tori lucranti sull'inn.oe1•bimento elci noli. dipende in gran par. te da uno s!;ato di fatto cho non a -quelli si può imputare. TI colpo finale, poi, alla buona utilir.zazione del mntorialo lo dhnno i cosl detti « registri di olassificnr.ione ». Una nave qualµnque non può J)l\Ttiro, so ,non si trova in dato condi,ioni di ar– mamento. QueRta restrir.ionr vn/ bene in t.empi normali. Ma i regolnmCT1ti che fnrono fotti in tempo cli pnce o por la pncr, continunno ad esi– i::ere •ohe lo nnvi pn-rtnno Rr<mnrein ordine per– fdto. S0'117.f\ tenor ronto drll 'attunlr lun!!"hissimf\ clurntf\, drllo rinnrMioni in bnl'ino. e dclln con venir,nza ovidont-R di pnssnro SO]"lra.n qunlcbe ammoooatnrn o n.varin, ohr non com]")romct,ta la Ririìrcr.7.f\df\lla nave. Finchè qnrsti crit-<'rir<'l?"<>l~rn.nno o meglio sro. r:!Olrmn'nolt'uso del /navi<:!lio. noi non sri-remo mn.i n, 0\1on ]")\into drll'ntt,1inl~ ]"lroblemn, mnrit. timo. •' A. LE DUE CORRENTI in Germania A'bbiamo, dunque, in Gemania una ripresa ol– rcn§iva della corrente pangermanista. Oggi essa •~ più padrona clell'Impero ohe Jo stesso Impera.– turo. L'affare Valentini è la prova più ·caratteri– stica del suo predominio . Van Valentini era il capo d1ll ga:binetto civili, del J{aiser. Gug.lielmo ha dovuto- licenziare H suo collaboratore, st1·ettamente legalq alla sua perso– na, perchè i pangermanis1i avevano per lui un ,oclio cosi deciso come per Betihmann, accusato ,u mocleratis.mo . « Valentini avrebbe dowto sparire ,; contcmtporaneamente a Bethmann-Hollweg. Co– « me quest'ultimo, egli errava sul carattere, le ,, origini, la durata della gnerra. Egll sperava che « sarebbe ben presto terminata, e che i ma.Un– « tesi che esistevano ira la Germania e l'InghiJ. « terra si sareb'bero dissipati. L'idea essenziale « defia sua politica era che non bisognava colplre « a fondo l'Inghilterra ». Cosi si esprime la -pangermanista Taglische Rundschn.u, ,che oggiunge: « Al momento della " battaglia dello Skager-Ral{ Von Valentini di– " chiarò che era un avvenimento grave, in un mo– " .mento in cui si poteva sperare una riconcilia- " zìone con l'Inghilterra ». · Von Valonlini J1a ceduto il posto ad un Von Berg, che dà tutte le garanzie ai pangermanisti. !Le idee « moderato » del luglio 1917, rappre– sentate dalla famosa manifestazione del Reich– stag, sono dunque sommerse. E i generali aumen– tano il ·loro orgoglio. « Di nuovo le a,rmi hanno trionfato - afferma. « il ministro della .guera von Stein - : noi e 1 « nostri alleati o~ curpio.mo il Belgio. delle ricche « pi·ovincie francesi, la. Serbia, il 'Montenegro, una « parte della Romania e dell'Italia. Quando i , « nostri nemici riconosceraI\)"lo che non ci possono ib io a Gino -Bianco L'UNITÀ « scncciat·e da quesLi territori, 1,i dichiareranno u vinti n. 11 discorso ciel conte He1thing, letto nel suo testo originale, e spogliato dalle apparenze dei giuochi di parole, non è che una nuova nffe1ma zione dei pangermanisti. ~lenire i discorsi cli Lloy(i George e di \Vilson erano orientati \'erso In pace. quello di Hertling è orientato interamente verso In guerra: minaccia gli nJleati di accrescere o.n cara le esigenie tedes~he, li tr.'.lttn eia vinti, eso.ltA il « genio» ciel comando tedesco, e conclude, anche ora, « la villoria sarà nostra». - L'Alsazia-Lare· 11a?Le terre iJTedente dell'AU3iria? La pncillcolio– nr dei Balcani? ... ~lai. - Le garnnzie necessarie ai popoli armeni e aiabi? on se ne fa niente, in ! asc, olla inlegrit.à dell'Impero Ottomano. - La Polo uia? ... _E' cosa che Germania e Austria spiccie:·an– no con i polacchi. - li Belgio? Non se ne parla, finchè gli alleati non rinunciano alle rivendica– zioni nazionali. - Le regioni invase? Costituì scono « un p,·ezioso oggetto di scambio ». Quante> alle condizioni di pace votate dal Reichslag nel luglio 1917: « le formule, sono sempre troppo cor– te ». DeJle 1noposle ratte ai massimalisti: « Noi « non siamo più legati di fronte all'Intesa eia al– " cuna delle proposte 'tli pace gencrnlc che la de– " legazione russa ci o.vevn soii<Yposte». Wil ·on accorda la libertà dei mori? Heriling domanda che gli inglesi abbandonino Gibilterra, MtLlta, AdP[l, le isole Falkland. €11NSlJRIA. (_ Que-sto, fl,d ogni modo, è sicuro: ohe solo una tenace resistenza nostra può crea.re in Germania lo condiz.ioni lavoro ·oli a una grande crisi demo• cratica. E ,·ice,·er,n una· nosu·n disfatta con oli– clerebbe per sempre in Germania il regime pan· gei·manist.n: a,-rcmmo in Europa una solidis:lima Germania, 1nilitn1mente organizzatn, intorno a cui , irn<.'Chierebbe una funga in cli piccoli stntc– H•lli dominali economicamente e militarme.ntt dallo tato egemoniro, e di,fnlli intellettuahnent.e e moro.lmonte dalla pi·opagnnclo. antinazionale, eh~ i socialisti tedeschi nJimenterebbero, coll'aiuto del loro governo, fra i popoli vinti. Allora quelli fra i socialisti ulficinli itnli:1ni, che hanno conse~valo ~entimento di onore e lume d'intelligenza altrn– Ycrso il trnviam nto di questi ultjmi anni, si pen– tirebbero di averd aiutato con In inerzia. o addi– rittura con l'azione positiva il i.rionfo del miliìa– ·rismo tedesco, e se ne vergognerebbero .. \la nJ loro delitto, non si sarebbe più rimedio. F. A. 1 Gerente rtspon.!<l~tl•: EIINISTO FuroN1 OFFICINA POLIGRAFICA ITALIANA. Banca Italiana $ $ ·$ di Sconto SOCIETÀ ANONIMA Cap. Sociale E. l80.000.000 Vers, L. 115.ooo.ooo \ Riserva L. 4.000.000 Sede Sociale e Direzione Centrale I in Roma ABBIATEGRASSO - ACQUI - ADRIA ALESSANDRIA - ANCONA - AQUILA . ASTI - BIELLA - BOLOGN.A - BUSTO AR– SIZIO - CANTU' - CARl,TE BRIANZA - CASERTA - CATANIA - CHIERI - COQ. GIOLA - COM.O - CREMIONA -- CUNEO EMPOLI - ERBA INCINtO - FERRARA FIRENZE - FOGGIA - FORMIA - GALLA- RATE NARA GENOVA - LEGNANO -,- LENDI– LIVORNO - MANTOVA - MASSA SUPERIORE - MEDA - MELEGNANO ·_ MESSINA - MILANO - MONZA - MORTA– RA - NAP.OLI - NOCERA INFERIORE .,.. NOVI LIGURE - PALERMO - PIACENZA - PIETRASANTA - PINEROLO - PISA _ PI– STOIA - PONTEDERA - PRATO - RE.0010 CALABRIA - RHO - ROMA - ROVIGO - SALERNO - SAMPIERDARENA - SANREMO - SARONNO - SCHIO - SEREGNO - SPE– ZIA - TORINO - VARESE - VENEZIA _ VERCELLI - VEhONA _. VICENZA - VI– GEVANO. PAR_IGI Tutte le operazioni di Banca Rappresentante esclusiva per l' Italia della LONDON PROVINCIAL & SOUTH WESTERN BANCK Ltd di Londra.

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