L'Unità - anno VI - n.45 - 8 novembre 1917

tutti i manuali cli economia,• e il pTof. Einaudi avrnbbe aspettato ora a impara:rlol Ma ~n mille occasion:i egli lo ha dichiarato, e basti per tutte il superbo. saggio jntitolato Logica protezionista pubblicato nella « Riforma so.ciale » del dicembre 1913 (V. le pagine 830 e segg:). Ora/ .Ma il 11rofessor Arias, che è uno studioso cN storia economica - sebbe~1e non dimostri di saper fedelmente ripTodurre i doemnenti, quando traduce in·« molti» l' « alcuni 11ochi » cli Einau– di, o quando trasforma in convincimenti nuovi le opin'ioni ognora professate dall'Einaudi.- 1l ,pro– fessore Arias potrà rare una scoperta che Tinfor– zerà in lui, spero, la stima par gli economisU. Unn eccEYlione protezio,nistica, ispirata proprio dallo amor dà pati-ia si trova in nell'opera stampata nel 1776: La ricchezza delle nazioni di Ada.mo Smith. Nel libro 2°, capo 4°, il massimo assertore della libertà commerciale riconosce che ;,i alcn– n,i casi può « essere vantaggioso cli gravare l'in– dustria forestiera per incoraggiare l'industria na– zionale». Il p1:imo di quest:i casi è « quando qu.al– che particolare industJ~a sia necessaria alla cl,i– resa cle)lo Stato». E allora subito Adamo Smith, econom·ista, pronunzia la celeberI'ima f1·ase: « Defence is o{ much more importance than opu– lence »; la difesa è di gran lunga più importante della ricchezoo. Come si vede, gli economisti non hanno aspet– tato che i redattori dell'Idea Nazionale, della Tri– buna e dél Messaggero venissero loro a insegna- 1·el'amor di patria, e centoqua:rant'anni prima che dal prof. Arias, il protez_ionismo difensivo era fondato dn quell'immortale genio ohe fu a un tempo e il -padre della sc,ienza economica e il p,·opugnatore della libe,rtà degli scambi. Umberto Ricci. ALLA MADRE ... f.e tue lettere, 1>urtroppo, non sono come le prime, si sente chiaramente che il tuo sacrificio di buona madre d'Italia comincia a pesarti; eb· t,ene, coraggio, pensa con o~goglio &Ila missione vcnclicalr.ice, che· tuU,i ·i figli latini hanno nel cuore, per asciugare le lacrime di tante madli, che videro l'ignominia delle orde teutoniche sulle piane de.I Belgio, sulle rupi che Trento . incoro– nano, su Ile spiagge che scendono a Trieste; pen– saci, e abbi ancora fiducia in quel corag,gio, che deriva dall'orgoglio, che devi prova.re nel saipere che oggi un tuo Jì.g1io, e cloma,ni ancora un altro, p,·endono parte spiritualmente e mat.edalmente al– la gmncle impresa, che è di vendetta, di reden– zione Giuseppe Ber ri. morto sull'ts011zo il 26 marco 191G li verno della bal'barie ha spez>-ato le Patrie, ha insanguinalo l'umanità .... Quelli che moriro no inna11zi al sole, quelli che morirono legali alla gleba maledicenclo, quelhl cl1e si con ·umal'ono nel– le galore, quelli che clonarono la giovinezza a una pernnza, 1Utti i morti di lulti i secoli per la li– bertà, tutti i solcali dalle catene, gli slrnzzati dal– le forche, i percossi, gl'impiccali, e le madri che consumarono gli occhi nel pianto e protesero in- . vano le mani giunte al vecchio im1>iccalore, tut– ti i forti che attesero il loro sole, e i bimbi dalle mani mozzale e le fanciulle violale, tutto il dolo– re. il gemilo, il sangue gettato dal barbaro ha chiamalo cli peratamentc e noi siamo corsi. Mamma, ci sono nel mondo altre tue sorelle che piangono come le: e l'egoismo e lo scettici– smo ancora non hanno ucciso la maternità. :.\lam– ma, e io ti chiedo il tuo sorriso, io ti chiedo la tranq11illilà ciel tuo bene e non la tua rnsseana– ;ione: ma che tu mi segua per i monti o nelle trincee e ia presso di me con la voce tua, con la tua carezza, con la tua anima, con ta tua so– lidarield. Chiedo alla tua mhlernità cl'iirnalzarmi alle stelle e cli beneclfrmi. fEdgardo Marzellt. morto il 22 no,·. tn15 sul Calvario ciel Podgora. 1no81 CO L'UNITA 295 Intorno alla riforma amministrativa Pe.r LIpUlbblico il prol>lema de.eia riforma ammi– nist1,ativa diventa importante tutte le volt.e che. esso è costretto ad a,vere rapporti con gli utlìci. Quando qualcuno di nai è costr.etto appunto a ~1,at~are con un ufficio pu 'b.bl :ico, sente il fastidio che gli deriva drull'attuaJe di!ettoso ordinamento, n,a spesso rn luogu di attri!bu1ke il danno ali si– stema, lo attrilbuisce a quel pov;i:ro d:iaivolo di fun– .z:ionarJo che, per l'obbedienza alle norme ammi– nistrative vu.genti, non può u,p1>agare cou solleei- tudline Je nostre aspi,razioni. Er,co perche si suole !'pesso cl.ire che « gli impiegati sono persone inu– tiJ-i, che non capiscono nulla » ohe son buoni solo ad ostacolar~ le inizia,tive dèi privati, ecc. E per• ciò si domanda che lo Stato usi maggior rigore ne]il.'assumere ii personale, cbe nell'assegnare le destinazioni dei hmzionruri tenga conto delle loro capacità in ralpporto agli .ambienti nci quali q,ue• 3te capacità dovranno manifest.an· si; che pulllisca sev,eramente coloro che mostrano di infischiarsene degli interessi locali, ecc. Ora, che la massa df\S'li im:iSiega~i raccolg,a i - migliori elementi del Paese è· -cosa che nessuno pensa, ma che essa sia così deficiente.come il ,pub– bli.co ,;posso ha ragione cl.i•pensare, è non solo una inesa,tezza, ma anohe un atto di ingiustizia. Gli è che di burncazie in Ita.lia ne rubbiamo due di cui: l'una è queUa che comanda e che il pulb– blico non conosce, l'a!ltra è quella che ubbidisce · e che ha contatti con il Paese che· lavora e che pe1•oiò, prende tutte le odiosità cJ1.ederivano dal– l'esecuzione degli ordini ric~vuti. Nell'una e nel– l'altra ci sono uomini ottimi che potebbero lare molto bene se l'attuale stato d1 e.ose non fosse trule che anche gli ottimi elementi finiscono col diventare cattiV1. La mancanza cli qualunq,ue soclclisfazionc per– sona.le - se si tolgono le croci e le commende che oramai più che un •premio a.I meritn, $On diven· tale clrgH annessi ai vantaggi de'l.1'01rganico- la .impoosibilità di assumere delle iniziative o il 9oterlo fare solo a prezzo di gra,vi rischi nella ca,,riera, la pressione continua cli ,111 ambiente chr manca di q,ualunque idea.!Hà a!J'infnori di quella assai debole di un. ben magro vr.nt, sette, il d ivùet.o di ocaupare le 0re libere in ;cltri campi di atUvità llraenclone qua,lche mezzo per Vli,vere più decoro– samente e a:bituanclo il cervello ad una maggiore elasticità del!la poca richiesta daU'ufflcio, il ricor– dr. di un tirocinio spesso avvilente e quasi sempre difettoso, tutl,i questi eleme11ti ftnjscono col ren– dere Ji1 lavoro di ufficfo odiosis;>imo e. créare un baratro tra la persona e l'ufficio stessa. NesS'llno è contento della sua posizioM, nessuno sente LL giu.sto o,·goglio della funzione che adempie; sotto la pressione scmlJre più forte delle c,rescenti esi– genze materiali della. vita, ctLi non si può far fronte con una retribuzione Inadeguata, i proble– mi inerenti al proprio ufficio non si sanno gjucli– r.are se non attraverso gli effetti che ne possono derivare all'org!IIlico perchè all'ck•ganko è con– vessa la >promozione, cd alla promoifonc è unito l'ammento cli s_tipeodio. , . ~eco perchè, come ben dice l'Abignente, « alla « burocrazia, natiuralmente e non per malanimo. « ogni citlac!fno appa.re un es ,e.re fasticUoso, per– " chè procura eccesso di 'lavoro; ad ogni citi adino « lo Stato nei suoi organismi e nei suni agenti « appare o un n2mico ovvero un ostacole; cosi al conseguimento clPJla giustizia come all<> « svolgimento della sua attività,». Ora è possi.hil~ creare con gli uomini di cui oggi si dispone uno stato d.i oo~e nuove, fare degli or gani dello Stato dei veri e propri coadiutori del– l'attività pi1xata? Sono adatti gl'im1>iegati cli oggi a dare un 1·endi.ment0 maggiore di quello finora dato? E, nell'affermativa, quali vie conviene se– guire per ottenere questo maggiore J'endimento? . 'el pubblico e negli impiegati tessi c·è oggi diffuso un senso di ~tticismo straorclinarill ulla possibilità cli una rUorma. embca che l'albuale indirizzo amministrativo (.se ed in quanto po~sa chiama,,si indirizzo!) ci sia qualche cosa di fa tale che debba far aimfragare qualunque tenta– tivo. opralulto nella massn burocratica questo pessimismo è così diffuso che chiunque te11ti cl, penetrare l'animo dei funzi.:,nSJri per sapere fino a qual punto si possa sfrondare, ,aJJe,ggedre i. con· gegni, che cosa si possa ·fare per n1jgliorare 1..t situazione, si sentirà avvilito per la constatazione dalla coscienza cornune che nulla può essere pos– sibile a questo fine. Vi riSJ}oncleranno sempre co,; un cenno dalle spa:l'le come a dire: Cosa vole.te fare?! 1l mondo è andato sem])re così ed è impos– sibile che vsad,a dLversn.mentel Pe1· il funzionario il ,nQn<lo è 'l\u.ffiaio, è la crurriera, è lo stipendio, e dinanzi allo s,f,a,celo del IJ)roprio cer,vello, •allo scherno o alnndifferenza con cui viene giudicat,i ia propr,ia opera, aUo. ristrettezze della vit.a qno– tid:i•a,na ed alle rinunzie cui la scarsa retnbuziono costringe, a t.ant.i fattori ohe sono sempre awnen– la,i tutte le ,,olle che un tentativo di informa è stato fatto, il funzionario non ammette che si possa arriv,ne a risultati seri e sarà favorevole o l'Onbrario a seconda che il progetto migliori o peggiori 10 sue temporanee condizioni materiali. Purtroppo og,gi la routine burocratica si dsolve in un lento intorpidamento oo, in definitiva, In un'atJ·ofia dehla 1>arte mùgliore dell'uomo: del cervello. Il concetto dominante è che nel f81l'e l'un– piegato occonra una mentallità iliversa dal nor– male, ciò che è un er.rore perc.hè , se il funzi~nario cleve abituarsi a considerare i problemi sociali Ja un 11unto di vista. divecJ·so da quello onde li considera un privato, non deve però tog.UerS'i del tutto d!l'll'aml>iente nel quale i prnblemi devono risolversi, e deve saper valutare nel loro giust.o va,lore le esigènze cli tutti i privati che ai problemi ono più o meno legati. Ora, nel ore;cre questa ment,a1it.à si esage1·a ,a,! 1>nnto eia ammazzare il cervello - il che se è un male quando si tratta del ~em1>lice persona.le d'ordine, è disastroso (J1uandu si tratta ciel cosidetto persontLle di concetto - di quello che ha la responsabilità del1a amministra– zione. E' questo ohe bisogna evitare: questo muta. mento eia uomo ,in macchina, di un uomo in uno strumento implaca1bile ed incosciente cli un ~·égo– lamento m.inuzioso, sbupido ed ingombrant~, è il più g>rave d'ifetto ciel nostro ordinamento ummi– nislnativo. Occorre invece affezionare il lunzio· nario alla funzione, l'impiegato a!Ll'ufficio; occone che ,il ,1avoro cui si ,è chiamati per l'impiego as– sunto trovi a;gJi occru cle.ll 'impiegato una giusti– 'ftcazione d'Lvfrsa da quella cli oggi imper~iata nel ventisette, che il lavoro 5tesso sia non un mez– zo ine,·itabile per pe•ucepi,r~ uno s!Lpenclio, ma fine a se stesso. Lavorare per il lnvoro, per tro– vare in esso delle soddisfazioni che valgano a comprende.re Je momentanee riDJunzie a qualcuno dei piacMi della 'Vita cui altri p.iù ricchi può ab· bandonarsi, lavorare insomma con il pensiero che nel mondo t?utto è -titile e necessario e che qualu n– que funzione che 1,isponda ad un po' di utili.là deve per oiò stesso &ssere fonte di sodclisfazionè intima. Occorre sopratutto elevare a,gli occh.i del pruh– blico il vrulore della fm1z·ione perchè è solo nella maggiore considerazione ciel 'PUhblico che 1I fun– zionario può trovare le soddisfazioni migliori, e a tale fine è necessario che l'ufficio risponda "Id una vera necessità, che nello aclem1>imento della sua ope,.a di contJrollo, di tutela, di spinta delle atti– vità privati), sia vera.mente utile, sì da giustifi– ca re la sua esistenza. Quando ciò avverrà il fun– zion:1,-io non sarà più con iclerato il nemico ciel- · l'iniziativa priva,ta, il rappresentante cli q11e1tale Stato la cui azione nell'alto pratico oggi si risolve in un ostacolo e non in un aiuto, ,ma srurà giudi · calo utile alla collettività chp lo reti ibuisce e sarà 1wr ciò tenuto in maggiore considerazione. l..a burocraz.ia si presenta oggi in questo modo: al centro· un gruppo di funzionari r.onvinti che in essi soltanto e nella loro azione risiede Ja salvezza e la grandezza della patJ·ia, che trovan la loro più grande soddisfa– zione da un lato nel comandare una massa cli uffici sempre più grande e complicat1L e dall'altra nell'avere in mano tanta somma di potere Ja chinare ai loro piedi i governi più robusti - all11,

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