L'Unità - anno VI - n.45 - 8 novembre 1917

296 peri(erin una mirradP di persone che fra i tanti sacrifìci fatti hanno dovuto rinunziare al loro cuvello, che sono a contatto con Il Paese 0 non sono cJ1·111ai 'più in 3"rado n~ hanno il desiderio di inlendl'rnc i bi~ogni, ehe ricevono tutte le animo– siLà della gente che nella buroc,·azia vede un,t )>io,-.ra srmpre pii, tlilagant,,, e deprimente e in ogni i111piegulo un nemico delle migliori alliviui. riel Puesr. . li ro11filtto gran•. dolor01,o i• fril la lrnro('l'azia centrale t• la ;1enferica, fra quelli che comandano e quelli eh.- devono ubbidire. Non si dica che questo conflitto lo creo io o che è poco 1iat1•ioliico farne ce11no in questo momento: il conflitto esi– ste già <l1t lem't)O e se non è stato finora l'iJevalo, gli è pP1Tht 1 lo ~i è voluto esprimere in tutt'aJlrQ modo u non si è aq1to il coraggio di manifestarlo, e d':dfrn parte il <'onlinuare n tac!'l'e e dannoso ai vrri int<·•·essi del Paese. E non si vuol mellere la burocrazia dipartimentale rontro quella oeotrale, ma sihhene ricbfamare la ~econda ad una più giusta consi'lerazione del valore della J>rima per avvalersen~ ron maggior 1>rofillo del paese e con maggior•p rispetto cll'lle 1>erSl)nalilà che la com– pon~ono. E' appunto per la forza della burocrazia cen– tro.le che accade SJ)csso cli vedere Lu11ini di go– verno i quali, come dice l'Abignente, canlanò lodi e inni " quella bu1·ocrazia in altri lempi ed in altl'H n•str deprecata, "1,ec-iequando non egercita– vano i I pote1·c, ,rnza com1>1·endereche non si trat– ta di es~N·e 111·0 o contro la burocrazia, sibbene cli sfrondare LUlto queUo che non è necessario e che nu()('C " tutti, la btu·ocm:ia compresa. E!e,are il valore degli uomini arn·eslando o neu tralizzando il 1).-0CùSSodi atrofizzazione dei cer– velli, dando ad ogrnuno una modùsla latitudine nell'adempimento ,1e,1proprio ufficio ect olevando sopr ..tutfo •l principio della rnsponsa.bi.Jilà indi– , iduak\ 1 p11ò, e,lc.vee~sere 11no dei cardini fonda· mentali cl,:,IJa , iform,, sui quali lulli gli impie– gati ro11,·e.,.,.anno irn111edialornenle. Ilo constatato nella 111ianon l11nga ca1Tiera burocratica ,ia &1.11 mio la1<l)'(>,che su quello dei colleghi ed amici, gli effetti immediati dell'applicazione del concetto della piena responsabilità individuale. Quando un funzionario sa quali sono i limiti delle sue allri– buzio11i ed in questi limili IJIUÒ spaziare come ere– dr nell'interesse dell'ufficio e dei •p,rivati che con 10 stesso Jianno rapporti, lavora con una lena di cui non $I ;onlh·a più capace, e nell'ufficio trova non più un nemico, ma una [onte di soddisfa· zione. E se egli otto Ja sua responsabilità, nel– l'inteq>relazione dei l'egolamenli, tiene un '.'lo' più conlo delle ragioni locali, senza che per queslo siano danneggiali i supremi interessi dello Stato, il pubblico circonda quel funzionario di We con– siderazione che si comincia ad intendere effettiva– mente la nobiltà del proprio ufficio. Agli occhi della gente non si è più il nemico che combatte meccanicamente qualunque ,iniziativa •priva.ta, ma una persona ragionevole che cerca. di attenuare gli att,•i!i che derivano dall'applicazione del rego– la.mento al libero svolgersi della iniziali,·a pri– vala; per questo solo fatto l'impiegato nella so– cietà che lo circonda trova un'accoglienza ben di– versa rl i fJ'UClla che suole essere riservala al bu· rocratico fo,gi!izzato nell'arida a,p>plicazione dei regolamenti. ~la i vantaggi non si limitano a questo: l'ar– fetto al proprio ufficio mette in valore tu!Lo lo spfrilo cli osserva,.ione del funzionario il quale vede subilo quello che c'è di superfluo nel suo ufficio e, nei limiti del oossibile, cerca di dimi– nuirlo riducendo al minimo assoluto quello che i- veramente la,·oro burocratico. Ho la ferma convinzione che con questo siste· ma ogni funzionario possa disim>pegnar·e un la– voro ugua.le ad una volta e mezza e qualche volta uguale al doppio di quello di prima non solo ~enza aggravio, ma ricavandone un vero e pro– prio sol Iievo morale. E se S'i J)ensa che - anche a togliere quei lavori materiali che richiedono un.a somma di sforzi non suscettibile di riduzione - questo sistema llOlrebbe essere applicato in ogni ufficio per ognuno dei funzionari e, nei rapporti Ira uffici JocaJi e superiori potrebbe dar luogo ad una forte ridutlone delle pratiche eca.mbiate fra a o neo L'UNITÀ !'li uni e gli altrt, $i può ave,re un'idea de!J,1 eco- 110111iache solo 'I>fr1' questo potrC\hbe es>,ere rea– lizzala Se tuli economie si dedicasser·o a migliorare !e condizioni d~Ji impiegali veramente nece,sori, si sun•bbe raggiunto lo scopo di soddisfare in parte (vedremo poi come provvede.re :iJ resto) lo esi– gl nze ùei furtzionari, senza ulle1iore aggravio lln:wziario dello lato e si sarebber·o allen11aLl i danni ché alla ,·ollellività derh·ano dall'azione cli una burocrazia cieca e meccanica. 1,;· appunto questo che dovrebbero ca1>ire lutti coloro .fra i !unzicnari che sono nemici della ri– !ol'rna amminlstraUva e che ve<lono la soluzione ùel v•·oblema soltanto attra1•Pl'so l'allarg1imento rlell'organtco dlll'Ammiaistrnzionc di cui fanno 1•<1rtc. Oggi gli imp,iegati ;1111>e1"11iano qualunque loru rnovirnenlo oul miglioram~nto cco11orniro e vogliono risolvere tutto attraverso sposlamenti di 01·ga.nici e é!Ssunz.ione cli nuovo !personale; così non 'lllengono 5obuzioni durature, ma ripieghi tem[>Oranei, ~ggravano O pregiudicano la soln· 1.ionc logica del loro pn>hlema elle rn esaminato da un punto di vista oiù elrv~Lo del semplk.i au- 111e11!.o di sli1>Cndio. E' necessario che noi impiegali ci si convi11ca che non si può pretendere che i.I Paese lavori e vroduca per mantenere un in icme cLi organismi JJa,sivi che ha1,no perduto la loro ragione natn– nllr di esistenza e che ·vi\'ono soltanto 1,er sè stessi, e che si migliorino le nostre condizioni. senza un ade!9Ualo rnndimenlo da parte nostra; ,lobbia.mo far s1 che la nostra 0pera diventi effi– ~acc, utile, perchè è solo con questo che si ha il ùiritto di pr·elendere di esse1e trottali meglio ed e perciò necess&><ioche ognuno di noi dio, il suo contributo rii forza e di cspodenza perchè sia ine– sorab;Jmenle so1>pl'e,so lutto quello che è i11u!ile, sfrondalo lutto (Jlue!Jo chP è s11perfluo. Ed è a.ltresì necessario ohe il pt.iliblico $i con– , inca che nell'attuale b11rocrazia gli efomcnti buoni non ml1Jnc11no,ma elle. la loro buona vo– lontà ·urta sempre contro fnrzc e sistemi che am– mazzano qualunque tentativo di !aire sul se1io e utilmente il proprio rlovcre e sappia che non è nella buroc1·azia 'J)Ct-iferica che si devono trovare i responsabili di questa situazione, ma in quella burocrazia cenll'ale che in alcune sibuazioni poli– tiche poco lenel'e dei veri interessi del Paese ha trovalo elementi favorevoli per sviluppare la sua nofasta 011fluenza a discapito dell'indi'l>Cnclenza degli uffici provinciali e senza preoccupazioni del– le vere esigenze nazionali. 'Spiga. IL SENATORE ANNARA TONE con rispetto parlando - ciel aui nome hanno ri– sonato recentemente gli echi nello scandalo di Bolo Pascià - è stato nominalo presidente di quel Sindacato Pugliese Infortuni, di cui ci iarno gjà occu'J)aLl nell'Unità. Questa ca– rica era già -sla.ta offerta con molte pressioni aJ– l'on. Chimiet1ti, il quale deve s8JJ)erequalcosa del Sindacalo Puglie'se, e ha rifiutalo. I. •· COL BRAC<!'.1O E COL CUORE lJ J)()'J)olonostro deve gua1'cia1e le realtà vicine, ,, non ha modo migliore di esaltare gli eroi e i martiri del suo sangue, se non 1>romeltendo a "' stesso, come diceva il martire Ballisti, di essere ii, questi giorni, occorrendo, in q11esti anni, sei:a– pre alla frontiera, col braccio e col ,more. Bissolati. POST A DELL'UNITA' Un'agenzia contro le falsificazioni Carn unità, L'art.icolo « Pour le Roi de J>russe" mi ha ratte pensare, ancora una volta, a quella che è sembrate sempre a me mm necessità u1-g-enle per contro bat!tre la propa.ga.nda tedesca. _i;lisognerebbc che i Go,erni dell'Intesa isl',i is b('ro nna " Agenzia giornalistica contro le fn ',ifì razioni n, col compito di "'iOrH~glial'e :-.iste1na1kn mente i giornali, scoprin·i le notizie false o t~r dcnziose messe in giro dagli agenti lodeschi, pro– curarsi subilo gli ('}emcnli per controllarle e StflPu. ti1•Jc, e invitare i giorne,Ji alle rettifiche del caso Certo la bugia sarà sempre più s,·ella de!Ja ve riiA. " Il tempo che occo,-re alla verità per ali~,· <·iorsi i calzari - diceva Bacone - basta 'l 1 la IJ11giaper fare il giro ciel mondo "· E qualche ·o~a sernp,·e ne resta, anche dopo la smentila o la. :·,,t tifica . .\la il fallo che non si possa far tutto, nl)n. aulo1izza a non fR.r niente. E mentre si sperperano somme favolose in cl– roematografie, conferenze, libri opuscoli, che lascia– no il tempo che lrova110, è un errore lMcia.re li bern il nemjco cli compiere un'opera assai pi'!I malefica di quanto non.,si creda. a. b. Postilla I I nost.ro amico ha ragione. l I guaio è che per far funzionare un'Agenzia come quella desiderala eia lni, occorrerebbe affidarla a uomini d'ingegno. Vicevel'Sa per far la propaganda solita, basi.ano. individui, che abbiano bisogno cli q11alhini .. Trasporti ferroviari L'on. Giretti non è stato il solo in ltaJia a dv vere girare intorno alla stupida dLposizione err;l nata dalla bu.rocrazi.a romana perchè si rifiutane> i trasporti a grande velocità superiori ai 200 kg-. Un fabbricante di brande di Firenze aveva col Governo un contralto per fornitui·a di brande, pPr eseguh-e il quale gli occorreva una tonnellata di !erro. La ordina a Savona. ~la i viaggi a picc,,la veloci là non sono ammessi. Le spedizioni a gran,1•• velocità non possono superare i 200 kg. Divide l..t lor111ellata in cinque lolti, come se fosse spedita eia cinque speditori diversi: e la tonnellata pa.-.te. Senza questa gherminella, il Governo avl'ebbe ,· pedito a sè stesso di ottenere le 'IJ,,ande, cli cui a,·eva bisogno. E probabilmente quel vagone, in cui fu messa. la tonnellata divisa in cinque lot,1, avrebbf, viaggialo a vuoto, se la clisposizione delle superiori autorità non fosse stata elusa con ir-Lel ligenza ... iialiana. Peccato che l'intelligenza italiana non appcn, prende sede nella scatola cranica di un commen datore l'Omano, si trasformi in scempiag('ine. ♦ ♦ La responsabilità del giornale e dei due direttori è impegnata dai soli articoli che escono senza alcuna firma o firmati • L'Unità •. Per tutti gli altri articoli sono ruponsabili i singoli autori, Gerente responsabile: ERNESTOFIUTOIU 0-"FICiiNA POi.JIGRAFICA ITALIANA ROMA - Via ~lla Guardiole., N. tt - ao.."

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