L'Unità - anno VI - n.45 - 8 novembre 1917

294 esso spenda giù. più d'un quarto del suo capitale? Il vero ,;i è che l'lnghillerra e l'America, che non hanno più questioni nazionali da 11isolvere, lottano per h Jol'O inclivendcnza e sicurezza e per eliminare dal mondo 'le forze rJ,e la minacciano col rendere 1Jt·ecal"io il valore dei trat.tati. lngl~il– lerra; ecl America hanno assf1i meno ragioni pal'ti– colari di c01,tinuurn l>L guerra cne l'Italia, la Francia, la Serbia o la Humania; se così 1>iace la cosa, sono I 111i,n(1 ottran;islc fra le potenze li– berali belligr., anli e quelle che dalla ,gue, ea non ponno sper:11'.:! di guada.gnar·c se non vantaggi di caratte1'(' uni\'c1·sale, quali un,1 pace du1·atu,'-a e La - scienza L'UNITA giusta, li regno del diTilto r l' terJ'a e per mare e il trionfo o,·w1que di regimi fondali sulla so– vranità (l'un,1 opinione pubblica libera e ben in– formata. Tale è la verità nuda e cruda circa il cosidello o//wn:ismo: esso non esiste che come una fisima od una invenzione degli anti-oltran:i– sti, cioè di coloro che della guerra e delle sue ragioni o non hanno capito nulla o hanno capito solo ciò che garba agli Imperi centrruli, che essi proclamano, per bocca dell'on. Treves, degni di vinèere. Angelo Crespi. - economica e il protezionismo Che sostiene la scienza economica. Si ode SJ>CSSO ripetere che· la scieuza economica non è libei·istica nè protezionlsticn. E' ·vero. In che .senso è vero? E perchè i pro– teziOJfisli se ne vantano ? La scienza economica ha dimostrato e accolto da un 1pezzo le seguenW proposi1;ioni: l. Conviene c.he ogni pàesc si spèdalizzi nelle p1•oduzioni a cui le qualità dei suoi abitanW e le condizioni dell'am.biente naturale lo rendono più adatto. La specialiiz1;azione rende il lavoro uma– ne, più prod·uttii:o cli quanto non sarebbe se ogni paese si ostin'.1,.%ea 'produrre da sè la massima -.,arietà di !beni. l va,ntagg-J deLla s,pecia.liizzazione si ri,parUscono poi fra i vari paesi man ma,no che essi permutano ,f1'a di loro ie cose prodotte. Il. In cerLi rasi ò 01Y_oorluno rinunziare ai van– ta,g,gi della specia.lizznzione e procl1ll'J·e ;1ell'in– lemo dello Slalo, anche beni e servizi che si sa– ,eobero con minore sforzo acquistati daill'estero. Per fa,r vivere in paese le .industrie comparativa– mente più costose Jo Stato le prote!Jae con dazi di confine imposti ai l,eni rivali esteri, o con altri mezz1. La 'l}rolezior,e favo1'isce i veinclitoni d~i ben.i e servizi naziional·i protetti, ma danneggia tutti gli acquirenti cli quei beni e servizi o coJoro che al·· lrimen li pagano -Ia protezione, e il danno eco– nomico inflitto a:gli ultimi comp-rntori sup~ra sem– pre -Ug11adagno <leiproduttori, sicchè la nazione ~ co'lpila da una 'perdita secca. La protezione, fìn/A,nto che dura, diminuisce il reddito naaionale. III. In certi casi è apportuno rinunziare ai van– lag,gi cleJ.la specializzazinne, e produrre I)'cll'in– teTno delao Stato anche 11eni e servizi, che si sa– rebbero con minore sforzo potuto a,cquislare al– l'estero. E a questo sJor·z9 può essere diretta la protezione doganale. Questi casi sono due: a) cli industrie connesse con La sicurez:a ctello Stato; b) o di industrie nuo·\'e che, nei periodo del– l'infancia e clell'adolesccnzc,, e solo i_n quel pe– l'iodo, non ·resi8tere.bbero n,Lla concora·enza delle corrispçmdenti industrie estere già adulte. Necessità di un esame al!e industrie na– zionali da proteggere. Tali, 'in brevissimo sunto, sono sem.p1·e state le tesi deglii economisti. Ne con•egiue che, prima di decidere se in .un paese e tempo determinati - per esem,piio nell'llaJia odierna - convenga o'J)– pur no cli J}•·otegger~ un'industria., bisogna farle su 1bire un esame per accertare: 1° se essa è veramente necessaria alla difesa àello· Stato ; 2° se essa promette sul. serio di svi'1u!)parsi a tarnta floridezza da ,inc1>.re la concorrenza estera non -solo, ma da restituure alla nazione l'equi– valente della perdita--secca so,pportata durante il periodo della protezione, equiv,alente accresciuto di tutti gl'interessi romposti. Nel primo caso la naz,ione tollera v0Jentie1i la perdit?. econolJllÌca per superiori rag;ioni politiche. Nel secondo caso la nazione fa un buon affare o Bianco economico: perde oggi 'J.)erguadagnare domano. Ma si ricordi che l'infanzia e l'adolescenza delle indllslri0. prntelte non devono dUJ·are quanto que1'1e d·i Matusalemme (se l'adolescenza di que– sto •personaggio liiblico dura in prnponione ali.!I sua vita complessi'Va). Cavour fu felici6simo quan– do. esclamò: « lo ,1ug-nrerni agli onove,voJi indu– sirrali cli poter goderP, di qµesto p,'iv-Uegio d·i una ete,m-a infanzia, ma q-µAnto all'ind·usLria. io non posso anunellenlo che come .una vera calam,ità nazionale >1. Se l'indust1·i•a non supera l'esame. la prote– zione va' res1}inla. Gli economisti sono per loro natura li– beristi. In un certo senso, dunq-ue, è vero che la.sciernr,a economica non è liberistica n. p1·otezionistica, perchè non si può a priori negare che una deter– ,ninat,, industria sia me1·itevole di 'fxrolezione. Ma in un altro senso ,è pur vero che la sc.iem,a eco– nomica è lilllerj&tica, perchè Ja -p,rol-ezionerimane sempre una misura eccezionale da discutere caso per caso. E' ne!Ll'essenza stessa deU'economia po-· litica, che mira al benessere collettivo_ dl opporsi al·la 'protezione, che per quant.o si nobiliti col– l'a,ggettivo nazionale, è semp,re e nece~s,niamente nel suo ]).l'imo e immediato effetto la prote;,;ione cli interessi particolar-i, e viene invocata; dai par– iicolari non per la nazione ma per loro stessi Impr0'1}riamenle si parla di economi!sti della scuola iliberistica e della srnola protezionistica. Ta.lti scuole noT, esisto~10 se. non neUa fantasia dei 1protezionisti. Gli economisti sono per lo.ro na tura ]':iberisti, nel senso ohe ho spiegato sopra, e tali sono non pe,· un preteso sentimento filantro– 'paco ili amore all'umanità ma, perchè buoni cit– tadini e -buoni patrioti. Essi i'esp,ingono la prote– zione di certi gr,u,ppett.i pen·hè damnegigia 1a patria. ImprO'pnia.mente pu11e s'identificano i liberisti coi teorici e gli -~-straftisti. Gli economisti ita– liani che com-battono la protezione sono tutti leo- 1·ico-pratici, ruvendo prima studiai.o le teorie ge– nerali (senza di che non sareb'.bewoeconomisti ma cmt)il\isti) e avendofe poi applLcate al caso 'J.)'arlJ– colare dell'Italia in monografie pil;IJ'Jedi fatti e di dati statistici ; talvolta scrivendo per.sino in èollabornzione coi tecnici dell'1ncltrstria. Ma i. pro– tez'ionisli queste monog,ra.fìe non le leggono,,.o non le capiscono, o 'per un singolrure fenomeno di amnesia di classe, le dimentica.no appena lette, come se non esi-stessero e seguitan'b .:1 domanda.re fatti ~ dati ·statistici. Contrasto fra gli economisti e zionisti. prote- Chi•arita bene la frase, ecco in qual modo si schematizzano i ragionamenti degli economisti e· dei protezionisti. I p1imi dicono: 1° la scienza economica non è liberistica né protezionistica, in quanto ammette in casi ec– cezionali anche d.a protezione; 2" io, economista, ho esami nato il caso delle indu-strie siderurgica, zuccheriera, cotoniera, e della ma,1ina merca.nWe, ncin in astratto e pe1· tutti i tem'pi e tutti i luoghi ma_ in concreto, nell'Italia e nel secolo ventesimo. :)' e mj sono convint0 che la protezione quale oggi viene largita dal gon3rno non si g,iusti.flc.a.; 't 0 JJer conseguenza mi rifiuto di comprender~ ,quelle industrie fra le eCcezioTuie combatto, 11011 J'inclu~tria nazionale, ma l.:i sterile incora.ggia– menlJ dalo a quegl'industriali, che 11011sanno leners! in 1)iòd'ida soli e vogliono vivere a spese deJ pnbb.lico. J protezionisti invece dicono f,ra sè e sè: 1° la scien:a econom.ica non è liberistica nè prote::ionistica, in :ruanl.o ammette nei· ecce1,ione la li.berl.à del commercio ; 2° io società sicl ~r.ul' gica. zuccheriera o coto– niera, io costruttore di navi o compagnia di navi– gazione ho guardato i miei ,rilanci ; 3' e ho visto con gioia che i dazi do~,na.Ji e i premi e i sussidi govern1;th 1 i mo.ltipt!icano i mie.i profitti; ,.• dunque io fennaJnente chùcdo che lo Staio seguiti A J}roteggcre l'indusL:ia nai ,io11a.le , cioè la mia ir>dust.ria, e p,releverò dai miei utili di bilan– cio una qualche perrentuale 11er far sapere al pub– blico che la nazione deve proteggere J.e sue in– dustrie. 1 due sch~mi hanno di comune solo il principio poi divergono semp 1 re p,iù. :Yla i protxlzionisti non confessano tutto il loro pensiero e accorciano il ra,gionamtml~ ~osi: la scienza economica non è proiezionista nè lib_erista.; dunqiie io sono prote;ionista. D.i qu·i una regola pratica infa.llilliJe. Quando uno cominci-a il discorso con la frase sacramen– taile che la scienza economica non è libe.ri, slica nè µ1·otezionistica, date una sbirniatina dietro ltt g•ia.cchetla e vedrete comparire la punta di una · coda protezioni.stica. II protezionismo difensivo del Prof. Arias. t,;sempio: i: professor Arias, in nn articolo intitolato: Protezionismo ngyressivo e prote:-io11i– smo difensivo, e pubblicato nel Giornale d'Italia, cl·3l 14 ottoore, comimcia con le tradiziona.H pa– role: I!. Chiunque non è fuorviato dal pa·econcetto dovrebbe riconoscere c,he paelarn di protezioni– smo o li:berismo in astratto nor, ha significato n e finisce con la solita coda prot.ezionàsta, che certo non è una coda astratta, ma concreta: "Tutt.o questo non tog,lie c\1e la politica ,H pro– tezione moderata e degnamente d·isbr.ibuita, in modo da ,,,avvivare e non addormentare le nuove energie che Ja g;uerra ha ridestato e da assicu– ra1,ci nelle trattative con gli alt.ri 'paesi una '.base di discussione, che tant~ volte ci venne a man– care in passato, specie nei ra,pporti con gJi Im– peri centraJi·, sia oggi per l'Italia la politica più canvoniente, quella ohe •potrà contrillmirè a ,p,re·– munirc.i contro i pericoli di ogni invademia stra– niera H. E a proposito: il 'Pl'Of. Arias tenta di far cre– dere ai leltor,i del Giornale d' Ltal-ià che il prof. Einaudi abbia ora cambiato iòea e ammesso le eccezion,; protezionistiche. Scrive difatti. l'Arias: « Sembra ,,icono cerio, ed è grande ventura, lo stesso prof. Ednaudi, il quale neJla non sospetta Unità scriveva J}rop,rio ieri che gli economisti co– noscono bene in quanti casi, e son molti, la prote– zione è giusta e neces&aria. Quand'è così siamo cl'a,ccordo: almeno nelle questioni çli principio e cade quindi senz'altro ogni aforisma liberistico n. Qui c'è un doppio traviamento. C'è quell'inciso « e sono molti n che è tutto il contrario cli quanto affe,•mò ne11'Unità del 20 setlembTe l'amico Einau– di.: Ricopio, con i corsiV:i dello stesso Einaud,i: « Poichè qur.st.a (la scien:1,a economica) sempa'e disse che una limitata e temporanea p·rot.ezione poteva essere consigliaiblile per talune industrie nel periodo della loro giovinezza, il che può e$– sere utiie quando le industrie ])rolette siano al– cune .poche..... ecc. n. Poi c'-è quell'ora, che è addirittura meraviglio– so, e tanto l'eccezione delle -industrie giov,ani. quanto l'altra de!Ja difesa nazionale stanno in

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