L'Unità - anno VI - n.37 - 13 settembre 1917

' t' UNìl'A L'ACQUEDOTTO PUGLIESE r1senatore Bombrini pubblica su i gio rn ali il te– sto di un nuovo memoriale presenta t.o il 2-', ago – sto 1917 al :Vlirusw·odei lavo ri pubblici, nel q ua– le conti.nua la tattica di lar e lo smemora to e sca mbiare le carte i.n tavola, appr ofittando della ignora nza dei lett.ori dei g iorn aJi per attegg ia,·si a vitluna e it,voca re giustizia. Il senator e Bombrini comin cia col dolersi che la verte.nza i.nsorta Ira il Governo e la Società del– l'Acquedotto imp edisca w1a Ione co1,tinu az ione dei lavori. Ma questo rappono d1 causa e di. e!Iet– to fra hi. vertenza e la contin uazione dei lavori non esiste . La Società dell 'Acqu edotto av rebbe potu to, se avesse volu to, fin.ire l'Acquedott o men tre durava la vertenza. Avrebbe anz i dovuto con– ti nu are i- lavori, perch è i.I contratto fr a la ·società e lo Stato , appr ovato con la legge Sacch.i, non ha cessato mai d.i essel'e i.ti vigor e. La ver ità è ben altra: la Società non ha mat possedu to i capitali necessa ri al compimento del– l'opera. Questa chiedeva nel 1915 una pror o- ' g,à di nove mesi. Quella domanda è stata il pwllu d.i part enz a d'. nuov e tr attat ive, nuo ve prop os,e della Societì , di r ette a scongiurare la d'ichiaru ; io– ne d'i decadenza, contestazion i, i.nchi estc, che du– rano, non da nove mesi, ma da du e an nj. Duran – te que sti du e anni La vertenza non ha imp edito in alcu n modo la contin uazione dei lavo ri: tal!to è vero che la Società. pr etende d.i ave re speso dal – l'iniz io della guerra ad oggi 39 mil ioni. La verità è ben alt ra. La Società non ha ma, posseduti i capitali che il sena tore Bombr ini ave, va l'obbligo di fornir e in compen so dei vantag gi la utissimi che gli veniv ano ass icurati dallo sfrut – tamento :Jell'Acquedotto per novant 'anni. Per c,o fu n ecessa rio dar di h;ego al pr imo contratto del 1906, e conceder e al senato re Bombrini nu ove laci -, lita.zioni col contratto del !Ull, stabile nd ogli deter– min ate penalità se ent ro il 31 di cembre 1914 nu11 fosse stata compiuta una determmata parte dr ; lavori, e la decad enza della concessione, se la ese– cuzion e del,contra tto non fosse sta ta compiu ta pe\ 31 dicembre 1915. Fi no dalla p rm w metà del 191, l a 'inadempienza era evidente, eu era stata già pr e– det ta in documenti ufficiali. Scoppia ta la guerra, la Società ba pr eso questo pr etesto per altri.bui.re alla guerra la responsabi – lità di un ritardo ne i lavori, che era molto amc – riore a.Ila gue na. E ora attribuis ce alla vertenza, na ta in consegue nza di qu esto ri ta rdo, il nuo vo rit a rdo a cui il senatore Bombrini è sempr e co– stretto dall a ca usa prima di ogni ritardo: la man – can:1t di capitali . E tutte le prop oste, che va via via facendo In Società per modifi ca re il contra tto– legge del 1911, h a nno un o scopo solo : li.berare i> senato re Bombrin.i dall'obbligo di contribuir e nel– l'opera i capitali necessa ri e permettere al sena – tore Bombrini di completar e l'opern coi capitali dello Stato, lasc iando al ~enato re Bombrini tutti gli uWi, a cui avrebbe avuto diritto secondo il con– tratto-legge, Sd av esse mantenuto gli obbligh i da lui assunti: a) di mette re ì1 ca1>italo necessa n o; b) di compiere l'ope ra entro un dato termine. Il senato re Bombrini non aveva pri.ma del 1914 i capitali 11eccssa r1 a mantenern i suo i impegni. Non li ha. oggi. Non l i avrà mai. Dunqu e ci si levi dai pied.i. E 11 Ministro Bonomi ce lo levi da i pie– d i dichiarando lo decad uto dalla conceSEione, sal- 1;0' " liqui dare in separcLta sede le verte n: e eh• possono nasce r e da 111esta decaden<a. A str etto rigore d.i termini giurid ici, vertenze non ce ne sa 1ebbero. Secondo il contra tto-legge Sacch i del 1911, il senatore Bombrini, non aven – do compiuto, per man canza di capital i, en tro i ter – mini pr efiss i, l'opera, doveva essere messo alla porta nno dal 31 dicembre 1915, senza avere di– J'itto ad alcuna i.ndennità pe r i cap itali messi nel l'imp1·eso Questa sarebbe, evid entemente, una imm or aJ.i– tà. Che sia stata accettala dal ~enatore Bombrin.i e san cita da un'l legge, non l e togli e il carattere di immoralit à. 1: senatore Bombrini ha moralment e il di ritto di esser e rimborsato del capitale messo nell'imor~sa all'atto di essere messo alla por ta , com e al mer'ita colJa di clliarazion e di decadenza . e Bi neo .\ la deve e,,e re rimborsalo solamente del capi– tale realn ient~ impieg a to nell'opera, e non d.i tut– to quello che egli LJretende di avere comunqu e sl.Jorsat o. Il senu.tore Bombr ini ha dei registl'i, da cu i Ti– suita che c,gl1 avev a messo nell'opera , già. al 30 dicembre l\:!15, 40 milioni. E pr etende d.i avere spe– so dal 1° ag0bto 1914 a tutt' oggi 39 milioni. Pu1·• tro ppo il senato re Bombrin i non ci dice quale ca– pita.le abbia egli impieg'ato da l 1° agos to ma al 31 dicembre H/15. Così sapr emmo: 1° quanta par– te dei primi ,r milioni ri sale a pri.ma de!.! 'agosto 19l!o, 2" quanta dei second i 39 milioni è post erio– re al 31 dicon,bre 1915; 3- qua nta è la somma to– tale, .che il sonatore Bombr ini pr eten de second o 1 suo i libri di av ere sborsat i. Ma, comunqu e stia la cosa , a noi i libri del se– natore Bombrini non !ann o nè caldo nè freddo: sono cataplasmi per UBO interno del senato re Bom– brini. A nQi occorr e sapere ,qua l'è il valore realt dei lavori eseguiti; det r arremo da questo totale i 102 milioni dati du.llo ~tatu; e consid ereremo come do– vuto al senatore Bombrin i il resto. In altre paro– le, noi vogliamo pag are quel che il senato re Bom– l.Jrin.iha reu /m ente speso nell'Acquedotto , e non que.llo che pu ò 1,irgl i comodo fare appar ire da i re– .gistri o può av ere spe rpera to in contratti paras– sitari coi ·romi tori delle materie prime, che orano spesso suo i parenti, o in stipe ndi prin cipes chi o in gettoni ,li presenza troppo abbo nd anti, o in spe-, se di pubblicità come quelle che occorron o per far stampar e sui quotidiani i memor iali della Socie– tà. Inolt re, da! valor e reale dei lavori si deve de– durre il costo dei lavori mal fatti, che sarà. ne– cessa rio rifar e A quest'ultimo !)ropos ilo li senato re Bom.brini svento la un a relazione di una Commissione tecni– ca, nomin ata dall'on. .Bonomi in dat a 26 luglio 1916, la quale sar ebbe riusc ila favorevo le alla So– cietà. :\1a i 1,u gliesi non hanno aspettato che la Comm issione presentass e la relazione per dichia – ra re che a un a Commiss ione di quel genore non intend eva no pr estar fiducia. Fino d.all' a.gosto del 1916, il Consiglio provin ciale di Bar i chiedeva che alla Comm iss iono tecnica partec ipasse ,·o persone di fiducia delle provincie interessat e, affin ch~ la inchie sta non si riclucesse ad una delle solite bur – lette, a cui "i ha avvezzati in qu esta e in molte alt re facce!ld•l la bur ocrazi a dei lavor i pubblici. P urtr oppo !'011. Bono1ni non tenne conto del eug– gori.mento. E la Commi ssione tecn ica continuò ad essere compo!,ta di due ingegneri governativi e dell'ing. Omodeo. Ora i due ingegneri govern ati– vi non godevano d.i nessuna libertà di giudizio ùi fronte a i !oro superiori bmo cralic i del Ministero dei lavori pu l hlici, e di fron te agl i uomini politi – ci a utor eYoh che sono int eressati negli affa ri del sen a tore Bon,Lri ni. Quanto all'i ngegnere Ornodeo, iJ cui valore tecnico è ind iscu !Jbile, anch'egli si trova b1 un a. co11dizione pecialissima, che in que – sta faccenda av rebbe dovuto consigliare l'on. Bo– nomi a tenerlo in di sparte. Infatti: 1° l'ing. Omo· eleo è impegnato in gr andio se imprese a :\1uro Lu– cano, nelln. ila, in Sa rdegn a, JJCI' le quali gli è necesu ,r{o es~·ere in continu e buone r elazioni con l'alta bur ocr à;ia del Mi niste ro dei lavori ,pubbl'i – ci: 1)01·ciò non poteva essere giudice spr egiuclicn.to in un a inchil·sta , in cui si trovava compli cata la responsa bilit à. di molti a lti bur ocra tici; 2" non è indipendent e dn!Ja Banc a Italiana di Scon to, la qu a le, mentre part ecipa alle impr ese dell'ing. Omodeo, è ebposla t>er un bel gruzzolello di mi lioni colla Società dell 'Acquedotto pug lieso, e de– ve perciò de&iderar e una soluzione della vertenza pt,gli ese la.le da as sicura rle il recupero dei suoi milioni ; 3° l'ing. Omodeo era ed è troppo occupa to n elle sue faccende per pot er dedicare ad un a seria inchi esta tecnica sull 'Acquedotto pu gliese tutt o il lun go tempo n ecessario: perchè l'in ch ie– sta del 1916 si è rido tta ad un a dell e solite pas– segg iat e in aut omobile che tr ovano sempr e che tutto va bene nel migliore dei modi possibili. La in chi esta tecnica sui serio è anc ora da fare. Ma questi sono tutti problemi subordinali, cne 251 vengono dopo la soluzione del problema pr in ci– pale. li qua le è se il senatore Bomb1·i11i pus,ode, a nel 1911-15 i capitali necessa ri a compi ere l'im pr e– sa , e 11erciò sr deve essere o no dichia ra to deca– du to ùa lla concess ione. l I senatore Bombrini cerca di intorbidare le ac– que , distra endo la discussione da questo, che è il pun to centra le della ver tenz a.. ~la i pug liesi no11 devono allont anarsi da questo terreno. l'Uaità. Alllanze politiche e guerra doganale Hiccl'cndo nella Cam era di Com111ercio di Bari, alcun i mesi or suuo, la :\llissione commercia le fra ncese, iI P reside11te della Cain cra d.i Commer– cio Ieee queste inter essa nti dichia ra zioni: " E, e11U politi ci, su cui giudich erà. la storia , otteuebrarono la nostra ami cizia , in terrom1)end o bru scamente i rnp[.)OrU nostri; e noi di Pu glia .;cr..;.;rn1mo cli aprir ci nuove vie e vi rius cimu10 cullucando una par te della noHra p1·oùuzion e, eh~ annu almente amm unta a eirca mezzo miliard o di lir e e che è un a delle più ricercate per la su:i inlima bontà nei mag giori mercat i del mondo, nel vcini imperi centrali. " La guerra ha mutat o tutto, la frat ellanza di arm i di oggi e l'u nione politi ca con la Fran cia, l'In gh ilterra e la Hns, ia dann o a lle nostre espor lazioni un 11ucvo orientamento . " Uomini emin enti dei nostri paesi si sono uni li cl P a,-:gi, :1 Lond , a, a Roma '11erdiscuter e e fì- s,,.l'C i termini dell'important e pr oblema della reci:1ru• cità di tratta me11to !l':t noi e voi. Quello dis,,us ~ioni .sono seg uile con ansi oso inte resse, da 1•sse clPpendono r a \'\'enir c economico nostro e ,o str o Voi, 1·oir1pend o gli imln g-i a vete volut o venir e tr a 1-oi per indag n1·e, ,tud iul'e, vr ovv.,rlere. Ebbene ,·,•glia le sentire da noi, dal vivo della nostra voce ciò che occorre ln r~ pe r la soddisfaz ione dei biso· gni comuni. " Primo impollent~. indill eriJ>ile provvedimentv de,v'psse re quello della modi.Jìcazione déi tr •s porti. Le dista nze che ci cli,iclono dovono essel'c accn"· ciato da lla I a pidil :ì. dei treni i qu ,i!i non ..'.· v " " essere solruncnl o ra pidi , ma comodi e mun li tutti i congeg ni moderni at ti o ga rcntire , f ,·– schrzza elci nost ri •prod otti per !ore nat ur J ·r.i1" ' - l.ilissimi. ~la c'ir'•non è tutto: devono J r<, 1,. dotte ni mini mi termini le ta rifle fcrr ovi.ui (', r llnchi' le merci nosl l'e, in gran par te di .,ce• o 1 hne, non abbiano a trova re ostaco1 n( 1 ll , 10: , elevatezza. In queste conùi zioni noi do1>' ·n,., t>' rn rl'cr,· le linee feri-ovia rie fran cesi per 1, s r nelle 11iù favor evoli cond izioni, nei porli lesi. " ~In nè questn, n~ altr e int eoe sul credi lt,, sn' · l'imball n.irgio o di q11alsi as i a ltra specie, Hsnl vcrn nno il difficile e faticoso pl'Oblema . Bbùg sa lire l>iù in alto, all a vostra ta riffa dog •,n a'(, che per la sua aspr ezza interdi ce l'en trata ,, • stri merca ti alle frutta, agli ortaggi , all'ol'n, nl vino . " Quella tari ffa è in gran pa rt e tariffa di pn1- m, '\'Urrri, econ omica che p<>r C<'rli rispet ti < .<·1 pr c pit: esiziale dell,t guerra delle ar mi. E' n ~•• rio, urg ente, abhnssa r ln, se no i popoli non •r>rendera nno a ncora il beneO•io dell e nu o\l' lra nzo. " Io mi dom a ndo : a che ser virà lo spa rgim enttJ cli sa ngue, il s'\grtnz io di mi lioni di esseri genc– l'Osi, l'-!l da questo imma ne connill o non uscirann o fu "ri vittol'iosi tr e gra ndi princi pii : la costitu – zione di tutti gli Stati rnr opei snll n.base della pl'O– pria nozion'\li tà, il rlisa nno genera le e l' nbba~– <'amento o la sipnrizionr ndd.ir itt 11rn dclJ •,.,a tn ri e e pe ric olo<;eta riffe doga nali? Tclla guerra tutto è il mora le. Il mornlt" e l'o– pinione fanno r iù della me tà della. real tà. NAP OLF.Ol•E.

RkJQdWJsaXNoZXIy