L'Unità - anno VI - n.37 - 13 settembre 1917

, problemi del I _,,,.,, o,o.?ffi • ..,_,o'J Direttori I ANTONIO DE VITI D Diraiooc e Ammini.strazione I Roma. Tia Add~ ._ - Abbon Abbonamento sostenitore annuo Vre 20 1 a. o.o'J _,,,., ~\ ~:l'\LVEMINl ~'>.'il:S'ò Ure 5 per il Reino, per l'estero Lire Hi / 11,..0"ò-•"; un nt1111ero Centesimi IO. Si l"·~olica il fiondi a ROMA ~ corrente con la posta. Anno VI - .N. 37. SOMMARIO . IL COlljPROMESSO ADRIATICO - g. s. PElt DiSCUTERE UTILME!sTE - g. s. L 'ACQUED OTTO PUGL IES E - l'Un ità . L A GUERRA PE R LA PA CE. L 'A UTONOMIA ECO NOMI CA - L. Einaudi . I L GOVERNO DUR OCRATICO. LE STALL E D' AU GIA . I LADURI STI INGL ES I E IL PROT E ZIONI SMO - A . Crespi I GIORNALI . P OSTA DEL L'U NITA. .1 tr attati' segreti' - Alleanz e politiche e guerra dog anale - Pace e democrazt'a ùi Germ anùi - L e p ensio ni' di' gu erra - L a gente furba - Il lt'bero scam bt'o americano - .Il movi- mento nazionale sud - slavo - I comp ensi' do– vuti' atta Prussia - Nella R t'viera di' L evante - Il rapporto Garroni. I trattati· segreti Un abbo n ato ci scrive: « La di chiaraz ione fatta dalt 'on . Giolitti nel discorso di Cuneo con tr o i trattat i seg ret i devo rallegra re noi, ohe abbiam o se mpre com battuto i trat tat i seg ret i. E mi du ole ci.bel ' « Unità », invece d i prend ere at to con .pia.– cere della forza acquistata dalla. nostra teo ria per l 'adesione dcll' on. Giol itt i, se ne vada a, riva n– gare il passato , rinfaccian do all' on. Giolitti i tr a.t– tati segreti del passato. Il passa to è passato ». Pe r noi, invece, il passato non è passato nien t,e a.ffatto. Ess o dandoci la sicurezza ohe l' on. Gio– l itti, ora come sem pre , fa la com.media., oi vieta di rall eg rarci di un'a desion e, che non possiam0 r ite ner e fot ta sul scrio. L 'on . Giolitti non ha ma i trovato nulla da r i– dire su i tra ttati segre ti , quando li fll-Oevalui col– l'Austria e coll a Germani a; non vuole saperne solamente quando altri li fa con l 'Inghi lterra e con la Fra ncia. Se riescisse, approfittan do d ella nostra ostil ità contro i trattati seg reti, ad affpr. rare il Gove rn o fra i nostri app lausi, si dimenti– cherebbe ben pre sto delle sue pro messe di pub – blicità , e farebbfi nuovi tra t tat i. .. segr et i coll 'Au – stria e collo. Germa nia. Ora. di quest'noq ua., noi J1on ne beviamo , o. nessun patto , anch e a costo di inghiotti re i trattati segreti fatti da altri ch e non sia l' on. Giolitti. Benin teso che continu eremo sempre ad affer– mare che non dc'"ono es istere trattati segret i, e ohe i trattati sono nu lli per la coscien1.a. mora le di una nazio ne finohè non sie no pubb licati . Ma queste cose intendiamo dirle per conto nos tro , senza 1 bisogno di nes suna adesione equivoca de– term inata a secondi fini. 1n . Bianco l 3 Settembre l 9 l 7 11 compromesso adriatico , . . Clte l'llali:i non debba cont r asta.re , anzi debba. fa, ori re la !onnaz ione di uno Stato serbo-c roato – stoveno nell 'Adriatico oli entale, è oramai ammes. so in ll a lia da tutte le persone cli buon senso . Re– stano ad :dit a iare alla luna pochi giornali cleri– cali e giolitti a ni, e il solito•gior na le dei prussia ni d'ltalia e dei municipali dell'irr edenUsmo. Quale sarebbc. fra i due Stati la linea: di con– fine migliore, cioè qu ella che rispe ttando tulle le esigenze legittime dell 'una e dell'altra nazion e, crei fra esse una condizion e di convive nza ami– chevole e rrn da poss ibile quella stab ile alleanza politica itn lr,-slava, di cui avrà. bisogno l'Europa creata 1a questa guer r a per la. difesa delle vie del Sud cont ro ogni nuovo tentativ o di conqu ista ger– manica.? Il prob lema non è facile a r isolvere: perc hè non esiste nelle 1·,•g'ioni dell'Adr iatico or ienta le nessu– na netta clivisione fra i territori abitali da italia – ni e qu elli abitali da slavi, ma le u<1enazionalità. si rim escoUn o quasi ovunque; - e qu el confine fisico, clicui potrebbero essere soddis falli, dal pun – lo dì visla r.flitare, entram bi gli Sta ti , non coin– cide in qualch e luogo con qb-e!lo che sa rebbe, dal – l'esclusivo vt,n lo di vista etnico, il confine mi– gliore ; - e gli od! fra ita lian i e slav i, esasperati tlerfida menle in .ques t' ultimo mezzo secolo Clal Go,·erno au stri aco, perturbano ogni discussione, - e gl' interessi commercial i di alcuni porti, t11a – schera ndosi ab ilmente colle pr eoccupaz ioni mili – tari e naziona li, per far prevalere alcu ne diretti – ve su alt re, intorb idano ancora più gli spi riti. Un punto, però, è stato già. fissalo dalla dip lom,i.– zia dell' ln lesa: il problema dell'Adriati co non puù e_s~ere f.t~tcmalo fra. Tlnlia P Serbia che me– dian te un comprom esso. i;, la convenil one di Lon – dra dell'ap r ile 1915 fra l'I talia, la Russia, l'In– ghilterra, la Francia, stabili!ce , se le notizie cne ne circolano sC1no tutt e esa tte, che allo Stalo orien– tate rim arre bbero ·Fiume, la cosla della Croazia, la Dalm azia, ct ntral e e merid ionale da Spalat o in giù, P Jc isole di Brazz a, di Curzola, di Ledi– na; l'Jla.Jia 1,uebb e tutte le a.ltre isole. la Vene– zia Giuli a e un'enclave n el ron tinente, che com– prend erebbe i distretti di Zara e di Sebenico fino a Tr aù. A questa convenzione non ha partecipato la Ser bia, nè essa l'ha ancora nccetlato, per quan – to se ne sa a ll'ilra in cui scr iviamo in nome prop rio e in nome degli altri sla vi del sud, di cu l essa ha ass unt o la rappresentanza morale. Le trattative fra !'on. Sonnino e il sig nor Pasic sono dir clle appunto a trovare un terreno, su cui 11 pro blema, che è già. deciso fra l'llali a e le mag– gior i P otenze dell'Intesa, venga definitivam ente sistem alo anc he fra It alia e Serb ia. Ed è naturale c11ea rend ere imp ossibile l'a c– cordo tra ll alia P Serbia lavorino oggi que gli stes– si gr uppi c:lericali, giolitti ani , naziona listi e irr e– denti sti-slavo fobi, che si sono finora bat tuti e sono sla li ba lluti r.el probl ema della unifica zione na– zional e sud-slava. Sperano costoro, se il compro- messo italo-slavo va a monte, di pote re ri pr end e– l'C con lena rin11ovata e con fortu na più sicura la lotla cont.ro il movimento nazionale degli slav i del sud e per iJ salvataggio dell'A ustria. Perciò essi chiedono arrogantemente che la Serbia ri– nun ci. a. tutta la Dalm azia, e magari a tutte le coste dell'Adriatico , se vuo le ottenere la benevo– lenze e la. protez ione dell'llalia. Sanno che la Ser – bia non può disonorat si con una ri nunzia cosi in blocco; ed esigono l'impossibile per avere mo– tivo di contii,ua r e a liliga1·e. Ma queski camp ag na ·ma ssimalis ta è condanna– ta alla impot enza dal semplice fatto che già. il Go– verno Halh no, con la convenzione di Londra, si è mostral o convinto che gl'int ercssi ita liani posso . no esse re tutelati in una soluz ione interme dia e conciliativa. Se il Governo ita liano, cioè un uomo come Son– nino, a cui nessuno potr ebbe fare seriamente ac– cusa di imprud enza e di precip itazio ne, saltasse 1;i1 oggi a dichiarare che qu el compromesso non gli piace più, che si penle di avere ceduto in qual– che pun to, e vuole oggi ogni cosa, è evidente che il nostro Governo farebbe In figura di un fanc iul– lo imprev ident e o capri ccioso, e si ti rerebbe ad– dosso il biasimo dl tut to il mondo . E si bad i che il compromesso dell'ap rile del 1915, è di un tempo, in cui l'int er vento dell'It alia nella gue rra sembrava dovesse decidere in pochi m"est della \"itlor ia completa dcll'Int.es<1.sulla Germ a– nia. l n quel momento, dunque, l'Ital ia ]loleva ot– tenere tutto quanto le venisse in mente cli Jlreten– clerc. EPJlHre i nost r i governa nti seppero essere tJl'uclcnti. Ess; compr esero che l'acc ordo fra l'Ita– lia e gli Slavi del Sud è una necess ità. di vita o di mon, p T :;\r tmt e gli altri eo,rtro hl. 1,r ,tpé,i o germani ca; e capirono che, se avesse r o ti rata. troppo Ja cord a, qu est' inti ma un ione fra i due popoli adriatici sarebbe stata impossi bile. Oggi, dopo due an ni di guerra, dopo· che la potenza mi – lita re tedesca si è riv elata assai più difficile a d abbatte re eh,: i più pessimisti non sospe.ttassero, e la necessità. di stl'ingcre sa ldamente tulle le for– ze, anche minime, necessa rie alla lotta si è rive– lala ch ia ramente agli occhi di tutti, oggi pot r eb– be rag ionevolmente l'llali a metter e avanti pretese più gran di di qu elle dell"ap ril e del 1915? Da queslo non si deve conchiu dere che la con– venzione del 1915 sia inta ngibile. Per alcu ni gior– nali , fra i quali, se non c' ingannia mo, c'è il Gior – llf!/c d'ltali ,i, il probl ema dell'Ad riatico è deflnt . livamenle risolut o : !'on. Sonnino non avrebbe da fare aJtro che pres entar e a l signor Pa sic la. car· ta g-ià rro nta per !:i. firma , e dirg li: o ma ngiare questa minestra o sa ltar e dalla finest ra. Questo sembra a noi un er ror e. Se è evidente rhr base delle spec iali trattative italo -serbe non pnò non essere la convenzione di Londr a, è evi– dente a nche che quella convenzione è ancoro. sn– sccllib ile di r·otevoli per fezionamenti , anche nello i11teresse dell' It alia. Essa, infatt!, pecca dal pu nto di vista. italiano ,

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