L'Unità - anno VI - n.31 - 2 agosto 1917

duzioni agrico ie senza che si incontrass ero mezzi adeguati per front eggiarle. Quanto qu esta sit:ua.vione sia ,riuscita di pr egiu– dizio ai veri -grandi inl ere55i del p aese, al suo rapido 'J)rogre,sso economico, è facile comprende re sol .che si pensi che oltre la metà della ric chezza privata della Na7lione è rappr esentata, s·econdo i calcoli recenti del Gini, da w.renj, ta,blbricati ru – ra.li , e bestiame; che altra parte importante del CB!Pltalemobilia .re deve ritenersi investito in indu – strie connesse dir ettamente con · l'a~ricoltura; e che l'a.gricollura occupa oltre il 55 >pe,rcento del– la. popolazione lavoratrice economicamen te 'l)l"o– duttiva. La.sciare, quindd, che l'a.griçoltura ·poss,i. libera– men te espandersi , e richiamare a sè tutta l'ope– rosità del capitale nazion ale; 1are in modo che il e.osto della produzione agricola non venga man – tenuto artificialm entè elevato 'Per l'alto prezzo degli str,umentd. di lavoro e delle materie fertiliz– zanti: ottenere inscmma tutto questo signi– fica realmente assicurare l'irrobustimento e il progresso della nostra economia. nazionale su ba– si tali da i>oler resistere a, qualunque urto della co.ncorr enza este.ra. E conseguentemoote sig!llÌfica assi,curare al paese la sua completa indipendenza economica, molto meglio di quanto non si sia riusciti a fare con oltre quattro lustri di prote– zionismo g1ranario. . L'Italia industriale e Ià liberta commerciale Quali,o si è sin qui ei.posto non deve lasciar mtenere 'éhe si reclami là distruzione dell'Italia ' Industria le. Si vuole im ·ece che anche l'lt!llia in– dustriale progredi sca e si rafforzi, ma non a dan -- no e a spese dell'Italia agricola, come è sin qui avvenuto. E per ottenere questo è nec%5ario che l'ltali 'l .industri ale si orienti verso quelle produ– zioni cbe le condizioni natu;ali del pae se consen– tono di ottenere a costi più miti dell'Est ero, e che, ,sotto la 1p,ressione della concorrenza, per tutte le industrie la ricerca scientifica e J'intra'[>resn pratica strettamente associate studino ed attuino processi rproduttivi più economici, i quali perm et– tano alle d.ntru,prese. di -,!,vere forti e indipend enti senza bisogno di alcuna difesa dognnal •e. · Le industrie che per esistere hanno penn a · nenie bisogno della ~rotezione non sono vitali, e In protezione è l'indice mag giore della loro debo– lezza. L'esperiP-nza deg1i ,ultimi trent'anni dovreb- 4èe, nello s tesso interP,sse dell'inor€11Ilentoindu – striale del paese, sconsigl-iare da qualunqu e rin – cruclimento in sensù pr otezionista. Se è, 'di •fatti, vero che sotto l'egida della pro– tezàone si organizzarono e sorser ò molte indu – strie, è pur \·ero che queste industrJe non potero – no mai divenire tant.o forti, da essere in grado di qppor1:e sald a re sistenza alla concorr enza stra– ni&ra almeno sul mcrcatù •nazionale, e, in ogni caso, non !poterono mai proporsi di aliment are co1-renti <l·i tra.ffìc,overso 1\Es.tf,ro. L'allettamento della prot ezione è storia a tutti noi-a - induss e il capitale nazionale a langhi impi eghi dn industrie pèr le quali il pa.ese otfrivn circo stan ze di vitalità tutt'altro che fruvo– revoli, e le cri si gr avi che ad un a ad un a cotp,!– rono tali indu strie, costringendol e a sinda carsi, a limitare la produzione, a mantenere stabili – menbi compl etamente inattivi, a rendere necessa rie cospicue sovvenzioni bancarie, costitui scono p ro– va non dubbi a del come si sia venu ta all evando un 'Itali a dndustria le s u basi troppo arti ficiali pe r pote r vivere e pr osperare. Perseverar e su una simile via sa rebbe ;n questo momento err ore gra. vissim o, poichè, cessata la guerr ~, la sca,rsità di capitali dovrà ineluttabilm ente indu,rre le NaziO•– ni a ricerca re gli im1Jieghi eh-Oas sicuri no mag– giori pr ofitti e ad e\1i.tar e qualun<1•1P dtspersi onr di ricchezza. Nè ,bisogna credere che, negatn la !llaggior pro – tezione che esse reclamano, ccl anzi a vviata la politica commerri nJe verso un indlri zzo l\uerale, par eccliie industr ie cessarono di esistere e il pr o– gr esso indu stri ale si ar rester à. Anche a non tener conto del fatto che induJJ. hiame nte il nuovo orienta mento determinerebbe lo sviluppo delle i11du5tlie cara tteri stiche de.I pae, se, e ipiù s pecialmente di quelle connesse con o 1an o L'WNITÀ l'a gric oltur a e con l'esercizio della pesca, vi è inoltre tu tta un'alll·a categ or ia drl. industri e, nel– le quali il nostr o popolo potrà prim eggiare, e son orec isamente qu elle in cui trova no più Jar~a ap'pli cazione lo spirito iruvenlivo e !_'opera dell'uo– mo, a che hanno minor bisogno di ma terie p,rime mancanti o sca rsame11te pr odotte nel territorio nazi onale. D'a.ltna parte l'Italia •indus trial e rpuò o de-ve fare assegnamento per ' H suo progr esso su altri fatto ri, dall'inf luenza dei quali, se sapientemente sfrutt ata, sono da attenderSli :risultati ben 1più ÌTil· por tanti e dur atulli di quelli ottenuti con trent'an– ni di prot ezionismo. E su questi fattori !lJOSSOno pure fare a.ssegnamento, per rinnovansi su più sald e .bas i di esistema e -diventare for~i e indi– pendenti, le stesse industrie che sin ora sono vis– sute me~ la protezione, da 1,>arte delle quali · anzi, !"adatta.mento alla nuova situazi one avverrà molto lpi.ù rapidamen te di ciò che in generale si supponga, poichè proprio esse , avendo dalla guer– ra tratto i più lauti pr ofitti, dispongono ormai di riserve finanziarie iali da oonsentir a la frnme– diata trasformazione degli impianti lper l 'adoz.io– ne di nuovi r,1·oceSsi produttivi 1>iù economLc:1, p·rocessl (Prima d'oggi trascurati g,razie alla protç – zione dog,anale ohe permetteva aUe intra,prese di rimanere immobilizzate in vecchie formu:te. · Auspice, dMatti, una maggiore !lbertà !"influen– za scentiflca potrà agire co.n più decisiva effica– cia sull'organizzazione industriale, e noi abbiamo troppa fede nella g,rande tradizione della scienza itali ana 11>erdubitare .un sol momento che esso non debba adempi ere al s~o difficile compito me– ravigliando, rome sempre, il mondo. Uomini di 223 scienza e periti d'industrie • oi confortano in questo fede, e mentre nel 'Mezzogiorno d'Italia e nelle isole, il mare e- il sole forni scono all'Industria dllimi ca elementti.preziosi, q.uanto quelli offerti al– trove clai giacimenli naturali, e nei grandiosi im– pianti idroelettrici prog etta.t.i si disporrà del mag– giori centri europei di produzione di carbone bianco , des ta un senso d'angoscia il fatto che 91 persi.sta nel voler far sorg~re tali industrie, ·a . prezzo di alta difesa doganale, in regioni che non presentano per esse alcuna condiziooe caratte- ristica. . . . Con non minore enlcacia della scienza, pÒtrà ,' ;poi, favorevolmente agire sul progresso industria– le una più razionale organfazazione delle aziende e 'del lavoro, organizzazione che i privati iro1,>ren– ditorJ, sotto l'azione della concorrenza ,· saranno ind otti a studiaTe ed attuare per produrre a costi sempre :più b8$Si, ed ottenere dagli impianti mec– canici e dall'opera dell'uomo un se!TliPremaggio– re rendimento. La · produzione in .se.rie,la concen-· trazi oné in unica impresa di ' industrie integrante – ~. la ct1ra dtlll'educnziono tecnica. dell'operaio da svolgersi anche nell'officina e la dd.strilbuzionedel lavoro in r•elazione al le attit1.dini di ciascun ope– rai o, la riduzione delle stpese ,generaJI mercè il sindacalo, sono tutti mezzi coi quali si ,può con– seguire tale int ento, assl•curando all'industria ba si indistruttibili di esistenza. Ben .poderosi argomenti, quindi, contorta no la nostra convdnzione che nessun danno, ed anzi grande vantaggio deriverà anche all'ruvvenire In– dustriale della Nazione da una politica commeT, ciale inspirata a '!>rincipt d,i liliertà. G. Dettort, relatore La lega per la · ln Lll10 de,i passati, nwneri dell" Unitc. alJbiumo pa rla lo de) 1progetto, sorto negli Stati Uniti, di w1a " Lega per Ja pace», ;riassumendo le a!'gornenla – , ionl, con cui ne spiegano lo. organizzazi one e IO. pc,,ssibili tà i s uoi 1,>iùillush·i ,propugnatori : il Lowell, il Cli.a.pman, il PoLlock. , Si tr atta , come dicevamo, di sta bilire' un a Lega lra le nazioni, ch e siano disposte ad ass umer e i seguenti tre impegni fondam entali : 1) sottopon-e a Ull tribunale arbitral e, pn1Ha di ricorr ere alle armi, ogni questione « giudica– uile "• cioè ogni dissidio che possa. na s~cre intor– no a.Ila int erpr etazione e app licazione di nòrme di rliritto in\ernn zionAle già canon izza.le ; - 2) sot– lùporre le questioni « non giiTdicabili », quelle cioè in cui non è app licabile nessun a norma vi– gente di diritt o inte rnazionale, a un Consiglio di conciliazi one, il cui compito consisterebbe n el ri· cerca re e ra ccomandare una soluzion e ami-çhevo– Ie; - 3) combattere colle armi quel qu alsiu.si Sta– to che muuvessa guerra ud un altro, prima d i aver sottoposto la sua questi one al Tribuna le ar– bitra le o al Consiglio di concilia.zione. •** Questa « Lega per la pace» ha uri pr ecedente s1or,ico, che merita di essere ri cord ato: quello della San ta. Alleanza, che segui il Congr esso di Vienna del 1815. Anche all ora i popoli, esuusu dal lungo periodo di guerr e nap oleoni che, avc, n– no u n inten so desiderio di pace; e i diplomatici del temJ}() cercarono di sodd isfarlo, orgi nizznn– do un,i vern 'e pr opria Jéga , che parve C()Sl ef,fl-_ rnce da indu rli a proclam ar e in un p rotocollo for– malo,del 1818, che J",èra della pace pernia nr nte si era inizia ta. ,)1a l'illusione dnr ò poco, e in brev e la lega si sfasciò. Pe,n, alcuni fran{menti dell'id eale p!"imitiv,> isnclaro no renlizznndosi nel secolo XIX: - VPnne imposto ai piccoli Stati in posizioni strategiche importanti, un'a·ssoluta neutr alità, gara ntita rin tutt e le potenze; - fu esteso e perfezionato il si– stema di diritt o int ern azionale; - . di\·enn e più frn7urn te lo scambio di vedute tra le gra ndi J>O· 1enze per evitar e riossibili cosi di conflitto; - si rìcorse sempre più all'a rbitr ato; - si fondaro no e d iffusero società ·p acifiste; si tennero le fa- mose coillferenze tLL'Aja, che pareva dovessero se– gnare l'inizi o cli una nuova èra nei rapporti in ' tern azionali. E dopo la seconda conferen za del L'Aja, sembrò che si fossero eliminate ' molte pos- · sibilità. di conflitti dovuti a piccoli incidenti o a malintesi , sembrò che, anche se una guerra fosse scoppiata, gli orrori di essa sarebbero sta.ti limi – tati d,i accordi che avr ebbero ridotto al minimo le sofferenze e i danni dei non combattenti. Pur troppo !"esperienza ha dimostrato che tutto questo lbell'ediflcio di pa ce era fondato sulla sab– bia. Esso, infatt,i; partiva: da due presupposti fai· si. Il primo era che tutte le nazioni desiderasse – ro sinceramente la pace; e il secondo che i Go– ,·erni avrebbero risp ettato gli ~mpegni presi. C'era, invece, nel mondo una grande nazione elle si andava preparando da lung.hi anni alla .guer– ra, e che al momento oppo1·tuno, ha: gettalo la mlh5Chera e ha violato og,ni patto, ogni ·.parola ditta.. · Afflnchè, dunque, il progetto pe1; wna Lega per la pace possa nvere efficacia, sono indiS'pens1L– bili nlcun e condizioni pr eliminari, senza di cui ogni tenta tivo d~ fondare una lega tra le nazioni sar ehbP peggio che fnutile , dann oso. ••• Anzitu tto è necessa rio eh.e llOn vi sia alcuna p0/ ~11:a, o anippo di pot euze, dominate da una sola volontd e tant o forti cla J)Ol er s{ldarc il re – sto del monclo, e da. esser qu-indi tentate di ra, guerr a per un a: suprem azia mondi ale. E' necessa – r io, in altr e p arole, evitare che si rLJ)roduca ln situazione int,crnazi onal e del 19H, quando la Germania, in unione -coi suoi a lleali, credette di 1>oler fare una rapida. guer rr. vittoriosa, e J>èT raggiungere questo scopo violò tutte le nonne del <li-ritto int ernazionale •, certa ,che non vi fosse al mondo alcun potere cwpa ce cli punirla per le sue slealtà. e per ln sua tra cotanzit. E mancò poCo ci.e la Germania non at tuasse il suo sogno rll egemo nia nn ivcrsle. E a.ncor oggi, •se le riu scisse <1, portare a compimento il suo programma rnim– mo, che è quello di costituir e la Mittel europn , essa pot rebbe dir e di aver vinto la guerr a, an che senza nuove annessioni ; perchè grazie all'appog-

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