L'Unità - anno VI - n.28 - 12 luglio 1917

o i " L'UNITÀ I plebisciti . Un problema per _la democrazia " I Governi - ha. ·detto il Presidente Wilson nel gennaio passato - deriva.no i loro poteri ' dal consenso dei gove,:nan ti, e non deve esser lecito tra.sferire -i popoli da. potentato a potentato, co– me una proprietà privata. dei governanti •· ~ la t.&orla democratica di Wllaon è la teoria. ufficia.le • di tutti i Governi della Intesa a.ntigerw,amce., i quali hanno ripetutamente dichiarato di volere in questa. ilJ.erra. rivendicare il diritto all'lndlipen . den_za.di tutte Oe nazioni, piccole e grandi. IMe. queste non sono che formule ,genl!ra:li e o.stratte. In ,coo modo queste formule saranno caso per caso realiu.a.te al momen to della pace? Iri che modo aarà a.ocerta.ta la volontà nazionale dei sLngoli poptili delle regioni contestate? La,. eceremo forse ai diploma.Ucl l'uffi cio di definire essi le voi on tà. dej popoli, e d i riol'ga.nizzare l'Eu– ropa In base eJle loro opinioni o presunzioni ,per– son~U, Qua.le persona. di buon senso porrà mai la -propria fiducia. nella buona. fede democratic a del diplomatici? se abbandoniamo nelle mani oi qu'èaìi nobili ' signori senza nessun controllo ' la soluzione dei problemi delle. guerre., non corria,. mo noi pericolo che II futuro congreseo della. pa– ce rlesca. una. seconda edizione del Congreaso di Vienna, quando tutti parie.va.no di giustizia e di legittimità, . ma. nessuno pensa.ve . a.d altro _clie od afferrare piò terrl tori che gli 10866 posslblfe nella. cuccagna universo.le? e anche ammesso che noi ,si possa. avere piena fiducia nella buona fe– de e nel · sentimenti democratici degli imperatori, re, principi, marchesi e bar oni, . che discuteranno i patti della pace, possiamo noi a.vere fiduci a. cie– ca nella loro intelli~enza? non dioeva forse H principe di Bismarck che -una riunlon ~ di diplo – matici dà uno ,spetta.colo della. plù perfetta vuo- taggine e scempiaggine umana? · Si ca'Pisce, pertanto; Il bisogno che lo, democra– zie d'EurO'l)a e d'America sentono di non abban – donare le. ~luzioRe del problemi attuali al mono– poilo del Govel'Ili, di fare In modo che le volontà del popoli Interessa.ti abbia.no un ,peso dl~tto e non equivoc'o sul patti della future. pace. Ora In eh<) modo risolvere Il prablema? Videa del plebiscito E' naturale ohe • <li fronte a questa domand a l'idea del plebiscito si presenti spontanea . Nella tradlzioné politka europea , dalla Rivoluzione franoeee In poi, essa è stata semp,re specificam en– te democratl<:!1. Ammesso il ' ,princi'Pio della so– vranità popolare, U plebi scito si presenta imme– diate.mente come l'atto in cui qu elle: sovranità. ei manifesta nelle. massima autorità. Qua.le Idea più log-lca.-e più chiara di questa : che n:eesun tra– sferimento di territorio e nessuna anne.ssrone deb– bano · ma.I- avvwre -'per semplice torza.' di tratta.ti , ma le . popolazioni interessate deobano sempre es– sere con.suite.te colla procedura 'Plebiscitarie.? •Ed è natura1e che tutti i g;uppi Imperla.l isti, clericali, rea-zionari e camorristici si rivoltino co– me vipere esasperate contro quel concetto ol l!O– vranltà popolare che è la base della lstltw:1one plebiscitaria.. Costoro concep iscono la oucletà co– ma una organizzazi one . gerarchie&., In cui le mi– noranze ~esse In •alto dalla nascita. , dalla ric– cezza, dalla coltura o dalla furberia., hanno le. tunzl one di .pensare · e di deliberare per tutta la naz ione ; s gli strati Inferiori non fare altro che lavorare, procrea-r ·e, ubbidire e -pagare. Quando uno Stato rlooce ·a sopraffarne un! altro, ' cioè quand Q ' la :minoranza dirigente di •uno Stato , mettendo iri movim ent o le classi ad essa subordi– nate, riesce a demolire nello Stato vinto Il po– tere politi co della min oranza dominante , sarebbe a9911rdo che la ·minoranza vln_cltrlce chiedesse per le sue iniziative alle. minoranza ex-dirigente e al resto della popolazione della nazione scon – fitta un atto di consenso al nuovo dominio . Il dl– cll,lto·di gu erra , spog liato oramai del con cetto mi– stico , Il quale facev a nel m~lo evo delle. guerra una forme. di " g!udlzlo di dio • , buta da .sè o Bian solo a r isolvere qu alu nqu e pr oblema; e co11tro di esso no'n v'ha. nesswi a!Lro diriHo valido. · Clù vi1i.ce pi anta. la sua bandi era qove gli wnvien è. La volontà dell e popolazioni, ch e abitano 1 paes i, che il ;v.i.ncitore occuperà o ri1iu te rà , non pu ò ave– re nessun peso preponderapt e nel determinare il pro&ramma del vincitore : Niente plebis citi , dun – que, contro Il diri tto della ~orza. " I difetti utrinseci del_.plebiscito Questi !bravi signori sono logici dal lorn punto di v.iat.11,, e .hoi avremmo torto a. meravigliarcene . Ma de.i tatto che i gruppi reazlonar-i rifiutino i plebisciti, non ne conaegue che il plebiscito debba essere accettato da noi demqcratjc i ad occhi chiu – si com,,e, :m;etodo ,inc ern e appr opriato per la .e– spressione deUa volontd popolar e. I difetti del plebisci to, come str1Lmento di ma – nifesta,,,i~ . democratica, risultano ad ogni per – !l()na di buon senso, non appena dalla formula a.stratta si .J)8SSQ a:d esaminare Ln concreto in che modo ·ow .il ,plelbiscit.o verrebbe a. turu:ionare. Non parliamo del pericolo di corruzioni, bro– gli, violeru.e, che lnterv éngono ad al tera.re la sin – cerità e la l!berU, del uto . Questo ,pericolo ~ tanto ' maggiore, quanto .più gre.ndl e più detiniti ve sarebbero le coòseguenz e del voto plebillcitario. ' Assai più grave è la obiezione, ch e nasce dalla di-tfitoltà di determinare qual & COl'JIO elett.orUJe avrebbe qiritto di ,partecipare a.l plebi..scfto. 111 Alsazia-Lorena, per es., e lo stesso pu ò dir {! ·cn Trieete e dell'Istr ia, sarebbero ammessi :;, vo– tare tutti gli emigrati politici? C))Sioro e,,,. 01 possono considera.r e come la parte 'più attiva e più consapevole di cias cuna nazionalità., e crn, per non sottostare a.Ila domLn.àzione etra.niera ; hanno abbandonato la terra che li v;ide nascer e, hanno perduto , essi e i loro disc end enti, per il fatto dell a emigrazion e, i diritti poli ti,:! m que>– la che pur- è stata sempre pe~ essi la ·part e pl(I dil etta. della patrie. ,N9n sarebb e iniquo esclu – derli dal voto, che deve dec,idere dell'avve nir e del loro paese? E se si deve riconosce rli cvme eletto ri 11 pieno diritto, -:on qua.li cr iteri riéonoacere ln– livldual:111ente gli aven ti diritto per ' s,i>. e per I noprl discendenti, dOl)o mezzo su olo di emi,gra.-, · iionl? Viceversa, ,g razi e al regime ·politico ' a cui si sono trovate so~ette le region i disputate, si sono stanzia.te in esse molte migliaia di famiglie (fun – zionarl, vete re.n-1, fornitori di pubbliche il.mmi– ni.strazionl, appaltatori, ecc.), che hanno artifl . ciosamente a.Itera.te. la popolazione autoctona. - Sarebbe equo concedere anche e. costoro -11 diritto di voto? Fin almente , è noto ch e nell'eser cito tedesco e austriaco gli a.l ti comandi ri spa rmia.no più che ppssono I soldati tedeschi e magiari, spingendo a.'! macello I francesi, l polacchi, .gli ita lian i, gli czechi, I rumeni, I serbo-croati con preferenza n at uralmente ,per gl'lndlvidul peggio designati per precedenti ma.nlfestazionl naz ionali. Sareboo – ro tanti votanti di meno per I partiti Irredenti – sti, nella eventualità dl una consultazione plebi · sclta.ria. SI può a ccettare un a Ingiustizia cosi chiara? L' errore intrinseco Rifiutare I! pleblecito come metodo di manif &– sta:ione democratica non significa essere contra – ri al resime rappresen tativo a base di suffrag io universale . Esiste una differenza fond a.men tale fra il ple– biscito , cioè quella votazione mediante la gu.ale una vol ta per 1empre il ci tta dino accette. per sii e per i BUOIdiscendenti uno. data. forma politica o Il passaggio dall'una all'altra comp agi ne naz io– ne.le, e li diritto che h a il citt a:dino di esprim ere p eri odi cam ente, o v!a via che se ne pr esenti !a necessitd, la prop ri n opinio ne r iguardo all'opera di un ra ppres entante politico o ad una riforma legislative. o costituzionale . Nell 'ese rclz.io del diritt o. elett.oi ;,ale il cittadino 201 non aliena una volta per senipre la ,sua libert à d'azion e e può cor reggere il suo even tu ale erro– re '.in una votazione successiva. Nè questo diritto pr esuppone nell 'eletto re la infa llibi lità. E ' un espediente - il meno imperfetto eh ~ sia stato fl· nora esco gitato - medi ànte il quale si obbligan o gli uomini politici · e i funzi onari di car rier a a preoccuparsi del mal contento , che possono sus ci– tare n el paese da essi amministrato con un mal governo troppo accen tuato o tr oppo sfacciato. Dove n on c'-è diritto elettora le, la popo lazione l)la l governata non ha altra azione per dif end ersi, che il tumulto di strada o la ri voluzion e. Il d ir itt,o elettoral e serve •ad orga n izzare con tro gli uom ini politioi e i funzi;nari di_carriera la min a.ccie. di una rivo luzione legal e a ,sco.denz.a periodica. E poichè la elezion e dei deputa to o del con siglie– re comunale ,presenta appunto l'inconveni en te d i obbligare il cittadino a d alienare, una volta pe·r sempre, sebbene per un certo Il'UIDero d'anni, il proprio dir itto alla rivoluzione leg a.le, ecco ch e j teorici e i pra tici della democrazia hann o esco– gitato il refer~um e il diritto d'ini ziativa, m è– diante il quale l cittadini po~no int ervenire con– tinuamente ad annullare o sostit uir e l'opera dei loro mandatari. ,E neanche queste istituzioni ultra.d emocra tiche presuppongono la inf allibil.ità del citJ.adin o: pr e– sÙppon,gono p.nzi la possibilità di erro re; e ap– punto per ovviar e a quest.a possibilità si offrono a.l cittadino molteplici occasioni per rit orna re sul suoi passi. Il plebiscito è la. nega zione di tut to ciò. I! p!e· biscit-0 t !a istitu:ion e più antidemocratica che vi sia, in qu(l.nto per mez.zo di ,esso il cittadino abdica '.ad ogni dir itto di nuo ve iniziative, non solo peP sè, ma per tu tti i ,moi disc end enti , per tu tta l'eternità . Uno sproposito f.ntto in un ,piP' bisclto è irreparabile . · In Fre.n cia ,i bon apa rti sti sono plebiscitari, per– c.h-è, in fondo , essi considera no la b'I·ande m ag – gioranza dei cittadin i come '\llla mas sa. ~a idee terme, mutevol e secondo le circostanze, o. oul • non sareb.be aff atto difficile stra ppare, in .un dato momento , grazi e o. una fortun a eccezionale, un pl e~it.o di sor J.)l'eso.: fatto il colpo, p,!nse– rebbero poi essi - i demagoghi del trono, del– l'altar e e della. 1lnanza - a difend ere con la for– za il nuo vo regime, anch e dopo che la sbornia del plebiscito fosse passata. Le origi~i della teoria plebiscitaria Questo non vuol dire che la teoria pleblscl tarla non abbia. avuto nel paH at o la sua _ragione d'es– sere. I :plebisciti entrar ono nel pens iero e n ella prar tica politica. negli anni più fortunosi della Rivo luzione t.ra: ncese, quando le r epubbliche classi . che, in cui erano in \liSO app un to i pleb isciti, ve – nivano considerate c~me i modelli degli Stati be· ne ordi nati ,. ed era dogm a Indiscutibil e fr a i rl-• voluzl onarj la lnJa.l.lli>ilità del popolo, in tenden– d09i -pet ,popo lo la unlv ersaHtà dei cittadini di tutte le classi. Quell 'erro re sto rico e quella illu– sione att uale furon o efflce.cissiml- strumenti al demolizione flnchè si trat tò di neg a.re, a profitt o delle maggioranze escluse da ogni diritto , I pr i· vllegi delle vecchie minor anze parassit arle. Ma quand o con quella teoria si cercò di costruire una. pratica politica positiva, ben pr esto si potè co– min ciare a. vedere che la uni vers a lità del citta,. dini di tu tte le classi non si rleSCil a mette rla In– sieme mai, che prob abilmente era stata irreperi· l>ile anche nell e re pubbllché classiche, che nella renltà della vita -un popolo omog~neo non esiste, ma ci ·son o classi, e g ru ppi e individui, alcuni disin teressati e altr i Int eressati, alc un i inge nui e a ltri furbi , alcuni inerti ~ altri attivi, dlsorg a nf1,. zati I più e organiz zati i men o: e so no le mi no– ra nze orga nizzate , b uone o cattive, quelle ch e an – che in regime di asso lut a eguaglianza pplltica riescono o !'rima o poi a prep ondera re. La esper ienza durò troppo poco, pe rch è Il teno-, men o potesse essere notato da altri che dagli osservat ori più a.cuti e più spregiudicati. Na po– leon e, eh•~ era uno di questi pochi, utiliz zò I ple– bisciti per costituir e l'Imper o e abolir e ogni ve– stigio di diri tto dem ocrati co. Caduto l'Im pero napoleonico , n ella reazi one

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