L'Unità - anno VI - n.24 - 14 giugno 1917

L'UNITA i! minisLero del commercio, si fosse risoluto 11, r,artirsene per essersi accorto di non poLer prù· ficua.menLe lavora.e, ~chiacciato com'era fra due potenti confraLellL Se sul serio si volesse sempli· fico.re l'.a.mministrazione italia.D,la, l'ufficio del commercio estero nel ministero dell'industria an· ci,rebbe non ravvivato ma spento. 2) L'ulficio di grande avvenire minaccia poi di allargare le ali spaziando nientemeno che ne- 8'li sterminati cieJi della politica economica. E questo ci mette J bl'ividi. Se l'ufficio si darà a fab· bricare una serqua di decreti e· disegni di legge tendonti a guidare, ossia a cont,orcere e comprime– re, l'attività economica degli italiani - data la tgnoranza d:ille discipline economiche r~nante · n!hl pubblico, nei giornalisti, negli uomini politi– ci, e perchè no? anche un poco negli stessi buro– crat,ici che bralmano indirizzare Jnvigilare tut.cla· re ammaestrare l'Italia - noi temiamo che la crudele esperienza della guerra non avrà senito a nulla. ! nostri occhi attoniti seguiteTanno a ve– dere un governo tutto aflaccendato a scoraggia.re ta polltica italiana e nella vita intellettuale inter– nazionale. cc A quante relazioni di commissioni, - esc.lamò egli di recente a quante iucbieste sta– tistiche, a quanti progetu di legge detLe l'opera sua quel nostro ufficio centrale! Non pochi lavori forniti dai più vo.lénti runziùna.ri furono puhbli· cali, coi rispettivi nomi degli autori, negH A,,,,,, di statistica, nell'Archivio di statistica e nel Bui· !din de l'lmtitut international de statistique »(1'). ministero di agricoltura, la direzione generale della statistica e del lavoro passò al ministero gemello dell'industria e del commercio. U decreto, che siamo venuti illustrando, ha vibrato il colpo di grazia: la direzione di stalislica non è più, l'uf– ficio di statistica non avrà i mezzi per vivere con decoro. Scomparso tragicamente il Grimaldi– Casta, funzionario diligentissimo, modello di pr;i. bità statistica, non si sa nemmeno a chi p.iù a!fi– dare la compilazione deil' ,lnnuario statistico ita· liana, sicchè noi finiremo col rimanere indietro, i11fatto di statistica, anche ai paesi balcanici e al regno del Siam, i cui governi si fanno ,un do– vere di pubblicare un annuario statislico. i produttori e infastidire i consumatori. Progressiva decadenza dell'ufficio centrale è:fi statistica Di questa gloria italiana, che irraggiava poi ruondo dal nostro ufficio centrale di statistica, non rimane oggidl che il ricordo. Già negli al– Limi tempi della. direzione del Bodio cominciaro– no a mancare i mezzi, perchè nei momenti di ristrettezze ftnanziarie i governi miopi si affretta– no a salassa.re la. statistica. Negli ultimi anni della sua direzione, prevedendo il non lieto 1'u· turo, il Bodio s( fece nominare cor,sigliere di stato. Se poi il nuovo ufficio dovesse consistere in un grande osservatorio economico, sia il benvenuto, ma i ctue titoli cli osse1watore e di politico mal si conciliano, poo-chè l'oaservatore vuol esser~ ob– biettivo, laddove il politico è necessariamente !par– ziale, raccoglie accarezza e mette in luce solo le notizie che gli fanno comodo. Se fosse un osser· vatorio, nulla di meglio che aggregarlo al!'uffl,cio di statistica. Invece ne viene accuratamente sepa· rato, mentre là direzione di statistica, J'etrocessa a « ulflcio », sprovveduta di persone e di mezzi, abbandonata e negletta, è condannata. a morte, e a lei vogliamo ora dedicare più lungo discorso. La decadenza '>.i accrebbe coi successori del Bo· dio, seppure il Montemartini tentò di infondere un Poco di vivacità nell'ufficio. ~1an mano varie attribuzioni dell'ufficio centrale, ove la vita s'il– languidiva, scivolavano in alti-i minhteri o in altri uffici dello stesso ministero. Le statistiche giudiziarie !passarono al ministero di' grazia e giustizia, quelle dell'istruzi.one elementare al mi– nistero minervino, quelle degli scioperi all'uffi– cio deJ lavoro. Il personale della statistica., vista la mo.la Plljata, se la svignava altrove. Si rinsan– gruò una volta la direzione di statistica quando il MontemarUni assorbi ili nuovo ufllcio di stati– stica agraria, creato per merito del Valenti ma spezzatosi in due il minisLero dell'economi~ na zionale per Il fine supremo di aumentare il nu– mero dei portafo!'!li nel ministero nazionale, la s~zione di statistl~a agraria rimase attaccata al cc Ci pP.nsino per tempo i governanti - scrive– ,·a poco piti di un anno fa il Bodio - perchè un buon osservatorio statistico si 1>uò- facilmente scompaginare dove esista, ma non si può im– provvisare ». Ci banno pensato per benino . .Ò11· rant:e la gruerra si moltiplicano ministeri e gabi– netti, nei ministeri si dà l'arrembaggio ai posti vacanti e si creano posti inutili, si sperperano milioni di lire colla. politica pazza dei calmieri; solo si è inflessibili verso la statistica, e volontaria– mente si rinunzia a uno dei più alti compiti di civiltà, a un com1>ito, poi, che è speciflco dello stato. Che cosa consulteranno i futuri uomini di gC1verno, i futari scienziati italiani e stranieri quando vorranno studiare le condizioni dell'Italia? Intendere quale necessario strumento di conoscen– za nell'interno del paese, quale '()otente mezzo di l'inomanza e di dominio intellettuale fuori dei confini della patria sia la statistica ufficiale è pri· vilegio del lungimirante uomo di stato. Quanti sono oggi gli uomini cli stato in Italia? Umberto Ricci. Antico splendore deIIa statistica italiana li periodo aureo deila statistica ito.lio.na coinci– de colla direz:one di Luigi Bodio. Era egli pro!es· sore di statistica e geografia commercio.le nella scuola superiore di commercio di Venezia quan– do, nel novembre 1872, fu chiamato al ministero di agricoltura. Accolto con diffidenza dai buro– cratici, ai quali carpiva un posto nell'oTganico, fu dapprima segretario del co11siglio superiore di st.a.tistica, presieduto da Cesare Correnti, e in pa- ri tempo incaricato cli dLrigere la divisione di sta– tistica. jlominato ca;podivisione e poi direttore ge– nero.le , rima.se di fatto a dirigere la statistica fin. chè non gli venne nominato successore il De Ne-· gri, nel luglio 19Ql. La statistica italiana aveva già wvuto direttore illustre il 'Maestri, ma 13odio le conferi uno splen– dore insigne, rendendola uno dei più celebri e ammirati ,'uffici de!l mondo. Un vestigio de)Llo splendore a.iltico sta nel fatto che ancor oggi 1 veterani della statistica europea citano con ono• re le statistiiche ita!liane e internazionali del Bodio; il Bodio ancor oggi è ,preS'idente dell'isti· tuto internazionale di statistica, doè di nrn isti• tuto che vanta, fra i suoi soci, economisti e stati– stici autorevoli d~ ogni nazione. Trovò il Bodio nel 18i2 un ,ufficio sfornirlo di uomini e di pecunia; piano pia.no se~ procwar– si glì uni e l'altra. .Fìu felicissimo neila scelta del· IP persone. Bonaldo Stringher, odierno direttore della banca d'Italia; Garlo FraI).oesco Fe:rraris, rli– vénuto in seguito ministiro dei lavoI'i pubblici e tutto.ra pTofessore nell'università di Padova; il compianto Enrico R~ri, che fu poi capodivisio– ne .nella direzione della statistica e scrisse pregia· te memorie di statistica sanitaria:; il compianto Luiigl IPerozzo, valoroso e solitario cultore deJla statisticà matematica; il compianto Augusto Bo– sco, successore di Messedaglia nella catted:ra di statistica dell'ateneo romano; Rodolfo Benin!, og– gi ,professore tn q:uella .stessa università e senza contrasto primo statistico teorico dell'Italia e uno dei maggiori viventi, tutti costoro passa,rono suc– cessivamente per l'ufficio di statistica e coopera· rono con Bodio; a.lcuni cominciarono di il la pro· pria carriera. Mente ,aperta a llutte le correnti tlella coltura, ingegno ivivisslmo, il Bodio sapeva vedere le que– sll!oru, sa,pev,a, persuadere i ministri, sapeva far lavorare gl'impiegati. Tempestava di lettere ft.or !, 'Vigilava come un folletto neU-ufficio. Pic– colo, irrC(JIUleto,.tutto nervi, ancor oggi è uno svelto e sagace parlatore. li:bbe un posto nella vi- CO - ' - - (1) Clr. il Gtornale deo!i economtsti di marzo 1916, pag. 252. I pr1g1on1er1 e la mietitura La mietitura è prnssima, pianure. Chi miete1 anzi già iniziata neile Le donne, i vecchi, i ra.gazzi, i pochi uomLDtri– masti. Ma per la mietitw·a le OJ'edel lavoro pro· ficuo sono contate. E se le bracci.a rimaste non bastano? Si è predicato perchè si seminasse quanto più terre.no si poteva. Questo si è fa.tto con ogni fatica e specialmente l'han fatto i piccQ!i proprietari, i coloni, i mezza.tlri, perchè i .grossi affittuari dei g,randi latifondisti han preferito allargare Ja..... coltivazione del .fieno e dell'erba da pascolo! Le molte ,fami,glie coloniche ban seminato con· fatica e con fede, chi l'ettaro, chi fin~nco il « ruh– b.io » (quasi 2 Ea.); ma ora chi miete? Le brnccia rimaste non bastano. Le poche disponibili sulla piazza, per i brevi giorni della mietitura stanno a caro prezzo, prezzo 'che se è trascura:biie per il bilancio di una grande a.z,ienda, dato l'aumento dei l)J'ezzi di vendita, è disastroso per le piccole aziende coloniche familiari, tenuto conto della: co· spicua parte clle il pad~·one ,preleva sul mucchio comune. Clii miete dunque? Le concessioni di licenze a/gricole n:ei riguardi della piccola azienda colo– nica sono assurde. Esse, se si ottengono e quando si ottengono in tempo, sono limitate alle classi 74, 75, 76, 77. I contadini soldati, anche di tren– totto anni, non possono torno.Te. Una troona par· te dei campi resterà senza mietitori! Inoltre: la Hcenza 14!Ticolaha la durata di 40 giorni. Per– chè tanto? La mietitura. nei piccoli appezzamenti può durare 5 o 6 giorni, altrettanti la trebbia– tura. Restano 25 e più giorni di ozio durante i quali il contadino delle classi anzian·e dopo aver mietuto il suo, ,non va. davvero nel campo del vi– cLno,e se va vuol esser pagato, all'alta tariffa coJ'– rente. Non è possibile attuare quanto suggerisce il decreto sulle licenze, cioè un consorzio ad hoc dei piccoli coltivatori, affatto estranei finora. al concetto e alla pratica della consociazione. Que&telicenze agricole di 40 giorni, convengono invece egregiamente ai g,randi coltivatori (almeno· 1()() EltaJ·i di sementa) che riottengouo cosi. una ()•arte del loro personale nel momento dei lavori più urgenti, e io pagano al prezzo dei contratti preesistenti, e nei 40 giorni portano a compimento rapido tutte le coltiva2ioni in corso: - ultimazione del raccolto e della sistemazione d·el fieno mieti– tura, trebbia,tw·a - raccolta e imballatur~ della paglia (che gJà vale oltre 7 lire il quintale). Sic– come questi grandi coltivatoiri hanno tutti contratti di forniture allo Stato, c'è tempo, nei 40 gionli, di provvedere ai trasporti e alle consegne, così essi possono chiudere la stagione con tranquiJJit./1 e sicurezza, con spésa relativamente poca e guada· gno pieno! E i grandi coltivatori chi più chi meno hanno tutti ottenuto esoneri e licenze ... Be! la– sciamoli continuare a fa~·e i loro interessi! :.\fa nei piccoli al!}pezzamenti chi miete, chi trebbia? Si diauo almeno i prigionieri. Anche questi non sono disponibili che per i grossi coltivatori isolati o consociati. Se ne danno al massimo 30 con 7 o 8 gua.rdie di scorta e d~b– bono esser :bene alloggiati, ,garenti ti, nutJ'iti, e, secondo una, dire.mo molto evangelica preoccupa– ziorre dei nostri grandi mercanti cli camp~a e p_roprietari, trattati lautamente a vino, sigari e stgar~tte ... Tutte cose che tornano conto alle gran– di az1ende, le quali non solo possono compiere i lavori in tempo ma risparmiano per buona parte il sopraprezzo della ma.no d'opera avventizia. La– sciamoli godere anche in questo! Ma ,un i!>O' di ,giustizia:, un ,po' di sollievo p& tutti! Se non si r.imanda a casa il contadino che ha meno di 39 anni, fate che il campetto seminato e zappato dalla moglie e dai figli, sia nei brevi giorni della mietitura, lavorato dai prigionieri, accordandone un gruppo a.deguato per ogni zona che vada a: mietere e trebbiare in piccole squadre di almeno 5 peraone nei vari piccoli appezUliTYlenti. Ma dov.rebbesi ,procedere con speditezza e pra– ticità.. Una immediata circolare del Prefetto ai Sindaci perchè convochino mbito gli aventi sementa:, bi-

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