L'Unità - anno VI - n.24 - 14 giugno 1917

180 del Governo, ma dei ra,ppresentanli dei collegi politici, i quaili in luogo di patrocinare gl'intere, si dei loro comuni, in conflitto con i supremi in– teroosi del paese, dovrebbero esercitine tutta la lo– ro influenza personale pe11chè le agitazioni incvi– ta.bili fossero ridotte a,] minimo. Forse è questa la massima delle difficoltà. Ha 'l'Italia uomirui .politici di tanta fede, di tale autorità, di tale forza di volònlà, da poter lron– teg.giai,e con successo tutt.c le difficoltà e tulle le si tu azioni che potranno <p<1·esentr•r i? Ed av,·emo d'altra parte mai U!Jl Parlamento, che nella sua maggiorani-a o per lo meno in una forte, coscien– te e comfllattiva. minor.anza, sa.1>1)ia - per una vol– ta tanto - impo·rsi a,gl'interessi perticolari per fa re effettivamente gl'inte11essi del Paese? Pongo la questione, se:nza avere ,la pretesa di r,isolverla: ciascuno nis[>Onda come può e sa .... Questo, ad ogrni modo, è certo: che senza a,'verc questi uomini e questo Parlamento, possiamo met– terci l'animo in pace: la riforma non l'aivremo mai! e. c. Frammenti della vita italiana l conservatori delle ipoteche L'Unità del 19 a,prile ha pubolicato un breve artiicoletto, intitolai.o « I para,ssiti della piccola proprietà», in cui è toccata una delle piaghe più purulenti del nostro ordinamento gi,udizia,rio: quello, che l'Unità chiama ben a ragione « l'or– rendo suochionismo carta,ceo ;,, ·da cui è dissan– guato chiunque voglia fare un'owa~iòne di 'Ven– dita, di· affitto, di, en.flteusi, ecc., su una piccola pr()(!)rietà. Convinto che sia dovere. di ogni uomo onesto, a qualunque partito a,p1partenga, incoraggiare un'opera di giustizia, come '(1uella a cui !"Unità mostra dL vole11e attendere in q,ue!T' articoletto ; - e conoscendo bene per lunga, e per me dolo– r<>sa ,esperienza, le conservatorie deLle ipoteche ; -- io credo di fare op~a santa riohiamare I' at– tcn7:ione dei lettori dell'Unità sulle disonestà inau– dite. che si commettono, i,peci,e a danno della <povera gente, che non può difendersi, in molte conservatorie delle ipotec·he. In alcune conservatorie si mantiene a,rtat.amen– te in arretrato di parècchi giorni la registrazione delle -formalità 1ootecarie ·sui repertori delle ise1i– zioni, delle trascrizioni e <ìe:i creditori. Ne conse– guegue che il disg1raziato che voglia conoscere, al corrente, lo stato iiJ>otecario dei conflnibuenti, è (•bbligato a comp1ùsare i-I registro generale· d'or– dine mod. 60, pagando tante volte la somma di ce.ntesimi 25, q,uante le cartelle del mod. 60 sono nei. giorni non registrati ai repertort. In quasi tutte le conserviatorie si J!roda impu– r,emerit.e lo Stato, indurendo le parti, che han fatto depositi pe1l' lo espletamento di certificati ipote– c,arl, a rinunziare ai medesimi,per contentarsi di vna semplice visione, pagandone al conservatore i relati'Vi diritti in misura p.roporzionale al nu– mero del)e formalità e dei volumi di repertorio vertflcati, e Q!Uesto contro la tari'ffa a,pprovata daJ-la legge 13 settembre 1874. / A:! segretai-io capo di una succursale del Banco di Napoli, che desid~a'Va accertarsi. del,l'esisten– za o oo di certe iscrizioni a favore del Ba.neo stesso, un 'conservatore tece p81gare i-1decuplo del d=uto, ·tlSten.dendo le rilcerchei, sembra in credi. bile, an~e a fl)NOre dei direttori del Banco, in nome proprio, come se fosse, ;possibile ai direttOll'i sti,pulare contratti nell'interesse del Banco in no– me proprio! Un ceroto " Istituto» c•hiese delle notizie a ca– rico dL.. mettiamo: Me'Vio Giovan Francesco 'di Caio. li conserviatore, per aumentare l'importo dei suoi diritti, .ta computare i repertori (50 cen– tesimi ognuno) in QJUestomodo: Mevio Giovanni 1 ~ uno u ; Mevi-o .Francesco « due >> ; Mevio Gio. van Francesco "tre». Dimodo che l'« Istituto,, invece dù una lira (iscrizione e trascrizioni) ne JJaga. tre. Un awocato chiede d'ispezionare i regisilri. a carico di 1una «-Ditta,, molto o'berata, e relati– vamente di un dato fondo rustico. OO'pO la l~-ttura di sole otto note, U fondo risulta talmente gra– vato d~ delbiti, che l'avvocato crede inutile prose– gu.i~-enelle ricerche. Ma il conservatore ha la tolla ·no Bi neo L'UNITÀ d'obbligarlo all'inleg.rale p~amento della visura (25 lire) rubandone - non vi è altro ,,oca!Jolo - vcnlitrè. Conosco uffici ove si conteggiono persi.no le noie 1,crd'.ute e quelle cancellate. Dappertutto, iP0i, le ricer{:hc si ranno sempre partire dal 1 66, anche sn dagli estratLi st~ici catastali esi,IJiti, chiaro risulti che, in quell'~ca, l'immobile non face,·n parte del 1>atrimonio della « Ditta». E il personale, di,11endendu direttamente dai ca pi d'utncio, n1entre - 'Vedi stranezza - è lo St. a.to a paga,rlo, è costretto a.cl Msislere in silenzio a tante ladrerie, per tema - son sempre i cenci che vanno per aria - di com'[l'l'omettere il pane dei pro,prì figli. Q.uesto spiega per quale motivo i conservatori vi 01>po11ganocon tanto accanimento aJla statizza– zione del pe1·sonale dipendente, sicu1; come sono, che, questo, quando sfuggisse alla loro tirannia, non si presterebbe più a far da «<Palo», e la cuccagna cesserebbe. · Sarebbe tempo che quesl.a indegn:a cuccagna terminasse con l'incameramento, da IJ)811fo dello Stato, degli emolumenti e delle spese d'ufficio, che 1iscendone a più <li tre milioni i'anno, & van– no a finire, senza alcun .giustificato motivo, nelle fauci di diecine di conservato1;, 800 milioni bene spesi!· Secondo i dati del. Lloyd lo marina mondiate si componev11. al 1° luglio 1'.l15, con bastim.enti da 100 tonnellate in su: Totale P.C. 1onn. lordo a vapore 45.729.208 1.513.631, 3.6 ld. a wla e a vap. 49.261.769 1.736.5-15 3.5 Dunque l'Italia non possiede che il 3 e niezoo per cento del naviulio m.ondiate. Se si tiene conto delle navi di trasporto, degne d·i questo ni;m.e, che f!.yurano nella marina mer– cantil~ italiana i-n nnmero di 165, si può dimo– strare che lo Stato it,itiano ha speso più di 700 milioni per 670.000 tonnellate di naviu!io; e cioè, che, per ouni tonnellata da trasporto, sono state p!LOa/.elire rrlì!lle, il triplo del suo costo: in al.tri tet·mini con i denari spesi finora, Lo Stato si sarebbe potuto- costituire una flotta dc, carico t1·Ìlpla dell'attua/e e potrebbe esserne il proprie– tario. Ogni 1 pey cento di aumento nella partec.ipa– ,ione </:ellabandiera italiana nel traffico dei p01·ti italiani è stato pagato 100 m.i!ioni di Lire. Ogni 1 per cento di aumento nella partecipa– zione •àell2 ba.ndiera italiana neU!tniportazione del carbon fossile è stato pagato 25 milioni di lire. Siam.o entrati in guerra con 43 tonnellate di stazza lor'da per ogni 1000 abitanti. Ciò •di fronte alle 824 tonnellate de!La Norvegia; alle 425 del– /."11ighilterra; alle 179 della stessa Grecia. Con una spesa di più di 800 milioni, assorbiti da/, 1862 ad oggi dai suoi armatori e costruttori navali (premi, sovvenzioni, ecc.) l'Italia è la nona come tonnellaggio di stazza rispetto alle marine mercantili delle altre. nazioni, come risulta dalle cifre st.atistiche del 1913. Questa grnduatoria però non rende, in tutto il suo reale aspetto, la situazione, perchè consi– dera il naviglio me·rcantile alla sota stregua del– la quantità, , senza tenere conto del coef,ficiente qu1,litativo, il quale ha per le ·navi mercant,i!i un così alto valore. Se noi teniwmo conto dell'età del materiale, del suo tonnellaggio ~nedio, delle condizioni di adattamento al traffl,co, e se noi ,te– niamo prese11te che le spese d,i wnnll!lnento au– mentano presso a poco coni.e i <ruad1·c,ticlP-lledi– m.ensioni delle navi, mentre il reddit.o aumenta come i cubi delle m.edesime, la"•marina m.ercanti– le italiana non soltamto si d,istanzia enormemen– te di più dalla marina mercantile' d'Inghilterra, Stati Uniti, Germania, Giappone, Norvegia, Olan– da, Francia e Svezia, ma è quasi superata dalla marina mercantile austro-ungaric_a, raggiunta dalla spagnuola e superata dalia greca. Tenendo poi conto delle costruzioni in corso si può, senea /.ema di smentite, affermare che, qual !itativam.en – te, la nostra m.arina sarà, alla ripresa del tra{– fièo marittimo, fra le ultime del Mediterraneo. Oggi, tirando le somm.e, di quello e/te sa speso per la sua marina mercantil.e, l'Italia ~wn fa al– tro che constatare quale è stato il rendimento di quelle spese: dopo di aver dato più di 800 milio– ni alla sun marina mercantile, paya uggi alle marine estere, sotto forma cli nulu il 2 per cento ciel pre:;o del pane cd il i:? per cc11to lii q11c/lu ciel carbone vcr un miliardo e 111e,:o in oro al- /'(L11710. Per raggittnycrc questi 11un lieti risultati /o Stato spende 35 milioni al/'1111110. Oreste Ar.eoa. POSTA DELL'"UNITA' ,, Le idee prussiane in Italia Cara Unità, Nel nwnero del 31 maggio hai pubblica:to alcu- 11ipassi del volume di F,rancesco Coppola, La crisi ita.liana, 1916, per documentare la ment.a.litò. prussiana dei nos!Jrj nazionalisti, in opposirionc a'lla mentalità ita1i81Da a,utentioa, quale risulta da,lle dichiarazioni u!ficiaJi dei 11ostri uomini di ~overno. Fra i docwnenti cLelprussianiismo nostrano scri– vi. se t.j sembra opportuno 1a-i·nc uso, ancor (J1.IC · sti: -On. FEDERZONI, Idea Na~ionale,·13 J)OV. 1914-: « Noi non siamo germanofobi, non siamo che « italiani, e certe ùndi.gnazioni preconcettR o dn– " t.eressate oi :frunno sorridere, mentre dobbiamo « i·n ooscienz;a ammirare l'eroica concordia colla « quale tutto il popolo germanico resiste alla « pressione di tante armi e di tante collere cospi– " ranti a -suo danno. Ma sentiamo che è necessa– " .ria, per i nostri storici ·destini, la nostr.a solida· " rietà con tutte le Nazioni europee nemiche aJ « blocco austro-tedesco; perchè l'ItaHa ha l)O.tUs « ,·almente interesse a che non si determini alcu– " na assoluta egemonia. di a:ltre potenze nel mon– " do, visto che, per ora almeno, ella non può pen, « sare ad una egem.onia italiana». FRANCESCO ,COPPOLA, Idea Nazionale, 3 otto– bre 1914: ..... « E -s·appiamo anche questo: che quando noi « ci troveremo, con la Germarnia, al confine d'el– " l'Europa occidentale col mondo slavo, costretti, « con la Gemnania, a far da argine alla: premente « marea slava, ,noi saremo allora, così come la « Germrunia: - dailla quale non odio nè disprezzo « ma divergenza di interessi ci sepaua og,gi, e con « la quale nè amore nè dedizione ma convergenza « di interessi potrà di nuovo uni;rci allora - noi « sa1·emo allora, cosi come la Germarna:, :nella ine– " lutfia.bìle a,lterna,tiva di essere una grande na « zione militare o di lJ)erire ». Non occorré molta fantasia per comprendere quanto danno facciano a.ll 'Italia nei paesi all-eati queste scritture, almeno nella opinione di coloro, i (fUJ8,li sug.gestionaii dall '.arroganza del foglio na– zionalista credono in buona fede che quel foglio rnppresent.i le opinioni del Governo e del popolo itaJfano. Si parla molto della necessità della propaganda all'estero. ,La !)rima e più necessaria propaga.nda deye consi-stère nel dimostrare che noi:i esiste nes– sun rapporto nè ufflcia,le nè ufficioso fra il Go– verno e i nazionalisti italiani. P· •· • • Il Sindaco di Torino si 0 è dimesso. Ne siam.o lie– ti '.l)er La città di Torino e per l'Italia .. A 0 Pinerold la 'ba1idia giolittiana tentò un assaggi0 del terre– no: il saluto del sena.tare Rossi all'uomo « più vi– vo che mai nel cuore degli italiani » doveva ser– vire a misurare la capacità di reazione dell'orpi– nione pubblica italiana. contro certi tentativi di resurrezione. Se il paese non avesse reagito, la ca,,npagna giolittiana si sarebbe estesa e inìensi– fl,caia. Il paese ha reagito, Torino in 'prima fila. E il Sindaco di Torino è andato a gambe all' oria. Le, lezione può essere utile a,iche per quei mini– stri, i qua),i non sono' ancora riusciti a convincer– si che l'ltal'ia, meno i suoi clepÙtati, è tutta, asso- , Iuta.mente, incrolla.bi/mente , a.ntigiolittiana. Ge,·ente respon.i-abile: ERNESTO FRATONI OFiFICIINA POUGR.AFICA ITALIANA HOMA - Via della Guardiola, N. 22 - ROM.A "

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