L'Unità - anno VI - n.24 - 14 giugno 1917

• L'UNITÀ La maschera di un monopolio ll numero 9l6 della Raccolta Ufficiale delle leggi e decreti contiene un decreto in data 10 giugno, che comincia. cosl: « Art. 1. - Sono eccettuate dal,Ja requisizione le qua,nlità di frumento, segale e orzo ... u Quale rc– quisi:ione? E' stata, dunque, ordinata la requisi– zione dei cereali? - si domanda il loico lettore. Guarda bene il decreto, lo gira e rigira,... nulla. Va a consulta.re la raccolta intera delle leggi e decreti. .. Nulla. Non c'è altro che un decreto per il quale è data facoltà al Governo di requisire ove occorra, i cereali. AlloM, conclude il lettore, la requisizione non è stata ancora ordinata e l'ec– cezione è prevista solo nell'eventualità che lo sia da un giorno all'altro. E continua a leggere il de– creto: « Art. 2. - La requisizione del frumento, ecc., da parte delle Commissioni provinciali di requisi– zione, pub esser preceduta da una notificazione in virtù della quale il detentore dei cereali è te· ntLto a custodlre e ii tenere a disposizione del Com. missariato generale per i Consumi alimentari I cereali stessi u. Il lettore, cosl, resta sempre più convinto che si tratta di un decreto che detta norme per il coso eventuale di una requisizione sempre di là da venire. E prosegue la lettura: « La notificazione di cui nel presente. articolo potra avvenire anche prima del ra.ccollo dei cerea.li suddetti u. « Potrà avvenire 11••• ; dunque si tratta sempre di e,·en– tuali là. E proseg·ue la lettura.: « Art. 8. - Ogni vendita. o cessione, a qualsi– voglia titolo, dei cereali di c'lli nel presente de– creto, non può avvenire, anche se in dipendenza di contralti anteriori alla pubblicazione del pre– sente decreto, che in seguito ad a.utorlzzaz1onc della Commissione provinciale dà requisizione, di– •ersamente è nulla e di nessun effetto ». Il lettore si domanda a questo punto se è vittima per ~aso, di un'allucinazione. Legge e rilegge ... Non c'è alcun dubbio ... Il decreto dice 1>roprio cosi. Dunque tutte le V(tndite conchiuse prima delln pubblicazione del decreto sono nulle, eccetto quellr riconosciute da.Ile Commissioni provinciali. E' dunque, una requisizione generale? Non ~ detto. E', allora, un monopolio di Stato? eppure. :-lo, sono soltanto nulle le vendite latte e a fare. Insomma, il grano è immobilizzato tutto nelte ma– ni, dei possessori. E chi ha bisogno cli vendere come la,rà.? E come si troveranno coloro che hanno già doto delle n.n• ticipazioni?... · E continua la lettura: « Art. 4. - Il detentore può richiedern la i.m.me – d iata requrlsizionc del cereale ove ne eseguisca., con mezzi proprii, la consegna nei magazzini o agli scali ferrovtaril indicati dalla Commi sione provinciali di requisizione. In tal ca.so ha iliritlo al paga.mento dell'intero ìmporto non oltre 10 gior– ni dall'ultima consegna "· Dunque; si tratta di una requisi;ione a premio, per coloro che possono trasp01iare i cereali, cvn me:;i propri. i\la chi potrà fare ciò? I mezzi di trasporlo, og· gi, a causa della guerra, sono dappertutto difficili e scarsi, per l'avvenuta requisizione cli animali, carri, mancanza o alto prezzo di benzina, rarefa• zione di ma.no d'opera. Gli assuntori dei mezzi di trasporlo saranno su– .bilo accaparra.li dai grandi produttor<i di cereali e si fa.ranno volentieri accaparrare perchè con i grandi si guadagna cli più che con i piccoli. T piccoli e medi saranuo necessal'iamenle trascurali finchè i grossi non ananno finito di far .traspor· tare il 101·0prodotto. E la richiesta tumultuosa. cli trasporli farà enormemente crescere il loro costo. U decreto, cosi, per la somma insipienza. di chi lo ha scritto favorisce i gros i produttori a danno dei piccoli. Eppure sono· i piccoli e i medi che hanno maggior ..bisogno di vendere e liquida.re il prodotto net pitl breve tempo possibile perchè si sa che, per tra.dizione secolare, noi mese di agosto o settembre ai massimo, essi han bisogno di pagare I fitti, l ca– noni, i debiti In genere. n o E, poi, dove e quali sono i magazzini? li decreto tace. E se i grossi si trovano pe.r i trasporLi nella condizione di privilegio in cui il decreto li ha messi, non riempiranno essi i ma,gazzini lascian– do alla porta i medi ed i piccoli? Nel decreto rìon si trova •traccia alcuna della solu.zione di questi problemi che si affa.cciano alla monte di qualunque persona di buon senso che sa'ppia, anche all'ingrosso come vanno pratica– mente le cose di questo mondo li danno, intanto, che il decreto fa ai piccoli t medi produttori è evidente. '.\lolti di essi eran so liti vendere ed aveva.no venduto il loro prodotto a, commercianti loca.li. Questi hanno la 101·0organi2 zaiionep ronta. per effettua.re la raccolta dalle caro pa.gne dei cereali ed il loro trasporlo dalla cam– pagna alla città vicina o alla stazione ferroviaria. H .piccolo e tnedio produttore, cosi, riceveV'llsu.bilo il prezzo del grano, pagava l'affitto, i debiti, le a11· ticipazioni ricevute e spesso, p~i, andava a Ja.110. rare altrove. Oggi, invece, dal sapiente decreto luo– gotenenziale egli vede immobilizzato il proprio grano in attesa di procurarsi un mezzo di tra– sporto che difficilmente troverà., e che dovrà pa– ga;•e a carissimo prezzo. E dovrà perdere chi sa quanto tempo, poi, per sbrigare tutte le pratiche re– lative alla consegna ed al pagamento, non senza raccomandarsi a deputati, senatori, al sindaco, all'assessore, per a.vere il prezzo del grano conse· gnato. Ma si paga in dieci giorni, ,·isponde il .burocra– liico che si sentirà., da queste osservazioni, offeso neJ vedere così ingiustamente 'disprezzato da uno dogli odiati studiosi tutto iJ lavoro di meditazione, di (!ne intuito, di geni11lità adoperato ,J)er stillare il decrnto. Già; ma i nostri 'J)roduttori sanno, pur– troppo, per esperienza,· che anche per la requisì• 1.ione dello scorso anno, c'ero tanto di decreto che im1>oneva la liquidazione del prezzo entro un me– se dallla consegna ed invece si fu costretti ad aspet– tare mesi e mesi per averlo; che c'era tanto di de– creto cbe voleva salvala dalla requisizione - pro. prio come prescrive quello odierno - il grano ne· cessario alla semina ed ai bisogni della famiglia od invece fu requisito tutto, tutto, senza nessun l"is1>ettoneppw·e alle persone, ai contadini spe· cio.lmente, che da certi agenti, - giovanissimi im– bosca.ti scelti, in alcune regioni, fra gli elementi peg~ori - eran trattali 1>egg:ioche un branco di pecore; e sanno, quei piccoli produttori, "che a ca.u– sa di questi metodi selvaggi, dovettero, per la se– mina ricomprare presso il Consorzio grnna,J"io, o ,i.O o a 42 lire, quel-lo stesso ,grano che loro ora stato requisito a 361 La burocrazia., naturalmente, non sospetta nep– pure le ,gravi conseguenze che questa immobili:– :a:ione proourrà ai piccoli 'J)roduttorl di tull>1 Italia e tPiù gpecialmP.nte a quelli del Mezzogior– no, dal Lazio in giù, dove i mezzi di trasporto sono ancora più difficili non solo per la scarsità, ma per la mancanza di strade possibili e per la deficienza maggiore c!Ìe necessariamente ci sarà dei magazzini di deposito ai quali affiuiranno, anzitutto, i cereali dei grossi produttori. e '[)er la anormale condizione delle circoscrizioni territo– riali per le quali un fondo spesso si trova assai più vicino ad un comune cli altro territorio, che a quello del proprio. Già i primi malumo,i per queste insensate di· sposizloni sl cominciano a senti re. E' proprio In questo modo che si sa.boia la guerra _perchè cosi, proprio cosi, sl sa.bota la cultw·a dei cereali. Quando l'agricoltore vede che ogni anno gll sl para dinanzi inaspettatamente un nuovo e grave ostacolo ora per la produzione, ora per la ven– dita del suo prodotto, non fa che una cosa assai semplice: abbandona. la cultura. dei cercali per prererire un'altra. che gli dà meno guai e noie, o si dà, magai;l, al lavoro sala.ria.lo . C.l vuole, poi, ben altro che i premli per le coltivazioni eccezionali per riacquista.re la fidu– cia del plocolo e medio agricoltore l 1 75 Percbè, dunque, questa decretorrea. a.ll' impaz· zata, senza studiare i fenomeni economici che si vogliono modilìcare, senza :risolverli in relazione colle reali condizioni delle cose e sopratutto sen· za il concetto (anzi con quello opposto) di rispet– tare quanto più è 'Pos.sibile gli interessi costituiti, la cui distruzione, da un momento all'altro, sen· Z!l a.loun corrispettivo por il dnnno prodotto, non può che arrecare le più gravi ripercussioni nel– l'economia privata e pubblica mettendo, necessa– riamente, a poco a poco tutlP le classi - produt– tori, commercianti, intermediari - tutti insom· ma coloro a.i quali è affidata. la produzione e la sua distribuzione contro il Governo e quindi con– tro Jo Stato ? Come non si comprende che, oggi, mettere con provvedimenti cosi insulsi ed odiosi i cittadini contro lo Stato significa svigorire la resistenza poli tica e mora.le della. N azlJne ? Eppure ci vuol tanto poco ad evita.re questi conllilti I Il decreto che esaminiamo non è che la masche– r,1 di un monopo1io per lo. vendila. del grano che lo Stato aveva in animo di decretare, ma che '!--Oi,trasformò in questo decreto, vero e proprio oborto di chi sa quale mente inferma. Se il monopolio si voleva fare, era necessario organizza.re in 1.empo tutti i servizi necessari a.Ila. sua completa riuscita. Era necessario, anzitutto, decreta.rio in forma chiara e tassativa non in forma cosi gesuitica, non proprio a.lln vigilia del raccolto, ma in tempo utile ad impedire che si 'costituissero quegli interessi che oggi si crede le– cito spezza.re con un solo tratto di 'Penna. Occorreva, quindi, organizzare nella forma più minuziosa i tra.sporti ed i magazzini di deposito rper ogni comune, a.vendo riguardo alle peculiari condizioni di ogni singola regione; occorreva. in ogni comune, e non ,già per prov.incia, creare un organo che -all'incetta dei cereali presiedesse e 11rovvedesse, con un sistema di p!!ifamento pronto e celere, senza.incertezze, e senza indugi di sorta. Occon,eva., 'n una parola, organizzare il mono– po.ldo. Emettere, oggi, questo decreto che è e non è .un monopolio, senza alcuna organizzazione sus– sidia.ria. pronta che ne assicuri la riuscita, signi· fica voler ledere una quantità di interessi - e specialmente quelli di coloro che hanno maggior bisogno - solo per il gusto di lederli. Più che un errore, è, dunque, uuo S'proposito. Visto che non si era riesci li ad organizza.re il monopolio in tempo, non c·era che un mezzo. quello di lasciare che, per quest'anno, le vendile gJà eseguite fossero rispettale. Il grosso commerciante ha già - e non da ora - l'organizzazione dei Lrasporti e dei depo– siti chP. lo Stato non ha snµuto c1·oare in tempo e che il piccolo 'Produttore non può procurarsi. Se nell'idea. del monopolio si vuole persistr.re 1,e1·l'anno venturo, si cominci fin da ora a crea– re tutta l'organizzazione necossarla alla sua riu– scita.. E poichè siamo in questo tema ed a quant.J l" re la mania sta.lizza.trice cresce ogni giorno I iu pa.rallella.mente alla frrnP.8ia ed all'interesse 1h rendere sempre più mastodontica quella ma.c– china. burocratica. che al contatto della realtà pratica. si mostra ad ogni piè sospinto cicca ed imprevidente; e poichè pare che questa frenesia. tende a diventare un permanente sistema. di go– verno per dopo la guerra, è necessario chiedere che il ministero del tesoro si inrormi ed informi il Parla.mento del costo dei monopoli che si vo· gliono crea.re . Pantalone ha pur Il diritto di sa– pere se e quanto gli costi un servizio pubblico prima di attua.rio e far bene i suoi conti per vedere se gli convenga pagaro q11alche genere un po' più caro, ovvero sentirsi gravare chi sa. per quanti onni di imposte necessarie o. paga.re quei servizi eccezionali. La domanda non pare indiscreta specie di fronte ai sempre crescenti oneri della. guerra i quali dovrebbero su11;gerire sempre più rigorose ~conomie, non già sperperi, nei vart rami della amministrazione dello Stato. G. Bruc:colerl.

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