L'Unità - anno VI - n.20 - 17 maggio 1917

I 54 Un tol e partito dovrebbe cominciare a istrui re i propri membri, la, maggior porle dei quali, co– me in quasi tutti i partiti politici italiani, poco studia, poco sa di questioni vi "e, poco o nulla s'intende di politica estera. Un tale partito do– vrebbe, insomma, fare le cose che parrebb ero più stra.vaga nti nel mondo della politica italiana solita. N cl « dopo-guerra» un part ito veramente li– boni lo non potrobb e essere che in rninornnza as– solut a. L ' [tn lia, è orma i chiaro, si avvia a for– m e sempr e più grnvi d i protezi onismo o di inva– denza st ntnl e. Noi nvrcmo, probabilmento , mo – nop oli, niunieipali1.za 'l.ioni, calmieri, polition di prot ez ione di cla ss i, deb iti, lavori pubbli ci per ra– gioni politi che. Un partit o libera le il qual e « con, temp era sse » (come dice l' ordin e del giorno mi– lan ese) le sue idealità con qu esta spinta grosso– lana dovuta al! 'igno ranza dei più ed alla fui,bizia di olcuni gruppi politici, potrebbe forse res ta r e al poter e, tenere -d ei disco rsi inau gurali di falan– ste ri sociali, andare a braccetto con il partito so– cia lista e con quello na ziona lista, ma non sarebbe liberal e . Un partito verament e lib era le dovrebb e nssl un ere un caratter e di opposizion e aperta con- L'UNITÀ tro tutte qu este invadenze statali, contro tutti qu est i protezioni smi, contro tutte que ste « con– te mp era nze ». 8 allora potreb be avere un avvenire dece nte , rispettabile e , dopo un cerlo num ero d'anni, ma,.. g,1ri fo1·tunato. Perch è w, pRrtito libera l& che , in nome c1ell 'idca libera lo, po tesse_ ra ccogli ere tutto il maJconten'to che ge nere ran no i m edi evalismi risorg enti oggi nella economia e n ella politica; un p,wti to librrn le, ohe in nom o della sua idea , si lanc iasse arditam ente a 1·ichied ere per 1 'indi– viduo la libertà di iniziativa e di res pons abil ità ehe si vuole uccider & nella produzi ons, ne l oom- 1ne1·eio, nella scuo la, nella vittL; un partito libe – rnle, che sapesse por si a ca po di tutti i proqut– tori non protetti cd ecc itasse gl'italiani a tog lier – si dall 'ig nav ia, e dRlla schiavitù a euj tutto qu e– ste form e di ass istsnza stat.6le educano; un par tito libera lo così fattò potr ebbs acquista re in un non lu ngo num ero d'anni qu ella vera forza. polit ic,1 ohe consiste nello sYegliare inte ressi e sent imenti profondi di mass e, dirigendo li con UDa bnnd ·icm simpatica verso un ideale che pa rli nel- I'intimo di ogni uom o. • g. p. PUGLIESE L'ACQUEDOTTO c1zio. Una tal prop o la giova sollunt o alla Dilla e avv:l..lora iJ fondalo sospello, che le o;iere o un a pa rt e ù i esse, non sono eseg,u:ite a per fetta regola d 'a rt.e o in ~ er fella conform ità del ca pil olnto, ad onta del cònt ra.rio •pare re della Buro crazia . Si compr ende Lroppo hene, che la Ditta cost r utt ri ce ~ la Bltro crazia collaudatr ice avrebbero oggi l'in – teresse comune di na sco ndere n elle 'pieg he di u na 1,uova Convenzio ne Je respon sab ilit à comuni e ri – spe ttiv e. Nl<Cntre si aspetta il parere del Consiglio d i Stato suJ quesito della doc;.uen za dell a Soci età dell'acq ·ueclotto pugliese, il se nator e Bombrini ha cred u to di fare un a 1p1·oposla nuov a, [>Cl' chiu – der e e tra nsigere le questi on i pendenti . La 1 0ova pro posta , indiri zzata a l ministro Bonomi, è stata comunicala al la Tribuna , e eia qu esta pubhli cak'l. r,el num ero del 6 magg io H)l7. Già prima, n el 1914, l'on Sen11tore, deside rando ~11 nitro mutament o del contratto or igi na:rio, avea pre! eri lo tr ullare seg r etame n e con J'on. CiuJ– !oUi w1a nuova conve nzione ed era rius cito nel esc lud er e dai negozi.ali la stessa depiulazion e pu – g liese. Scollato ora dall a pa ssata espe ri enza h a •preso la via op posta, qu ella della mas sima p ub– b licitll.; e sonza aspet ta re il parere à ell'on. Bo– nomi oll'iede qu ello de l puJJblico e d ella stampa . E ccolo se rvito: 1° la propo sta Bombrini è -intempesliva, per– r hè la ,procedura de lla decadenza - da di ch ia– ra rsi a norm a delle vigenti nor me e convenz ioni, con Je conseguenze giu ridiche ed economich e da queste stabilite - è già. avvil'lta. So lo le risultanze cli essa ,,end eranno chi ara la reale posizione giu– r idi ca e le responsabiJità finanziarie dell a So· cietà in adempiente verso lo Stato . E1)però biso· gna aspetta re che la p1·ocecùura in cors o abbia i I suo esito ; 2° la p,roposta Bombr in i n on è una 1,r nnsa· zione de lla co nt esa pendente, nè una mod ifica– zione de,l voochio contratto di concess ione a (Or· fait; m a oè llll con lra,tto comp letamente iriu ovo e div,e,rso ; è 1un 'puro cont ratto di ap palto 1ie1· la costrnzione con prezzi e conclizioni da stab ilirs i ex novo. Con ciò la Ditt a ric onosc e e,ssa m edes i– ma che la sua propos ta n on si .Jega e concatena ron la procedura in- corso della deca denza. Da' parte dello . Stato iè più che, mai evident e, c1e se esso - dopo dichia rata la decade nza - cre– derà dL eseg u;L1·ele opere dell'acquedotto per ap– •palto, h a interesse e dovere di appaltarle al mi – glio re offerente, che dia in onr e le mig liori ga ran · zie mora li e finanz iar ie di ,buona e pUlll.tuale ese• cuzio ne . Se la Ditta uscir à dalla proced ·u,ra att uale in condizioni morali e finanziarie tali, da permetter – lr. di <'Oncorr ere, adirà l'asta p1ilihlica . Per in – tanto 1·icordiamo ag li smemor ati che, se U Go– vern o ha iniziato la procedlura della decade n za, è p~rchè rili eno che la Ditta sia i nad.empiente. E1(l'Jle-ròè ov•vio che , p rima cli far e nu ovi contratti, hisognn acce rta.I\€ se, in qual misura e pe r . quali rag ioni la Soc ietà dell 'acq uedotto tu in adem – pie nt e ; 3° quant o all'e sercizi o, esso era parte esse n– zia le ciel pre cedente cont r atto, che concedeva alla mede sima impr esa la cost ruzi one e l'esercizio, con . 1,, scopo cli intere ssare la Dilla esercente alla Lu.onn cost ruzion e dell'opera. Ogg i poi - dopo che la Dit ta era ri.uscita a fa~si anticipar e da llo Stato q1tasi tull e le somme occorse alla costru– zione, l'obbli go dell'ese rcizio era la sola gasan · zia so1}1'an •issuta de lla buona costrnzi on e. 01·0. l'on. Bombr i.ni offre di rinunziare nll'eser- ino Bianco . oi, inve ce, vog liamo scop r irle; ed è U proce– liim ento in cor s9 che ci por terà auto mati cam ente a SCO])l'Ìrle. Pe r intanto il senatore Bomb dni con la offerta tli rinunzi arn .a ll'ese rcizio non fa una conce ssione , ,na s.lugge ad uJ1a rnspo nsa:Lili t.à; '> 0 q:uanl o all 'equo compenso, che il Sen al oTe rh iede pew la ri nunz ia dell'ese r cizio, è un cas o patologico dell 'app etito ch e vien.e mangiand o, ment ,·e non è anco comin ciato e non è desti nato a com incia re U banch etto della n uova J.)l'opost a rn alo r iale. Anch e ammettendo - ciò che il r igore deiJle norme e !palli vigent i esclu dono - che il Governo ,uldi·veng a al prdposit o di /Una equa liquida;ione, ' l'eventua le equo compenso n on potrebb e ossere ragionevo lm ente valutato, se non dopo ohe sia compiuta la procedura in corso, e dopo che sia dichiarata ed acc ettata la dichi araz ione di deca– denza, nonché pre cisalo l' ammontar e delle re– sponsabii ità della Ditta; 5° il Il/UOVO contratto cli appalto sa rebbe un premio, che liber erebbe Ja Ditt a dall'on e1r e dei pr ezzi attual i e dei pr ezzi dell 'imm ed 1i 1 a lo dopo– g uerra; m entr e il rHard o di non ave r compiut a prat icame nte l'qpera '!)rima del la ;guerr a , a no.r– nia tl.el éon tràttò e del.tu legge Sact!h i, deve èsse,re ,una cat ,sa di r isa rcim ento di danni a f,avo re de llo Sta to! Se la dec!Ulenza non potesse esse re profl!unziata, 11 p rolu ngamento del vecch io contrallo sarebbe p iù vflnlaiggioso a llo Stato ohe non le nuove pro– ~oste di appalto -con prezzi nuovi ; 6° Ln con clu sione la Società rip ete la vecchia manovra e.segiuita già nel l\J14, quando, -col fat·e la domand a di proroga -e di condono di mtùte, si orn ò la rprocedura della decadenza, indu cend o il ,benevolo minist ro del tiempo a pr oporre ai corp i G0nsultivi, non iJ que~ ilo della decad enza , m a quello della proroga e del condono dell e mult e ! C:osì la nuova pr oposta mìra acl otte nere che il 111.i·n stro Bonom.i chi ~da a l Con si,g.lio di _Stat o il pa rere sul nu.ovo contratto, sospe'l1den clo quc.1- lo già chi esto su lla dec!Ulenza. Il tenta ti vo è g rottesco di ingenuHà. .Ammesso anc11e che il m inistro Bonom i pro– penda pe r una equa licpu.idnzione, la Ditt a dev e pl'ima accetta re la di chiarazi one di decadenza, e q uindi trattare la Jiqnidazion e bon al·in. H nu ovo contr atto sn1·à quell o che noi crede– mmo lib ~rciment e di fa re nell'int eresse delle po– '1iolazioni, delle Provin cie e dello Stato, non del ;;ennlore Bomh rini. L'Unità L'on. Morgari ,, ..-i,·crn su l l'A van ti . 1 del Zi ap ril e 1915: ,. Se di pen desse d,L noi di fa r finir ~ ln gu err a doman i, pese ,ie.inm o s ulla bil a ncia di pr ecision e i \'a ntaggi e i danni di ,un suo prolungaJnento; e lrove 1·e111mo p1·obab ilrnente che i va ntaggi sn– nibbero i,poletici ed in part e a.ncom ,ut opistic i 1,e,- imm a turit à clell'a m bien le, me ntr e i d a nni s"rebbero re rtis im i e col o sa li in qum1lo a s'per– pero di ,·iL~ e d i ricche-Lze. " ~la 1 poichè non (Jetla. a noi di co nclud ere !a pace , non aibbia mo ad a,gg,·nvnr ci di q 1wsln 1..crpl es ità; e tenuto conto che gli auguri non so no q uatt rini , pos iam o spe nd ern e molti per · ot– le nsre una pace la •pitì sollecita ,poss ibi le, ma r he ri spc,nda a date co1u!i; ioni. " I nnanzi tutto n oi invochiam o -una pace dur a– tura, che non porli nel gremb o i germi di nu o·vi rir ossimi con/lilli: ohe , dunque, _esc lud e ogni an – nessio ne violen ta non ratifi ca ta da.I volo delle popolazioni (a cominciare da quella del Belgio), e che non condu ca alcuna delle g 1·a ndi n azion i cu, ·op~e - l)er esempio la fr nncr.se o la tedesca -- a s'pari re od a subire un a eccessiva dimin uzio- - ne t,()r.-itorial e : sia perc hè quelle due naz ion i so- no enlra.m ijJe necessa rie al la civiltà mondia le, sia per e,·ilare la tirannica preponderanza di un so lo 1,,·,upp o etnico inorgoglito dalla villoria . " Passa ndo da '; recruis iti r.egativi a.i positiv i, noi augu riamo un a pace ohe modifichi la carta geog ,·afìca d'Eu ropa nel senso d ' una pi ù Jnrgn a 1pp licaz ione del p rin cipio di nazi ona lit à (si di– re,bbe meglio: - riel diritt o delle pop olazi oni a cJarsi il rngin1e politi co, che prnferiscon'l incli– pe ndent emcnte d a.Ile motivazi •mi ). Noi v1,rremmo nna pace, la quale spegnesse, sodd.isfac encloli, i ll ifTerenti irr edentismi, che oltre ad esse re giusti– ficati in sè .;;tessi, servo no di pretesto permanen- 1e .agl i arma.me nti, e cli temp o in L&m'[lo fann o sc:01>pia rc le folgor i guer resche. · " Siccome la gue r ra pu rlrop po .:\è, e, 11011siamo slati n oi a d ichi a ra.ria, ose remmo agg iungere l'aug1urio, L"he di essa av,veni 1 sse co1ne ·cli ,certe co ltu re di mi crob i pat oge ni , dai oui esc rementi ,,; ri ca va U siero, che servir à ad ucc ider li nel co1,po umano . " Augiu,reremmo, cioè, che dal veleno della pre– sente guer ra, l'Europa, ammasstrnta, spremesse il contrave leno di una politi ca este ra a.1·ditamen– te democrat ica. "Per cui des idereremmo che dell e due pmti, vincesse quella che è disposta ad introdurre l'ar– bitr ato obbligatorio , il disa rmo, ed a creare gli Stu.ti Uni li d'Europa. « E questo desiderio ci condurre bbe ad auspi– care ia vittoria della Triplice intesa e - l'appe– tito vien mang iando -- ci gara nt irla co!l' in ter– ,,,ento dell' It alia, ove non fossero tutti i motivi già detti che a noi socia li sti, impongono .di man – l•!nerc i nel![!. neu tr alità . " Si aggi1Unga il sos'petto che F•rancia e In ghil– t.-na - nazio ni libe rali , ma bo.rghesi ·e imperjali, stiohe - n on siamo p oi tanto ri solu te, com e si dice, a cammina re molto in là lungo la via in– dicata: senza conta.re non il sospetto, m a la cer – tezza, che dopo poc hi passi si tr ovel'€!tJhero la via sba.rr ata dai cosacc hi e dalle forche della Russia èzari sta ». Qusste cose l'on. :\'lorgari sc1·ivevn netll'a,prile del 1915. Oggi •la Russia 110n è più cznrista e rifiu ta ogni programma d'imperialismo. Oggi l'in tel'Vento deg li Stati Uniti nella giuerrn ha stro ncato le reni ad ogni velleùt.à im~ierualista, che potesse sempre esse re in agg ,uat.o \n alcuni grupp i JJolitici d i In – ghiil.terra, di Flrruncia, d'Halia Nulla , dnmqu e, più si op~ione agli :JJ1.1gur1, che I 'on. 1Morgari faceva nel 1915 al-la vitto r ia d el sistem a a nti ge rmM1ico. Nè il p rogr amma de.Jla democrazia int ernaz iona le è oggi divers o da que l– lo,. che l'on. Morg ari delineava nsl 1915: fine ag li i1..-eden lismi, appli ca zione al princhpio di nazio– na lità : - Qlllindi sfasciamento completo de ll' A11- stri a, .-icosti tuzione d ella P olonia, rit orn o dell'Al– saz ia-Lor ena 8:1]a F rancia, e dello Schlewig alla' Danimarca - ; a rbitrato olibligatorio, disarmo. In vece l'on. Morgari e i suoi amici con – fondendosi nel circo lo magico del la neutr;lità, e - ]leggio ancora - non rom'J)endo mai a viso aperto coi tedescofili e anstrofln dell'Avanti;, si

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