L'Unità - anno VI - n.17 - 26 aprile 1917

L'UNITÀ - I sindacatimùtuiinfortuni Una delle riform e sociali che prima o poi si avrà in Italia è qu ella delle assicurazioni obbli – gato rie per gli infortuni dei contadini. Ora in vLsta 'della immin enza. di qiuest.o nuovo sv-iliupipo dell'istitu,to delle assicura.z.ioni in l ta– lia, urge mi.gliora1·e le organizzazioni esist enti , . colmare le lacune dell e leggi precedent.i, da.re sopratutto · effkaci garanzi e di serio oo effettivo controllo agl'interessati nel modo come sono an1- rninistrati i fondi della 1irevidenza nazionale'. Parlandosi delle o.ssicu razi on i per gl'inf ortunì dei contadini, molti hann o, ·,per es., messo innan – zi l'augurio che venga favor ito in q,uesto' campo l'estendersi delle mutue . Ma di quaH mutue? Se - s1. tJrattasse delle mutue , che funzionano oggi, la nuova riforma sociale non aV'!'ehbe · che la orga. nizzazione di run nuovo e_soso sfruttamento a spe– ~ delle nostre popolazioni rurali, che di sfrut· tamenti ne soffrono già ablbastanza. IDelle mutue assicuratrici in genere, dei pr ofon– ch difetti della loro organizzazione e della lor .:i gestione, 'ha già autore volment e trattato il Vi– vante {voi. II, cap. V, n , 682). .Noi vogliamo per c,ra limitarci a ricordare i gravi inconvenienti clle hanno presertato nella lor o at~uazione .pratica le &utue :tlella fòhna di Sindacati d'assicurazione per gli infortuni degli dperai. Sotto una appa – rente floridezza, ed un a vistosa ré clam e, ai cela ir. questi istituti uno stato di cose, che reclama urgenti provvedimenti. Ed è a,ugurab ile che i di· fett i e le imprevid enze della legg e del 1914, in questo caÌDJ)o, non si estendano alla nuova legge <:he dovrebbe garantire nel loro lavoro i conta– d~. . Le confessioni di un amministratore N'ei primi tempi dell'applica, .ione della legg e 1904 sugli infortuni, gli imprenditori si rivolsero aÌle Società private, italiane e straniere, che of. !riva.no tassi di concorrenza. Ma, !per le crescenti prete se degli operai, per le liti seIDJ)re più nru– mero se intentate dagli im,prenditori a lle Socie· t ù, queste decaddero. E ven ne un periodo di tem,po, in cui la Cassa Nazionale Infortuni eb– !be quasi il monopolio di fatto in Italia; mon o– polio ohe ess a non sepp e sfJ•uttare · per le pesan – tezze burocratiche, chE\ fata lmente intorpidiscono ogni ente in cui lo St'ato a:bbia qual oh e Jngeren · za, e pe,r i rigori amminist ra tivi spesso illo gici, oltJre che per l'-ruu.mento eccess ivo dei ,premi. Questo stato di cose indus se molti imprendi– tori a distrars.i da;lia Cassa Naziunale, per àfflui– r·c ai Sindacati mutui che s'era n o venuti intanto cQstitiuendo. Scopo di questi Sindacati doveva es– ser e, secondo tl legisl ator~, di esclud ere ogn i fine·di lucro, di diminuir e le spese d 'amministr a· zio.ne , le litigiosità ecc. Un'amichw ole e fiducio sa mutualità a.-rebbe do,iuto regnare tr-a gli asso– ciati e supplire alle m comp lete di sposiz ioni deliti legge. In astratto, U ragionam ento che porta alla btituzion e dei .Sindacati, che sono coopei,atnve di assicurazio ne, è attraente. Si dice ai soci: « Costi– " rudamo ,un Sindacat'l: ogn i associato fa un de – " posito in ragion e del IIJUlTlerodegli operai, che " intende assicurare, e si costituisce in tal mod o u un fondo di riserva; og ni socio vaga un pre · " mio eg;uale alla metà di quello che pagherebbe " alla Cassa Nazionale; a fin d'anno , se vi swrà " .g:ua.dagno, sa rà ripartit o, se vi sa rà perdit a, u ognuno di noi paghe rà la sua quota parte n . 'Ma la realtà e ben diversa. Le buone disposi– zioni del legi slatore fur ono .fl.ssate in 1Una legge che conteneva disposizi oni troppo vagbe ed im – perf ette ; purtropp o molti Sindacali non sono oggi che società parassitari e nelle quali una mino – ranza di soci ha completo arbi trio , e com!pie a danno della maggiç,rnnza dei soci un' audace ope• ra di sfruttamento. A difendere gl'interessi del socio dovrebber o provv edere le assembl ee. )1 a, ogn uno sa in ch e modo queste ·poss ono esser e costituite: i soei sono spesso lontani, non son o avvi sati in tempo, e il Consiglio di ammini st ra zion e riesc e sempr e a pre'pararsi per J'-a.53em1JJeauna maggioranza di amici. A ri solve re questo problema , per es.. non C,j o Bianco rleve ave r faticato assai il Sindacato Italiano In – fortuni, quand o, il 1. lugilio 1915, fece un 'assem– blea di 108 soci, che ne ,·appr esentava no 146tl!! Sul modo come sono arrunin istrati i Sind acati , il pubblico ignaro fu illumin ato, non >è molt o, d a un a polemica sort a · tra la Sede central e di Mi– lano de l .Sindacato Nàzion ale Infort'U.Ili, e la Se– . dc di Bologna del Sindacat o stesso . Non p ossia - rno esattame nte stalbilire le ragioni della contr o– versia ., e que sto d'altrond e non c'int ernssa che rela– t ivamen te. E' imteressante però sape re qu el che confessò un amministrat ore. Costu i dicll.iarò che uelle assem blee " si ascoltava l'affr ettata lettu– ra delle cifre, e si finivll- 'per votare le concl'USio– ni in omaggio Il q11el sentimento di ri!Yllardo che gene ~almente · è dcwuto al potere esecutivo »; le app rovazioni eran o date « colle più esplicite di· chia11azioni del Prasidente sulla conslstenzza p.a– trim on.ia le e sulla semplice esposizione <verbale d i cifre m 0 ai docÙmenta.te »; e à quanto afferma il polemist~rnministratore, nell'es ercizio 1915 vi tu per il suddetto Sinda cato un disavanzo, non confessato , di 217 mila lire. I bilanci La \)rima oaratter istlca dei :bilanci -dei Sind a· cati è data dalle forti spese d'amministrazione , che raggiungono alle volìe delle cifre inverosi– mili. Il Sindacato Pugliese Infortuni, mentre pag ò, per infortuni, nel 1915 lir e 24'9 mila, e 29'J mila nel 1916, portò in passivo 223 mila lire nel 1915, e 285·mila nel 1916 per spese compl ·essive di tim– ministr azione. Come si vede, i soci hanno dovuto spendere per l'amministrazione del Sind ac ato qua si quanto l!)er gli inf ortun i ; e si può di.re che l'anlmi nistrazione del Sindacato costituisce p ei soci del Sindacato Puglies e il maggio. re degli lo – r orwnl. Il Sindacat o Italiano, più accorto, riuni sce nel · lo .stesso capitolo de l Bilancio dell'es er cizio 1913 !e u indennità infortuni » e « le spese » per lir e 796.361; inoltre, sotto il t itolo ge i1eJ·ico di spese vengo no agg iun te lir e 86.452; e cosi non è pos· sibile conosce re qua le sia stata. la cifra degli infortuni effettiv amen te p ag ati, e quale l'impor – to delle spese di ammi~is brazion e; ma dall o stes– s~ artifi cio s.i comlprende che la somm a detlle spe– se deve essere en orm e. Nella maggior ,parte de.i Sind acat i è notevolis– simo il num ero degli i.nfort.uni denun ciati e non liquidati. Il Sindaoato Edil hio Genovese nel 1915 liquidava 132,488 lire di infortuni, e lasciava in sospeso, sott o la troppo vaga denominazione di u indennità presunte per iilJfortuni a Ji(jlUidaire », L. 107.04-:1. ' • Sono pur e , in genere, r·ilevanti i crediti dei · soci : il Sindacato It aliano, ad es., n el '190., do– veva a i soci 147.721 lir e. Rirlevanti ssimi sono, in molti Sind acat i, i fondi mesai a ris erva pe r pa:garc gl!.L infortuni in corso e di esercizi 1passati; ma i soci ignorano come si a– no colloca te queste somme. Spec ialment e io oausa d ella guerra, molti Sin · dacat i sono venuti a tro vars i mal e; a lcuni non ha n potuto a meno di conifessare \ 1 defi cit; ma la con fessio ne >è abile, piena di reticenze e di pr omesse, in modo da illu dere e commu over e· à soci, e da convincerli a pa.gnre. · ,La relazi one del Sin dacato Fiorentino ' è un capo lavoro del genere. In comincia col parlar e d,•lla situazione europ ea, e dopo aver 111icord.ato la .Serbia invasa e il Belgio distrutto, confessa un defic it di L. 26.851; ma !bisogna fa.re omag- – gio 11lla sua sinc erità , cruando afferma che « le risultanze di que sta annata ecceziona le, in con · front o a qu elle d ell'a nn o 1914, sono argoment o Ji vivo conf orto ». Anche il Sideros , Sind acato Info rtun i con sede in Gen ova, confessa nel 1915 un passh ·o di lir e 85.283. Pi eno di dolor osa ironia lper i soci è il bilanci o e la re lazi one del Sinda cato AJ)1lano In fortuni , 1: quale afferma di avere aV1Uto un povero ma onesto avanz o di L. 519,17; e preso for se da rf• 133 morso per la eccess iva entità della somma da lasciare ai soci, devolve qu este 519.17 lire, cosi: 500 a tit olo di retribuzione ai rev.isori dei conti , 19,17 a patrinionio sociale. Dei centes imi i Sin – ao.cahl rendono sempre cont o!! 1 sagg i potrebbero continuare. Dir-emo solo , che abb iamo cercato con molt11 oura, per poterl o citare ad esempio , il bil ancio d'un Sindacat o, che non fosse complicato e reticente, che des se ; oddisface ntemefìte H conto dell' at tivo e del pa s – sivo ; ma non c'è rius citò di tJrovarlo. Abbiam o n.n che ceT>eatoac curatam ente se qualch e Prefett o si fosse mai opposto a rendere esecutori i ruoli ri'un Sind acato; e a titolo d' on orn d obbian10 ci– to.rne uno solo, e cioè ' il prefetto di Verona, il q,uale ha negato il visto ai conti del Sindacato .Veronese ln forrtuni, che . inu tilmen te h a re cla– mato contJro questo provvedimento. La classificazione dei rischi Per ripartire equamente fra tutti i soci di un Sinda cato gli utili e i do.nni dell e assicurazioni contro gli in.fo, rtun i, occorre anzi tutto che si.eno ripa rtiti bene i rischi, cioè le -probabilità di in – fortunio; cioè che i rischi sieno classificati in gruppi omogenei. In conseg uenza i Sindacati deb– bono suddl vidersi in sezioni, che corri$ondon o " classi di rischio, e in ogni sezione i rischi do– vrebbero ap.punto ,essere omogenei. Non si può mettere !'.assicurazi one d'un imprenditore , il qu ale abbia 'U.Il'lndustria semplice, con mezzi primitivi, con poche macchine, nella stessa se· zione di un'i~r esa che ha numer o.se macchin e t,ftrenti più nwner ose prob abilità di infortunio; •per es., non si possono calcolare i rischi degli operai d'un a fabbrica di polveri piriche ali.a ste s– sa stregua dei r ischi di un 'im presa che taglia pie– tr e. Nè sarebbe giusto, secondo il principio di mutualità, ripartire tra partecipa nti ad lm'preae così doverse, i danni che si verificano: ·poich è • ne verrebbe che l'im prenditor e, il qua le ha avuto nei su oi operai solamente dieci infortuni, dovreb– be ni,spondere mutualisticamente anche per i cen – to infortuni di un 'a ltra impresa più pericolos a. Occorre, qu indi, che un imp.renditor e nell'atto tt'iscriversi a un Sindacato mutuo, sappia esat – l,tme nt e a quale dlas se di ris chio la propria in– d·ustria apparti en e, in modo da non a vere delu– sioni, a fin d'anno, quand o gLi infortuni son o av venu ti, ,e cccorr e pagaJre le spese. E un Sin · clacato , che non eseg ua scru polosamente, ed eqtua– mente il ragg ru ppame nto dei rischi e quindi la l'ipartizi one dei danni ve1;tl.catisi, minaccia di tras forma rsi in un a ma cchina d i spogliazion e di ,una parte dei soci a vantaggio degli altri. Se il Consiglio di amministrazione di un Sindacat ;) può rip art ir e a suo arbit rio le class i di rischio , sta a lla sua buona o cattiva volontà di ra ggru!p– p ar e, o no, i ~oci in due cl!l!s i : quelli che paga – no, e que lli che non p.agam.o o magnri sono pa · gati. I l legislatore, nella Je,age del 1904 sugli in.for– t:ini, senti la necessità di regolare questo argo – mento; ma mon dette ad esso l'imp ortanza es– senziale che merita . Se n e ricordò solame nt e al– l'arti colo 42 (n. 11-) del R egolam ent o in esecuzio – ne alla legge, dichiarando ohe lo Sta tuto di cia – sou.n Sindacato deve " determ inare la procedur a da osse rva rsi da l Consiglio di amminis tr azione r,ella ripartizione degli stabilimen ti che n e lan· 110 parte, per class i di ri schio ». Ma, nella realtà, gli statuti di tutti i Sindaca – li non hanno di$osizion.i esaiurienti su q~to a rg omento (Sind a,cato Nazio nale, Sindacato \re. ronese Infortun i, Sindacato Pug liese Infortuni , Sindacato Romano, Sind11cato Br esciano, Sinda– cato Apuano, 1icc.). oppure le hanno st udia tame n– te cosi equ ivoche e vagh e, che il socio non ne sa niente (Statut o del Sind acato Italiano lnfor – tw1i). Va notato che questi Stat uti sono approvati rial Mini ste ro. Ciò dimo stro. ohe la 'burocrazia, nella ·sua •noncuranza ed incompetenza, non h a mai pen sato a chiarir e e rend ere efficace con la propria 'Vigilanza la volontà - sia pu re iin/per– fetta e senza sanzio ni - d el legislatore . Le consegue n ze, a cui porta que sto difetto di precise norme su.Ila rip artizion e delle cla ssi di ri schio dei Sindacati , sono addiri tfmlra s trabi – lianti. Avviene, per es., che un soc io d el Sin · da.ca lo Italiano In fortuni paga 40 lir e per tnfor -

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