L'Unità - anno VI - n.17 - 26 aprile 1917

136 le, infatti, g li uffici sa re.bbero sta ti chiu si nelle ult.ime ore dell a giorn ata: cioè d'in verno , du e ore di luce rispa rmia la, e ta nta legna di men o per le stu fe, che bru cian o invece inutilment e nelle ore ira il servizio antime ridi ano é il serviz io µo– mcridi ano pe1· tenere calde le stan ze in attesa che gl'impi cgat.i torni no al lavoro. Quanto ag li affari, avrebb ero con lin uàto ad a nda re a rotta d1 collo nè più nè meno di l)rim a. Ma da Roma ebbe un par taccione, perchè avev a osa i.o assumere un a i niziat.iva non a:utorizza la da: nessuna disposizione generale. Ed esse ndo uomo di mond o, e ben sa pendo ch·e l'uom o cli mondo deve semp re lega re il pad rene dove vuol e l'asino, torn ò senz'altr o ad aprire il contat ore della luce. elettrica e a gonfiar e di legna le stu fe. Qua lche lettore che sia portalo alla medi taz io– ne, dopo avere conosciuto qu est'aneddoto, potr à prol)a bilm ente pen sa re : u Coti1e. mai un provve– dit ~e non h a autorità neanche per reg olar e l'orario . del sùo ufficio ? Cho, import.a agli uffici centrali, che il Provvedi torato di Sondrio s i chiu – da alle 16 e quello di Sirac usa alle 18? Ogni prov - 1·edit.ore, sotto là sua res11onsabilltà, organizzi i 1 lavoro dei suoi uffici come meglio gli sembr a ,·nn" r' nnn. Se le cose van bene e il Minist ero n o11 ri ceve reclami da.i cittadini, le cose sieno lascio .· te andar •bene. Se ci sono disordini ,e proteste, il Ministero mandi un fspettore, accerti le origini degli _inconvenienti; e se il male na~ce da incapa – cità. o disonestà del provveditor e, lo mandi a CA· sa o a ra-re Il bidello in un altro ufficio». Ma quel nostro letto re meditabondo avrebbe torto a. ragionare co~i. JJ punto di vista della ca.– sta dei •burocratici dei Ministeri è ben diverso . Esso · è Il seguente: ·« Io, direttore generale, che propÒngo al Ministro la nomina di un provve· dllore - o In generale di un qualunque capo ufficio provinciale - - commetto certamente una cotibellerla. nell'atto di !}l'Oporr-ela nomina: il nuovo ca.po ufficio è certamente o un idiota o un briccone, ed è necess ario impedirgli minuto per · minuto di rare delle corb~llerie ,o· delle disonestà; motivo _per cui, egli no'(! deve avere autorità neanche M so'.fi:•"1Ji i! >ltj', M, ~J"I. n.rur.ne .chir,,/1.o volta. per voJta. l'autorizzazion e :i me. Ma io non posso studiare tutte queste dom ande di autorizza zione e decidere su tutte. DunQ'Ue, io ho bisogno ti! avere intorno a me, nel Mlniste.ro, tutto un esercito di funzionari di · mia fiducia che sludie– i,arino le pratiche, e prepareranno le aulorlzw. . zioni necessarie, · che io concederò ». li lettore meditabondo potrebbe a questo pun· lo Olbbiettare al Direttore generale: - « Sousi tan – to, commendatore; ma se Ell a è bestia nella no– mina di lutti i provveditori, e per ciò li sottopone a continua vigilanza speciale, chi Le gr,. entisce che Ella non sia. altrettanto bestia nella nomin a di lutti I funziona.rl \li sun fiducia, che devono da. Roma sorveglial'C a passo a passo i provvedi – tori e misurar loro la legna per le stufe? Quell a infallibilità, che Le vien fuori ·quantlo dev'e no· mlna:re un capodivisione , un caposezior,e, un àe– p;retario , un ispettore , come mai sparisc e a un tratto solamente nel caso che Ella debba nomin ~– l'E' un pro .vveditore? Non potrebbe mandare quel caposezione, io cui Ella ha tanta Jlitnci1t, ~ fa.re da provvedtore, e · a !ar risparmiar e così uno stipendio a,110' St:>.+.i? " l,;.f-a -qui ti vogfi:o, rMdii tu ondo lettor e. Far 1·i. ;fl'armiare quattrini allo Statoi Se1 forse amm at– tito? Questo significa rov •r.'i re la carrie ra n cen– Linala. <1i poveri pad-ri di famiglia! E' -ùna crudel - tà, è una infamia.. · Considera , infatti, un poco, tu che hai l'abitu – dine di medita.re . Se tutti i 69 prov:veditori, se tutti i SOO capi d'Istituto , se lutti i 30 mil a capi degli nfflcl delle provincie, non fossero obbligati a scrivere a Roma. giornalmente , almeno CÌnque lettere per ciascuno per essere autorizzati a com– p,r; re una scopa, 11. rimettere un vetro rotto , a modificare un ora.rio, ad applicare un regola.men – to in un modo piutto sto che in un altro , si avreb – be questo grav e inconveni ente che non arrive – rebbero ai MJnisteri 150 mila pratiche ai giorno, ohe debbono essere lette, proto collate, stu – diat e, controllale, risposte, ricopia .t,e, firmate, ri – firmale, inventariate, archiviate, ecc., ecc. Cioè non ci sa rebbe :bfsogno di aver e nei Ministeri tan – te centinaia d'impieg ati, aventi ' l'ufficio di graf ~ fiar carte inutili . Cioè molta brava . gente - il L'UNITÀ figlio del capo divi sion e A, l'a mico dell'am ica del. cap odivision e B, il basta rdo dell'Ec cellenza C, il fratello del Consigliere di Stato D, lo sguatt ero dell'ex Pr esident e della Corte di Cassaz ione E. l'elettore au torevole dei deput ali F, G, li .... Z·Ì. z'.2,'Z-3 e 2-4- lutti q.uesti ott imi runici non avreb– l;ero- trovalo un impiego su cui collocare la part e più ca rno sa e più rappres en tativa ùella loro l)er – sonalit.à. Non solo : . se (a ssero /poco num erosi , iunzi onarì dei Ministeri, non sarebbe possibile creare fra essi tutta la. compli cata gerarchia rhe è necessaTia a ten erli insieme; cioè non ci sa– rebbe la ca rriera. Ecco perch è è necessa ri o che ar ri,;no a Roma almeno 150 mil a lette re al gior· no; ed è necessario che queste lette re sian o stu– diale , e le risposte sieno esami na te e firma.te da · almeno una dozzina di persone . N'è 11 sistema è così sgradito, come voi potei.è credere, alla Più parte dei capi d''llfficio del · le provincie: tutt'altro! Non a.ve ndo nessuna li– bertà d'azione, essi sono liberi an che, da ogni respo nsab ilità: •quel che fann o lo fanno pe.r or· dine del Ministero, o per a.utoriz mzione del Mi– nist ero: se è una corbelleri a, la colpa vera è del Ministero e magari del..... Ministro , che firm a migli{tia di J>rati che al giorno assumendo ne la. re– sponsabilità. Il · sistema:, poi, è prezio so anche per togliere ogni responsabilità ai fun zionar'ì dei Ministeri. Se, infatti, una lettera non può essere spedila di– rettamente dal segreta.rio, che' ha studiata la pra · t.ica, ma,. dev'essere prima controllata: e rlst.ata da un'altra · dozzina 41 pers one, ne consegue che responsabili della eventual e corl',elleria sono o"– dlci persone, cioè non, è responso bile pttl. nes– suno. · run almenl e, il sistema. è prezio so per i der,ula – t.i, non solamente per via., degli elettori, che pos– ,sono mettere a posto in tanti impieghi, ma an– che perchè quelle pratiche , di cui ness uno è re– sponsabile poichè troppa. gente vi deve collabora re, possano essere esaurite secondo la convenien– za del deputato, ogni volta che .l'interesse eletto– ral e lo richiederà: e se· la soluzione elettoral e ~à uno s!}l'oposilo o una brkcona.tr . nessun funzionarlo •!il'~n modo spéciale ri.:sponsabile dello spropos;to e, della :bricconata. Con 'questo .sistema - dirà il logico lettore - non soìo m spondono milioni inutili, ma si ritar– dano enormemente tutti gli affari ; e si corrompe spa ventosamente ·l'ammini stra zione. · Ecco perch'è , la p1,1bblica. amministrazione è il peggiore dei di– sastri nazionali. Giust.issimo. Ma non è detto che sia. il peggio– re- dei disastri _ lndivjduall per i burocrat!cl dei Ministeri e ·per i deputati. E questo è l'impor – tante! Agricola. La tradizione cattolica, e7a guerra Sia pe.rmesso,....:.dun cattolico militante, ·che è anc he :un a.ssid•u., e affezionato lettore dell'Unitd , ,ii interlòquire /'ù quanto essa :IÌJl. pubblicato nel numero 6 apn 'I a prdposilo della « tradizione cattolica e la (:uerra ». Vorrei dimostj,re che se quel la;le sig. Brezw lii Torino 'ho. C',edU:to di poter gabellare per tra – dizionale, cioè per autentica dottrina cattolica, la contrarietà a. tutte le gùer,·e, « non solo of- ... fensive, ma nemmeno difensiv e, ecc., eoc. n, l' Unitd ha arnt'loo/J :orto di prenderlo in con!!ide– raziÒne. Forse l'Unità ha cred•uto di dir tutto informandoci che " il .Brezzo è un ex-allievo dei p;esu1-ti » ; ma bisogna.va aggiungere a questo ·proposito una ioforma.zione complementare essen– . zial'e, che poc~i purtroppo mostrano di non ap- pTezzare abbastanza., cioè che il gesuitismo rap– pres enta nella. Chiesa cattolica una vera e ipro– :pria . massoneria prussiana , contro cui il caltoli– cismo stesso deve difendersi (e si difende infatti da due secoli, manifestando in tutti i suoi più r,obil.i seg,uaci una accanita avversione alla setta lojole.sca), aors~ più di quanto debba dHendersi dal massonism0 ìa democrazia italiana .. Come perta nto sarebbe da stolti confondere , i principli della democrazia con la politica di certi ,demo- cra t.ici e mass ime di certe cricche pseudodemo– cra tiche, cosi non è lecito confondere la religi o– ne catto lica con le male art.i di certi ca ttolici, ~pecialmen'te se ge.suila.nti alla manie1'a del si– gnor Brezzo. Quanto all a tradizion e ca ttoliJca, mi st>m:bra per lo meno inesatto od esagerato afferma.re ch e « in essa si trova tutto quel che si vuol trovare », e ohe « in cliciannove secoli di cristianesimo non r' è teoria che non sia stata prodotta dagJ<i, scrit· (od cristiani": grazie .a Dio, chiunque viva e studii , per quant o modestrunente, la. religion e cattolica può farsene un concett o meno pessimi– sta. · E' invece principio notorio e pacifico che 11 trucco d•i' « sceg liere -- come dice l'Unità - nel – la ,letteratura cattolica quel che può sérvire a.d un à sola tesi, sowrimendo tutto il ;resto, e ta.r passare questa. tesi come la. tE,, oria.tra.dizione.le del cat.toJicismo » è stato condannato da. tutti i Concil!i ed è tuttora condannato dalla più rigida dottrina teologica, come un procedimento per ec– cellenza ereticale. Noi càttolici sappia.mò esserè conforme atl:i. t.radizione, · non tutte le opinioni, 1>0rquanto /lUlorevoli e vetmte, ma soltanto ciò che fu creduto semper, ubi •qu.e, et ab omnibtu; e se valesse la >pena.,potremmo sfidare, ·senza ti– more di essere confusi, tutti i signori BreJ z0 e tutti i .gesuiti e ge:mitanti dell'orbe cattolico lì prove.re 'in questo solo legittimo senso la. universalità, cioè la tradizionalità a,utentica dell e .loro. menzo- · gnere teorie. La dottrina morale catolica. (quella che mi in– segharono unanimi prima la. mia nonna e il mio . vecchio parroco, e .poi la teologia e la storia , edile con tanto d:i imprimatur) ha. sempre : inse– gnalo e insegna tuttora, ' chiaramente ed univo– camente, che è lecito all'individuo, quando man– eh i ogni altro mezzo, respingere con la forza, • ed anche uccidere .l'aggressore che attenta alla. , it.a, A,11 • onore, o ad altri beni di primaria. im– portanza ; anm riconosce e.spllcit.amente il diritt,,i di u,ccidere anche un irreitponsa,bi!e che metta in pericolo la. mia. vita ò 'l'altrui, per esempio un pazzo furioso che ttra fucilate quando non vi sia o,ltTo mezzo che La sua soppressione immediata. pe1· tra~enerl o " renderlo lnnocuo. No11 meno limpida è la. concezione cattolica che come può diiendersi l'individuo, anche con 'danno o per - ' dita della vita altrui, cosi lp1lò difendere sè ed i suoi diritti lo Stato, anche con ·danno -e perdita it'i vite dei pro1>ri sudditi e degli altrui, cioè con – lo guerra. Non basta : la dotrina cattolica rico – nosce allo Stato non solo il diritto, ma il dovere <leLladiiesa a mano .armata, affermando che la legitt.ima dife.sa può consistere anche in una offesa vera e propria per prevenire slrateg!ca- ·mente i colpi del nemico. · - Nel caso poi del terzo S'pettat.ore di una. Jotta estrema; tra aggressore e aggredito, la stessa dottrina im,pone solidarietà. coll'aggredito, quan – do sia per riuscir ,vano ogni tentativo di -paci– fica composizione ;' e (Jlllesto obbllg<> va.le tanto \>er gli . Stati quanto per gJi individ'l!i. Questa chi-ara e onesta dottrina veramente tradizionale, perchè ammessa come sola legitti– ma sem;ier, ttbique, et ab omnibus, è oggi il m nt,0 e la gi-ustiflca~ion~ teolog ica del cardinale Mercier, e mi ,pare ch_e dopo le famose pastorali S\l·ggellate da tanto sangue cristiano, ·versato non solo serena.mente ma anche volontariamente (ammonisce Eugenio Vaina), non 'sia ~ecit.o rin– facciare a.i cattolici, nemmeno 'Ì'n .torma dubita– ti'Va, le sciocchezze e le menzogne del ,primo si– g nor Brezzo. che capil _a., .fosse ~ure il porta,;ooe a111torizzato di tutta la. gesuiterila prusso-auslro– gioliltlana. Perchè non chiama.re col doro vero nome , e non con quello usurpato, anche questi ignobOi mistifica.tori ? · G. Donati, Il comm. T omnìasi che ,è stato nominato vice-av,vocato fiscale. si chiama Donato. Invece J'altiro Tommasi, di cui n Fronte Jnte•rno 'ha· rivelato i miracoli di ubiqui– tà , si chi,ama !Emilio. Cosl ci, viene comunicato in r ispost a alla. domanda, che facevamo nel passat o numero dell'Unitd. E noi ci facciamo 'llll dovere di dare atto della. risposta. · Gerente re8pomabile: ERNESTO FRA.TONI Ol'IFIC1NA POIJIGRAFICA IT:AiLIAN.A ROMA Via. della. Guardiola, N. ~ ~ ROllliA,

RkJQdWJsaXNoZXIy